Ore 14.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Ramarri al bivio di San Benedetto del Tronto, alle 14.30, in piena emergenza di centrocampo. Alla prolungata indisponibilità di Gianvito Misuraca (che andrà probabilmente in panchina, ma solo per tornare a respirare il profumo dell’erba) si è aggiunta nelle ultime ore quella di Davide Gavazzi, che per un risentimento muscolare non figura nemmeno nella lista dei convocati. Aggiungendo che Francesco Bombagi soffre di sovraffaticamento, il quadro si fa preoccupante. Non è contento Attilio Tesser, che però non fa nemmeno drammi, fedele alla sua filosofia sintetizzata dalla frase: «In campo saremo sempre in 11». In mezzo dovrebbero giocare Burrai e Damian, ai quali si aggiungerà Bombagi se ce la farà, altrimenti sarà Ciurria a occupare il posto di mezzala. Davanti ancora dall’inizio la coppia Magnaghi-Candellone, con Berrettoni alle spalle, in veste di trequartista con ampia licenza di scegliersi di volta in volta la posizione. Nessuna novità in difesa con Bindi fra i pali, dietro a Semenzato, Stefani, Barison e De Agostini, fresco di nomina quale miglior giocatore neroverde della stagione 2017-18, su segnalazione del comitato del Galà del calcio triveneto (premiazione lunedì 12 a Vicenza). «La Samb è formazione strutturata e molto fisica avverte Tesser -, costruita per le prime posizioni. Ha avuto qualche difficoltà iniziale (3 soli punti nei primi 6 turni, ndr), ma ora si è ripresa bene con 4 punti nelle ultime due gare, e ha avuto la possibilità di riposare nello scorso turno per il rinvio della sfida con la Ternana. Sarà prevede il tecnico una lunga e difficile trasferta. Noi dobbiamo affrontarla senza timori, con personalità, fiducia nei nostri mezzi, carica agonistica e tanta voglia di fare risultato pieno. Poi si sa che in ogni partita tutto può succedere – riferimento evidente all’andamento e al risultato del match perso al Bottecchia con la Fermana -. La cosa importante è affrontare l’impegno con la giusta mentalità, trovando il modo di tornare a casa con un risultato positivo». […]
Ore 13.50 – (Messaggero Veneto) C’è comunque grande fiducia in vista della gara odierna. Se si esclude il risultato col Vicenza di mercoledì scorso, conseguito con una formazione infarcita di giovani, la prova con la Fermana è stata positiva sotto molto aspetti: l’undici cittadino ha sempre avuto il pallino del gioco in mano, attaccando, rendendosi pericoloso più volte e andando pure in rete. Solo l’arbitro ha visto il tocco di mano di Magnaghi nell’azione del gol, quando in realtà a colpire la sfera era stato Comotto. Il risultato, ormai, è il passato. E’ rimasta la prestazione e da quella la squadra è ripartita per cercare di riprendere il filo: è sempre meglio restare in vetta alla classifica, anche se non si è neppure a un terzo del campionato, quindi oggi Tesser schiera il suo undici migliore per continuare a comandare, anche se spera di ritrovare i gol degli attaccanti. «Deve animarci la voglia di tornare a casa con un risultato positivo – ha detto il tecnico -. Serve comportarsi come fatto sinora: alcune cose sono state positive, altre meno, ma possiamo migliorare». Magnaghi – a segno due volte l’anno scorso con la Samb – non va in rete dal 23 settembre, Candellone dal 30 mentre né Ciurria né Berrettoni (quest’ultimo oggi in campo) sono riusciti sinora a entrare nel tabellino dei marcatori: serve una svolta, perché la squadra ha bisogno dei propri uomini di qualità. Non può essere sempre un’inzuccata di un difensore o un piazzato di Burrai a risolvere la questione. La continuità del settore avanzato la si trova anche negli altri reparti. A San Benedetto, in mezzo, scenderanno in campo come detto Damian (unica novità), Burrai e Bombagi (non al top ma stringe i denti); in difesa Semenzato, Stefani, Barison e De Agostini, quest’ultimo premiato come miglior neroverde del 2017-2018 da parte dell’Aic Triveneto. In panchina, contrariamente a quanto indicato da Tesser pochi giorni fa, torna Misuraca. […]
Ore 13.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Mister Zenga l’ha confessato alla vigilia della sfida odierna, contro la Salernitana al centro dell’attacco nel suo 4-3-3 spazio a Geijo. Una scelta però vanificata sul nascere dall’ennesima tappa della via crucis del 36enne spagnolo, di nuovo ai box per noie muscolari. Il piano di far rifiatare Litteri (reduce da tre gare da titolare in dieci giorni dopo il lungo stop) dovrebbe comunque realizzarsi con il rilancio di Vrioni, il ventenne nazionale albanese che Zenga aveva aggregato giovanissimo in prima squadra ai tempi della Sampdoria, ma che col Venezia non vede il campo dal 22 settembre nel ko di Lecce. Sulla carta in corsa ci sarebbe stato pure Zigoni, ma il tecnico l’ha escluso (come Fabiano e un Pinato in ripresa dai vari acciacchi) per la terza gara di fila dalla lista dei convocati, spronandolo a recuperare il gap di condizione che attualmente lo penalizza rispetto ai pari ruolo.
