Ore 20.00 – (Il Piccolo) […] Marco Beccaro ci ha messo pochissimo a entrare nelle simpatie della tifoseria per il suo fare dinamico e duttile. Tra i migliori contro la Giana, ancora una volta stoppato da un montante a soffocare l’urlo del gol. «Ogni tre legni faccio un gol» scherza il numero 20 dell’Unione che si sofferma sui tre punti di lunedì. «È andata bene, siamo partiti forte come ci avevano chiesto l’allenatore. La fortuna ci ha aiutato ma una squadra va anche a cercarsela per cui è un buon segnale, eravamo presenti con la testa e sui duelli. Abbiamo provato a partire forte, ci siamo riusciti sbloccando presto la partita e avremmo potuto andare in vantaggio dopo pochi secondi». […] Come si vede nel ruolo di giocatore di raccordo tra centrocampo e attacco?«Mi trovo bene, l’importante è dare una mano a Pablo ma soprattutto al centrocampo. È quello che mi chiede Pavanel, fare il raccordo tra fase offensiva e difensiva. Corro tanto, è quello che ho sempre fatto. Ma siamo una rosa completa, dove tutti hanno qualità e lo spazio per tutti c’è e ci sarà sempre.A Pordenone, lunedì prossimo, sarà gara di vertice contro una squadra temibilissima su palla inattiva.«C’è Burrai che calcia benissimo, è una squadra fisica che trova molti gol su punizione ma a cui piace giocare, e noi in realtà andiamo meglio con quel tipo di squadre. Sarà una partita importante, ma non decisiva. Dobbiamo continuare con il lavoro che facciamo in settimana come ci chiede l’allenatore e credo che sia soddisfatto delle risposte».
Ore 19.30 – (Il Piccolo) Lo scoppiettante Monday Night del Rocco con la vittoria sulla Giana Erminio ha lasciato in eredità una Triestina decisamente scintillante nella fase offensiva, quanto pericolosamente leggera in quella fase difensiva. Un’Unione insomma forse mai così bella e divertente da vedere in attacco, ma che ha concesso anche troppo agli avversari in retroguardia.Un aspetto ovviamente ben chiaro a mister Pavanel che ne individua le cause nell’assetto tattico, ovvero nel 4-2-3-1 rivelatosi comunque ancora vincente: «È chiaro che giocando con due ali pure, un centravanti e un centrocampista a supporto, chiedi agli esterni un doppio lavoro sul quale dobbiamo ancora migliorare. Dobbiamo essere più compatti, più stretti, però appena abbiamo la possibilità di aprirci diventano problemi per gli altri. Insomma un po’ una coperta corta, nel senso che se vogliamo essere più offensivi e provare a vincere qualche partita in più, devi pensare di poter concedere qualcosa. Quindi dobbiamo fare un buon lavoro tra le due fasi, perché contro squadre che hanno potenzialità e palleggiano bene, concedere tanto può diventare irrecuperabile, lo sappiamo e ci stiamo lavorando». […] Adesso arriva il big-match di Pordenone, ma Pavanel su questo è molto chiaro: «Certo, sarà una partita difficile, ma come lo sono tutte. Dobbiamo pensare una partita alla volta. Il Pordenone si è nascosto troppo perché in realtà ha fatto una campagna acquisti molto importante. Noi ci arriviamo con le nostre certezze che nell’ultimo periodo sono aumentate. L’importante è restare agganciati al treno, dare fastidio in classifica e a un sistema calcio che non mi piace. Se pensano di estrometterci presto, hanno fatto male i conti: finché possiamo vogliamo restare agganciati alle squadre di vertice». […]
Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) […] «Ovvio che sono felice di avere addosso finalmente la maglia della Triestina – premette Maracchi – ma non posso nascondere che Pordenone mi è rimasta sempre nel cuore, per l’affetto riservatomi dal pubblico, per la genuinità della società e per la favolosa rimonta che la squadra allora produsse con mister Rossitto in panca, coronata proprio dal mio gol all’Albinoleffe. Peccato poi abbassa la testa al ricordo per l’amaro epilogo». […] Maracchi spiega poi quali sono le carte che la Triestina può giocare sul tavolo delle pretendenti. «Abbiamo una rosa attrezzata, il mister ci sa fare e la società