Ore 20.30 – (Il Piccolo) Non ha dubbi Andrea Procaccio nel ripensare a quell’occasione capitata alla Triestina alla mezzora della ripresa, con l’Unione martellante e la corazzata Ternana alle corde. «Secondo me era rigore perché il fallo è iniziato prima ma si è concluso in area. Fuori dall’area c’è stato il contrasto, che ero riuscito a vincere, poi dentro l’area mi ha tirato giù, quindi era rigore». E in effetti, l’ausilio delle immagini viste e riviste sembrano dar ragione all’ex attaccante del Borgosesia. Uno dei rammarichi di una serata che ha illuminato gli occhi dei tifosi per il gioco espresso. «Avremmo meritato la vittoria, quando è stato espulso il loro giocatore (il triestino Pobega n.d.r.) li abbiamo messi lì, è mancato veramente poco per il gol, c’è stato anche il palo di Maracchi, molte altre azioni oltre all’episodio del rigore. Meritavamo noi». […]
Ore 20.00 – (Il Piccolo) Come spesso gli accade, l’intensità della scossa che ha dato al match, è inversamente proporzionale alla sua statura. Mirco Petrella sarà anche un attaccante tascabile, ma procura enormi problemi alle difese avversarie, come è accaduto contro la Ternana. Nel primo tempo il traversone insidioso sul quale Granoche non è arrivato per un pelo, poi nella ripresa un gran tiro sul quale il portiere ospite Iannarilli ha fatto un miracolo, quindi finalmente il sinistro chirurgico che ha dato il pareggio all’Unione: «Sì, è stato un bel tiro – dice Petrella – ma l’importante è che sia servito alla squadra perché dopo la prestazione negativa di Bolzano volevamo rifarci. E sicuramente non sono mancati né l’atteggiamento, né l’impronta tattica. Certo, resta un pò di rammarico perché sarebbero stati tre punti importanti per la classifica». I saliscendi della Triestina in questo periodo, per Petrella sono assolutamente comprensibili, ma c’è anche la consapevolezza della propria forza: «Penso che sapevamo tutti che non eravamo scarsi, anche dopo il ko di Bolzano, ma siamo una squadra che può giocarsela davvero con tutti e contro la Ternana l’abbiamo dimostrato. Chiaramente con tutte queste partite ravvicinate che ci sono state in questo periodo, ci sono stati degli alti e bassi come è normale che sia, ma sappiamo che possiamo davvero impensierire tutti». […]
Ore 19.30 – (Il Piccolo) «Sono orgoglioso dei ragazzi, faccio loro i complimenti, ma dico anche che da questo livello non si torna più indietro, da qui in poi si continua a migliorare». Le parole di Massimo Pavanel alla fine della bella prestazione della Triestina contro la Ternana, la dicono lunga sul pensiero del mister. Il tecnico ha visto finalmente la squadra che voleva lungo tutto l’arco della partita, ma avverte che d’ora in poi passi indietro non sono ammessi: «Il pareggio ci sta molto stretto – dice – come giustamente siamo stati criticati per Bolzano, anche se non capisco l’insoddisfazione per Monza dove abbiamo fatto una buona partita, va detto che con la Ternana strameritavamo la vittoria. È stata una grande prestazione: la squadra ha giocato da squadra, ed è la prima partita in cui ha avuto veramente una continuità per 90 minuti. Ma ora bisogna continuare a migliorare in ogni partita, non si torna più indietro». Pavanel prova poi a spiegare il diverso rendimento che finora gli alabardati hanno avuto tra casa e trasferta: «Le prestazioni effettivamente sono diverse, ma è diverso anche il modo in cui ti affronta l’avversario. La nostra idea non cambia, è sempre quella di fare la partita, ma cambia l’avversario : inoltre in tutte le nostre trasferte abbiamo trovato squadre che giocavano a tre, un sistema che ti fa andare fuori giri e non è facile da aggredire. Guardate, io sono autocritico e obiettivo, però non troppo. Non si possono far passare giudizi estremamente negativi. Mercoledì il Sudtirol ci ha battuto sotto ogni aspetto e il primo responsabile sono stato io, ho fatto un turnover troppo ampio, ma se con la Ternana avessimo giocato domenica e non sabato, non l’avrei fatto così spinto. Comunque ho fiducia in tutto il gruppo e se c’è questo spirito visto per tutta la partita, noi romperemo le scatole a tutti. Ma attenzione, ho detto romperemo le scatole, perché non siamo la Juventus». […]