Sul fronte offensivo non va scordata la carta del jolly-Citro, ma pare più probabile la conferma in partenza di Di Mariano e Falzerano esterni. In mediana nell’aria la conferma del terzetto di Cremona con Segre-Suciu ai lati di Bentivoglio e Schiavone in panchina, mentre in difesa davanti a Vicario i titolari, per stessa ammissione di Zenga («Se stanno bene» la logica premessa) oggi sono Modolo e capitan Domizzi al centro, Bruscagin e Garofalo (che potrebbe superare un fastidio muscolare) terzini.
Ore 13.00 – (La Nuova Venezia) Assalto alla Salernitana per allontanarsi ancor di più dal fondo della classifica. Superati di slancio gli ostacoli Verona, Palermo e Cremonese, adesso la squadra di Walter Zenga prova a regalare al tecnico milanese anche il primo successo interno della sua gestione. Salernitana avversario poco malleabile, tecnico d’esperienza e organico da playoff guidato dal veneziano Riccardo Bocalon. Venezia a caccia di continuità di risultati, Zenga che punta a conservare l’imbattibilità da quando è arrivato in laguna, anche se non vuol, sentir parlare di svolta. «Non c’è stata nessuna svolta» spiega Zenga, «ho visto una squadra consapevole dei propri mezzi, che ha giocato con coraggio e con cuore, ma non si può ancora parlare di svolta. Nel calcio l’elemento più importante è la continuità, è mantenere dei ritmi alti di concentrazione, un atteggiamento che ad esempio non ho visto venerdì in allenamento. A Cremona abbiamo vinto meritatamente, ma questo non deve portare nessuno a rilassarsi, nessuno deve pensare che ci sia stata una svolta. Oggi, anzi, ci aspetta la partita più difficile che ci potesse capitare». La vittoria al Penzo manca al Venezia dal 25 agosto quando un gollonzo di Simone Bentivoglio piegò lo Spezia. Geijo. Zenga ha perso Alexander Geijo sul finire dell’allenamento di venerdì. «Mi dispiace, perché sarebbe partito dal primo minuto con la Salernitana» ha precisato il tecnico del Venezia, «ci sono comunque Vrioni e Litteri che offrono le necessarie garanzie». […]
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Per la gara di oggi contro la Clodiense, alle 14. 30 al Gabbiano, c’è particolare trepidazione in casa del Campodarsego. Non solo per ottenere la rivincita contro l’eliminazione in Coppa Italia, avvenuta al primo turno. Ma anche perché in tre settimane di lavoro Antonio Andreucci ha avuto una sola partita all’attivo per testare la crescita della sua squadra: domenica scorsa il viaggio a vuoto di Levico Terme, con la gara rinviata per maltempo da recuperare il 28 novembre, ha impedito la classica “prova del nove”. «È sempre meglio giocare, perché solo le partite ti permettono di verificare concretamente il lavoro fatto», commenta Andreucci, «perciò quello che avremmo potuto fare domenica scorsa dobbiamo riproporlo in campo oggi».L’importante è garantire continuità, migliorando ancora quanto di buono fatto vedere con l’Adriese quindici giorni prima. E senza sottovalutare l’avversario di oggi. «La Clodiense magari ha attraversato un momento di difficoltà ma ha giocatori validi, che in questa categoria si sono sempre espressi bene. Toccherà a noi dimostrare il nostro valore». […]
