Live 24! Ascoli-Padova, -5: la routine settimanale riparte dalla Guizza…

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Ore 18.00 – (Il Piccolo) Quale modo migliore per mitigare la delusione del punto di penalizzazione, che farne subito tre? Stasera allo stadio Rocco (inizio ore 20.30), nell’inconsueto Monday Night imposto da un incrocio di cause (concomitanza con l’Alma, Mattarella in città, i due cortei del sabato), la Triestina contro il Giana Erminio avrà un doppio compito: far dimenticare in fretta, attenuandone l’impatto, il punto di penalizzazione ricevuto in settimana, e centrare finalmente la seconda vittoria consecutiva, cosa ancora mai accaduta in questo campionato. […] L’Unione arriva all’appuntamento anche con una buona situazione sul piano dell’infermeria: gli acciaccati hanno via via smaltito i loro problemi e Pavanel può contare su una rosa al completo o quasi. Malomo ha recuperato dall’infortunio e ha buone chances di rientrare e partire fin dal primo minuto al posto di Codromaz. Per il resto, la formazione che ha battuto il Renate dovrebbe subire ben poche modifiche, anche se qualche dubbio ancora c’è. Non sul modulo, che dovrebbe restare il 4-2-3-1, bensì su un paio di ruoli. In primis su quello del portiere: Valentini ha avuto qualche incertezza di troppo nelle ultime partite, e bisognerà vedere se lo staff tecnico continuerà a insistere su di lui oppure se per dargli un attimo di riflessione, deciderà di fare posto a Boccanera, già visto a Vicenza in Coppa Italia. Ballottaggio anche nel ruolo di terzino destro fra Libutti e Formigoni, con il primo che comunque sembra ancora favorito. Per il resto accanto a Lambrughi dovrebbe esserci Malomo (oppure Codromaz), mentre a sinistra agirà Sabatino. Davanti alla difesa dovrebbe toccare ancora a Coletti a Maracchi giostrare in mezzo al campo, mentre nel terzetto dietro a Granoche gli esterni saranno ancora Mensah e Petrella, con Beccaro che appare favorito su Bracaletti per giocare a ridosso del Diablo. […]

Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Onesto come sempre, Attilio Tesser al termine di una partita che ha rischiato prima di perdere e poi anche di vincere. «Tutto sommato – esordisce il tecnico – il pareggio mi sembra un risultato giusto. La Samb ha fatto un ottimo primo tempo con tanta intensità e aggressività. Noi invece – allarga le braccia – non sembravamo nemmeno in campo. I rossoblu arrivavano sempre per primi sulla palla. Credo – sorride l’Attilio – che abbiamo subito più tiri in porta oggi che in tutto il resto del campionato. Samb quindi meritatamente in vantaggio al termine del primo tempo». Diverso il giudizio sulla sua squadra per la prestazione della ripresa, dopo aver cambiato subito all’inizio tre effettivi (Stefani, Damian e Berrettoni, per far entrare Bassoli, Bombagi e Germinale) e altri due (Florio e Misuraca per Semenzato e Magnaghi) poco dopo. «Ho voluto provare a sparigliare le carte – spiega Tesser – perché avevo visto più di qualcuno sotto tono. Non è una bocciatura. L’intenzione era quella di provare a cambiare la partita e mi pare che effettivamente sia cambiata». La classifica vede inaspettatamente la Fermana prima. «La classifica – blocca subito il tecnico – non è mai bugiarda. Se la Fermana è lì vuol dire che se lo merita. Anche se – aggiunge – io vedo ancora Ternana e Feralpisalò, che stanno arrivando, sempre in cima alla lista delle pretendenti per la corsa verso la serie B. Noi vogliamo arrivare ai playoff e, magari – sorride di nuovo – anche andare oltre». […]

Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Dopo nove giornate, alla decima i ramarri lasciano il primo posto in classifica. Li scavalca la brutta quanto sorprendente Fermana, che al blitz del Bottecchia (1-0) ieri ha fatto seguire la vittoria in casa con il Teramo (2-0) portandosi a quota 20, un punto sopra il Pordenone. Ed è andata pure bene, perché i ragazzi di Tesser al Riviera delle Palme avevano deciso d’iniziare con l’handicap e di regalare in pratica ai rossoblù marchigiani un intero tempo. All’8′ infatti erano già sotto di due gol, realizzati da Stanco e Signori. Lo svantaggio è durato sino al quarto d’ora della ripresa, quando Ciurria ha indovinato dai venticinque metri la traiettoria giusta per mandare la sfera nell’angolino basso alla sinistra dell’incerto Sala. Patrick si è fatto cacciare poi a causa del secondo giallo, subito per una simulazione, ma ormai era iniziata un’altra partita. Anche in inferiorità numerica il Pordenone ha spinto, è pervenuto al pareggio grazie a un colpo di testa del monumentale De Agostini su angolo di Burrai e ha pure rischiato di vincere. Complessivamente il pareggio è giusto, per come ha iniziato la Sambenedettese e per i peccati di presunzione in avvio da parte dei neroverdi. Oltre a Misuraca e Gavazzi, Tesser rinuncia anche a Bombagi e schiera un centrocampo insolito, con Damian e Ciurria ai fianchi di Burrai. Invariato il resto della formazione, che vede Bindi fra i pali; Semenzato, Stefani, Barison e De Agostini in difesa; Berrettoni trequartista alle spalle di Magnaghi e Candellone. […]

Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) […] «Cadere ancora sarebbe stato pesante – ammette -. Per questo sono felice per aver segnato. Pensiamo al derby con la Triestina e archiviamo questa partita. A mio parere non è stato una giornata facile: portiamo a casa un buon punto per come si era messa. Il primo tempo è da dimenticare in fretta. Dobbiamo maturare e non ripetere più una frazione del genere. Nella ripresa c’è stata una reazione molto positiva, in cui abbiamo dimostrato grande carattere: adesso dobbiamo cercare di tenere questo livello per novanta minuti. Abbiamo pareggiato in dieci, ci abbiamo sempre creduto e anche in inferiorità numerica ci siamo comportati bene – continua -. Ringraziamo i tifosi che sono venuti sin qua: era una trasferta lunga, si sono fatti sentire. Ora, ripeto, testa alla Triestina, uno dei team che può ambire alla vittoria del campionato». […] Per il tecnico Attilio Tesser nel corso del primo tempo il Pordenone ha offerto «una brutta prestazione – ammette -. La Sambenedettese era ben disposta, ci ha messo in difficoltà giocando con grande intensità. Noi ci siamo espressi sottotono, abbiamo provato a fare qualcosa di diverso ma non ci siamo riusciti arrivando a subire più tiri in porta in una frazione che in tutto il campionato. Nella seconda parte della sfida ci siamo comportati molto meglio e nel complesso penso che il pareggio sia meritato». L’ultima battuta sul rigore non fischiato a Candellone: «Era netto», sancisce il trainer. […]

Ore 16.00 – (Messaggero Veneto) Se c’è una qualità che al Pordenone non difetta, questa è senza dubbio il carattere. L’aveva dimostrato in molte precedenti occasioni, lo conferma in pieno a San Benedetto del Tronto, dove rimonta due gol di svantaggio, l’ultimo dei quali addirittura in inferiorità numerica per l’espulsione di Ciurria, autore del primo dei due gol neroverdi. Ma il pareggio al Riviera delle Palme costa il primato ai ramarri, scavalcati dalla Fermana, risultato giusto dopo il peggior primo tempo della stagione e una ripresa giocata col coltello tra i denti. Certo è che questa squadra, per la sesta volta nelle ultime sette gare costretta a recuperare, subisce troppi gol, e con eccessiva facilità. L’attacco continua a latitare e il gruppo denota una sempre più visibile e preoccupante stanchezza. Doppia assenza a centrocampo per Tesser, che oltre a Gavazzi rinuncia inizialmente anche all’altra mezzala, Bombagi, in panchina perché non al top: in campo al fianco di Burrai, dunque, Damian e Ciurria. Pordenone che comincia al piccolo trotto, contro una Sambenedettese che sembra invece pimpante e determinata a conquistare un buon risultato. E al 4´ i padroni di casa passano: traversone dalla sinistra di Cecchini, la palla passa sotto le gambe di Stefani e arriva sui piedi di Stanco, che, tutto solo, deve soltanto spingerla in rete. Ma è ancora peggiore l’errore che una svagata difesa neroverde commette appena 4 minuti dopo: palla in area, ancora una volta proveniente dalla sinistra e dai piedi di Cecchini, Barison intercetta ma perde il pallone, ne approfitta Calderini che anticipa l’intervento di Bindi e mette al centro, dove Signori comodamente deposita in rete. […] La svolta al 15′, quando Ciurria libera il suo talento sulla trequarti, impossessandosi di un pallone, girandosi e scaricando un gran sinistro dai 25 metri che rimbalza davanti a Sala e lo beffa. Con la forza dell’orgoglio Candellone va vicino al pareggio su assist di Germinale e poco dopo reclama il penalty per una trattenuta di Zaffagnini, che un istante prima tocca pure la palla con la mano su cross di Burrai.Al 27´ viene espulso a sorpresa Ciurria, che rimedia il secondo giallo per simulazione a tre metri dall’area su un tentativo di dribbling. Ma il Pordenone non si perde d’animo e quando sembra ormai alle corde trova la forza per pareggiare, segnando nel modo che conosce meglio: angolo di Burrai e colpo di testa vincente del solito, inesauribile De Agostini. […]