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Neroverdi imbattuti, primi e in fuga (+4 sulla sorprendente Fermana, +5 su Vicenza, Imolese e Sudtirol), società più che soddisfatta, popolo in visibilio: eppure per Attilio tesser sembra tutto normale. «Complimenti alla Fermana per il secondo posto esordisce il tecnico di Montebelluna -. Domenica sarà qui al Bottecchia. Dobbiamo recuperare le energie e prepararci al meglio per questo importante scontro». Il primo posto con distacco dei suoi ragazzi? «Quattro punti di vantaggio sulla seconda nicchia l’Attilio sarebbero importanti a 3-4 partite dalla fine. Oggi però siamo appena all’ottava giornata. Il bilancio di questa settimana (7 punti in 3 gare, disputate nello spazio di 8 giorni, ndr) è certamente positivo, però il campionato è lunghissimo». Qualcosa di positivo riesce a dire, l’incontentabile. «La vittoria, a mio avviso afferma è meritata, perché già nei primi 20′ avevamo creato tre nitide occasioni. Il Renate è passato con il primo tiro verso la nostra porta. Devo ammettere che quella di Venitucci è stata una conclusione veramente spettacolare. Fortuna? No, conosco il giocatore e sapevo che ha in repertorio anche soluzioni di grande levatura tecnica». Tesser pone ancora una volta l’accento sulla capacità di reazione della sua squadra. «I ragazzi tiene a sottolineare hanno dimostrato una volta di più di avere carattere. La reazione al gol delle pantere è stata forte. Non era facile risollevarsi dopo quel gol a freddo, subito mentre stavamo dominando la partita». […]
Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Ramarri in fuga. Il 2-1 in rimonta ai danni del Renate, concomitante con i risultati piuttosto sorprendenti che sono arrivati dagli altri campi, permette al Pordenone di allungare in testa e di portarsi a +4 sulla seconda, la Fermana che sarà ospite domenica al Bottecchia per uno scontro al vertice. Due gol e tre legni colpiti dai neroverdi. Potrebbe sembrare un successo facile. Ma non è stato così. Il Renate (bestia nera, finora mai battuto al Bottecchia) è passato in vantaggio al 30′, dopo mezzora di solo Pordenone, grazie a una prodezza di Venitucci, capace di centrare il sette alto alla destra di Bindi da distanza siderale. C’è voluta tutta la determinazione del gruppo plasmato da Tesser per ribaltare il risultato. Singolare il fatto che il tecnico di Montebelluna abbia alternato 5 punte nell’arco dei 94′ e che i gol del pareggio e del sorpasso siano arrivati grazie a due colpi di testa di due difensori (De Agostini e Barison), sui soliti piazzati di Burrai. Tesser si affida inizialmente all’undici che l’ha portato in testa alla classifica del girone B, con l’unica variante-garanzia di Berrettoni che parte dall’inizio alle spalle della coppia di centravanti Magnaghi-Candellone. Fra i pali ovviamente c’è Bindi, protetto dalla difesa titolare composta da Semenzato, Stefani, Barison e De Agostini. A centrocampo lavorano Gavazzi, Burrai e Bombagi. […]
Ore 18.00 – (Messaggero Veneto) È decisamente soddisfatto Attilio Tesser. Non può essere altrimenti vista la classifica e i 7 punti nelle tre partite giocate nell’arco di una settimana. «Nei primi 20′ abbiamo fatto molto bene, creando tante situazioni pericolose: peccato solo non averle concretizzate – ha detto in sala stampa -. Dopo aver subìto il gol la gara è stata equilibrata. Nella ripresa la partita è cambiata: l’intensità si è alzata e, con tre punte, abbiamo alzato il baricentro. Le reti sono arrivate poi anche grazie alla bravura di Burrai sui calci piazzati: onestamente è una fortuna avere un giocatore del genere. Sono soddisfatto, ho ottenuto risposte importanti e questa è una squadra che ha dimostrato di avere carattere e di non mollare mai». La classifica? «Dice che abbiamo 4 punti di vantaggio sulla Fermana ma ricordiamo che siamo solo all’ottava giornata – ha tenuto i piedi per terra -. Non dobbiamo dare troppo significato. Continuiamo a lavorare e pensiamo solo alla sfida che ci attende».Michele De Agostini ha elogiato il gruppo: «È sempre più maturo – ha affermato il terzino, al suo primo gol in campionato -. A mio parere la differenza la sta facendo la coesione che c’è tra giovani e vecchi. Sono contento, col Renate abbiamo disputato un’ottima gara, la migliore dell’anno. E dico pure che, se avessimo perso, non sarei stato preoccupato: con prestazioni del genere bisogna solo avere fiducia. Il gol? Sono contento per i tre punti. La strada intrapresa è quella giusta». […]
Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) La seconda rimonta consecutiva lancia il Pordenone in fuga, a più 4 non sulle teoriche, vere rivali-promozione, bensì su quella sorprendente Fermana che proprio domenica sarà di scena al Bottecchia, in un big match del tutto inaspettato. I neroverdi volano, dunque, e lo fanno con carattere e determinazione, al termine di una partita dominata per una mezz’ora eppure complicatasi maledettamente dopo l’eurogol trovato da Venitucci nel primo tempo. Successo legittimato da due traverse e un palo colpiti, anche se va detto che al Renate, sull’1-0 a proprio favore, viene negato un rigore abbastanza evidente per un mani di Burrai.Ma tutto è bene quel che finisce bene e il Pordenone ha di che gioire: le “big” perdono colpi, la squadra di Tesser no, grazie alle mille soluzioni di cui dispone. Insomma, per la lotta al vertice i ramarri ci sono eccome. E domenica avranno un’altra ghiottissima occasione per continuare a sognare in grande. Schieramento annunciato quello del tecnico veneto, che riposiziona Stefani al centro della difesa con Barison, Bombagi mezz’ala con Burrai e Gavazzi, Berrettoni trequartista e la coppia Magnaghi-Candellone in attacco, mentre l’eroe di Pesaro Germinale parte nuovamente in panchina. […] È un vero assedio, cui il Renate non riesce a opporsi. Eppure, incredibilmente, sono gli ospiti a passare in vantaggio alla mezz’ora: Venitucci riceve palla sulla trequarti di destra, alza la testa e vede Bindi leggermente fuori dei pali e con un potente destro di collo esterno beffa l’estremo neroverde infilando ilsette più lontano. […] Per pareggiare ci vuole un bel piazzato di Burrai. Lo conquista con caparbietà Candellone, sullo spiovente dalla trequarti del regista arriva De Agostini, inzuccata e gol.Sulla ripartenza del Renate, Gomez di testa impegna Bindi in una difficile deviazione oltre la traversa. Al 34′ ci prova Magnaghi dai 20 metri, palla che esce non di molto. Al 36′ il nuovo entrato Bertoli, classe 2001, ruba un bel pallone al limite dell’area e calcia subito: gran parata di Cincilla. Pordenone rinfrancato e assedio finale: De Agostini si scatena sulla fascia, è il primo a voler vincere: al 38′ su suo assist Germinale scheggia il palo. Il gol arriva al 41′, su azione fotocopia di quella dell’1-1: punizione velenosa dalla trequarti sinistra di Burrai, stacco stavolta di Barison e nulla da fare per Cincilla. […]
Ore 17.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.40 – Qui Guizza: lavoro atletico.
Ore 16.20 – Qui Guizza: esercitazioni a campo ristretto in corso.
Ore 16.00 – Qui Guizza: tornano invece regolarmente in gruppo Clemenza e Mazzocco.
Ore 15.40 – Qui Guizza: infortunio al ginocchio per Matteo Mandorlini, che resta a terra dolorante circondato dai compagni prima di essere accompagnato in braccio negli spogliatoi.
Ore 15.20 – Qui Guizza: assenti Sarno e Della Rocca, in permesso. Lavoro a parte per Trevisan, Salviato, Ravanelli e Minesso.
Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) […] «Con il nuovo mister vince soprattutto il gioco di squadra – è l’opinione di Marcello Falzerano – ed ha questo abbiamo lavorato lungo tutta la settimana. Abbiamo curato l’aspetto mentale, perché Zenga vuole che ci divertiamo e che proviamo o torniamo a provare gioia nel praticare lo sport. Credo che il pareggio sia giusto e abbiamo retto molto bene il confronto con il Verona, impegnato a vincere il campionato. Non ho sofferto per il cambio di modulo, perché gioco come ho sempre fatto, sulla mediana. Non so gli altri, ma io ho ritrovato la voglia e la serenità nell’allenarmi e nello stare con i miei compagni». «È stato un gol importante – spiega l’autore della rete lagunare, Francesco Di Mariano – perché ha permesso il pareggio del Venezia ed è capitato sotto la pioggia, in situazioni meteo avverse, con turbini d’acqua e vento. Avremmo potuto arrivare alla vittoria, ma è andata così: non abbiamo fatto i tre punti ma non li abbiamo persi, guadagnandone uno. Anche a Palermo sarà un’altra battaglia. Sapevo che la nostra resurrezione era solo questione di tempo. Il mister ci ha dato fiducia e noi l’abbiamo ripagato. La sintesi della partita è per ora questa, poi vedremo come fare ancora meglio».
