Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Ci sono le 100 presenze in neroverde di Sasà Burrai e quella toccata piano di Leonardo Colucci verso il suo ex club. Anche questo ha offerto la vittoria del Pordenone sulla Vis Pesaro (1-0). Burrai sfodera la maglia celebrativa in sala stampa e davanti ai fotografi. «Sono contento, per la vittoria soprattutto confida il centrocampista sardo -, ancor più che per le mie presenze. Le ho raggiunte grazie alla fiducia che mi hanno dato gli allenatori che ho avuto qui e alla società che mi ha scelto e confermato». È comunque soltanto una tappa, pur prestigiosa, ma non un traguardo. «Ho ancora tanta voglia di dimostrare che sono ancora in grado di giocare Burrai guarda oltre – anche uno step più avanti di categoria. Spero di arrivarci e di farlo con questi colori. Il Pordenone è il primo club in cui raggiungo questo numero di presenze, dopo una serie di esperienze non proprio felici». Sulla partita? «È stata una grande vittoria, ottenuta contro una squadra ben organizzata – sottolinea -. Sapevamo d’incontrare questo tipo di avversario, che tatticamente poteva metterci in difficoltà. Ci sono riusciti nei primi minuti, poi siamo stati bravi noi a gestire la palla. Nel secondo tempo, partendo più bassi, ci siamo creati gli spazi ed è venuto fuori il gol, oltre a diverse altre occasioni. Poi non abbiamo rischiato niente: anche quando ho salvato sulla linea c’era un fallo non rilevato su di me». […]
Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Chi pensa che questa squadra debba vincere sempre è totalmente fuori strada». Ormai non ce lo aspettavamo più. Invece anche Attilio Tesser può perdere le staffe. Lo fa con la consueta signorilità che lo contraddistingue, ma le perde anche lui. In altre parole: è un umano pure l’imperscrutabile tecnico di Montebelluna. A renderlo tale sono state certe visioni della critica e qualche ululato inappropriato del popolo neroverde che, nel match con la Vis Pesaro, ha sottolineato gli errori dei ramarri e in particolare di Salvatore Burrai. Appunti e reazioni che l’Attilio non ha gradito. E, con lo stile di sempre, non manca di lanciare messaggi chiari e diretti ai destinatari. «Ho sentito gente sugli spalti spiega la sua posizione Tesser – rumoreggiare per qualche passaggio sbagliato e perché nel primo quarto d’ora con la Vis abbiamo trovato difficoltà a verticalizzare e a sviluppare il nostro gioco consueto. Mi sono sembrate manifestazioni a sproposito. Intendiamoci precisa subito l’Attilio : il tifoso ha il diritto di giudicare quel che vede e di far capire se gradisce o meno lo spettacolo, ma nell’occasione mi sembra si sia esagerato. Non siamo il Real Madrid, né la Juventus. Oltretutto sorride , nemmeno la Juve vince tutte le partite. In ogni caso, se qualcuno non vuole vedere appoggi sbagliati o errori di altro genere, non deve far altro che prendere l’autobus con direzione Torino e comprarsi il biglietto per andare a vedere la Juve allo Stadium». […]
Ore 15.00 – (Messaggero Veneto) «A fine gara – ha detto – avevo sette ragazzi del Pordenone nel mio spogliatoio. Non alleno solo sul campo, gestisco anche le capacità emozionali delle persone e cerco di arrivare anche al loro cuore: sono contento di questo rientro. Dei sette mesi trascorsi qui posso dire di aver trovato anche degli amici fuori dal campo. Per quanto riguarda la partita persa coi ramarri, devo dire di aver fatto i complimenti lo stesso ai miei ragazzi: siamo venuti a giocarcela in casa della capolista, potevamo anche noi segnare. Stiamo giocando bene, ora dobbiamo fare qualche punto».Leo torna poi sull’esperienza in neroverde: «Mi porto un cruccio: avrei voluto avere anch’io tutto l’anno Emanuele Berrettoni – ha ammesso -. Mi avrebbe potuto dare una mano in campo in tante situazioni: calciatori così amplificano il lavoro dell’allenatore. Sono comunque contento di ciò che ho fatto, ho dato il massimo e sono fiero di quanto costruito».