è seria. Sono tutte componenti importanti, ma quella che credo ci dia ulteriore carica è la triestinità fortemente presente nell’organico. Siamo tanti muli: oltre al sottoscritto, ci sono Steffè, Pizzul, Gubellini, Codromaz e i ragazzi cresciuti nel settore giovanile. Se vogliamo è triestino pure mister Pavanel. Non è nato qui, ma è stato adottato sin da quando era il capitano degli anni 90». Anche il portogruarese Massimo Pavanel, come lo stesso Maracchi e Giovanni Formiconi (altro giocatore rimpianto al Bottecchia), sono ex ramarri. Sarà una notturna frizzante. «Certamente – concorda Maracchi -. Anche nel Pordenone ci sono un paio di ex rossoalabardati come Michele De Agostini e mister Tesser che al De Marchi ha impostato una squadra equilibrata e pericolosa. Mi aspetto una gara aperta, dove entrambe le squadre vorranno imporsi, giocata in mezzo a una cornice di pubblico staordinaria». […]
Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) Le prime dieci giornate hanno espresso un concetto chiaro: Salvatore Burrai è l’anima tecnica del Pordenone. Il regista sardo, classe 1987, è forse il giocatore più importante dei neroverdi, un elemento a cui il tecnico Attilio Tesser non rinuncerebbe mai. Non solo è il motore di ogni azione, è pure un buon finalizzatore (2 gol) e, soprattutto, un fantastico uomo-assist: sinora ha servito ben sei passaggi smarcanti, una cifra che lo mette al primo posto nella speciale classifica di tutta la serie C. Impossibile, ora, vedere una squadra senza Sasà. E chissà dove sarebbero ora i ramarri senza di lui.E pensare che il centrocampista era sul piede di partenza la scorsa estate. Su di lui prima la Salernitana e poi il Brescia, dove a quanto pare lo voleva l’amico ed ex compagno al Cagliari David Suazo, allora tecnico dei lombardi. Del suo trasferimento in serie B non se ne fece più nulla, soprattutto quando sulla panchina del Pordenone arrivò Tesser. L’allenatore pose il veto sulla sua cessione, facendolo diventare importante nel suo progetto. Così, dopo una stagione comunque buona individualmente (7 gol tra campionato e Tim Cup) ma mediocre dal punto di vista della squadra, Burrai è tornato al livello del 2016-2017, il suo primo torneo in neroverde: non c’è azione che non sgorghi dai suoi piedi e, rispetto ad allora, sembra scendere in campo con ancora più autorevolezza. […]
Ore 16.50 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.40 – Qui Guizza: ultimi scampoli di partitella.
Ore 16.20 – Qui Guizza: partitella a tutto campo.
Ore 16.00 – Qui Guizza: prime prove tattiche. A parte ora anche Pulzetti e Sarno.
Ore 15.40 – Qui Guizza: lavoro col pallone.
Ore 15.20 – Qui Guizza: assenti Salviato, Mandorlini, Madonna e Ravanelli. Pioggia battente.
Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Dopo dieci giornate di campionato il Vicenza della famiglia Rosso ha collezionato 16 punti, frutto di quattro vittorie, altrettanti pareggi e due sconfitte. In classifica i biancorossi sono al sesto posto anche se la Ternana, attualmente a quota 12, ha quattro partite da recuperare e potrebbe superare la squadra di Colella. A un quarto del cammino il primo bilancio può definirsi positivo, con luci e qualche ombra. Il gruppo costruito in estate dal direttore sportivo Werner Seeber e guidato da Colella ha una chiara idea di calcio, e questo è senza dubbio un elemento che si è notato in tutte le gare, anche quando non sono arrivati i punti. La base del Bassano Virtus, da dove si è ripartiti, ha senza dubbio aiutato perché non si è partiti da zero in un campionato difficile come è la serie C. Questo ha permesso che la squadra continuasse la strada intrapresa, sviluppando l’idea di calcio che prevede un gioco palla a terra, intensità e un pressing alto dispendioso ma spesso efficace nel mettere in difficoltà gli avversari. Una squadra che gioca un calcio offensivo che ha trovato in Giacomelli e Arma gli uomini gol, giocatori importanti che in organico non hanno un alter ego di pari valore. Il tutto condito da una buona condizione fisica generale perché il metodo di calcio messo in pratica richiede sano agonismo e tanta corsa. […]
