Padova-Spezia, l’analisi de “Il Gazzettino”

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È un Padova ancora in convalescenza quello che ha pareggiato in casa con lo Spezia, anche se per la prima volta dopo sei partite la squadra ha chiuso la gara senza gol al passivo. Sulla testa dei biancoscudati ha sicuramente pesato il momento difficile e il gioco ne ha risentito sul piano dell’intraprendenza e dell’efficacia: per più di un’ora infatti la truppa di Bisoli si è preoccupata soprattutto di proteggere la propria area e solo nel finale ha trovato un po’ di coraggio per minacciare la porta avversaria (palo di Capello). Anche i liguri comunque non hanno contribuito a fare lievitare lo spettacolo, dando l’impressione alla resa dei conti di accettare volentieri il punto. Il primo tempo è filato via sui binari dell’equilibrio e con poche emozioni. Il Padova, con Serena e Guidone per la prima volta in campo dall’inizio in un 3-5-2 molto bloccato, ha scelto in avvio un atteggiamento prudente, abbassandosi dietro la linea della palla e lasciando di fatto l’iniziativa allo Spezia. La superiorità territoriale della formazione ospite si è però infranta puntualmente ai limiti dell’area, dove gli spazi per passare erano di fatto inesistenti e il tridente d’attacco (privo anche di Galabinov, partito dalla panchina) ha girato spesso a vuoto. Constatata la pochezza offensiva dello Spezia, i biancoscudati hanno cercato timidamente di avanzare il baricentro, provando soprattutto a sfruttare le corsie esterne.

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Al quarto d’ora Bisoli ha provato a rompere gli indugi: fuori un confusionario Pulzetti e dentro Capello. La squadra è passata a un più spregiudicato 3-4-1-2, faticando però a trovare la compattezza tra i reparti sempre a causa dell’inferiorità numerica a centrocampo. Lo Spezia ha provato ad approfittarne e in un paio di circostanze ha creato le premesse per rendersi pericoloso nell’area del Padova, reclamando anche un rigore per un contatto dubbio davanti alla porta tra Zambataro e l’ex granata Bartolomei. La risposta dei biancoscudati non si è fatta attendere, con due pregevolissime giocate di Capello. La prima ha prodotto un assist velenosissimo che Cisco (subentrato a Guidone) non è riuscito a sfruttare, attaccando in ritardo lo spazio. Nella seconda situazione Capello si è messo in proprio, inventandosi una spettacolare rovesciata di destro che si è infranta sul palo. E lo 0-0 è andato in archivio.

(Fonte: Gazzettino, Claudio Malagoli. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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