Ore 14.30 – (Messaggero Veneto) Sasà Burrai ha il volto fiero e orgoglioso di chi ha scritto una pagina importante nella sua carriera: «Non ho mai collezionato 100 presenze in un solo club: sono contento di aver tagliato questo traguardo col Pordenone». Si batte il petto, il regista neroverde, classe 1987, anima tecnica di un team che viaggia spedito verso la serie B: sono 9 i punti di vantaggio sulla seconda in classifica, la Triestina. «Spero – dice anche riguardo alla prossima stagione – di poter dire la mia con questi colori anche nella categoria superiore». […] Ha festeggiato al meglio le cento presenze col Pordenone (condite da 32 assist, un numero pazzesco): come si sente?«È una grande soddisfazione. Mai avevo tagliato un traguardo così. Qui avevo deciso di ripartire grazie al mio procuratore dopo le esperienze negative con Monza e Juve Stabia: aver firmato per i ramarri nell’estate del 2016 si è rivelata una scelta azzeccata, perché sono tornato ad alti livelli. Ho vissuto dei momenti splendidi e spero di viverne altri ancora».Ha raccolto alla grande l’eredità di Pederzoli, si è perso il Pordenone. Ma c’è ancora una pagina importante da scrivere: quella della promozione in serie B.«Spero di giocare nella categoria superiore con questa maglia. Le 100 presenze sono solo un punto di partenza, raggiunto grazie alla fiducia della società, degli allenatori e dei compagni che ho e ho avuto: alla mia età ho ancora tanta voglia di dimostrare che posso dire la mia anche in un campionato più importante di questo». […]
Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) […] Quello che conta di più è che il primo posto, tenuto saldamente e meritatamente in pugno dal Pordenone, è lontano 18 punti, un’enormità. E il distacco non può essere giustificato dal fatto che quello dei biancorossi è stato da più parti presentato come «l’anno zero» perché Vicenza e i suoi quasi 8000 abbonati si aspettavano una stagione ben differente. Che la serie C alla tifoseria berica stia stretta non è certo un segreto, ma i supporters biancorossi hanno compreso che quello della nuova proprietà è un progetto a medio termine e hanno ugualmente appoggiato questa società e questa squadra. È evidente però che a metà febbraio nessuno si aspettava che fosse addirittura a rischio la partecipazione ai playoff. La squadra non vince al Menti dall’11 novembre (contro la Sambenedettese). Quasi una maledizione visto che anche nella stagione scorsa, quella del fallimento societario, l’ultimo successo tra le mura amiche era stato ottenuto contro i marchigiani il 5 novembre. Una negativa coincidenza, ma la realtà è che questa squadra costruita in estate con un’idea di calcio offensivo, tutto pressing ed intensità, è stata modificata radicalmente nel mercato gennaio che ha visto approdare in biancorosso il giovane Pontisso, ma soprattutto giocatori esperti come Bovo, Salviato, Martin e Guerra. […]
Ore 13.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «La classifica mi fa rabbia e un po’ mi spaventa, poi però guardo i nostri giocatori e sono convinto che faremo i playoff». L’1-1 con il Lecce non ha fatto uscire il Venezia dal limbo ma Joe Tacopina, che dopo la sosta seguirà gli arancioneroverdi a Livorno e col Perugia, è convinto che la sua squadra valga molto più dell’attuale 12. posto. […] Il patron assolve i cronisti accusati da Zenga di spargere negatività.
