Ore 20.00 – (Il Piccolo) Si va probabilmente verso un altro Monday Night per la Triestina. Dopo la partita di lunedì sera al Rocco contro il Giana Erminio, infatti, anche la settimana seguente l’Unione potrebbe giocare al lunedì. Quasi certamente Pordenone-Triestina verrà infatti spostata dall’originaria programmazione di domenica 11 novembre alle 18.30, e per esigenze televisive si dovrebbe giocare lunedì 12 novembre alle 20.45: il match del Bottecchia andrà in onda in diretta su Raisport. […]
Ore 19.00 – (Il Piccolo) Questa Triestina è sempre più triestina. Può sembrare un banale gioco di parole, ma è la pura verità. Il bellissimo gol del “mulo” Demetrio Steffè a Meda contro il Renate, è arrivato venti giorni dopo quello con cui l’altro triestino purosangue Federico Maracchi aveva sbloccato la situazione contro la Virtus Vecomp Verona. Insomma i triestini segnano e realizzano reti davvero di gran pregio, quasi a coronare l’opera all’insegna della triestinità che un altro mulo doc come Mauro Milanese ha iniziato fin dall’acquisizione della società. Quest’estate l’amministratore unico alabardato per continuare su questa strada ha fatto le cose in grande, riportando a Trieste due giocatori come Maracchi e Steffè che arrivavano già dai professionisti: Federico che ha 30 anni può già vantare un’esperienza quasi decennale tra i pro (Venezia, Pordenone, Feralpisalò, Trapani e Novara), più limitata ma già significativa per la sua età quella di Demetrio che di anni ne ha 22 (Savona, Teramo, Siena e Trapani). Ma anche lo stesso ritorno a Trieste di Massimo Pavanel può essere visto in quest’ottica, perché il tecnico sarà anche nato a Portogruaro ma è triestino di adozione, qui ci vive e ha vissuto tanti gloriosi anni con la maglia alabardata. Senza dimenticare la presenza nello staff di Stefano Lotti, quella di Luca Bossi e Billy Marcuzzi per la parte della preparazione atletica, come quella di Nicola Princivalli come allenatore della Berretti dopo esserlo stato della prima squadra la scorsa stagione. […]
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) In primavera sembrava sul piede di partenza. A seguire con attenzione Pier Francesco Bertoli c’erano club di grande livello, compreso il West Ham. Tanti altri compagni se ne sono andati verso A e B. Lui no, è rimasto. La società ha voluto trattenerlo per farlo crescere ancora in casa e aggregarlo al roster di prima squadra con altri 2001. Sino a mercoledì era entrato in corsa, mai dall’inizio. Contro il Lanerossi Vicenza, Tesser ha voluto dargli la soddisfazione di partire titolare al fianco di Domenico Germinale, di 14 anni più vecchio di lui, uno che ha collezionato 19 stagioni fra A, B e C. Pier Francesco non ha sfigurato. Tutt’altro, risultando alla fine l’attaccante più intraprendente del Pordenone due. «Meritavamo un risultato migliore afferma Bertoli riferendosi al match perso 0-1 con il Vicenza -. La squadra ha fatto bene. Io forse ammette dimostrando personalità e fiducia nei propri mezzi potevo dare qualcosa di più. Pensavo di fare meglio». Poi spiega il suo pensiero: «Entrare in corsa è più facile. Trovi più spazio, sfruttando la stanchezza accumulata dagli avversari che giocano dall’inizio. Partendo dal primo minuto tutto è più difficile. Inoltre, per la prima volta, ho giocato da attaccante centrale. All’inizio ho avuto qualche difficoltà, poi mi sono trovato bene con Germinale e anche con Ciurria». Passa quindi a parlare dell’apporto dato da tutti i giovani inseriti in formazione da Tesser. «Credo dice con sicurezza – che la squadra abbia dimostrato di poter lottare alla pari con formazioni più esperte, come il Vicenza, anche utilizzando qualche giovane. Per noi sono esperienze importanti. Stare in campo con giocatori navigati, sia fra le nostre fila che fra quelle avversarie, ci permette di carpire i loro movimenti. Sono cose conclude – che aiutano a crescere più in fretta». […]
Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) Con la Sambenedettese non si rivedrà ancora Gianvito Misuraca. Il centrocampista siciliano, classe 1990, non è ancora guarito dal problema al polpaccio e – contrariamente alle previsioni – non si accomoderà in panchina nel match con i rossoblù, in programma domenica alle 14.30 nelle Marche e valido per il decimo turno nel girone B di serie C. È dalla gara col Pescara di coppa Italia dello scorso luglio che il giocatore non si vede nelle liste ufficiali: l’attesa continua e il rientro slitta. L’infortunio e una successiva ricaduta l’hanno portato lontano dai campi: l’obiettivo di Tesser è recuperarlo almeno in panchina per il derby con la Triestina. […]
Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) Una rete all’andata e uno al ritorno: questo il bilancio delle sfide giocate l’anno scorso con la Sambenedettese per lui. Chissà, dunque, che vedendo rossoblù Simone Magnaghi torni a segnare. Il centravanti del Pordenone cerca quel gol che manca dallo scorso 23 settembre, quando bucò l’Albinoleffe. Da allora, tanto lavoro per la squadra, molti elogi da parte del tecnico Attilio Tesser ma nessuna gloria personale. Vedere i marchigiani, a cui non ha fatto sconti nel torneo precedente, potrebbe essere un bene. I neroverdi hanno bisogno di lui, oltre che del suo partner di reparto Leonardo Candellone. Lo scorso luglio la dirigenza del club cittadino disse: «Il nostro attaccante titolare, in questa stagione, sarà Magnaghi». Un’investitura importante per il giocatore di Lovere, che aveva bisogno di fiducia dopo un’annata in chiaroscuro. Arrivato al termine del mercato estivo del 2017, in scarsa condizione, fu soprattutto l’alter ego di Gerardi e mai un vero e proprio cardine del team. Ciò che è invece diventato da pochi mesi: partito benissimo in coppa Italia, la sfortuna ha voluto che a inizio settembre, prima del debutto in campionato col Fano, s’infortunasse (microfrattura a un dito del piede). È stato recuperato velocemente per l’esordio e da lì in poi, oltre al gol con l’Albinoleffe, ha sempre dato il suo contributo senza però eccellere a causa di una forma fisica non ottimale. Oltre alla perfetta condizione, ora, va ritrovato il gol. Che per un attaccante, al di là delle dichiarazioni di stima di mister Attilio Tesser, è sempre molto importante. […]
Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Si respirava soddisfazione ieri al campo sintetico di Caldogno dove il gruppo guidato da Giovanni Colella ha ripreso la preparazione in vista della trasferta di Imola in programma domenica. La vittoria ottenuta a Pordenone consente al Vicenza di approdare al terzo turno di Coppa Italia dove i biancorossi dovranno affrontare la FeralpiSalò che ai rigori ha superato il Sudtirol guidato dal valdagnese Paolo Zanetti. «Abbiamo vinto con i giovani e questo ci fa ancora più felici — sottolinea Colella — ho visto bene Zarpello, Zonta, ma bene anche i ragazzini Rossi, Sacchetto e Bianco che sono entrati nell’ultimo quarto d’ora. I giovani vanno fatti giocare con fiducia perché devono crescere, fare esperienza e dimostrare di avere le qualità». […]
Ore 13.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Citro contro il Livorno, Di Mariano col Verona e a Cremona, in mezzo Segre a Palermo. Sarà pure stato un calciomercato poco invasivo quello del Venezia, ma i rinforzi estivi inseriti su un telaio collaudato (anche nel blitz di martedì allo Zini nove titolari su undici erano reduci dalla scorsa stagione) hanno già inciso in positivo nelle prime nove uscite arancioneroverdi. Escludendo, infatti, i primi tre regalati da Bentivoglio nel vittorioso esordio con lo Spezia (25 agosto), tutti gli altri sei punti in classifica portano la firma dei volti nuovi, come del resto anche sei delle otto reti realizzate finora. L’attesa impennata c’è stata con l’arrivo in panchina di Walter Zenga, con un crescendo di prestazioni premiato dal jolly con cui Francesco Di Mariano ha consentito al Venezia di piegare la Cremonese in trasferta. «Una grande gioia per me aver realizzato un gol sicuramente dal sapore particolare, soprattutto perché arrivato in un momento in cui meritavamo di fare punti il sollievo del 22enne palermitano Si è visto ciò che di buono abbiamo fatto nelle ultime gare, dopo aver giocato bene e pareggiato contro avversarie forti come Verona e Palermo finalmente a Cremona abbiamo conquistato i primi tre punti fuori casa. Una vittoria che ci dà fiducia e convinzione, siamo contenti per il mister e per tutta la squadra». […]
