Foscarini è a Riese Pio X, a casa della madre, dove ha sempre fatto rientro in queste settimane al termine di allenamenti e partite. Rientrerà oggi a Bergamo, dove risiede con la famiglia, moglie e due figli. Non ha molta voglia di parlare, è comprensibile, anche perché questo è il suo secondo licenziamento in carriera (il precedente quando allenava l’Alzano, in Serie C, a poche giornate dal termine del torneo). Ma qualcosa dice: «Sinceramente sono rammaricato e dispiaciuto, contavo di giocarmela anche a Livorno, dove mi sarei presentato da “ex”, ci tenevo a far bene. Capisco, però, che dopo cinque sconfitte consecutive ci stia una soluzione del genere. Il mio rincrescimento è dovuto al fatto che ero convinto, com’era accaduto pure a Livorno ed Avellino, di poter tirare fuori la squadra dai guai e salvarla. Certo, con il contributo del mercato, in cui mi sarei tuffato anima e corpo dopo la gara di domenica 30. Avevo già parlato con la società, indicando dove e come intervenire: le idee erano, e credo lo siano ancora, chiare. Anche la proprietà aveva compreso che alcune valutazioni su determinati giocatori erano state sbagliate. Tuttavia, tornando alla situazione di classifica, non tutto era ed è perduto: Crotone e Foggia fanno fatica, lo stesso Livorno è tre punti appena sopra. La piazza di Padova è importante e stimolante, mi dispiace non essere riuscito a raddrizzare la situazione». La seconda considerazione è sulla contestazione all’esterno dello stadio, una volta subìto il ko con il Benevento: «Non è stata né pesante né cattiva, si è trattato di un confronto civile, durato non più di una decina di minuti, dove i ragazzi della Fattori non hanno rimproverato nulla ai giocatori sul piano dell’impegno e della determinazione in questa occasione, facendo però loro presente che ora chi vuole andare via è meglio che prenda le sue cose e cambi aria. Capisco i tifosi, li ringrazio per come mi hanno sempre trattato».
[…](Fonte: Mattino di Padova. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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«Mi dispiace immensamente perché credevo tanto in questo progetto». Sono le prime parole di Claudio Foscarini da ormai ex allenatore del Padova. Appena cinquantadue giorni è durata la sua esperienza biancoscudata, che sembrava essere nata sotto la buona stella alla luce del successo conseguito nella gara d’esordio in trasferta con l’Ascoli, alla quale però hanno fatto seguito cinque sconfitte di fila (tre all’Euganeo dove il Padova in precedenza non aveva mai perso) che hanno indotto la società a virare di nuovo rotta sollevandolo dall’incarico. «Mi ha chiamato Zamuner questa mattina (ieri, ndr). Sinceramente non me l’aspettavo, anche perché ho sempre avuto l’idea di andare avanti e migliorare. Credevo di avere un’altra possibilità con il Livorno, anche se di occasioni ne ho avute, e sono convinto che avremmo migliorato. Poi ci sarebbe stato il mercato per sistemare qualche carenza e per completare l’organico. Ripeto, ci credevo tanto in questo progetto, Padova è sempre una piazza stimolante. Alla fine però è andata non male, malissimo. Cinque sconfitte pesano. Sono rammaricato, ma posso comprendere questa presa di posizione della società».
[…](Fonte: Gazzettino. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)