Quando il fair-play pare essere un dovere solo a carico degli altri. Non sono mancate sabato da parte dell’Ascoli le critiche di scarsa correttezza nei confronti del Padova per avere proseguito l’azione che ha poi portato al gol del pareggio di Bonazzoli nonostante fossero a terra per uno scontro fortuito Laverone e Addae su cui l’arbitro aveva lasciato correre.
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Peccato che questa lezione arrivi proprio da Ascoli dove qualche anno un grande gesto di sportività da parte dei propri tesserati, in primo luogo dell’allora allenatore Beppe Pillon, divenne motivo, anziché di elogio, di grosse contestazioni e critiche da parte della stessa società marchigiana oltre che della tifoseria. Ci riferiamo alla partita Ascoli-Reggina del 5 dicembre 2009 vinta per 3-1 dai calabresi. Al 14′ del primo tempo il giocatore amaranto Valdez s’infortuna e cerca di mettere il pallone fuori, per essere sostituito. L’ascolano Sommese intercetta la sfera, avanza e serve Antenucci che segna, con il direttore di gara che fa proseguire. Ne scaturisce una rissa e a quel punto, per riparare all’errore, da Pillon arriva l’indicazione di fare segnare la Reggina. E così Pagano, alla ripresa del gioco, va indisturbato verso la porta e sigla l’1-1. Per quel nobile gesto l’attuale allenatore del Pescara ha poi ricevuto premi internazionali e apprezzamenti da tutta Italia, tranne che da Ascoli dove è stata duramente contestata quella sua scelta, tanto che l’interessato, interpellato nei giorni successivi, così aveva dichiarato: “In quel momento, con tutta la confusione che c’era, mi sembrava la cosa giusta da fare. Per tutta risposta siamo invece rimasti per due ore chiusi negli spogliatoi per le contestazioni”. Grande l’amarezza del tecnico: “Il nostro è un calcio malato in cui tutto ogni cosa è esasperato. Non so se lo rifarei”.
(Fonte: Gazzettino, Andrea Miola. Trovate il resto dell’articolo sul quotidiano)