Ore 13.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Sarà forse per i modi efficacemente diretti e spicci del duo Zenga-Carbone, o magari per il nuovo assetto tattico, fatto sta che a Venezia un Sergiu Suciu così non si era ancora visto. Per presenza, intensità e qualità quella di domenica scorsa, nel match vinto 1-0 contro la Salernitana al Penzo, è stata con ogni probabilità la prestazione più convincente del centrocampista rumeno, titolare nelle ultime tre gare e apparso tra gli arancioneroverdi più rigenerati dopo il cambio di panchina. «Sto molto bene qui e sono fortunato a far parte da più di un anno di un grande gruppo, il cui zoccolo duro sta insieme da tre stagioni la premessa del 28enne cresciuto nel Torino Senza dubbio il Venezia non è da ultimi posti, io personalmente sposo in pieno e credo molto nella filosofia di mister Zenga. Probabilmente è proprio questo il motivo che mi sta aiutando ad esprimermi meglio». In questa fase di campionato, finalmente prolifica per i punti conquistati (8 nelle ultime 4 uscite), l’Uomo Ragno ha rivitalizzato il Venezia accantonando il 3-5-2 a favore del 4-3-3, ritoccato anche in un 4-2-3-1 con Suciu centrale puro (anziché mezzala) al fianco di Bentivoglio. «Oggi un centrocampista moderno deve sapere fare tutto e ricoprire più ruoli, noi lavoriamo molto su tutte le situazioni che possono presentarsi in una partita. L’allenatore ci chiede di essere intraprendenti, di avere sempre coraggio senza temere di poter sbagliare. Io stesso devo imparare a tirare più spesso, possibilmente centrando la porta». […]
Ore 13.00 – (La Nuova Venezia) Con il Verona, esordio di Zenga in panchina, era subentrato a Di Mariano a 8′ dalla fine, poi con Palermo, Cremonese e Salernitana, Sergiu Suciu è sempre partito titolare: tamponare gli avversari e costruire sono i suoi primi compiti, ma martedì allo “Zini”, almeno nel primo tempo, si è rivelato l’uomo più pericoloso nell’area grigiorossa. «Sto bene fisicamente, e questo mi aiuta» spiega il centrocampista romeno ex Pordenone, «il mister ha cercato di trasmetterci le sue idee in queste settimane, ha voluto un diverso atteggiamento da parte di noi giocatori, così siamo riusciti a conquistare 8 punti che ci hanno permesso di rialzare la testa e di allontanarci dal fondo della classifica. Bisogna però continuare così».Centrocampo a tre con Bentivoglio e Segre o Schiavone, centrocampo a due con Bentivoglio, Sergiu Suciu ha sempre risposto presente alle sollecitazioni di Zenga. «Devo solo migliorare la mira quando ho l’occasione di tirare, domenica il mio tiro è terminato in curva. Posso adeguarmi a qualsiasi situazione tattica». Domenica è tempo di derby a Cittadella. «Servirà lo stesso atteggiamento delle ultime quattro partite, è l’ultimo appuntamento prima della sosta». […]
Ore 12.00 – (Gazzettino) É tempo di derby per il Cittadella. Dopo quello con il Padova all’Euganeo, domenica prossima ci sarà il Venezia al Tombolato. Amedeo Benedetti è ormai un veterano e così inquadra la prossima sfida: «Il Venezia era una buona squadra già nella passata stagione, quest’anno ha cambiato pochi giocatori e, dopo un inizio non proprio felice, si sta riprendendo un ruolo da alta classifica con l’arrivo di Walter Zenga che ha dato stimoli diversi all’intero ambiente». Per un difensore sono da tenere d’occhio in modo particolare gli attaccanti avversari. Chi fra Litteri, Di Mariano e Falzerano teme di più è presto detto: «Nello scorso campionato con il Venezia ho disputato la partita di andata e il finale di quella di ritorno. Nella mia corsia ho incontrato Falzerano, che è un forte giocatore offensivo, ma l’intero attacco del Venezia è formato da ottimi giocatori. Noi più che il singolo dobbiamo fare attenzione alla squadra cercando prima di tutto di esprimere le nostre caratteristiche». Falzerano