Ore 12.00 – (Gazzettino) La pesante sconfitta del Cittadella giovedì sera al Bentegodi fa scalpore. E’ un 4-0 che stride rispetto ai risultati precedenti, undici utili consecutivi con la miglior difesa della serie B, e non rispecchia nè il volume di gioco nè le occasioni da gol prodotti, dove la squadra granata ha fatto meglio degli scaligeri. Contano, invece, i gol fatti e più di qualcuno punta l’attenzione sui centravanti Pazzini e Strizzolo, convinto che a maglie invertite avrebbe vinto il Cittadella. Il direttore generale Stefano Marchetti non la pensa così: «Il Cittadella ha fatto la partita e loro i gol. Sono le squadre che hanno determinato il risultato e non un singolo giocatore. Anzi voglio dire di più: io mi tengo stretto Strizzolo che prima di questa partita non aveva fatto meno gol di Pazzini. Sicuramente deve migliorare, però può avere un futuro importante. Dipende molto da lui attraverso una crescita personale, io comunque non cambio Strizzolo per Pazzini». […] Tornando al risultato del Bentegodi, Marchetti continua: «Il Verona ha trovato la serata perfetta, mentre noi abbiamo commesso delle ingenuità. Sono sempre gli episodi sotto rete che determinano il risultato, noi abbiamo giocato e il Verona ha avuto giocatori bravi a sfruttare le situazioni». […] Domani c’è la capolista Palermo al Tombolato, su come preparare l’ambiente dopo un risultato negativo come quello del Bentegodi, il direttore generale afferma: «Dobbiamo avere tanta volontà di riscatto dopo un risultato che ci ha lasciato molta rabbia per come è successo. Ci vuole anche la giusta tranquillità per riuscire a mettere in campo ciò che siamo in grado di fare, convinti nelle nostre capacità di riuscirci». […]
Ore 11.30 – (Mattino di Padova) […] Fermo restando che il 4-0 di Verona ha tutta l’aria dell’incidente di percorso, è inevitabile partire da queste considerazioni con Roberto Venturato. Già dopo il match con il Perugia, a chi gli chiedeva se per lottare per i primissimi posti non serva un bomber nel mercato di gennaio ha risposto: «Avere cinque attaccanti con le qualità di quelli che ho è un valore aggiunto. Avranno modo di esprimere le loro doti realizzative». Dopo il poker incassato al Bentegodi è tornato sul tema: «Volete sempre dare la colpa agli attaccanti e creare pressione su di loro, ma non mi piace. Hanno avuto occasioni e non le hanno sfruttate, ma in generale tutta la squadra ha creato i presupposti per segnare senza riuscirci». L’altro lato della medaglia dice che quella del Citta non è più la retroguardia meno battuta. E le assenze di “settepolmoni” Settembrini (che era squalificato e rientrerà col Palermo, gara in cui però mancherà Schenetti, fermato per un turno dal giudice) e Iori non bastano a giustificare le proporzioni del tracollo del Bentegodi. È ancora Venturato a spiegare: «Nel primo tempo abbiamo subito due tiri in porta, uno in seguito a un calcio d’angolo e l’altro sugli sviluppi di una punizione. Nella ripresa il Verona ha passato la metà campo per la prima volta attorno alla mezzora e ha approfittato di un rigore molto dubbio. Non nascondo che questa sconfitta mi rode molto». […]
Ore 11.00 – (Gazzettino) […] Pinzi, Della Rocca e Guidone sono i giocatori con i quali il tecnico era arrivato ai ferri corti prima dell’esonero. «Pinzi si è fatto male con il Benevento – spiega Zamuner – Guidone, Della Rocca e Sarno sono stati esclusi di recente per scelta tecnica e per la gara con il Livorno manteniamo questo indirizzo». Saranno destinati a lasciare il biancoscudo nella finestra di gennaio, e non saranno gli unici. «Ne andranno via dieci-undici visto che abbiamo bisogno di ridurre la rosa. Il che non significa che siano tutti elementi negativi all’interno dello spogliatoio, ma saranno fatte scelte anche in base all’obiettivo da raggiungere, ossia il quart’ultimo posto dato che è primario quanto meno per non retrocedere direttamente. Abbiamo già individuato i partenti, è anche una questione numerica per avere ventidue giocatori di movimento». Non è un mistero che già da qualche settimana insieme a Foscarini erano state pianificate le operazioni anche in entrata. Con il ritorno di Bisoli cambiano le strategie mercato? «Adesso c’è un piano di rafforzamento dettato dalla società. Si cerca di trovare le caratteristiche che servono all’allenatore, ma restano una priorità l’attaccante strutturato fisicamente, il vertice basso di centrocampo e un difensore per sostituire Ravanelli che consideravamo un titolare. Al di là di questo, la proprietà si è resa conto che con le risorse messe in campo fino a oggi non riusciamo a raggiungere l’obiettivo, e mi ha dato mandato per cercare di rinforzare la squadra nel migliore modo possibile». […]