Ore 12.20 – (Mattino di Padova) Altra trasferta ostica per l’Este, che oggi scende in campo a Bolzano (ore 14,30, arbitra Filippo Colannino di Nola). «Sarà la prima di quattro gare delicate: dopo la Virtus, infatti, troveremo Delta, Sandonà e Chions. Un ciclo di partite che dirà chi siamo, quanto siamo cresciuti e qual è il nostro vero potenziale» sottolinea il direttore sportivo giallorosso Gabriel Maule, «il Bolzano è una squadra organizzata, caparbia e con personalità. Ha un allenatore preparato e una rosa composta da elementi importanti. Inoltre giocheremo in un campo sintetico: la palla viaggerà veloce e quindi bisognerà prestare ancora più attenzione del solito, perché avremo un margine di errore ridotto».Gli atestini, però, non temono nessuno. «Lo spogliatoio si sta compattando, anche grazie ai risultati ottenuti fin qui. I veterani sono un esempio per i giovani e tutti si mettono a disposizione del mister e del suo staff. Il gruppo ha un’anima, ma nel calcio il momento nel quale pensi di aver dimostrato qualcosa è quello in cui ti crolla la terra sotto i piedi. Per questo ogni domenica dobbiamo confermare il nostro valore sul campo», avverte Maule. […]
Ore 11.50 – (Mattino di Padova) […] «Di occasioni ne abbiamo avute, sia noi che loro», esordisce l’estremo difensore granata che, con 6 reti incassate, è il meno battuto dell’intera cadetteria, e che ha mantenuto la porta inviolata per la quinta volta in questo campionato. «Probabilmente in queste partite bisogna cercare di fare gol subito per indirizzarle dalla propria parte. Penso, ad esempio, a come nel primo tempo il loro portiere sia uscito a vuoto in un paio di occasioni, e lì bisognava essere un filo più cinici. All’intervallo ci siamo detti proprio che dovevamo essere più concreti. Tornati in campo, ripenso a come Branca abbia provato più volte il tiro e a Schenetti che ha cercato la conclusione a giro senza trovarla: sono occasioni anche quelle, e andavano sfruttate meglio. Anche il Padova ha avuto le sue opportunità: alla fine è uscito uno 0-0, ma di azioni da gol ce ne sono state diverse, perché le squadre si sono allungate molto. Se poi mi chiedete se sono soddisfatto rispondo di no: siamo scesi in campo sapendo che il Verona aveva pareggiato e che, con una vittoria, avremmo potuto raggiungerlo. Io punto ad arrivare un po’ più su di dove siamo ora. E tuttavia ce la dobbiamo fare andar bene». […]
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Un altro rigore che c’era e non è stato assegnato. E poi quella disparità nei cartellini gialli, non del tutto legati a quanto si è visto in campo, con 6 ammonizioni per i giocatori granata e 3 per quelli del Padova. Dice il tecnico del Citta, Roberto Venturato: «Avete già detto tutto voi. Sicuramente il rigore ci stava, è stato commesso ancora una volta un errore e mi dispiace. Ma non voglio più parlare di arbitri, perché può creare alibi che non devono esserci, anche se sicuramente qualche punto in più per noi poteva starci in queste ultime giornate: penso alla partita col Brescia che potevamo vincere e ai possibili pareggi con Spezia e Benevento. Se vogliamo rimanere tra le prime dobbiamo però migliorare ancora, al di là delle scelte arbitrali che non devono condizionarci. Poi, se guardiamo la partita, dico che il pari è corretto. Qualche occasione l’abbiamo creata e i rischi li abbiamo corsi soprattutto quando ci siamo allungati alla fine. Il campo era pesante ed entrambe le squadre hanno terminato le energie, così sia noi che il Padova abbiamo avuto due o tre occasioni per andare in vantaggio. Diciamo che siamo stati bravi ad accorciare, un po’ meno in avanti». […]
Ore 11.20 – Le pagelle del Padova (Gazzettino): Perisan 6.5; Salviato 6.5, Capelli 6, Trevisan 6, Contessa 6.5, Broh 6, Cappelletti 6.5, Minesso 6 (Marcandella 6.5), Capello 6.5, Pulzetti 6 (Cisco sv), Bonazzoli 6.5.