è un attaccante di movimento, per il ventisettenne di Rovereto un avversario vale l’altro: «L’obiettivo è quello di vincere la partita facendo prevalere il nostro gioco. Oltre alla fase difensiva il mio compito è anche quello di spingere in avanti, per cui il mio avversario diretto dovrà seguirmi nella fase di non possesso». Sabato scorso allo stadio Euganeo il Cittadella è apparso meno brillante rispetto al solito con la squadra che si è spesso allungata. «Forse abbiamo sentito la pressione del derby e soprattutto nel secondo tempo ci siamo allungati troppo, ma questo è successo anche al Padova. Entrambi volevamo vincere per cui ci siamo sbilanciati, ogni azione avrebbe potuto concludersi con il gol. Noi però abbiamo perso spesso la palla subito dopo averla recuperata, per questo ci siamo allungati». […]
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Da un derby all’altro. Amedeo Benedetti è stato probabilmente il migliore in campo nel Cittadella che ha pareggiato all’Euganeo e, vista la costanza di questo instancabile terzino sinistro, è probabile che possa essere tra i più propositivi anche domenica col Venezia. Un avversario che ha cambiato passo con l’arrivo di Zenga in panchina. «Zenga ha saputo dare stimoli a un gruppo rimasto simile a quello della scorsa stagione. Sulla mia fascia, in particolare, credo che dovrò fronteggiare Falzerano, uno dei giocatori più importanti nella rosa arancioneroverde: dovremo prendere le nostre contromisure, e magari dovrò essere io a spingere di più, per costringerlo a restare indietro». I tifosi si attendono un Citta più presente rispetto a quello non brillantissimo visto col Padova. «Sabato nel secondo tempo ci siamo allungati molto, come, d’altra parte, è capitato anche ai biancoscudati. È successo un po’ per la voglia di vincere, un po’ perché quando recuperavamo palla la perdevamo subito, e questo rendeva difficile salire a noi della linea difensiva. Rispetto all’anno scorso stiamo prendendo meno gol, e il merito è anche di centrocampisti e attaccanti, che iniziano il pressing. I numeri dicono invece che fatichiamo a farne, ma vale lo stesso discorso: non è un problema solo delle punte ma di tutti, spesso a mancare è proprio l’ultimo passaggio». […]
Ore 11.10 – (Gazzettino) Devo conoscere i giocatori, non sul piano tecnico perché conosco quasi tutti, ma sul piano caratteriale e comportamentale: sono curioso di conoscere la loro mentalità». Ritrova Cappelletti e Minesso, che ha allenato al Cittadella. «Mi fa piacere, sono due bravi ragazzi. Ho visto anche l’evoluzione di Cappelletti che a volte si alterna tra difesa e centrocampo con ottimi risultati, dato che è stato uno dei giocatori più continui. Personalmente lo vedo come difensore, però in caso di necessità può giocare a centrocampo». In occasione della trasferta con il Brescia, Foscarini era in tribuna. «Se questa squadra riesce a giocare un primo tempo come ha fatto, non capisco perché non possa farlo anche nella ripresa e in altre partite. Ecco perché c’è la convinzione che abbia delle risorse, e dobbiamo tirarle fuori». Rinforzi? «Ne abbiamo accennato con la proprietà, però adesso devo conoscere i giocatori ed è prematuro fare certi discorsi. Può essere che tra un mese dica alla società che non serve nessuno e che mi basta questa rosa, può essere anche che dopo averla conosciuta ci sia la necessità di migliorarla». […]
