I soldi del Bando Periferie, i progetti “incompatibili”, l’ultimatum… Gli articoli pubblicati oggi sui quotidiani locali e relativi all’argomento stadio Euganeo sembrano aver gettato nello sconforto molti tifosi Biancoscudati, i quali pensano che il progetto presentato a dicembre dalla società di viale Nereo Rocco stia ormai tramontando in favore di quello del Comune di Padova dopo l’incontro avuto ieri dall’assessore allo sport Diego Bonavina a Roma con i dirigenti del Coni. In realtà, invece, non è così. Facciamo, dunque, chiarezza, partendo dal punto principale: il Coni ha detto chiaro e tondo a Palazzo Moroni che se non hanno intenzione di usare i due milioni di euro ottenuti grazie al Bando Periferie quei soldi verranno dati ad altri. E contando che il Comune contava di usarli per il proprio progetto sulla “ristrutturazione” dello stadio Euganeo, la domanda nasce spontanea: i due milioni di euro non possono essere utilizzati anche per il progetto della società Biancoscudata? La risposta è chiara: no. Per volere di Roma, però. E il motivo è semplice: il contributo ottenuto è statale e legato, appunto, al Bando Periferie, quindi può essere adoperato solo per il progetto del Comune. Inoltre, c’è un ultimatum: giugno 2019. Il che vuol dire che entro quella data Palazzo Moroni dovrebbe procedere con la progettazione esecutiva dell’intervento per ottenere “fisicamente” il finanziamento. Ma attenzione al verbo che abbiamo volutamente utilizzato nella frase precedente: “dovrebbe”. Perché qualora Roberto Bonetto si presentasse proprio entro giugno con i finanziatori promessi il Comune di Padova non avrebbe problemi a fare un passo indietro e ad avvalorare ulteriormente il progetto del patron Biancoscudato, che già a dicembre aveva a dir poco colpito il sindaco Giordani e l’assessore Bonavina. Bisogerà aspettare altri sei mesi, dunque: solo allora si conoscerà il destino dello stadio Euganeo…