Ore 15.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) […] Maurizio Domizzi arriva in sala stampa con lo zigomo destro incerottato, segno della battaglia sostenuta in difesa. Come un eroe greco, pur ferito ha vinto; oltretutto suo è il gol vincente. «Sono felice – esordisce Domizzi – perché abbiamo conquistato 8 punti in 4 partite, peraltro contro squadre molto forti. Sul gol ammetto di aver disobbedito a mister Zenga: lui voleva che alla punizione di Simone mi allargassi, mentre io mi sono per fortuna accentrato e sono scattato giusto. Ma non me ne vorrà: è un allenatore che comunica con straordinaria facilità quello che vuole da noi, cercando nei suoi giocatori l’attenzione e la concentrazione. Sì, alla fine c’è stata battaglia, ma gli arbitri dovrebbero capire che se un difensore si trattiene per paura delle punizioni o di un rigore, alcuni attaccanti ne approfittano e dopo un po’ di falli vanno fermati ed ammoniti. Comunque sono cose che nelle partite capitano e poi non ci si pensa più. Complimenti alla Salernitana: una squadra con un ottimo impianto, che non avrà problemi a giocarsi i playoff». […]

Ore 15.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Come i grandi allenatori, Zenga a volte appare così onesto da sembrare ingenuo, altre volte furbo e malizioso nel donare ogni lode ai suoi ragazzi, preparando i tifosi. Perché sottotraccia si legge: sono pronto addossarmi ogni colpa se le cose dovessero mettersi male. Un gioco fuori dal campo di calcio che è filosofia, comunicazione, psicologia. Come Velasquez e Josè Mourinho, lo Zenga di laguna costruisce la propria immagine nell’annullarsi, persino affermando di non aver ancora capito il campionato di serie B. Il falso non so nulla di Mike Bongiorno, al confronto di chi dice ed è sicuro su tutto. «Non sarebbe onesto da parte mia affermare di aver visto e capito tutto, vedendo cento partite – ha infatti detto Walter Zenga – il successo di oggi è merito solo dei ragazzi, non mio: io non gioco mica». Poi, a denti stretti, finalmente una valutazione sul lavoro svolto: «Io ho portato solo un’idea: credere in se stessi e divertirsi a giocare a pallone. I giocatori devono venire ad allenarsi perché lo vogliono, non perché lo devono». «Durante la partita abbiamo spesso cambiato modulo, d’altra parte ho giocatori che si sanno adattare bene al variare delle situazioni. Dobbiamo essere imprevedibili ed avere più soluzioni. Se abbiamo questi fattori, poi gli episodi vengono, arrivano da soli, occasioni che si creano per la capacità di determinazione, di concentrazione, di voglia di vincere. Atteggiamenti positivi». […]

Ore 14.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il Venezia vola con otto punti in quattro partite. La svolta è definitivamente avvenuta e le paure che hanno accompagnato le settimane passate sono del tutto scomparse. Sotto la guida di Walter Zenga il team lagunare ha lasciato la zona rossa della graduatoria e si è già posizionato a metà, conquistando risultati chiari ed esaltanti contro formazioni di spessore. Le esitazioni della prima parte di stagione sono già passate in archivio e tutto l’ambiente ha ritrovato il sorriso e l’entusiasmo. Dopo aver pareggiato con il Verona, gettato all’ultimo il successo a Palermo e centrata la vittoria a Cremona, il Venezia ha regolato ieri pomeriggio la Salernitana con una prestazione che va al di là del risultato finale. Squadra sicura e combattiva, impegnata a lottare senza pausa su ogni pallone, quella arancioneroverde è riuscita a tenere a bada un team campano ambizioso e ben schierato che non aveva però la stessa determinazione dei lagunari. Schieramento offensivo per puntare al successo pieno seppur con le defezioni di Geijo, programmata, e di Garofalo a sorpresa. Così sulla fascia sinistra spinta affidata a Bruscagin che non si è trovato però completamente a suo agio. A girare, però, è stata la squadra nel suo insieme anche se troppo spesso le iniziative offensive, le finalizzazioni sono state affidate alla scelta individuale più che al gioco corale. Così a turno Falzerano, Citro, di Mariano, Vrioni hanno scelto soluzioni personali sacrificando il possibile servizio o dialogo con i compagni. Gara equilibrata sin dall’avvio con emozioni ma anche con un ritmo non esaltante nella prima parte. Tanto gioco contrapposto sulla mediana con la Salernitana impegnata a cercare di restare alta e a tamponare le avanzate lagunari ricorrendo spesso alla marcatura individuale nella propria trequarti sugli elementi più offensivi. […]