«I giornalisti non sono dei fans e sono liberi di dire se facciamo male, però l’allenatore ha una prospettiva diversa e tutela i suoi giocatori. Siamo a -4 dai playoff, mi aspettavo di più ma sono ottimista, mi piace ciò che vedo, i metodi e la mentalità di Zenga nel tenere sempre tutti sulla corda creando fame e competitività. Lui è molto bravo, cambia spesso modulo in corsa adattandosi agli avversari, pochi allenatori lo fanno». Tacopina, oltre ad annunciare la promozione di Paolo Poggi a club manager con funzioni di collante tra spogliatoio e società, applaude il mercato di gennaio. «Ora abbiamo una rosa lunga e completa, finalmente un top attaccante come Bocalon, i nuovi mi piacciono e sono molto curioso di vedere Mazan. Tutti daranno una mano per segnare più gol, cosa per noi non così facile, come col Lecce ha fatto Citro che in rapporto al suo spazio sta dando molto. Restano 14 partite, dobbiamo fare meglio, è ora di raggiungere quei risultati che sono nelle nostre potenzialità. Andremo ai playoff e lì potrà accadere di tutto, come il Benevento promosso in A due anni fa dal 7. posto». […]
Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) […] Joe Tacopina fa il punto a 360 gradi della stagione del Venezia, senza tralasciare nulla. Anzi, nella sede di viale Ancona esordisce con una novità che, per altro, era nell’aria da tempo. «Avrete notato — dice il presidente arancioneroverde — che da un po’ Paolo Poggi ha un contatto più frequente e ravvicinato con la squadra e lo staff tecnico: ecco, ora posso formalizzare il suo nuovo incarico di club-manager, che va insieme a quello di responsabile dei progetti internazionali che ricopre da tempo. È un ruolo molto importante in ogni club di un certo livello, penso a Balzaretti alla Roma o Di Vaio al Bologna, per restare agli esempi che conosco più da vicino». […] «Dare una risposta sulla stagione non è facile — riflette Tacopina — perché una parte di me è soddisfatta di come stanno andando le cose e un’altra è invece dispiaciuta della classifica. Stiamo pagando un brutto avvio e, devo dire, fin qui più una volta gli errori arbitrali ci hanno penalizzato. Sia chiaro, non sto cercando alibi e non nascondo neppure le nostre responsabilità quando abbiamo sbagliato o giocato male. Ma credo di esprimere un dato di fatto, ho filmati dove chiunque si potrebbe accorgere di rigori che non ci sono stati concessi». […] «Siamo a 4 punti dai playoff — dice — e adesso mi aspetto di più, dobbiamo alzare il livello e dare tutto quello che è nelle nostre possibilità. Il mercato di gennaio ha portato giocatori importanti come Rossi, Lombardi, Bocalon e tutti gli altri. Zenga sta facendo bene, mi piace quello che vedo in campo: ha una cifra tecnica altissima e anche il carattere con cui guida la squadra è quello che ci vuole. Sono ottimista, ai playoff ci saremo anche noi, garantito. E lì, poi, può succedere di tutto. Due anni fa il Benevento partì da settimo e poi andò in serie A». […]
Ore 12.30 – (La Nuova Venezia) Paolo Poggi club manager del Venezia. L’annuncio lo ha dato il presidente Joe Tacopina, formalizzazione ufficiale di una carica che l’ex capitano arancioneroverde ha iniziato a ricoprire già da alcune settimane, intensificando le sue presenze anche al Taliercio e in trasferta. «È un ruolo molto importante in tutti i club, vedi Balzaretti e Di Vaio a Palermo e Bologna, perché rappresenta un punto di collegamento in più con lo spogliatoio, i giocatori, il tecnico e i dirigenti in generale. Non c’era una persona migliore di Poggi per ricoprire questo ruolo, sa come parlare con i giocatori». Tacopina era assente da un mese mezzo, dal Crotone al Lecce, e rimarrà in Italia fino alla fine di febbraio assistendo alle partite con Livorno e Perugia. «Stato d’animo? Diviso a metà. C’è una parte di me molto soddisfatta della squadra e dei risultati ottenuti. C’è una parte di me molto dispiaciuta per la classifica che occupiamo attualmente. E questo dispiacere è causato da diversi fattori. Innanzitutto il brutto inizio di stagione che abbiamo avuto. Secondo me, inoltre, ci mancano 6 punti in classifica perché alcuni errori arbitrali sono ben evidenti e questo è frustrante. Io non mi lamento tanto per lamentarmi, sono il primo a sottolineare se la squadra gioca male, ma i fatti sono fatti. E, infine, dobbiamo assumerci la responsabilità che probabilmente non stiamo giocando al massimo di quelle che sono le nostre qualità». […]