Ore 12.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) […] Angeloni, a Cremona è arrivata la prima vittoria esterna della stagione. Che ne pensa? «Che non è un caso e che l’abbiamo ottenuta con pieno merito. La squadra già a Palermo ci era andata vicinissima, riuscendo a sfiorare la vittoria esterna che avrebbe già dato un senso pieno a quello che stava accadendo. Abbiamo dovuto pazientare qualche giorno, ma siamo stati premiati». Di Mariano acquisto indovinato. Ancora decisivo allo Zini e lo era stato anche nel derby. «Sono contento per Francesco e per la squadra. È stato uno dei primi nomi a cui abbiamo pensato quando è iniziato il mercato per rinforzare il Venezia. C’era molta concorrenza, il Crotone ci ha provato fino all’ultimo. Noi, però, ci eravamo mossi prima e alla fine è stata decisiva la volontà del giocatore». È un anno decisivo anche per lui, non crede? «È vero e lui lo sa. Ha un talento enorme e può giocare in vari ruoli. Ha firmato un contratto quadriennale, è stata una scelta precisa anche in questo senso. E credo che stia cominciando a pagare. Quando funziona la squadra, poi, tutti ne traggono beneficio». St Clair all’esordio a Cremona: come l’ha visto? «È stato rallentato da un infortunio nel momento decisivo della preparazione. Viene da un altro campionato, parla un’altra lingua, si deve adattare. Ha bisogno di tempo, ma tutti in società crediamo nelle sue qualità. Prima o poi emergeranno, non so quando, ma sono convinto che alla lunga sentiremo parlare di lui». […] Domenica è un’occasione d’oro per provare a ritrovare il sorriso anche in casa. «Vorremmo vincere per dare una gioia ai nostri tifosi. Abbiamo battuto lo Spezia alla prima, poi ci siamo fermati. Si gioca di domenica, di solito al Penzo viene più gente in questo orario. Ci auguriamo di dare continuità a questo bel momento».
Ore 12.00 – (La Nuova Venezia) In attesa del primo gol in Serie B, St Clair è andato a segno due volte con la Primavera di Nicola Marangon a Brescia. «Sono ovviamente felice a livello personale», ha ammesso Harvey St Clair, «ma lo sono ancor di più perché è arrivata anche la vittoria. Conta soprattutto il gruppo, la squadra».Differenze tra calcio inglese e calcio italiano?«In Inghilterra viene privilegiata la crescita personale, i miglioramenti di squadra, i risultati sono la conseguenza. In Italia, invece, conta soprattutto vincere, questo non è negativo perché alla fine rende il campionato molto competitivo».Al primo allenamento di Walter Zenga, il tecnico prese da parte St Clair e gli fece assistere alla seduta da bordo campo.«Lì per lì, non è stato piacevole, poi ho capito quali motivazioni avevano spinto l’allenatore a fare quella scelta. Sono stato attento, mi sono concentrato, ho cercato di capire meglio quello che mi avrebbe chiesto il tecnico. I frutti si sono visti nei giorni successivi».Ti aspettavi una partenza così difficile per il Venezia in campionato?«No, davvero, perché vedevo in allenamento segnali positivi, il gruppo era vivo. Sono contento che gli ultimi risultati ci abbiano permesso di tirarci fuori da una scomoda posizione di classifica». […]
