Claudio Foscarini ha rilasciato un’intervista a DAZN andata in onda in questi giorni. Questo il contenuto raccolto da Nadir Salviato
Ma è vero che la chiamano Don Claudio per i suoi modi da prete, anche nel parlare alla squadra?
“Non ho capito perché, non so se compiacermi o preoccuparmi di questo, io cerco solo di essere me stesso. Nel bene e nel male, visto che anche io perdo le staffe qualche volta. Posso essere un prete a volte, ma a volte posso essere un diavolo, in campo sono me stesso. Credo sia importante comunicare bene alla squadra, soprattutto nella chiarezza con i giocatori. Toccare un giocatore per un suo comportamento sbagliato a volte non è colpevolizzare ma solo monito per evitare certi tipi di errori”.
Chi è il più forte del Calcio Padova?
“Non è che sia una bella domanda questa, ma come qualità Bonazzoli. Penso abbia le potenzialità per fare una grande carriera. A volte fa delle cose in allenamento istintive, che faccio fatica a immaginare. È la stoffa di un giocatore importante”.
Jack Foscarini ?
“Nel mio paese mi chiamano Jack, perché una volta a 14 anni ho preso la macchina di mio papà sono andato in piazza ho fatto un po’ il bullo, ho sgommato e allora mi hanno chiamato Jackie Stewart che era un pilota inglese.
Quando mio padre l’ha scoperto dopo un paio di mesi ne ho prese tante. Da allora mi chiamano Jack Foscarini”
Padova città di rugby
“É bello confrontarsi anche con i metodi di altri sport, il Petrarca ha vinto lo Scudetto l’anno scorso ed è bello scoprire anche l’aspetto motivazionale. Conoscere altre realtà penso faccia bene a tutti. Voglio un Padova di rugbisti, con semplicità umiltà e voglia di lottare”