Ore 11.00 – (Gazzettino) Quando allenava il Cittadella aveva provocato le dimissioni di Glerean (poi rientrate) e l’esonero di Calori, adesso proprio il derby con i granata ha portato Claudio Foscarini sulla panchina del Padova con un contratto fino al termine della stagione. Ieri poco dopo mezzogiorno l’arrivo all’Euganeo a bordo di una Mercedes, un’ora più tardi le sue prime parole biancoscudate, al fianco del presidente Roberto Bonetto e del direttore generale Giorgio Zamuner. «É inaspettato questo momento, perché se cinque-sei anni fa da allenatore del Cittadella mi avessero detto che sarei passato al Padova, non me lo sarei mai immaginato. Sono contento di essere qui, è una bella sfida. Quando la società mi ha chiamato ieri sera (lunedì, ndr), ho accettato con grande entusiasmo. Ho visto giocare qualche volta la squadra, sono convinto che possa fare di più. Non è un buon momento sul piano dei risultati, ma a volte bisogna fare scoccare la scintilla giusta per ripartire e sono qui per questo». Il modulo? «Voglio continuare con la difesa a quattro. Se vedo che è consona alla squadra e mi dà risultati, partiremo in questo modo. Anche se il modulo è il mio ultimo pensiero, credo che in questo momento i giocatori abbiano la necessità di qualche riferimento importante: cercherò di dare concetti di gioco e cercherò di cambiare il meno possibile.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Pierpaolo Bisoli non è più l’allenatore del Padova. Ieri mattina la società ne ha ufficializzato l’esonero, formalizzando subito al suo posto l’ingaggio di Claudio Foscarini. É l’epilogo di un rapporto che nelle ultime settimane era precipitato, tanto da toccare il fondo lunedì alla Guizza quando il tecnico di Porretta Terme e il suo vice Simone Groppi hanno avuto un diverbio a muso duro con alcuni giocatori che in questo scorcio di stagione sono stati impiegati con il contagocce. Quella di due giorni fa è stata solo la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché il clima si era fatto già rovente nei giorni precedenti tra l’allenatore e una parte dello spogliatoio. Giovedì scorso si era verificato un altro momento di tensione con un violento alterco, e nell’occasione l’allenatore aveva chiesto alla società di prendere provvedimenti nei confronti di alcuni giocatori, senza però che il messaggio fosse stato recepito. La prestazione convincente di sabato nel derby con il Cittadella sembrava avere puntellato la panchina di Bisoli, invece dopo le ultime convulse ore la rottura è stata immediata. […] A caldo dopo il pareggio con il Cittadella proprio il patron biancoscudato aveva confermato Bisoli. Cosa è cambiato da sabato a lunedì? «Abbiamo fatto delle valutazioni nel fine settimana, e ci hanno portato a prendere questa decisione. Chiedo la vostra collaborazione (dice rivolgendosi ai cronisti, ndr) e di guardare avanti, lasciando stare il passato. Le visioni erano diverse e non si poteva più continuare». Prenderete provvedimenti con qualche giocatore? «La squadra non ha giocato contro Bisoli, altrimenti non avrebbe fatto prestazioni come con Perugia e Cittadella. La squadra è composta da professionisti, poi che qualcuno possa essere scontento è nella norma. Ma sono soddisfatto dei professionisti che ho, lasciamo stare le chiacchiere che escono». […]
Ore 10.40 – (Gazzettino) «Foscarini è la figura ideale per l’ambiente padovano e conosce la nostra realtà, vista la sua lunga permanenza al Cittadella». Così si esprime Ilario Baldon, presidente dell’Aicb, l’organismo che raccoglie la tifoseria organizzata, che strizza l’occhio al nuovo tecnico senza però dimenticare chi l’ha preceduto. «Va in primo luogo ringraziato Bisoli aggiunge per averci fatto vivere l’anno scorso un campionato da protagonisti; purtroppo si sa che gli allenatori subiscono queste situazioni». Così sull’ex granata: «Meglio di suoi colleghi dai nomi eclatanti, ha il profilo di un tecnico che sa sacrificarsi e sgomitare nei momenti difficili, tirando fuori il meglio dai suoi giocatori. La squadra va comunque rinforzata a gennaio e nel frattempo confidiamo nelle sue capacità di lettura tattica, in modo che possa trovare l’assetto migliore». Analogo saluto dai ragazzi della Tribuna Fattori che come di consueto, non entrano nelle scelte tecniche. «Lasciamo come sempre al presidente esordisce Andrea meriti e colpe; non spetta a noi, salvo ci siano motivi etici, stabilire se una decisione sia giusta o meno. Saremo sempre grati a Bisoli per la promozione e diamo il benvenuto a Foscarini e a chiunque opera per il bene del Padova».