Ore 11.10 – (Gazzettino) Il giovane portiere di scuola Udinese ha cominciato la partita con un paio di uscite da brivido, poi però ha trovato i tempi giusti e si è anche prodotto in un paio di interventi davvero pregevoli che hanno trasmesso sicurezza ai compagni. Al debutto dall’inizio anche l’ex Minesso, che pure nelle ultime tre partite non era stato neppure convocato. Anche se è stato il Cittadella ad avere un maggiore predominio territoriale, sfruttando la sua migliore organizzazione, la truppa biancoscudata ha avuto il merito di non perdere quasi mai le distanze tra i reparti, trovando sempre il modo di riproporsi in fase offensiva. Per la soddisfazione dello stesso Bisoli che dalla panchina, al contrario del passato dove era solito riprendere anche in maniera plateale i giocatori che sbagliavano la giocata, ha trasmesso solo segnali di incoraggiamento alla squadra, che di sicuro ne ha tratto giovamento sul piano psicologico. […] L’ingresso di Marcandella ha dato nuova linfa al Padova che fino all’ultimo ha cercato di minacciare la porta granata. E l’Euganeo ha gradito e applaudito.
Ore 11.00 – (Gazzettino) Il primo derby senza gol in vent’anni di sfide incrociate regala una boccata d’ossigeno a Bisoli, a cui la proprietà ha rinnovato la fiducia. Determinante l’atteggiamento esibito dalla squadra nell’arco dei novanta minuti: in campo i biancoscudati hanno infatti lottato su tutti i palloni, senza mai abbassare la guardia e provando a rispondere colpo su colpo agli avversari. Alla resa dei conti il pareggio sta bene anche al Cittadella, che ha allungato la striscia positiva e confermato di avere un impianto di gioco assai affidabile. La truppa di Venturato può però giustamente recriminare per un rigore non concesso nel secondo tempo per un fallo di mano in area di Trevisan, che l’arbitro Nasca (ancora una volta indigesto ai granata) ha erroneamente tradotto in una punizione dal limite. Quello visto all’opera è stato di sicuro un Padova diverso per spirito, concentrazione e intensità rispetto alle ultime esibizioni. Bisoli, catechizzato duramente in settimana dal presidente Bonetto e dal direttore generale Zamuner, ha scelto un profilo più logico sia nel modulo (4-2-3-1) che nella scelta degli interpreti. A cominciare da Perisan, per la prima volta titolare al posto di un Merelli evidentemente non sereno dopo qualche errore di troppo.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Non è arrivata la vittoria, ma la prestazione convincente dei biancoscudati basta e avanza per salvare Bisoli. Così è il presidente Roberto Bonetto a dare la notizia: «Avete visto anche voi la squadra (esordisce rivolgendosi ai cronisti, ndr). Ha fatto una bella prestazione, ha dato tutto quello che aveva, ho visto giocatori che sono usciti dal campo stremati. Vuole dire che è un gruppo compatto e che in maggiore parte rema dalla parte del mister. Abbiamo giocato con il Cittadella e tutta questa differenza di punti non l’ho vista. Se la sorte ci gira meglio, nel secondo tempo potevamo vincere. Sono soddisfatto, la squadra aveva solo bisogno di ritrovare serenità, un modulo chiaro e preciso, e di andare avanti in questa direzione. Arriverà anche il momento che partite così, con tutto il rispetto per il Cittadella, che è una grande squadra, possiamo vincere 2-0». Nei giorni scorsi il patron si era trincerato nel silenzio come tutto l’ambiente biancoscudato, con la sola eccezione del diggì Zamuner. «L’allenatore era un po’ in discussione, come lo siamo tutti quando le cose non vanno bene, io per primo come presidente. Ci siamo confrontati, anche a muso duro, ma alla fine abbiamo convenuto che per il bene del Padova tutti dovevamo remare in un’unica direzione. Spero che questo sia l’inizio, i ragazzi hanno lottato fino all’ultimo minuto, e significa che la squadra c’è ed è con l’allenatore. E’ un gruppo