Ore 14.20 – (La Nuova Venezia) Otto punti nelle ultime quattro gare e il Venezia comincia ad allontanarsi dalla zona retrocessione. «Contro Verona, Palermo, Cremonese e Salernitana» spiega Maurizio Domizzi «abbiamo fatto bene, ciascuna partita con le sue caratteristiche, riuscendo a fare uno scatto in classifica. Non so cosa sia successo da Vecchi a Zenga ma capita che con il cambio di allenatore ci sia una scossa. Il nuovo tecnico è con noi da poco ma mi ha colpito la facilità nel comunicare». E sul gol svela un retroscena. «Sarei dovuto andare sul secondo palo perché avevamo pensato a uno schema» spiega «ma ho disubbidito (ride ndr). Piuttosto gli arbitri dovrebbero ammonire prima gli interventi duri». Domenica si va a Cittadella, poi arriverà la sosta. «Dobbiamo continuare così come adesso» aggiunge il capitano. […]

Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) «Dopo un mese accanto alla squadra, adesso andrò a casa in pace e sereno». Ha il sorriso sul volto ed è in vena di scherzare, il presidente, alla luce del secondo successo consecutivo della squadra, e con una striscia di quattro risultati utili dopo il cambio in panchina. Il successo contro la Salernitana pesa, e Joe Tacopina non ha dubbi: «Stiamo tornando, abbiamo vinto contro una delle squadre più forti della categoria e siamo riusciti a riprendere i tre punti davanti ai nostri tifosi. Questo è il Venezia che volevo vedere e che avrei voluto seguire anche due mesi fa. Zenga è un grande motivatore, ed è quello che serve al gruppo in questo momento per ripartire al meglio e proseguire così ancora a lungo. Quest’ultimo è stato il mese più strano dei quattro anni trascorsi alla presidenza del Venezia. Non sono mai stato così a lungo in Italia, ed è stato un mese intenso, perché ho trascorso tantissimo tempo con la squadra e l’allenatore, e si è instaurato un legame forte tra di noi». Sull’immediato futuro Tacopina traccia la strada da percorrere: «Mi aspetto che il Venezia cerchi di vincere ogni partita, che scenda in campo con grinta, senza paura e senza concedere mai nulla. Non potremo vincere sempre ma ci proveremo, e questo è quello che voglio».

Ore 13.40 – (La Nuova Venezia) L’imprevedibilità è una delle caratteristiche che Walter Zenga esalta del suo Venezia. Una squadra con molte soluzioni, e lo dimostrano i gol di Domizzi e Segre nelle ultime partite, andando a sopperire alla mancanza di mira da parte delle punte. «Cerco di fare meno danni possibili al sistema di gioco della mia squadra, ma un Venezia imprevedibile è bello», sottolinea l’allenatore arancioneroverde, «gli episodi che cambiano una partita non arrivano a caso, ma sono frutto del lavoro svolto in allenamento e in partita. I giocatori avevano solo bisogno di credere in sé stessi, ritrovare lo spirito di squadra e divertirsi assieme. Adattarsi in così poco tempo e cambiare tutto non è facile per nessuno, quindi bravi loro. Non ho fatto nulla, il merito è del gruppo e della società. Faccio ancora fatica a capire questa serie B, ho solo portato una idea nel gruppo, ho chiesto ai giocatori di seguirmi, ho proposto alcune cose e basta. Altrimenti fare un passo indietro e tornare al sistema di gioco di Inzaghi sarebbe facile. A prova contraria sono un allenatore retrocesso nella passata stagione».Zenga prosegue nella sua analisi. «Sarei un presuntuoso nel dire di aver capito tutto della Serie B dal 10 ottobre a oggi. Nella mia vita sono sempre stato sincero. Cerco ancora di capire come utilizzare al meglio i miei giocatori, cosa dar loro per farli crescere in allenamento e partita. E’ la realtà, in un mese non si può capire tutto». […]

Ore 13.20 – (La Nuova Venezia) Brutta partita? Può essere. Ma i tre punti che il Venezia mette in tasca sono belli come il sole, rischiarano la classifica e riportano la fiducia tra i tifosi. E allora, di questi tempi, inutile fare tanti discorsi sul calcio spettacolo, che tanto non abita in Serie B. Applausi al Venezia e applausi a Zenga, la Salernitana è un osso duro per tutti, che il Venezia non fosse il Barcellona lo sapevamo già, però ci sta mettendo il cuore in queste partite, e un bilancio di due pareggi e due vittorie in questo primo mese della gestione Zenga non può essere solo fortuna o fatalità.Dunque 1-0 tinto d’arancioneroverde, zampata di un sempreverde Domizzi, che in campo brontola sempre ma poi si fa sentire anche sul collo degli avversari e sul tabellino dei marcatori. Magari dalla Salernitana ci si aspettava qualcosa in più, vero, ma l’uomo più tecnico – Di Gennaro – ha fatto solo il primo tempo, e quello più temuto – Bocalon – è finito nella morsa dei due centrali veneziani, ovvero Modolo e Domizzi. […] Il Venezia? Beh, c’è il gol, quello che basta per vincere la sfida: succede al 32′, l’ottimo Di Mariano si procura una punizione, la calcia dritta in porta, Micai para ma non trattiene, arriva il vecchio leone capitano e la sbatte dentro. […]