Ore 14.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Questo è il mio Venezia». Esordisce in tal modo un soddisfatto Joe Tacopina; il pareggio gli va bene, come lo spirito dimostrato dalla squadra. «È il Venezia che volevo – continua il presidente – capace di lottare su ogni palla. Certo avrei preferito i tre punti ma a me interessava di più l’aspetto mentale del gruppo: ho visto forza, dedizione e coraggio, qualità che ci porteranno lontano». «Il presidente Tacopina mi ha chiesto di guardare insieme la classifica dopo dieci partite – racconta il neo allenatore degli arancioneroverdi, Walter Zenga – Iniziare tutti assieme questa nuova avventura affrontando il Verona ed in tempo atmosferico infame è stato difficile ma i ragazzi hanno risposto a quanto chiedevo loro: uno spirito veloce, divertendosi a giocare a calcio. A noi manca un rigore non concesso, loro hanno colpito un palo. Direi che il risultato è stato giusto e credo che il pubblico abbia apprezzato il gioco della squadra». «Durante la partita non bado tanto agli avversari – ha proseguito mister Zenga ma sono concentrato sulla mia squadra, per capire come vincere la partita, come far funzionare meglio i reparti. Il Verona è stato costruito per fare un campionato in testa e salire nella massima categoria; noi siamo stati sullo stesso piano, con tanta voglia di emergere. Utilizzerò nel tempo tutti gli uomini della rosa e dovranno essere veloci e disponibili per giocare in tanti tipi di modulo. Un professionista sa come deve rapportarsi, anche perché i numeri contano poco: sono importanti, invece, i segnali che possono arrivare dall’allenatore. Probabilmente a Venezia c’erano dei problemi e sono venuto a raccogliere la sfida: si può lavorare bene ed ottenere grandi soddisfazioni». […]
Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Dal diluvio, tra vento e pioggia – persino grandine – esce un Venezia tutto nuovo. Solamente in parte negli uomini utilizzati e sul piano del gioco, ma sicuramente più determinato e instancabile. Effetto-Zenga che ha dato subito i frutti, oppure scossa abituale legata esclusivamente al cambio di guida? In breve tempo il dilemma sarà sciolto, ma stando alle premesse dell’Uomo ragno che ai suoi chiedeva maggior ferocia sin dal suo arrivo, c’è da credere che sia la filosofia di Walterone ad averla vinta. Partita non bellissima sul piano del gioco anche a causa del tempaccio che ha condizionato in parte le scelte di costruzione delle azioni, ma sicuramente coinvolgente sul piano agonistico. A renderla meno piacevole un arbitro che ha usato davvero poco il fischietto non tenendo così adeguatamente in pugno un match non cattivo ma nervoso il giusto visto il sapore del derby, e negando almeno un rigore nettissimo (fallo su Di Mariano). Il primo tempo ha visto primeggiare il Verona, giustamente in vantaggio con l’ex Zaccagni – che non ha esultato – lesto a sfruttare l’invito di Crescenzi. La ripresa è stata invece tutta lagunare con gli scaligeri calati nella resa e nel ritmo che hanno favorito la crescita del Venezia sino al pareggio di Di Mariano. Di sicuro il Verona – che proveniva da un paio di sconfitte – non ha dato sul campo l’impressione della corazzata destinata a tornare in serie A con tanta semplicità. Bella squadra indubbiamente ma di certo non ammazza-campionato. Il Venezia ha invece superato il primo importante esame in almeno due materie: la ferocia – come detto – tanto auspicata da Zenga, e quello del ritorno alla difesa a quattro, dopo stagioni di schieramento a tre dietro. Il ricorso al 4-3-3 – con Schiavone appena davanti alla difesa però, Falzerano e Di Mariano a volte chiamati a tornare qualche metro più indietro – ha dato frutti limitati sul piano della brillantezza del gioco un po’ anche a causa di una certa lentezza di Bentivoglio in fase di costruzione. […]