unito, speriamo che arrivi il momento della svolta». Ancora una precisazione sul lungo faccia a faccia di mercoledì in spogliatoio. «Ognuno di noi deve fare un passo indietro, capire che se ha fatto degli errori deve cercare di non ripeterli. Io, mio figlio, Giorgio e il mister abbiamo fatto le nostre considerazioni, è stata anche un po’ accesa la discussione, però alla fine ha portato a un esame di coscienza da parte di tutti noi e di conseguenza anche dei ragazzi. Parliamo sempre di Cittadella come di un’isola felice. Allora cerchiamo anche noi di contare fino a dieci prima di parlare e di giocare magari un po’ più a calcio tennis o a pallamano invece di correre come dannati e magari sentirsi nelle orecchie sempre queste urla. Forse anche il mister l’ha capito, che magari questo gruppo va preso in maniera diversa. E sono sicuro che ci porterà fuori da questo momento difficile».
Ore 10.40 – (Gazzettino) Era di 7.500 posti la capienza dell’Euganeo ammessa per il derby con il Cittadella e 7.500 tifosi sono stati fatti entrare allo stadio, a costo di lasciare fuori bambini e inevitabilmente i loro genitori che, pur abbonati, hanno dovuto rinunciare alla partita. Questa la paradossale situazione che si è venuta a creare ieri pomeriggio, dovuta al mancato completamento dei lavori relativi alla videosorveglianza che limita il numero dei posti di un impianto che per i concerti può contenere 33 mila persone. I lavori in realtà erano stati realizzati in tempo per il precedente derby a inizio settembre con il Venezia, ma la risoluzione delle immagini non era stata giudicata sufficiente dalle autorità di pubblica sicurezza e dunque si è dovuto provvedere ai nuovi interventi che devono essere completati entro il 17 novembre, giorno in cui si giocherà la sfida di rugby Italia-Australia per il quale è previsto il tutto esaurito. Contro i lagunari era stata concessa una deroga, portando la capienza a 9.100 posti, provvedimento non ripetuto ieri nonostante la sfida con il Cittadella non registrasse problematiche di ordine pubblico. E così a fine gara il presidente Roberto Bonetto ha manifestato tutta la sua rabbia, in particolare per la mancanza di elasticità ai danni delle famiglie. «Ho ricevuto decine di telefonate e messaggi dei tifosi dichiara e mi è stato riferito di bambini che piangevano fuori dallo stadio perché lasciati fuori, essendo stati raggiunti i 7.500 ingressi e io stesso ne ho fatti entrare un paio. Penso che queste cose succedano solo qui per cui mi sento di dire al signor Questore che il Calcio Padova è composto di 8.000 e passa sostenitori che non sono dei delinquenti». Poi aggiunge: «Le regole vanno rispettate, ma esistono pure i diritti della cittadinanza e dei tifosi; quindi pubblicamente dico che il Questore metta in condizione tutta la tifoseria di venire allo stadio e non vivere una situazione analoga a chi deve prendere un aereo per Israele». […]
Ore 10.30 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova): Perisan 6.5, Salviato 6, Capelli 6, Trevisan 6, Contessa 6; Broh 6, Cappelletti 6, Minesso 6 (Marcandella 6.5), Capello 6, Pulzetti 6 (Cisco sv), Bonazzoli 6.5.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Non è stato un brutto derby, combattuto sì ma anche corretto (nonostante la quantità industriale di ammonizioni). Il Citta è piaciuto di più nel finale di primo tempo e nella seconda frazione, provandoci con Finotto e Scappini, ma soprattutto con Benedetti sulla punizione concessa dopo la mancata assegnazione del rigore, il Padova, tolto (finalmente) Minesso dalla naftalina e con Perisan fra i pali al posto di Merelli, ha ribattuto con coraggio e tanto cuore, dimostrando in modo chiaro di essere con il proprio allenatore. Poi i conti bisogna farli con il materiale che si ha: Capello ha fallito due ottime occasioni nel secondo tempo (respinta di piede di Paleari e ancora parata dell’estremo difensore) e Marcandella non ha centrato il bersaglio per questione di centimetri. Che poi ci stesse un mezzo rigore pure su Salviato (contatto in area con Finotto) non è campato in aria. Si riparte, dunque, da alcune certezze. Il Citta, in attesa del derby di domenica con il Venezia, può lottare per i playoff; il Padova ha forse trovato la quadra dopo un terzo di campionato. Anche se i limiti dell’attacco rimangono evidenti.