Ore 11.30 – (Gazzettino) Un passato come attaccante del Padova, un presente che lo vede da ben oltre un decennio come grande stratega sul mercato nonché dirigente di punta del Cittadella. Stefano Marchetti senza difficoltà si è già calato in pieno clima derby per la partita di domani alle 15 allo stadio Euganeo. […] Si aspettava di vedere il Padova in difficoltà dopo dieci gare di campionato? «Sinceramente no, perché è reduce dalla vittoria del campionato di serie C e ha iniziato con grande entusiasmo la stagione. Senza tralasciare che possiede un organico composto da giocatori di valore, anche se alla fine è sempre il campo il depositario delle prestazioni che fai. Però siamo solo all’inizio, le pagine da scrivere sono ancora moltissime e tutto può essere ribaltato». Il rendimento del Cittadella invece è in linea con le vostre attese? «Difficile dirlo, però sono contento. In estate abbiamo fatto una rivoluzione cambiando quattordici giocatori e pensare di trovare subito questa intesa e amalgama non era scontato. Sin dai primi giorni del ritiro si è visto che i ragazzi hanno fatto gruppo trovando il feeling che avevamo anche l’anno scorso, e mi ha sorpreso che siano riusciti a portarlo immediatamente anche sul campo. Mi complimento con loro, e adesso chiedo che mi sorprendano fino alla fine». […] Quali possono essere, all’Euganeo, i giocatori decisivi da una parte e dall’altra? «Tra i biancoscudati direi Cappelletti per la determinazione e Clemenza per la qualità, fermo restando che Bonazzoli è un altro giocatore al quale dobbiamo prestare molta attenzione. Per quanto riguarda il Cittadella, dobbiamo giocare da squadra. La mentalità e il nostro modo di giocare devono essere l’arma in più».
Ore 11.10 – (Mattino di Padova) Stefano Marchetti, se le diciamo Padova, lei cosa ci risponde? «Che è stata una bellissima parentesi della mia carriera calcistica, di cui conservo splendidi ricordi, che poi ho legato alle persone. Una per tutte Claudio Cappelletti, l’allora segretario del settore giovanile. Avevo 16 anni. L’ho ritrovato poi quando andai al Venezia e infine a Cittadella: qui è stato il nostro segretario per 18 anni. Mi ricordo che a Padova stava nella sua stanzetta in sede e ci chiamava ogni tanto per consegnarci i rimborsi-spese dei viaggi che affrontavamo per venire ad allenarci in città. Era davvero un altro calcio, quello».Ci racconti… «Per raggiungere Padova partivo in bici da Fontaniva, il mio paese natale, e andavo a Cittadella, dove alla stazione delle corriere prendevo il pullman per Padova. Da piazzale Boschetti, attraverso i giardini dell’Arena, mi spostavo in corso del Popolo e salivo sull’autobus diretto all’Appiani. Stesso tragitto al ritorno, dopo l’allenamento al Monti. A Cittadella qualche volta mi hanno rubato la bici, così rientravo a casa in autostop. Adesso, se non vai a prendere i ragazzini con il pulmino, sembra quasi che tu faccia loro un torto… Eh, allora si diventava uomini in fretta. Al Padova rimasi 3-4 anni, andando via e ritornando». Il ricordo dell’Appiani? «Vi ho esordito in Serie C. Uno stadio storico, dove, quando entravi, avvertivi la pressione che da fuori subivano soprattutto gli avversari. C’era qualcosa che non c’è più. Era il cuore di Padova». […] utti si chiedono: andrà mai via da qui, magari per società e traguardi più altisonanti? «Sono ambizioso, non lo nascondo. E il mio sogno è di portare il Cittadella in Serie A, sarebbe chiudere un cerchio, resterebbe nella storia. Difficile, complicato, eppure intrigante, anche se papà Gabrielli mi diceva sempre: “Ricordati che questa società ci dev’essere oggi, domani e anche dopodomani”. In sostanza, fai sempre le cose con giudizio. Qui sto bene, ma voglio provarci».Domani c’è il derby tutto padovano. Vi presentate con una dote di 15 punti in 9 partite, il Padova ne ha ottenuti 7 in 10. Siete i favoriti. «No, non ci casco. Il derby sfugge ad ogni pronostico. Mi aspetto un Padova carico a mille, che proverà a fare la gara della vita. Per noi sarà fondamentale l’approccio. Se dovessimo far bene, allora potremmo davvero convincerci che lì, in alto, ci possiamo stare sino alla fine. Ma le insidie sono notevoli, bisognerà giocare la partita perfetta».
