È Padova, ma sembra la Transilvania: fra buio, incubi e nebbie che si addensano all’Euganeo, il Padova sparisce. Quinta sconfitta consecutiva e disastro su tutta la linea per una squadra spettrale, modesta, passiva e con scarsissima qualità, che il ko di ieri col Benevento per 1-0 rischia di far sprofondare in anticipo il campionato biancoscudato. E scatta la contestazione fuori dall’Euganeo. Squadra desolatamente ultima, sempre alla ricerca di qualcosa che non c’è o che non ha e a cui Claudio Foscarini non ha portato davvero niente di più rispetto a Bisoli. Anzi, in tutta evidenza le cose sono peggiorate sensibilmente. Cinque sconfitte in sei partite, quanto basta, forse, per scrivere la parola fine anche sul nuovo corso biancoscudato sotto la guida, incerta e senza idee, del tecnico trevigiano. Forse già oggi si saprà, ma la realtà inchioda il Padova. Prigioniero dei propri limiti e di tante contraddizioni nella costruzione della squadra, che offre un quadro desolante. Dopo un primo tempo tutto sommato dignitoso, dal 10’ della ripresa in poi tutte le luci si spengono, il baricentro arretra e il Benevento fa quello che vuole. Fino al gol dello svantaggio firmato dall’ex Improta, uno che aveva già vissuto la retrocessione del 2014 sotto la gestione Penocchio e che spunta dalla fitta cortina di nebbia che circonda l’Euganeo e che porta con sé ricordi spettrali. È Padova, ma sembra la Transilvania, fra fantasmi, incubi che diventano realtà e una retrocessione che, settimana dopo settimana, diventa sempre più una prospettiva concreta.
[…](Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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Le pagelle del Padova (Corriere del Veneto): Merelli 6; Cappelletti 5, Capelli 6, Ceccaroni 4.5; Mazzocco 4 (Chinellato S.V.), Broh 5.5, Serena 6 (Pinzi 5.5), Pulzetti 5, Contessa 4; Bonazzoli 6 (Marcandella S.V.), Capello 4.5.