Ore 12.00 – (La Nuova Venezia) «Stiamo rispettando la tabella di marcia»: Joe Tacopina ostenta da sempre grande attenzione a dosare le parole quando si sofferma a parlare del progetto del nuovo stadio, evitando annunci roboanti prima avere tutte le carte al sicuro in tasca. «Questa è una fase di transizione, siamo all’interno dell’iter avviato la scorsa estate», ha spiegato il presidente del Venezia, «anche se stiamo lavorando sempre, giorno dopo giorno. Quando abbiamo protocollato a Ca’ Farsetti, la scorsa estate il progetto di fattibilità, è stata anche illustrata la finestra temporale, delineando cronologicamente quelli che erano gli step previsti per il progetto: stiamo rispettando la nostra tabella di marcia». […] «Quando il progetto definitivo sarà pronto, lo presenteremo». […] «Investitori? C’è sempre grande interesse attorno al nostro progetto», ha aggiunto Joe Tacopina, «ci contattano quotidianamente e noi vagliamo con grande attenzione tutte le proposte che ci arrivano. Vogliamo scegliere solo i partner giusti, quindi le nostre analisi vengono svolte con estrema attenzione. Per la parte commerciale, ad esempio, un soggetto di grande prestigio si è fatto avanti per sviluppare tutta la parte commerciale del progetto, ma stiamo avendo colloqui interessanti anche con un gruppo molto grosso per quanto riguarda la parte relativa all’hotel».
Ore 11.30 – (Gazzettino) Dopo i ko con Cosenza e Spezia, il Cittadella punta a invertire la propria marcia sabato a Benevento dove nei tre precedenti match ha collezionato una sconfitta a dicembre in Coppa Italia (1-0), una tre stagioni fa in campionato (1-0) e una vittoria (4-2) quattro anni fa nella sfida di Supercoppa ai tempi della Lega Pro. Andrea Settembrini, indicato dal diggì Marchetti come esempio dei troppi cartellini gialli inflitti alla squadra granata, intende lasciarsi alle spalle questo periodo negativo: «Effettivamente le ammonizioni che abbiamo preso in quest’ultimo periodo sono eccessive, ma non mi soffermerei sul metro arbitrale, bensì sulle nostre prestazioni. Dobbiamo allenarci per ritrovare serenità e fiducia in modo da tornare ad esprimere il gioco che abbiamo esibito in tante partite». Proprio sul piano del gioco la squadra è apparso a disagio nelle ultime due esibizioni. Riprende la mezzala aretina: «Pensavo che la vittoria sul Carpi ci potesse rimettere in corsa sul nostro trend, invece le successive due sconfitte dicono che abbiamo smarrito il nostro gioco. Non siamo apparsi noi stessi, sono state le due peggiori partite da quando sono a Cittadella. Quando non vinci viene meno l’autostima e tutto diventa più complicato». Su quanto possano avere influito i cartellini gialli a Frare e Adorni nei primi minuti della partita con lo Spezia, aggiunge: «Può essere che questi provvedimenti abbiano condizionato il nostro comportamento, ma anche in altre partite era successo, però la squadra aveva saputo mantenere il proprio atteggiamento. Questa volta, invece, abbiamo giocato sotto i nostri standard. Dobbiamo noi essere più forti anche in queste situazioni». […]