Ore 10.50 – (Mattino di Padova) Come previsto è arrivata la squalifica per una giornata di Alberto Rizzo, terzino sinistro del Cittadella, per “doppia ammonizione per comportamento scorretto nei confronti di un avversario”. Oltre a lui, nel derby saranno assenti i difensori centrali Adorni e Scaglia e l’attaccante Bizzotto, molto probabile anche il forfait di Pasa, alle prese con la sublussazione alla spalla rimediata a Pescara: il centrocampista sarà monitorato nelle prossime ore, ma è difficile che rientri fra i convocati contro il Padova. Va detto che Pasa sarebbe comunque partito dalla panchina: inimmaginabile che capitan Iori non giochi una gara come questa.Proprio il numero 4 granata sarà uno dei soli tre “superstiti” in casa Citta dell’ultimo derby all’Euganeo, oltre a Benedetti e a Schenetti: era il 21 febbraio 2016 e l’incontro terminò 1-0 in favore degli uomini di Venturato, in gol con Litteri, abile a ribadire in rete il pallone che proprio Iori aveva incornato sulla traversa. Per la probabile formazione, davanti a Paleari dovrebbero schierarsi Ghiringhelli, Drudi, Frare (o Camigliano) e Benedetti, a centrocampo, ai lati di Iori, Settembrini, Branca e Proia si contendono due maglie, mentre Schenetti agirà da trequartista alle spalle di Finotto e Scappini. […]
Ore 10.30 – (Corriere del Veneto) […] Nella città murata ieri hanno appreso con disappunto della designazione di Luigi Nasca di Bari per il derby. Diresse Frosinone-Cittadella, semifinale playoff di ritorno dello scorso giugno e fu contestatissimo. La stampa nazionale promosse Nasca, di diverso avviso dirigenti e allenatore, per i quali l’arbitraggio fu a dir poco penalizzante. Considerati i precedenti dell’attuale campionato che hanno coinvolto i granata, di sicuro sarà un sabato caldissimo anche su questo fronte. Il dato affluenza: 184 biglietti nel settore ospiti, 261 nel resto dello stadio.
Ore 10.00 – (Gazzettino) Allenamento a porte chiuse ieri alla Guizza in vista del derby in programma domani, che deciderà il destino di Bisoli sulla panchina biancoscudata. Prima del lavoro sul campo, al quale ha assistito in parte anche il presidente Roberto Bonetto, il direttore generale Giorgio Zamuner ha parlato alla squadra: un discorso motivazionale, nel quale ai giocatori è stato sostanzialmente detto che tirando fuori ancora qualcosa in più, possono uscire dall’attuale situazione di classifica ritrovando al tempo stesso autostima, determinazione e voglia di fare risultato. Top secret le strategie che Bisoli sta studiando, e anche oggi è prevista un’altra seduta sempre lontano da occhi indiscreti che si terrà nel pomeriggio all’Appiani. Al termine del lavoro sul campo Pulzetti e compagni andranno come di consueto all’Hotel Piroga, che è la sede del ritiro in occasione delle partite casalinghe. Per quanto riguarda i giocatori indisponibili per acciacchi, sono quattro: oltre a Madonna, Mandorlini e Sarno, si è aggiunto Ravanelli che è costretto a sventolare bandiera bianca per il riacutizzarsi di una piccola elongazione alla gamba sinistra, che l’ha costretto alla sostituzione nel turno infrasettimanale di martedì con il Perugia. […]