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Zero gol, un punto a testa. Il Cittadella per rimanere in quota, il Padova per tamponare l’emorragia di risultati negativi – una vittoria in 11 giornate, e ben 5 sconfitte di fila in trasferta – che l’ha fatto precipitare in zona playout. Il derby padovano numero 33 non lascia nessuno scontento, ma una notizia la fornisce comunque: Pierpaolo Bisoli salva il posto sulla panchina biancoscudata. Uscito da una settimana tumultuosa, dopo un duro confronto con la proprietà e il direttore generale Zamuner, l’allenatore di Porretta Terme si è giocato la carta dell’ennesimo modulo tattico proposto alla squadra – stavolta il 4-2-3-1 – costringendo i “cugini” granata, superiori come tasso tecnico e organizzazione collettiva, ad esprimersi meno efficacemente rispetto ad altre occasioni, specialmente in avanti. Un merito che gli è stato riconosciuto alla fine dagli stessi Bonetto e dal direttore, se è vero che nessuno ha parlato di fiducia a termine (ma si era capito nei giorni scorsi che avrebbe dovuto solo vincere, altrimenti…). Il problema è che il Padova – un successo e quattro pareggi all’Euganeo – deve invertire la disastrosa tendenza negativa espressa sin qui lontano dal pubblico amico – un punto, quello del derby di Verona, in sei gare disputate – a cominciare dall’insidiosa trasferta di Ascoli di sabato 10. […]
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) “Bisoli, Bisoli, Bisoli”. È il coro che si alzava praticamente a ogni partita, dal derby dello scorso gennaio a Vicenza, fino a quello di settembre contro il Venezia. Ma i derby non sono tutti uguali e in quello di ieri il nome dell’allenatore biancoscudato non si sente mai. Anzi, ogni tanto si sente, ma sono le solite, immancabili imprecazioni che volano dalla tribuna Ovest. “Bisoli, cambia! Bisoli, sveglia!”. Paiono partire in automatico, a ogni stagione sono sempre le stesse, cambia solo l’allenatore di turno. […] Basta difesa a tre, si torna a quattro, con un inedito 4-2-3-1, provato praticamente solo nell’arrembante ripresa con il Pescara. Ma non finisce qui. In porta, per la prima volta in stagione, c’è Perisan, che soffia il posto a Merelli. Il “titolare” paga gli errori di Perugia e si accomoda in panchina. Infine dal mazzo esce anche la carta Minesso. Uno dei grandi ex di turno, ai margini nell’ultimo mese, riappare per la prima volta da titolare.Un bel rischio, in una gara in cui il tecnico ha bisogno che la squadra giochi per lui. Eppure i dubbi, da questo punto di vista, si diradano dopo pochi minuti. Il Padova c’è, vuole reagire in tutti i modi a un destino che da due mesi gli ha voltato le spalle. E probabilmente gioca anche per il suo allenatore. Che, a dir la verità, appare diverso dal solito. Meno urla, meno rimproveri al malcapitato giocatore di turno che passa davanti alla panchina. Più applausi, più incitamenti, più pollici alzati. Certo, qualche parolina poco gentile vola, quarto uomo e guardalinee non vengono risparmiati, ma l’atteggiamento di Bisoli è più contenuto. Pare fidarsi dei suoi, al punto che opera solo due cambi per dare più sprint al forcing offensivo. Ma non basta. […]