Ore 12.50 – (Mattino di Padova) Este, che tonfo! La Virtus Bolzano torna a giocare all’ “Internorm Arena” dopo l’esilio forzato allo stadio “Druso” e sfodera una prestazione maiuscola che annichilisce l’ex capolista, che resta in partita sino all’autorete (casuale) di Matteo Timpone ma poi crolla sotto i colpi degli scatenati padroni di casa.Il tecnico padovano si affida, come di consueto, al “4-3-1-2” con De Giorgio che agisce di supporto al tandem offensivo formato da Debelijuh e Giusti. La Virtus Bolzano ha però una marcia in più e, sfruttando la maggior attitudine a giocare sul fondo in erba sintetica, prende in mano le redini del match. Il match si sblocca al minuto 27 quando il giovane Koni, autore già di quattro reti, prende la mira dal limite dell’area e poi lascia partire una gran conclusione che s’insacca nell’angolino più lontano alla destra dell’incolpevole Lorello.L’Este accusa il colpo, fatica a reagire, ma al 34′ trova il pareggio quando il centravanti Matteo Timpone devia nella propria porta con una “spizzata” aerea il calcio d’angolo proveniente dalla sinistra. Il match torna in equilibrio e sarebbe lecito attendersi il cambio di marcia da parte della capolista, ma al 40′ Lorello la combina grossissima: Bounou si accentra dalla destra e poi lascia partire una conclusione senza alcuna pretesa che l’esperto estremo difensore patavino prima blocca e poi vede sfuggire dalle proprie mani con il pallone che s’insacca in rete. Nella ripresa la reazione ospite è sterile e al 69′ il neoentrato Elis Kaptina penetra per vie centrali, si libera di un avversario con un elegante tocco sotto e poi batte Lorello con un perfetto diagonale rasoterra. Ma non è finita, perché sull’Este piove… ancora. A dieci minuti dalla fine, infatti, il direttore di gara concede un calcio di rigore alla squadra di casa: sul dischetto va Arnaldo Kaptina, uno dei migliori della compagine altoatesina, che batte Lorello di giustezza.

Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Il Campodarsego ritrova la vittoria, tanto agognata non solo per i tre punti e la classifica ma anche per le conferme del nuovo corso con Andreucci in panchina. E lo fa ai danni di una Clodiense sempre più in crisi di risultati, che torna dal Gabbiano con l’ennesima sconfitta. Eppure sono i chioggiotti a partire in quarta. Si fa vedere in avanti Nappello, che ottiene due calci d’angolo nell’arco di poco tempo. Risponde il Campo al quarto d’ora con Caporali, che si aggiusta il pallone e calcia di poco fuori. La partita prosegue con poche emozioni e tanti rimbalzi e palleggi. Finché poco prima della mezzora passano in vantaggio i padroni di casa, seppure in maniera fortunosa: punizione dalla distanza battuta da Caporali, Florian cerca l’incornata, Camerlengo esce in maniera avventata e la palla rimbalza in porta. […] Gol sbagliato, gol subito. È la sintesi perfetta del momentaneo pari della Clodiense: Martino vince in maniera dubbia un contrasto, imbeccata per Bullo che conclude la cavalcata con un diagonale sul palo interno. Purtroppo per i granata ospiti è un fuoco di paglia. Poco dopo il quarto d’ora si riportano in vantaggio i Gabbiani con una pennellata perfetta di Scapin per la testa di Vuthaj: l’attaccante ribatte in rete e trova la prima marcatura stagionale. Lo stesso Scapin avrebbe l’occasione per chiudere i giochi ma spara fuori. Poco male perché ci pensa poco prima della mezzora Florian, che si rifà degli errori precedenti e interrompe il digiuno di gol dalla gara d’esordio: su un corner battuto al millimetro del solito Caporali, di testa gira la palla nello specchio della porta. […]