Ore 09.50 – (Gazzettino) I biglietti per il derby all’Euganeo sono disponibili fino alle 12.30 di domani sul sito listicket.it e nelle seguenti tabaccherie del medesimo circuito. A Padova: Drago, via Buonarroti, 89; 212, via Montà 157/c; Ponzin, via Conselvana Guizza 230; Grosselle, via Facciolati 4. Ad Abano Toto Abano, viale delle Terme, 87. A Cittadella: Berno, via Borgo Bassano 113; Barin, via Borgo Vicenza 163. A Galliera Veneta Dalla, via Roma 214. A Piazzola sul Brenta Colonna, via Roma 6. Fino alle 12 di domani ci si può rivolgere pure al Padova Store in via Roma 117, mentre i botteghini dello stadio, in cui i prezzi dei tagliandi sono più alti, domani verranno aperti dalle 13. La prevendita per il settore ospiti (12 euro più diritti) si chiuderà invece nella giornata di oggi. Al momento i numeri non sono particolarmente significativi, con 445 biglietti già acquistati di cui 184 per la curva ospiti, ma verrà comunque superata, considerati i 5.269 abbonati dell’attuale stagione, l’affluenza di 6.144 spettatori che seguirono l’ultima sfida all’ombra del Santo tra biancoscudati e granata che risale al campionato di Lega Pro 2015-16 e vide il successo degli ospiti per 1-0 grazie al gol di Litteri. Stesso esito, ma con un pesante 4-0 a spese del Padova, nel derby più recente in serie B. Era il 22 marzo 2014, segnarono Pellizer, Azzi, Perez e Donnarumma in una delle peggiori giornate del calcio padovano di cui all’Euganeo furono testimoni 9.603 tifosi, con i biglietti quel giorno in vendita al prezzo simbolico di un euro. […]
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il Padova si blinda per preparare la partita più importante della stagione, il derby di domani all’Euganeo contro il Cittadella. Una partita fondamentale per una squadra che non vince da due mesi e ancor di più per il suo allenatore, che per la prima volta da quando è sbarcato all’ombra del Santo rischia il posto. Pierpaolo Bisoli ieri ha diretto l’allenamento a porte chiuse, mentre mercoledì non si era nemmeno presentato in campo, restando a colloquio per tre ore negli spogliatoi, prima con presidente e vice, quindi solo con il direttore generale Zamuner. L’aspetto principale che la dirigenza imputa al tecnico è non essere riuscito a dare certezze alla squadra. Va bene ruotare gli uomini, va bene fare qualche esperimento a inizio stagione, ma sono stati troppi i cambiamenti, anche repentini, che hanno contraddistinto queste dieci giornate, finendo con il mandare in confusione il gruppo. Nove formazioni diverse su dieci, quattro moduli differenti utilizzati a inizio partita, tanti giocatori schierati in più di un ruolo. […]
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Allenamenti a porte chiuse. Giocatori, presidente e allenatore in silenzio. Futuro di Pierpaolo Bisoli appeso a un filo e legato in tutto e per tutto a una vittoria domani nel derby col Cittadella. Il Padova si avvicina a grandi passi verso il primo vero bivio stagionale. La squadra è in piena crisi e, dopo l’inizio boom con quattro punti contro Verona e Venezia, nelle successive otto partite sono arrivati tre pareggi e cinque sconfitte. Una media da retrocessione, tanto che la società sta seriamente prendendo in considerazione l’ipotesi di un cambio in panchina in caso di mancata vittoria nel derby. Uno scenario a cui nessuno vorrebbe arrivare, ma che si rende necessario mettere sul piatto visto il rendimento deficitario del gruppo. Il confronto proprietà–allenatore è duro, a tratti teso, ma costruttivo, al punto che la volontà di tutti resta quella di uscire dalle difficoltà con l’attuale guida tecnica. Allo stesso tempo sono diverse cose a preoccupare il presidente Roberto Bonetto e pure il direttore generale Giorgio Zamuner: primo, il fatto che non si sia scelto un modulo base; poi, «10 partite-10 formazioni diverse» è un dato di fatto che ha tolto le poche certezze che ci sono a una squadra in confusione e senza un’identità di gioco; terzo, i troppi moduli cambiati (3-4-1-2 nelle prime due partite, poi in ordine sparso 4-3-3, 4-2-3-1, 3-5-2, 5-3-2 puro e 4-3-1-2), il segno che Bisoli non riesce a trovare la quadratura del cerchio. […]