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) […] Dopo la sconfitta contro il Perugia e il lungo confronto negli spogliatoi della Guizza, mercoledì scorso, tra la proprietà e Bisoli, la partita di ieri suonava come un’ultima spiaggia per il tecnico: o vinceva o rischiava di saltare. E con un pareggio, invece, cosa succede?« Nulla. Bisoli è confermato», spiega senza esitazioni Bonetto. «Il tecnico era in discussione come tutti quando le cose non vanno bene. Ci siamo confrontati, anche a muso duro visti i nostri caratteri. Ma alla fine abbiamo convenuto che serviva solo remare uniti verso un’unica direzione. Spero che questa partita sia l’inizio di un nuovo campionato, come fu due anni fa dopo Padova-Reggiana. Speriamo che arrivi presto anche la vittoria». […] Ma prima di tutta questa disamina, Bonetto ha voluto lanciare un messaggio duro e preciso nei confronti del questore Paolo Fassari. Tema del contendere la capienza limitata dello stadio, che anche ieri ha fatto registrare il “tutto esaurito” con 7.500 spettatori. Il presidente non ci sta e sbotta: «Ho ricevuto decine di telefonate e messaggi da parte di tifosi e simpatizzanti, mi è stato riferito di bambini che piangevano fuori dalla Fattori perché abbiamo raggiunto la massima capienza stabilita e non potevano entrare. Io penso che queste cose succedano solo a Padova. Per questo mi sento di dire al signor questore che il Padova è composto da 8.000 tifosi che non sono delinquenti. Lui dice che ci sono le regole e vanno rispettate, ma allo stesso tempo esistono i diritti della cittadinanza. Vorrei che il questore mettesse tutti nelle condizioni migliori per venire allo stadio e che i tifosi non venissero sottoposti a tutti questi disagi». […]
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Alla fine dei conti è tutto sommato soddisfatto di questo pareggio a reti bianche contro il Cittadella il primo cittadino di Padova, Sergio Giordani, ex presidente del Calcio Padova negli anni della Serie A, da sempre vecchio cuore biancoscudato e mai assente alle sfide casalinghe. «Io personalmente ero convinto di vincerla, ma troppo spesso ragiono da tifoso. Comunque sono soddisfatto della prestazione perché ho visto una buona squadra: il Cittadella ha avuto il miglior gioco, noi le migliori occasioni. L’importante però è stato vedere una squadra in crescita rispetto alle partite precedenti, soprattutto nella ripresa quando con un po’ di fortuna in più potevamo anche vincerla. È un pareggio che può tornare buono per la classifica ma soprattutto per il morale, anche se certamente era meglio vincere per tenere lontani i rischi. Alla vigilia c’era tanta tensione ma l’ambiente deve stare tranquillo e come ha fatto oggi sostenere la squadra e questa società anche nei momenti di difficoltà». […]
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Derby da sempre molto sentito, ma quest’anno in particolare già decisivo per gli equilibri di classifica. Sono state 7500 le persone accorse a vedere la sfida tra Padova e Cittadella, raggiungendo il massimo della capienza consentita, con la prevendita già ultimata ancora a mezzogiorno e molte persone che ignare di questo sono dovute tornare a casa una volta arrivati ai botteghini. Sono stati comunque oltre 400 i tifosi cittadellesi che hanno raggiunto il capoluogo per la più comoda delle trasferte, occupando in buona parte la curva ospite e facendosi rispettare a livello di tifo nonostante la schiacciante superiorità dei sostenitori biancoscudati. Costante invece il sostegno della Tribuna Fattori che non ha mai accennato a contestazioni e che ha invece dimostrato grande attaccamento al Padova cantando fino al triplice fischio. […] L’entusiasmo più alto tra i tifosi di casa si è registrato con l’ingresso dei ragazzi terribili nati a Padova: Davide Marcandella (poi risultato il migliore in campo) e Andrea Cisco. E la disperazione maggiore è arrivata proprio nei minuti di recupero quando la conclusione dello stesso Marcandella è uscita di un soffio: vincerla con un gol di un padovano sarebbe stato ancora più bello.