Ore 12.00 – (Gazzettino) Il rigore non fischiato a Iori a La Spezia, quello concesso al Lecce per il fallo di mano del capitano granata ma non quello a favore per un analogo tocco con il braccio – ma questo ben più evidente – di Meccariello. Il fallo commesso su Finotto in area di rigore con il Brescia trasformato in punizione dal limite, sabato il mani di Trevisan punito nella stessa maniera quando invece il difensore del Padova era chiaramente intervenuto in area. Tutti episodi contro, quattro (i più evidenti), in dieci giornate di campionato. L’allenatore Venturato non ha voluto commentare più di tanto l’errore di Nasca nel derby dell’Euganeo per «non creare tensioni e alibi», perché c’è da guardare avanti e pensare soltanto al calcio giocato, ma è evidente che al Cittadella manchi qualcosa, anche nei punti in classifica. Il capitano Manuel Iori non fa però nulla per nasconderlo: «Siamo stati ancora una volta penalizzati da una decisione sbagliata dell’arbitro. Il fallo di mano di Trevisan era almeno un metro dentro l’area, ma non ci è stato dato il rigore. Noi siamo il Cittadella, siamo una piccola realtà e certe decisioni passano in secondo piano, e non è il primo clamoroso errore che ci penalizza. Mi fermo qui perché se dovessi dire quello che sento dentro rischierei provvedimenti. Ricordo solo che Nasca ci ha diretto anche a Frosinone, un’altra partita dove è successo di tutto». Nasca non è l’unico fischietto che ha sbagliato nei confronti del Cittadella. «È già successo altre volte in stagione, in altre partite, dove avevamo tutto il diritto di recriminare. Noi non vogliamo regali, sia chiaro, niente di più di quello che ci spetta». […]

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Il pareggio sarà pure stato il risultato più giusto, ma quel mancato rigore… In casa Cittadella il rammarico è forte, pur dopo un derby giocato al di sotto delle proprie possibilità dalla squadra granata, che, all’Euganeo, anche per merito del Padova, non è certo stata quella scintillante ammirata a Pescara una settimana prima. Eppure le occasioni per farlo proprio, e risalire in classifica fino al terzo posto oggi occupato dal Verona, ci sono state. Se poi ci si mette l’ormai noto Nasca da Bari, arbitro che spesso si è tenuto lontano dall’azione, è normale che gli animi dei diretti interessati si scaldino. Manuel Iori non usa tante sfumature: «Il rammarico c’è. C’è per quello che abbiamo espresso in campo, perché abbiamo avuto diverse ripartenze a disposizione e non siamo riusciti a sfruttarle. E c’è perché, come al solito, siamo stati penalizzati da alcune decisioni, a partire dal mancato rigore, che è clamoroso, perché il fallo di mano di Trevisan avviene un metro mezzo dentro l’area, ed è stato sanzionato come una semplice punizione. Poi, siccome noi siamo “solo” il Cittadella e siamo piccoli, tutto passa in secondo piano, ma questo è il quarto o quinto episodio del genere nella stagione. Stiamo andando in una direzione che… meglio che non dica nulla, sennò poi il rischio è quello di prendersi giornate di squalifica. E, se dici semplicemente la verità, vieni preso come quello che si lamenta. In questo caso stiamo parlando di un arbitro che già in passato nei nostri confronti ha fatto cose che non dovrebbero vedersi». […]

Ore 11.10 – (Gazzettino) Il diggì ha avuto modo di commentare il derby sabato con il tecnico Bisoli: «Siamo stati un po’ insieme dopo la gara in cui la squadra ha dato un segnale importante, percepito pure dal presidente, dimostrando che se non si lotta su ogni pallone, e a noi è capitato in qualche singolo momento di alcune partite, non si riescono a mascherare i propri difetti. Ovviamente speravamo in una vittoria, ma se questa è la strada intrapresa, i risultati arriveranno». C’è poi il discorso modulo. In questi giorni si è spesso rimarcata la necessità di puntare su uno specifico assetto per non mettere troppo in confusione i giocatori. Può essere il 4-2-3-1 la base tattica da cui ripartire? «Direi di sì perché quello, o il 4-4-2, sono gli assetti più facili che nei momenti delicati tolgono complicazioni ai giocatori e rendono i loro compiti più agevoli. Poi è ancora più importante l’atteggiamento e con il Cittadella la squadra ha mostrato voglia, determinazione e cattiveria, salvo i primi minuti in cui c’era ancora un po’ di tensione». […]

Ore 11.00 – (Gazzettino) […] «Anche se non ho ancora rivisto a mente fredda la partita – commenta il direttore generale Giorgio Zamuner – ritengo che questo sia un pareggio di maggiore qualità dal momento che abbiamo avuto due o tre limpide occasioni per fare nostra la gara, contro una squadra che gioca bene, con entusiasmo e che ha cercato di sfruttare il nostro momento difficile. Siamo stati bravi». Nell’analisi va pure ricordato che la difesa del Cittadella è la meno perforata della serie B. «Noi, tutto sommato, siamo andati a segno quasi sempre (Padova prima a secco solo con i liguri e la Salernitana, ndr) e ci è mancato quel pizzico di fortuna per superare la difesa ospite che comunque abbiamo messo alle corde. Penso ad esempio alla conclusione di Marcandella che ha sfiorato il palo o all’occasione di Capello».