Ore 10.50 – (Gazzettino) Il Padova fa dietro front. Esonerato Claudio Foscarini, al suo posto torna Pierpaolo Bisoli. Decisiva la sconfitta di giovedì sera con il Benevento, quinta consecutiva, con tanto di confronto a fine partita fuori dallo stadio di giocatori e società al completo con gli ultras. A spiegare il nuovo avvicendamento sulla panchina ieri all’Euganeo è stato il direttore generale Giorgio Zamuner, unico rappresentante del club dato che non erano presenti il presidente Roberto Bonetto e il figlio Edoardo. «Una decisione dettata dagli ultimi risultati. Veniamo da cinque sconfitte consecutive, e abbiamo pensato che l’avvicendamento tecnico fosse la soluzione giusta sapendo di dovere assolutamente invertire il trend. Da parte mia va un ringraziamento a Foscarini per il lavoro svolto e per la professionalità che ha dimostrato in questo mese e mezzo con noi, però abbiamo pensato che questa fosse la scelta giusta. Il nostro obiettivo è cercare di ottenere la salvezza, che la proprietà vuole fortemente. Avevamo fatto un cambio precedente pensando che ci potesse dare frutti, ci siamo resi conto che non sono arrivati. Riteniamo che Bisoli sia la persona giusta per portarci all’obiettivo finale, ovviamente sfruttando anche la finestra di mercato. Tutti abbiamo commesso degli errori, adesso però vogliamo voltare pagina e ripristinare un percorso che avevamo iniziato in precedenza». […]
Ore 10.40 – (Gazzettino) «Mi dispiace immensamente perché credevo tanto in questo progetto». Sono le prime parole di Claudio Foscarini da ormai ex allenatore del Padova. Appena cinquantadue giorni è durata la sua esperienza biancoscudata, che sembrava essere nata sotto la buona stella alla luce del successo conseguito nella gara d’esordio in trasferta con l’Ascoli, alla quale però hanno fatto seguito cinque sconfitte di fila (tre all’Euganeo dove il Padova in precedenza non aveva mai perso) che hanno indotto la società a virare di nuovo rotta sollevandolo dall’incarico. «Mi ha chiamato Zamuner questa mattina (ieri, ndr). Sinceramente non me l’aspettavo, anche perché ho sempre avuto l’idea di andare avanti e migliorare. Credevo di avere un’altra possibilità con il Livorno, anche se di occasioni ne ho avute, e sono convinto che avremmo migliorato. Poi ci sarebbe stato il mercato per sistemare qualche carenza e per completare l’organico. Ripeto, ci credevo tanto in questo progetto, Padova è sempre una piazza stimolante. Alla fine però è andata non male, malissimo. Cinque sconfitte pesano. Sono rammaricato, ma posso comprendere questa presa di posizione della società». […]
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) L’obiettivo è ottenere la salvezza, lo vogliamo più di ogni altra cosa. Riteniamo che Bisoli possa essere la persona giusta per raggiungere il traguardo. Il tecnico non è stato trattato male, non ha avuto screzi particolari con il gruppo, solo i classici problemi che nascono quando le cose non vanno bene. Era diventato il capro espiatorio, ma lo scorso anno lo ritenevamo il nostro condottiero. Ha dei metodi particolari, qualcuno ha fatto fatica ad accettarli e chi non è contento del suo ritorno può andare via».Come credete di poter raddrizzare la rotta? «Faremo delle scelte di mercato diverse da quelle fatte a giugno. Gli errori che abbiamo commesso nella costruzione della rosa non sono solo tecnici, ma soprattutto morali e di caratteristiche umane di certi giocatori. Riteniamo che facendo determinate scelte e riducendo la rosa possiamo raggiungere l’obiettivo». Cosa non è andato con Foscarini? «È un buon allenatore e una persona per bene. Forse ha usato dei metodi che non sono idonei a questa rosa. È un gruppo che deve lavorare sotto pressione, mentre la metodologia apportata da Foscarini non funzionava e lo hanno dimostrato i risultati». […]