Ore 10.30 – (Gazzettino) Stessi risultati, stesso destino. Bisoli come Parlato. Gli unici due allenatori finora esonerati nel nuovo corso del Padova sono proprio coloro che nella stagione precedente avevano conquistato la promozione, anche se il tecnico di Porretta Terme, rispetto al collega napoletano, poteva vantare una maggiore esperienza nella nuova categoria avendo all’attivo più di 200 panchine in serie B. In comune la difficoltà da parte della dirigenza padovana nel prendere una decisione del genere nei confronti di persone molto legate alla piazza e con cui si erano condivisi momenti di grande soddisfazione. Al tempo stesso in entrambi i casi la sensazione che i due allenatori non avessero ulteriori frecce al proprio arco per raddrizzare una situazione piuttosto complicata dopo avere provato a livello tattico e di uomini tutte le possibili soluzioni. Ma un epilogo infelice non cancella le emozioni e le gioie regalate al popolo biancoscudato e quanto di buono fatto all’ombra del Santo, con la passata stagione ricca di pagine che lo testimoniano. Approda all’ombra del Santo dopo che il vicepresidente Edoardo Bonetto e il diggi Zamuner lo raggiungono in vacanza a Lerici per convincerlo a sposare la causa padovana, ottenendo il via libera. Immediatamente si viene a creare un bel feeling con l’ambiente che lo apprezza, oltre che per i risultati, per il suo carattere sanguigno e diretto, per la sua capacità di farsi valere con i giocatori e al tempo stesso per la predisposizione all’utilizzo dei giovani. […]
Ore 10.10 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Rapporti sempre più difficili e uno spogliatoio ormai spaccato”) Un lento ma progressivo sfilacciamento dei rapporti fra staff tecnico e giocatori ha portato all’esonero di Pierpaolo Bisoli, più ancora del negativo ruolino di marcia seguito dal Padova in questi mesi, con una sola vittoria in 11 partite, 5 pareggi e altrettante sconfitte, tutte lontano dall’Euganeo. […] Prima della sfida con i granata e subito dopo, tuttavia, sono accaduti due episodi che hanno definitivamente compromesso il dialogo fra allenatore e squadra, dopo settimane di duro lavoro, ma anche di tormenti e dubbi sulle scelte di modulo e di formazione da parte del mister e che hanno disorientato un gruppo esageratamente numeroso, composto da oltre 30 giocatori. Episodio numero 1, giovedì 1 novembre: momenti di tensione in spogliatoio, alla Guizza, fra Giampiero Pinzi, il più anziano della rosa ma anche uno dei più considerati per la sua esperienza, e i tecnici. Una parola di troppo, il rimarcare come quella palla persa banalmente a Perugia dal centrocampista romano avesse dato il “la” all’azione che poi gli umbri avrebbero monetizzato con la rete del successo (3-2), al 92′, fatto sta che la tensione si era impennata e che erano volate le… borse. Due giorni dopo, contro il Cittadella, Pinzi e Della Rocca erano finiti in tribuna. Decisione che, per il primo dei due, era sembrata l’inevitabile conseguenza di quanto successo. Episodio numero 2, accaduto lunedì pomeriggio, poco dopo le 14: Simone Groppi, vice-allenatore, si è “beccato” ancora con Pinzi, il livello del battibecco è salito vertiginosamente, e davanti ai compagni sorpresi sono intervenuti pure Bisoli e il preparatore atletico Chiodi da una parte, Guidone e Della Rocca dall’altra. Si è rischiato il contatto fisico, i contendenti sono stati separati, con il risultato che il clima si è fatto elettrico prima dell’allenamento. Fuori dallo stanzone, il presidente Bonetto e il d. g. Zamuner. I quali poi hanno avuto un lungo colloquio ai bordi del campo con lo stesso Pinzi, Trevisan e Pulzetti. […] Foscarini è atteso a un compito non facile: riportare innanzitutto serenità all’interno del gruppo e trasmettergli certezze psicologiche e tattiche. Ma i giocatori non hanno più alibi ora: o si rema tutti, ma tutti sul serio, dalla stessa parte oppure è meglio chiedere di cambiare aria.