Ore 10.50 – (Gazzettino) «L’immagine che si estrapolava dalle riprese in diretta con le telecamere – spiega l’assessore allo sport Diego Bonavina – non era stata ritenuta sufficientemente nitida per la definizione post reato e per il riconoscimento delle persone. Rispetto alla situazione di un anno fa c’erano già stati comunque netti miglioramenti, sia nel numero di telecamere che nella qualità e risoluzione delle immagini». E quindi è partita la lotta contro il tempo per ottenere il via libera. «Abbiamo fatto una manifestazione d’interesse per l’implementazione dell’impianto di videosorveglianza che scadeva il 31 ottobre a cui hanno partecipato meno di venti ditte e questo è importante perché in caso contrario avremmo dovuto fare pure un sorteggio per arrivare a quel numero». Questi i prossimi passaggi. «Le ditte dovranno presentare entro mercoledì la loro offerta migliore, il giorno dopo ci sarà l’aggiudicazione e nella stessa proposta, oltre al dato economico, dovrà esserci un loro impegno a consegnare i materiali entro sabato e installare le telecamere entro il martedì successivo. Chi si aggiudica la gara sa che deve stare all’interno di questi parametri e questo intervento, se tutto va come deve andare, porterà la capienza dell’Euganeo a 11.500 posti per il calcio e ai 33.000 per il rugby». […]

Ore 10.40 – (Gazzettino) «Prendo atto di quanto dichiarato dal Questore e non aggiungo altro. Dopo la partita ho detto quello che dovevo dire e manifestato la mia amarezza per quanto successo. Ora la palla passa ad altri e spero che il mio sfogo porti a un piccolo contributo a favore della causa dei tifosi». Così si è pronunciato ieri il presidente Roberto Bonetto, chiudendo definitivamente l’argomento, dopo il botta e risposta con il questore Paolo Fassari legato ai problemi che si sono verificati fuori dall’Euganeo prima del derby a causa del raggiungimento dei 7.500 posti della capienza al momento autorizzata, in attesa dell’implementazione dell’impianto di video sorveglianza. Un pomeriggio amaro e una brutta pagina per molte famiglie e tifosi, in gran parte abbonati, che non potendo fare entrare i loro figli a cui sarebbe spettato l’ingresso gratuito senza diritto al posto in quanto nati dal 2006 in poi, sono stati costretti a rimanere fuori, essendo già stata raggiunta quota 7.500. Di fatto il problema verrà risolto a breve dato che la questione capienza si pone anche per la partita di rugby tra Italia e Australia in programma sabato 17 per la quale sono già stati venduti oltre ventimila biglietti, il tutto dopo che un analogo precedente intervento a fine agosto non era stato ritenuto sufficiente dalle autorità di pubblica sicurezza.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Al Padova, ambiente compreso, ci si era illusi tutti, dopo l’ottimo avvio con quattro punti raccolti contro Verona e Venezia, di aver trovato l’alchimia giusta per disputare una stagione foriera di entusiasmi e riscontri positivi, invece da Salerno in poi (unica occasione in cui l’allenatore non ha cambiato formazione, riproponendo gli stessi undici che avevano piegato gli arancioneroverdi all’Euganeo) il gruppo si è smarrito, incassando reti allucinanti e capitolando a ripetizione, ma soprattutto “dimenticando” di brutto quei concetti di gioco e quel modo di stare in campo che ne avevano accompagnato le prestazioni delle due partite iniziali.La secchiata di acqua gelida di ieri costringe a dover fare i conti con una realtà difficile e molto complicata: il Padova per salvarsi ha bisogno di vincere con continuità e ciò presuppone che il suo (disastroso) passo da trasferta cambi radicalmente. […]