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) […] «La motivazione di questa decisione è dettata essenzialmente dai risultati», ha spiegato il direttore generale. «Siamo reduci da cinque sconfitte consecutive, dobbiamo invertire il trend e abbiamo pensato che l’avvicendamento tecnico fosse la soluzione più giusta. Non si poteva andare avanti così».E perché richiamare Bisoli dopo tutto quello che è successo prima e dopo il suo esonero, dalle liti in spogliatoio alle tensioni con la proprietà? «Avevamo sostituito Bisoli pensando di poter ottenere dei frutti che non sono arrivati. Tutti abbiamo fatto degli errori in questa stagione, compreso io e lo stesso Bisoli. Ma ora vogliamo voltare pagina e ripristinare quel percorso di inizio campionato che si è complicato a causa soprattutto delle difficoltà di mercato».Avete mai pensato di ingaggiare un terzo allenatore? Il ritorno di Bisoli è dovuto a una questione di budget? «Non abbiamo pensato ad altri allenatori. Non è una questione economica e non ci siamo arresi al nostro destino.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Avevo già parlato con la società, indicando dove e come intervenire: le idee erano, e credo lo siano ancora, chiare. Anche la proprietà aveva compreso che alcune valutazioni su determinati giocatori erano state sbagliate. Tuttavia, tornando alla situazione di classifica, non tutto era ed è perduto: Crotone e Foggia fanno fatica, lo stesso Livorno è tre punti appena sopra. La piazza di Padova è importante e stimolante, mi dispiace non essere riuscito a raddrizzare la situazione». La seconda considerazione è sulla contestazione all’esterno dello stadio, una volta subìto il ko con il Benevento: «Non è stata né pesante né cattiva, si è trattato di un confronto civile, durato non più di una decina di minuti, dove i ragazzi della Fattori non hanno rimproverato nulla ai giocatori sul piano dell’impegno e della determinazione in questa occasione, facendo però loro presente che ora chi vuole andare via è meglio che prenda le sue cose e cambi aria. Capisco i tifosi, li ringrazio per come mi hanno sempre trattato». […]
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) […] Foscarini è a Riese Pio X, a casa della madre, dove ha sempre fatto rientro in queste settimane al termine di allenamenti e partite. Rientrerà oggi a Bergamo, dove risiede con la famiglia, moglie e due figli. Non ha molta voglia di parlare, è comprensibile, anche perché questo è il suo secondo licenziamento in carriera (il precedente quando allenava l’Alzano, in Serie C, a poche giornate dal termine del torneo). Ma qualcosa dice: «Sinceramente sono rammaricato e dispiaciuto, contavo di giocarmela anche a Livorno, dove mi sarei presentato da “ex”, ci tenevo a far bene. Capisco, però, che dopo cinque sconfitte consecutive ci stia una soluzione del genere. Il mio rincrescimento è dovuto al fatto che ero convinto, com’era accaduto pure a Livorno ed Avellino, di poter tirare fuori la squadra dai guai e salvarla. Certo, con il contributo del mercato, in cui mi sarei tuffato anima e corpo dopo la gara di domenica 30.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) […] «In campo non lottiamo, ci sono dei giocatori che non onorano la maglia del Padova e devono andarsene via», la dura accusa di Bonetto. «Vogliamo operare nel mercato nel miglior modo possibile perché molti giocatori non stanno dando quello che dovrebbero dare. Ed è per questo che siamo finiti così in basso. Non c’è la giusta cattiveria, la giusta voglia di andare sulle seconde palle e di rincorrere l’avversario. Alcuni giocatori hanno dei limiti mentali e non sono più loro stessi».E il presidente non biasima neppure la rabbia dei tifosi: «La squadra merita questa contestazione e mi scuso con i tifosi. Non avrei mai pensato di vedere il Padova scendere a un livello così basso. Sono incavolato nero, a gennaio vedremo tante facce nuove». […]
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) E alla fine è scattata anche la contestazione dei tifosi. Era dai tempi della presidenza Penocchio che la frangia più calda della tifoseria non si scagliava contro la squadra in maniera così dura nei toni. Ma a differenza di altre occasioni, la contestazione non è degenerata in disordini né tantomeno in scontri o tensioni con la polizia. […] Un nutrito gruppo di tifosi si è messo in marcia verso gli ingressi della tribuna centrale esponendo uno striscione eloquente: “Chi non ci crede, fuori dai co…”. Quindi, meno di un’ora dopo la fine della partita, la squadra quasi al completo è uscita dallo stadio per un faccia a faccia con gli stessi tifosi. Alcuni esponenti della Tribuna Fattori hanno esortato la squadra a cambiare registro, invitando chi non ci crede più a farsi da parte. Un colloquio breve ma civile, che non ha lasciato trasparire momenti di tensione. Dopo pochi minuti i giocatori si sono incamminati a testa bassa verso lo stadio, prima che ognuno tornasse a casa propria. […]