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Il tecnico di Riese Pio X, che tra due settimane festeggerà i 60 anni, ha accettato l’incarico senza pensarci troppo: «È una nuova avventura inaspettata ma che mi rende felice», spiega Foscarini. «Non avrei mai pensato, 4-5 anni fa quando allenavo il Cittadella, che mi sarei trovato qui. Padova per me rappresenta una sfida affascinante, ho visto qualche partita e sono convinto che la squadra possa fare di più. Ci può essere qualche carenza, ma credo che attraverso il gioco potremo far scoccare la scintilla giusta per ripartire. Ho sempre vissuto la piazza padovana da fuori, conoscerla dall’interno sarà intrigante». Cos’è mancato finora? «Devo conoscere i giocatori per dirlo. E intendo dal punto di vista caratteriale, visto che tecnicamente bene o male li conosco. A Brescia ero allo stadio e penso che se una squadra disputa un primo tempo di spessore come quello giocato dal Padova al Rigamonti, può farlo per 90 minuti. Il modulo? Se ci sono le condizioni continuerei con la difesa a 4, poi devo valutare». […] Sarà difficile lavorare con una rosa di 31 elementi? «Sono tanti, certo, non è facile gestirli. Cercherò di coinvolgerli tutti ma dovrò fare delle scelte, cercando di dare dei dettami che non siano solo tattici e tecnici. Dovremo lavorare anche sulla testa di un gruppo che può essere un po’ frastornato, ma guardando con fiducia al futuro e provando ad uscire da questa situazione divertendoci».Il mercato? «Ne abbiamo parlato ma prima voglio conoscere bene i giocatori». Cosa chiede alla piazza? «C’è una tifoseria appassionata e coinvolta. I presupposti per creare un buon rapporto ci sono e se daremo tutti l’anima in campo sono sicuro che i tifosi apprezzeranno».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) La svolta tanto ventilata nelle ultime settimane, che sembrava scongiurata dopo il pareggio nel derby, è diventata improvvisamente realtà. Ieri mattina l’allenatore Pierpaolo Bisoli è stato esonerato dal Padova e al suo posto è stato ingaggiato Claudio Foscarini, che ha firmato un contratto fino a fine stagione. Il tecnico della promozione dello scorso anno paga un avvio di stagione al di sotto delle aspettative, ma soprattutto un rapporto ormai deterioratosi con una parte dello spogliatoio e anche della società, che è sfociato negli ultimi litigi di lunedì. Il presidente Roberto Bonetto, piuttosto provato da questi avvenimenti, ha tentato di glissare sugli episodi delle ultime ore, dando il benvenuto al nuovo allenatore e auspicando di trovare presto la serenità perduta: «L’obiettivo è quello di portare fuori la squadra dal momento difficile e non mi resta che augurare buon lavoro a Foscarini», le prime parole del presidente. «Non voglio parlare del passato, abbiamo chiuso un libro e vediamo di aprirne un altro senza creare polemiche. Cerchiamo la serenità per proseguire nel migliore dei modi. Come società ci teniamo prima di tutto a mantenere la categoria, vedremo come operare a gennaio per rinforzarci e faremo tutto quanto possibile per salvarci».La sconfitta di bonettoLa luna di miele con Bisoli è finita appena sei mesi dopo la promozione. Cos’è successo? «Non avrei mai pensato di arrivare all’undicesima giornata e dover prendere una decisione che rappresenta una sconfitta personale e della quale mi assumo le responsabilità. Avevamo costruito la rosa pensando a una Serie B a 22 squadre, poi è cambiato il format e questo ci ha messo un po’ in difficoltà. Con Bisoli, purtroppo, non c’erano più i presupposti per andare avanti e le visioni erano diverse». […]
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) A pranzo con la dirigenza, cinque minuti di discorso alla squadra, e una seduta di quasi due ore protrattasi fino al tramonto sui campi della Guizza. Il primo giorno di Claudio Foscarini da allenatore del Padova è all’insegna della normalità. Il tecnico trevigiano è stato introdotto nello spogliatoio dal presidente Bonetto e dal dg Zamuner, che sono usciti poco dopo averlo presentato alla squadra. Foscarini ha parlato per pochi minuti, prima di raggiungere il campo, radunare ancora in cerchio i giocatori e dare loro i primi dettami per l’allenamento. La parte iniziale della seduta è stata guidata dal preparatore atletico Danilo Chiodi, che non è stato esonerato. La sua posizione resta in bilico ma non è escluso che possa restare, avendo già lavorato con Foscarini per una stagione a Rimini. Come allenatore in seconda arriverà Alessandro Turone, 44enne ex difensore di serie C e B, già al fianco di Foscarini la scorsa stagione ad Avellino.Turone dovrebbe arrivare oggi, mentre ieri il nuovo allenatore è stato coadiuvato da Marco Dal Moro, il collaboratore tecnico e match analysis del Padova che dovrebbe restare nello staff, così come lo storico preparatore dei portieri Adriano Zancopè. […]