Ore 11.10 – (Mattino di Padova) Andrea Settembrini è l’uomo del giorno. Suo malgrado. Citato dal tecnico Venturato e dal digì Marchetti come esempio di giocatore che, per le sue caratteristiche di combattente, tende a essere visto dagli arbitri come falloso e a venire punito anche quando non lo meriterebbe. Specchio di un Cittadella che guida la poco ambita classifica di squadra più ammonita del torneo cadetto, con 65 cartellini gialli rimediati sin qui. «Effettivamente sono troppi. E secondo me il dato è un po’ eccessivo per quello che abbiamo fatto in campo, ma oggi preferisco parlare di noi, perché è oggettivo che, al di là dei risultati e delle decisioni arbitrali, ultimamente siano mancate le prestazioni», risponde con maturità il centrocampista granata. […] Ma quali sono le cause della recente involuzione di un Cittadella lontano da quello ammirato nella prima parte della stagione? «Dietro alle ultime due prestazioni vedo un mix tra un calo fisico, che può starci nel corso del campionato, e un problema mentale. Oggi non siamo brillanti rispetto ad altre fasi dell’anno e in una squadra come la nostra, per come gioca, si nota più che nelle altre. Dopodiché, i risultati negativi hanno fatto sì che la fiducia venisse meno. Qual è la medicina? Dobbiamo allenarci ai duemila all’ora e ritrovare serenità per andare a vincere a Benevento. Anche un successo maturato senza giocare bene potrebbe sbloccarci, ma, per come siamo fatti noi, per ritrovare i tre punti dobbiamo sfoderare una prestazione importante. E, comunque, se parlo di serenità è perché non è il caso di fare drammi. Alla fine, anche dopo un filotto negativo come questo, siamo dentro ai playoff: se nelle ultime 9 giornate abbiamo vinto una sola partita e siamo ancora a 6 punti dal terzo posto vuol dire che nel gruppo di testa neanche le altre stanno correndo sul serio». […]
Ore 10.50 – (Corriere del Veneto) […] Allo 0-2 di Cosenza è seguito lo 0-1 con lo Spezia, che testimonia solo in parte la superiorità netta della squadra di Pasquale Marino. Favorita, certo, dall’espulsione di Adorni, ma che già prima di quell’episodio, aveva fatto vedere molto di più sul campo sotto tutti i punti di vista: «La squadra non avrebbe vinto anche se l’arbitro fosse stato a favore nostro – ha detto il capitano – questo bisogna ammetterlo. Servirebbe, certo, maggiore uniformità di giudizio, se si tiene una linea deve valere per tutti. Abbiamo accusato il ko di Cosenza, non eravamo i soliti». […]
Ore 10.20 – (Gazzettino) Un anno fa, però, la serie B era a 22 squadre e dunque sono state giocate sei partite in più con un bottino complessivo potenziale extra di 18 punti. Togliendone convenzionalmente la metà, considerando dunque una media di 1,5 punti a gara in queste sfide in più, si deduce che potrebbero servire 35 punti per accedere agli spareggi, mentre per la salvezza diretta ce ne vorrebbero 38, ma dal momento che quest’anno si viaggia a ritmi leggermente più bassi, potrebbero bastarne anche uno o due in meno. Al Padova, ora a quota 17, ne mancano dunque almeno 18 (sui 42 ancora a disposizione nelle rimanenti 14 partite) e sicuramente a fare la differenza saranno gli scontri diretti. […]
Ore 10.10 – (Gazzettino) […] Come di consueto, nella seconda parte della stagione le formazioni di coda confermano la tendenza a correre più forte di quelle che le precedono in classifica e anche in questa occasione si può già trovare un riscontro in tal senso. […] Ma quanti punti serviranno per garantirsi un altro anno in serie B? Usiamo come parametro ancora la scorsa stagione il cui andamento, a livello di bottini finali, è stato nella media degli ultimi sette tornei. Questa la classifica maturata al termine della stagione regolare a maggio 2018: Ascoli (ai play out) 46, Entella (ai play out) e Novara 44, Pro Vercelli 40, Ternana 37.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) In questi giorni sta risentendo della fatica accumulata e anche ieri non si è visto in campo, per la delusione di alcuni tifosi arrivati alla Guizza appositamente per applaudirlo. Oggi le sue condizioni verranno rivalutate ma al momento è più che probabile che contro il Foggia vada in panchina. […] Ma in caso di indisponibilità di Baraye cosa può succedere? Il tecnico ieri ha inserito Marcandella al fianco di Bonazzoli, con Capello ad agire sempre da trequartista. Bisoli sta tenendo in grande considerazione il talento di Mestrino, che contro la Cremonese ha disputato un buono spezzone di gara. In alternativa c’è sempre la carta Clemenza, con l’avanzamento di Capello, o l’inserimento di un mediano in più. In questo caso si potrebbe tornare al 3-5-2 o spostare capitan Pulzetti dietro le punte. […]
