Il Padova perde Matteo Mandorlini sino alla prossima primavera. L’infortunio che il centrocampista romagnolo si è procurato in allenamento lunedì pomeriggio alla Guizza è tra i peggiori che possano capitare a un calciatore: rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Ma nell’appoggiare male la gamba sul terreno di gioco, dopo aver controllato un pallone con il destro, il figlio d’arte (papà Andrea guida la Cremonese ed è stato anche sulla panchina biancoscudata) ha compiuto una torsione talmente innaturale dell’arto che le conseguenze sono state ancora peggiori: la risonanza magnetica effettuata al Poliambulatorio Arcella avrebbe evidenziato pure lo stiramento del crociato posteriore, quello del legamento collaterale mediale e la sospetta rottura del menisco.
[…]«Quando parte male, va peggio», il primo commento, sconsolato, del romagnolo, che proprio lunedì ha compiuto 30 anni, «un compleanno incredibile, purtroppo sono rimasto vittima di un infortunio banale: ho appoggiato male la gamba sinistra e ho sentito subito “crac”. Mi hanno portato via a braccia i compagni, avevo tanto male». Dalla sua casa in città, bloccato per il momento il ginocchio con un tutore, Mandorlini riesce a trovare la forza di commentare quanto gli è successo con un po’ di serenità, dopo la rabbia e la paura del primo momento: «Non mi era mai accaduto di farmi male alle gambe, questo è il primo serio infortunio che mi capita. Pensare che mi sentivo bene, a Crotone ero in panchina, rientrato in gruppo dopo essermi operato alla mano destra che mi ero fratturato nella gara contro il Pescara (terzo metacarpo, ndr). Si vede che quest’anno doveva andare così. Mi dispiace tanto, ero convinto di poter dare di nuovo un contributo importante alla causa. Invece…».
[…]«Non credevo di ricevere così tanta solidarietà da parte della gente. Mi stanno scrivendo moltissimi tifosi, si dicono tutti dispiaciuti e mi fanno i classici auguri di pronta guarigione. Anche i compagni, che si sono resi subito conto, come me, della gravità dell’infortunio, mi sono vicini. Sotto questo aspetto, almeno, ho motivo per consolarmi».
[…](Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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[…]Mandorlini, nonostante l’infortunio lei sembra battagliero… «Perché ero abbastanza sicuro che era successo qualcosa di grave. Il dolore che ho sentito non l’avevo mai provato. Non mi ero mai rotto il ginocchio, purtroppo stavolta è successo. Mi dispiace, perché ero in un momento di forma buono, stavo rientrando e mi sentivo bene. Ma bisogna farsi forza e andare avanti». La seconda metà del 2018 per lei è stata orribile… «Dal punto di vista sportivo sicuramente è stata tribolata e difficile. Prima il mercato, poi il reintegro, poi l’infortunio alla mano, adesso che stavo guarendo la nuova tegola. La peggiore. Ma non è stato tutto negativo, sono anche diventato papà ed è stata sicuramente una grande gioia». E poi nella prima parte dell’anno c’è stata anche la promozione… «Eh sì, è stato proprio un anno a due facce. La prima parte bellissima, con la festa per la Serie B, la seconda da dimenticare in fretta». Ci racconta come si è infortunato? «Un normale contrasto di gioco. Purtroppo sono arrivato sul pallone in modo troppo irruento e sono atterrato male. Ho messo male il piede e c’è stato il crac».
[…]Le hanno telefonato in tanti per farle in bocca al lupo… «In tanti mi hanno mostrato vicinanza, anche i tifosi mi hanno scritto su facebook. Ringrazio tutti, passerà anche questa».
(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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Rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. È il responso impietoso della risonanza magnetica effettuata ieri al Poliambulatorio Arcella da Matteo Mandorlini, che si è fatto male in allenamento lunedì, proprio nel giorno del suo trentesimo compleanno. Davvero sfortunato il giocatore biancoscudato, che appena due settimane fa era stato operato per una frattura alla mano rimediata con il Pescara, unica sua partita di questo campionato. «È stato un bel trauma. Ho sentito crock e un forte dolore per quasi un minuto, dopodiché è diminuito per poi restare costante. Ho capito subito che era qualcosa di grave, dentro di me ho sentito qualcosa di strano, anche se ho cercato di essere un po’ positivo sperando che non fosse niente. È la prima volta che mi capita un infortunio di questa entità: mio fratello, che si è rotto il crociato due volte, compagni e amici mi hanno detto di stare tranquillo. Nonostante sia la mia prima volta, conosco il percorso che mi aspetta anche perché Madonna si era procurato più o meno lo stesso infortunio l’anno scorso e gli ero stato vicino». Ci può spiegare la dinamica? «Ho intercettato con il destro il pallone che era un po’ veloce, mi sono sbilanciato con il corpo e ho appoggiato male il piede sinistro avvertendo il trauma. Già lunedì tutti i compagni si sono preoccupati per me, Salviato mi ha anche portato all’ospedale Sant’Antonio perché si temeva che ci potesse essere anche qualcosa a livello osseo, e poi mi ha riaccompagnato a casa. Mi ha fatto molto piacere sentirli tutti molto vicini. Lunedì sera aveva programmato una cena tra amici per festeggiare il mio compleanno: se al mattino avevo ricevuto tanti messaggi di auguri e di prese in giro, alla sera mi hanno scritto per sostenermi. Un compleanno che ricorderò».
[…](Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)