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Sedici mesi. Tanto è durata l’avventura di Pierpaolo Bisoli sulla panchina biancoscudata: dall’annuncio del suo ingaggio, il primo luglio del 2017, all’esonero di ieri mattina. In mezzo, un campionato di Serie C dominato la scorsa stagione, concluso con una trionfale doppietta che ha portato nella bacheca biancoscudata anche la Supercoppa, ma soprattutto la tanto agognata promozione in Serie B.Sembrava l’inizio di una lunga storia d’amore, con tanto di prolungamento di contratto firmato la scorsa primavera, e invece il matrimonio non ha retto alle prime difficoltà. La crisi di risultati, la rottura con parte dello spogliatoio, i rapporti via via più tesi con la dirigenza. Quando ieri mattina Bisoli è stato convocato in sede, sapeva che il suo destino era segnato. All’uscita dello stadio Euganeo, dopo il colloquio conclusivo con la dirigenza, Bisoli è apparso quasi commosso, non ha voluto commentare più di tanto l’accaduto ma ha rilasciato una breve dichiarazione al portale Padova Goal: «Voglio ringraziare tutti i tifosi biancoscudati per il sostegno, anche nell’ultima sfida contro il Cittadella. E ringrazio anche chi ha giocato sabato perché ha fatto una grande partita. Abbiamo portato la squadra in B ma adesso non c’erano più i presupposti per continuare». […]
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) La traccia era corretta. La luna di miele tra Pierpaolo Bisoli e il Padova è ufficialmente finita. Esonero servito per il tecnico della promozione dalla C alla B e porte sbattute in faccia ieri mattina nella sede dello stadio Euganeo. Dove nella tarda mattinata si è presentato Claudio Foscarini, il prescelto fra i tre candidati in ballo: gli altri due erano Serse Cosmi, a cui il Padova ha rinunciato probabilmente per questioni legate alla durata del contratto e al compenso percepito e Michele Marcolini, ritenuto troppo inesperto per gestire una situazione complicata (ma non disperata) come quella in cui dovrà muoversi Foscarini. Sessant’anni il prossimo 19 novembre, il tecnico di Riese Pio X è reduce da tre buone esperienze a Vercelli, dove ha ottenuto la salvezza, a Livorno, dov’è arrivato quasi in fondo ai playoff promozione e ad Avellino, dove prese in mano la squadra a dieci giornate dalla fine al diciassettesimo posto conducendola alla salvezza. Bisoli out, dunque, del resto i risultati sono impietosi: nelle ultime nove partite sono arrivati appena quattro punti, nonostante abbia potuto lavorare sin dall’inizio del ritiro con la rosa quasi completa. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato un aspro confronto avvenuto lunedì fra il vice di Pierpaolo Bisoli, Simone Groppi e Giampiero Pinzi, vero e proprio pomo della discordia interno allo spogliatoio e spalleggiato in un secondo momento da Francesco Della Rocca e Marco Guidone. Il tutto è avvenuto davanti a un attonito Roberto Bonetto, che ha tentato in tutti i modi di bloccare lo scontro, vedendosi per tutta risposta ignorato da Bisoli. Il presidente era stato l’ultimo strenuo difensore di Bisoli e ieri ha parlato in conferenza stampa con grande sofferenza di «sconfitta personale in questa svolta, che però era necessaria per il bene della squadra». […]
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) La prima tappa in salita per Claudio Foscarini sarà sabato ad Ascoli, dove il nuovo tecnico del Padova sarà chiamato a dare una scossa al Padova, che non vince da ben nove giornate. L’unica certezza al momento è la difesa a quattro. «Vorrei cominciare da questo punto fermo — spiega — ho visto il Padova a Brescia e credo che con questa disposizione la squadra possa rendere meglio. Il resto lo valuterò, ho utilizzato in carriera il 4-4-2, il 4-2-3-1 e il 4-3-3, dovrò valutare la squadra». Uno dei problemi toccati da Foscarini è stata la rosa troppo ampia («Trenta giocatori sono troppi, sarà necessario fare delle scelte»), ma l’occhio è già rivolto al mercato di gennaio («Ne abbiamo parlato con la società»). Foscarini non avrà a disposizione Salviato, fermo ieri per un guaio muscolare, Pulzetti (squalificato), Madonna e Mandorlini (operato ieri) infortunati. In forte dubbio anche Ravanelli, che ieri non si è allenato. Cappelletti tornerà in difesa, probabilmente a destra e ci potrebbe essere una chance anche per Minesso, che Foscarini ha già allenato a Cittadella.