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) A due giorni dalla delicatissima sfida salvezza contro il Foggia, suona un forte campanello d’allarme nell’attacco biancoscudato. Non solo, infatti, Jerry Mbakogu non ha ancora recuperato e continua ad allenarsi a parte, ma anche Yves Baraye nel corso dell’allenamento di ieri ha accusato un problema alla caviglia che l’ha costretto ad abbandonare anzitempo l’amichevole contro la formazione Under 17. La situazione più preoccupante, tuttavia, riguarda Mbakogu. Non che il centravanti nigeriano abbia accusato un infortunio serio, ma dopo più di metà settimana passata ad allenarsi a parte, sembra davvero improbabile che possa trovare una maglia da titolare contro il Foggia. Ma c’era da aspettarselo. Mbakogu, reduce da metà stagione senza squadra scandita per la maggior parte del tempo da allenamenti individuali, aveva cominciato a tutta il mese scorso, prima di accusare un progressivo calo fisico.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) È subito boom di prevendita per lo scontro-salvezza di sabato prossimo allo stadio Euganeo contro il Foggia. A ieri sera erano stati venduti 1.221 biglietti e c’è da dire che anche in casa rossonera l’attesa per il match è molto alta. Solo nel settore ospiti, infatti, sono stati acquistati 789 tagliandi, complice il nutrito numero di pugliesi in arrivo da varie zone del nord Italia. Ma anche la promozione lanciata dal Padova sta sortendo gli effetti sperati nei sostenitori biancoscudati, con gli abbonati che potranno portare un amico, nel proprio settore, al prezzo di un euro.Con queste premesse è molto probabile che sabato si raggiunga ancora quota 8.000 spettatori. Il Padova, quindi, conta sul calore e la passione dello stadio Euganeo per cercare la spinta necessaria a schiodarsi dall’ultimo posto. […] Il Padova finora ha fatto registrare una media di 7.330 spettatori nelle gare casalinghe, aumentando quasi del 50 per cento le presenze rispetto alla scorsa trionfale stagione in Serie C. Un dato che contribuisce anche a sfatare il mito di una squadra seguita soltanto quando la classifica sorride, visto che è ormai da ottobre che il Padova si trova invischiato negli ultimissimi posti. […]
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) […] Minelli, quattro partite per prendersi la porta del Padova e tre “clean sheet”. Soddisfatto di questo inizio? «Col Verona l’inizio è stato da sogno, a Venezia secondo me non meritavamo di perdere, contro Salernitana e Cremonese non abbiamo subito gol». Qual è stata la parata più difficile che ha fatto sinora? «Lei si aspetta che io le risponda quella sul rigore di Pazzini, vero? Invece le dico la punizione di Schiavone in Venezia – Padova. Da quel punto di battuta pensavo che avrebbe tentato un altro schema, mai avrei immaginato che tirasse direttamente in porta. La palla ha cambiato direzione all’improvviso, credo di aver fatto davvero un buon intervento». A Cremona vi è stato negato un rigore solare. Il suo contatto con Arini per cui ha protestato Rastelli come lo vede? «Non è possibile dire che fosse rigore, è assurdo. Certo che lo tocco, ma è lui che mi viene addosso cambiando direzione palesemente e cercando il contatto. Non posso mica scomparire…». Tre partite su quattro senza subire gol. Il segreto? «Quando sono arrivato sembrava una situazione disperata, invece abbiamo fatto punti e siamo ancora in scia. È vero che siamo ultimi, ma basta una vittoria per cambiare tutto e dare una luce tutta nuova alla classifica. Con Andelkovic, Cherubin e Trevisan, poi, c’è una grande intesa, è stato qualcosa che si è creato naturalmente, quasi giocassimo insieme da anni e non da poche settimane». […]