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Sono bastate poco più di 24 ore per ridimensionare la (peraltro già moderata) soddisfazione in casa biancoscudata dopo il derby pareggiato senza reti con il Cittadella. I risultati di Venezia (vittoria contro la Salernitana) e Crotone (1-1 casalingo con il Carpi) hanno annullato del tutto o quasi il piccolo passo in avanti compiuto dal Padova, che si ritrova più che mai impelagato nella zona retrocessione, con una sola vittoria all’attivo in 11 giornate, 10 gol segnati e ben 18 subìti. Bisoli ha salvato la panchina, ma, diciamocelo senza tanti giri di parole, la sua posizione rimane più che mai appesa ad un filo. O fa risultati, a cominciare da Ascoli sabato, o potrebbe ritornare fortemente a rischio, perché la classifica è brutta e deficitaria – 8 punti appena – e le altre non stanno certo a guardare. In un campionato a 19, dove l’equilibrio regna sovrano, la politica dei piccoli passi premia di più chi lotta per obiettivi ambiziosi (promozione diretta in Serie A o playoff) che non chi arranca nelle posizioni di retrovia, dove la continuità è requisito fondamentale per riuscire a togliersi dai guai.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Abbiamo messo sotto una squadra forte come quella granata e credo che questa sfida possa rappresentare l’inizio di un nuovo campionato per noi. Il che non significa che abbiamo finito di soffrire, ma che ce la possiamo giocare con tutti». La classifica piange ancora. Una sola vittoria, al secondo turno, in undici giornate, e un cammino da retrocessione. «La classifica la dobbiamo guardare e la posizione può creare delle tensioni e preoccupazioni. Ma il campionato è lungo, c’è chi comincia forte e chi con il freno a mano tirato, per questo sono convito che, essendo partiti con un carico di lavoro pesante, possiamo venire fuori alla distanza anche dal punto di vista fisico». Mister Bisoli come ha accolto la prestazione contro il Citta? «Era contento. Nei momenti di difficoltà vengono fuori i valori e i giocatori hanno fatto vedere che con determinate certezze possono mostrare le proprie qualità». Abbiamo visto un tecnico più “morbido” con i suoi a bordo campo. «Forse la squadra aveva bisogno di qualche rassicurazione in più. Nei momenti di difficoltà bisogna allentare la presa, il mister l’ha fatto e si sono visiti i risultati». […]

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) La tempesta si è attenuata ma non è ancora stata spazzata via. Il Padova, dopo il pareggio a reti inviolate contro il Cittadella, ha ritrovato fiducia e prestazione. Ma non una vittoria che manca ormai da nove giornate. Mister Pierpaolo Bisoli resta confermato al suo posto, anche se la crisi non è ancora alle spalle e per questo la società ha deciso di mantenere il silenzio stampa per tecnico e giocatori. Oggi si apre un’altra settimana importante, quella che porta alla sfida che precede l’ultima sosta del girone d’andata. Sabato prossimo il Padova farà visita all’Ascoli, con l’obiettivo di interrompere la striscia di cinque sconfitte consecutive in trasferta. «Andremo in un campo caldo per cercare in tutti i modi di invertire questo trend negativo», spiega il direttore generale Giorgio Zamuner. «Ma io sono fiducioso, perché dal derby contro il Cittadella ne usciamo rinforzati. La squadra ha dato le risposte che ci aspettavamo, ha combattuto, corso e cercato di vincere fino alla fine. E va dato merito all’allenatore.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) La domanda che sorge spontanea a chi non conosce a fondo le dinamiche politico-calcistiche è una sola: è mai possibile che uno stadio costruito appena 24 anni fa per ospitare fino a 32 mila spettatori, riduca la propria capienza a 7.500 posti? Sì, nel 2018, è più che possibile. […] Gli addetti alla sicurezza, per dare il via libera all’aumento fino a 11.500 spettatori (non di più, perché non ci sono ancora abbastanza seggiolini a norma), richiedono che siano installate le nuove telecamere di sorveglianza ad alta definizione in tutti i settori e non solo in Tribuna Fattori e Curva Ospiti, come sembrava bastasse prima dell’inizio del campionato. In più, da questa stagione, anche gli under 13 che entrano gratuitamente hanno diritto al posto a sedere e di conseguenza il loro accesso non è illimitato ma condizionato alla capienza dei vari settori. […] L’amministrazione comunale confida di installare entro una decina di giorni le telecamere necessarie, in tempo per il test match di rugby tra Italia e Australia in programma sabato 17 all’Euganeo. Dovesse filare tutto liscio, la Questura darebbe il via libera all’aumento della capienza (che per il rugby sarà anche superiore a 11.500 posti visto che non ci sono le normative Uefa che impongono determinati seggiolini) e ne beneficerà anche il Padova a partire dalla prossima gara casalinga sabato 25 contro il Carpi.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Lutto nel mondo biancoscudato. È mancato ieri a 82 anni Stefano Fattori, fratello di Gildo, indimenticato radiocronista del Padova per più di 20 anni, al quale è dedicato anche lo spicchio di stadio Euganeo che ospita gli ultras. Stefano negli ultimi anni ha portato avanti la memoria di Gildo, presentandosi alle ricorrenze dell’anniversario della scomparsa del fratello, regalando qualche aneddoto. Personaggio amato e conosciuto tra i tifosi, Stefano lascia la moglie Lorenza e il figlio Roberto, al quale ha trasmesso il grande amore per i biancoscudati. I funerali nei prossimi giorni alla chiesa di Sarmeola.




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