Ore 09.20 – Le pagelle del Padova (Corriere del Veneto): Perisan 6, Salviato 6, Capelli 6, Trevisan 6, Contessa 6, Broh 6, Cappelletti 6, Minesso 6 (Marcandella 6.5), Capello 5.5, Pulzetti 6.5 (Cisco 5.5), Bonazzoli 5.5.
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) La prima notizia di giornata è che Pierpaolo Bisoli salva la sua panchina. Lo fa con una prestazione di squadra tutto sommato positiva, con un agonismo da derby in linea con le prime due uscite stagionali contro Verona e Venezia e con qualche buona chance non sfruttata. Al gong finale è 0-0, il Padova non vince da ben nove giornate e il pareggio col Cittadella certamente non può bastare per placare le ansie da retrocessione, anche perché l’ennesimo cambio di formazione, di uomini e di moduli non sposta la sostanza dei fatti. Ossia che, senza vincere le partite, difficilmente ci si può salvare. Tuttavia la sentenza del pomeriggio dell’Euganeo è di quelle che fanno rumore. Contrariamente a quanto era trapelato alla vigilia, a Bisoli basta il pareggio per rimanere in sella. Decisiva, a parere della società, la qualità della prestazione: nulla si può imputare alla squadra, del resto, sotto il profilo dell’agonismo e dell’impegno, ma i problemi che ci sono rimangono tali. E la loro risoluzione pare ancora lontana. […] Bisoli ripesca dalla naftalina Minesso e sgancia il 4-2-3-1, ossia il modulo con cui il Padova aveva riacciuffato la partita col Pescara. Nel complesso l’impressione resta abbastanza positiva, ma i numeri nel calcio difficilmente mentono. Nove partite, cinque sconfitte e quattro pareggi casalinghi: con questa media l’unico epilogo possibile è la retrocessione e la questione calendario (d’ora in avanti più morbido) vale solo in parte per giustificare il passo lento biancoscudato. Le note positive: la determinazione ritrovata, la capacità di rimanere a galla fino alla fine, qualche giocata di qualità. Le note negative: un attacco sempre asfittico, un’interpretazione a tratti ansiosa e arruffata, gli errori dei singoli, a cominciare dalle tre uscite consecutive sbagliate nel primo tempo da Perisan, che scalza Merelli fra i pali e che riesce a riscattarsi poco più tardi con un’uscita perfetta su Scappini. […]
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Alla vigilia l’indiscrezione era tangibile, confermata su più fronti: a Pierpaolo Bisoli serviva la vittoria per evitare l’esonero. Niente di tutto questo. Contrordine: come se nulla fosse accaduto poche ore prima. Basta lo 0-0, nonostante nove partite senza vittoria, perché l’allenatore resti al suo posto. Bisoli non parla, così come tutti i giocatori. Silenzio stampa che proseguirà almeno fino ad Ascoli. La società è convinta che faccia parte della ricetta per scrollarsi di dosso la zona – pericolo. Toni quasi trionfali in sala stampa, con il presidente Roberto Bonetto che si limita ad ammettere che «Bisoli era in discussione, ma oggi ho visto una buona squadra — dice — partita mschia e combattuta, in questa settimana abbiamo lavorato soprattutto sulla testa, sono soddisfatto di quanto visto in campo perché per le occasioni avute potevamo anche vincere». Ancora più determinato nella difesa del tecnico Giorgio Zamuner: «La squadra ha fatto un’ottima partita — sottolinea il dg — e questa era la risposta che tutti ci aspettavamo e volevamo! Abbiamo provato a vincerla fino alla fine, e se abbiamo messo sotto il Cittadella il merito va dato all’allenatore. Questo può essere l’inizio di un nuovo campionato. Non è un silenzio stampa per i calciatori, semplicemente vogliamo rasserenare la situazione. Oggi con un briciolo di fortuna e abilità in più potevamo anche vincerla. Le qualità questa squadra le ha, e l’ha dimostrato. Bisoli era contento e soddisfatto, questo ci fa ben sperare per il futuro. Sabato andiamo ad Ascoli, è un campo caldo ma oggi ne usciamo rafforzati». […]