Ore 13.30 – (La Nuova Venezia) Stavolta il pareggio interno, ancora in rimonta, ha un sapore diverso da quello brutto di venti giorni prima con il Livorno. «Mi è piaciuta la reazione della squadra» dice l’autore del gol Francesco Di Mariano «e forse meritavamo i tre punti. Sapevo che ci sarebbe voluto del tempo. Nelle scorse settimane eravamo un po’ bloccati, Zenga ci ha parecchio motivati ed è un peccato non aver vinto. Ma ci rifaremo, convinti di fare una grande partita a Palermo». Con il Verona si è rivisto un bel Marcello Falzerano e, quando è cresciuto nella ripresa, lo ha fatto pure il Venezia. «In questi dieci giorni» spiega «abbiamo molto lavorato sulla mentalità e lo spirito. Zenga ci ha fatto ritrovare la gioia e il divertimento di giocare: in campo si è visto. Loro hanno avuto più occasioni ma anche noi non siamo stati da meno, il pareggio è giusto e ci dà morale per le prossime partite. Il Verona è una formazione di livello, tra le favorite per salire in Serie A». […]
Ore 13.10 – (La Nuova Venezia) Maglia della tuta gialla, occhiali, mani giunte sulla scrivania, un sorriso fugace e grande serenità dopo l’1-1 contro il Verona. Walter Zenga alla prima con il Venezia sottolinea alcuni aspetti di quanto visto al Penzo. «Iniziare una partita contro il Verona e andare subito sotto non è facile per nessuno. Dovevamo trovare lo spirito giusto e divertirci a giocare a calcio. Nei 90′ abbiamo dimostrato di potercela giocare con tutti. I risultati possono essere positivi o negativi, dipende dagli episodi. Forse c’era un rigore per noi, loro hanno preso un palo, abbiamo avuto tante occasioni e penso che alla fine il pubblico abbia apprezzato. Il gol in avvio non ha condizionato nulla, conta il gioco espresso nella partita. Il Venezia ha saputo reagire e ho visto un alto ritmo di gioco». […] «Di Mariano e Falzerano? Possono dare molto al fianco di Litteri, ma non escludo che Citro e gli altri attaccanti possano alternarsi. La rosa è ampia e sicuramente ruoterò tutti. La difesa a 4? Amo il basket, vero che lì si gioca sono cinque contro cinque, ma i giocatori sono professionisti, devono avere la capacità di adattarsi a qualsiasi situazione, e vedrete che nell’arco del campionato dietro saremo a tre, a quattro e chissà. I numeri contano poco, bisogna guardare più a come una squadra si adatta». […]
Ore 12.50 – (La Nuova Venezia) «Sono soddisfatto: finalmente ho rivisto il mio Venezia. Era il momento giusto di cambiare allenatore. Forse avremmo dovuto farlo prima. Serviva una scossa». Il presidente Joe Tacopina taglia con il passato mentre analizza il pareggio contro il Verona. Non esita a elogiare il cambio di mentalità che la squadra ha mostrato ieri al Penzo con l’avvento di Walter Zenga.«La mia squadra è quella che non molla mai ed è quella che gioca con grinta. Sono molto contento di quello che ho visto. Preferisco 3 punti a 1, ma in questa partita era più importante vedere come la squadra si approcciava e come giocava. Era la prima con il nuovo allenatore e ho visto un Venezia che ha lottato su ogni pallone, cosa che non avevamo fatto nelle ultime 6 partite. Mi è piaciuto questo cambio di marcia, mi importava vedere un atteggiamento diverso dalla squadra. Un gruppo con grinta e coraggio, senza paura. In condizioni difficili tra vento, pioggia e campo pesante, siamo riusciti a rimontare. Soprattutto il secondo tempo è stata buono Non posso lamentarmi, a parte forse il rigore che c’era a nostro favore. Nulla è facile, ma siamo forti e lo abbiamo dimostrato. Se riusciremo a giocare sempre come ieri, saremo al livello delle più forti della Serie B».
Ore 12.30 – (La Nuova Venezia) Fa gol Francesco Di Mariano (22′ del secondo tempo) e il cielo sopra Sant’Elena – lato distinti – si illumina con l’arcobaleno. Strano fenomeno, perchè il pomeriggio continua con tutto il suo diluvio, e allora vien da pensare che torni il sereno almeno sopra la squadra. Il Venezia pareggia contro il Verona (1-1) e almeno dà il segnale di essere vivo. Perché se il primo tempo è di marca gialloblù, il secondo è comandato dal Venezia, che ci mette tutto il cuore per raddrizzare la barca. Rischiando anche in un paio di contropiede, ma legittimando il risultato contro un avversario costruito per la promozione. […] Chiudiamo la cornice raccontando che per tutta la gara l’acqua viene giù a secchiate, il vento fa tutto il resto e sono molti i tifosi – soprattutto quelli dei distinti – che, costretti a cercare un riparo, vedono solo mezza partita o anche meno. Molti perdono i due gol e se li fanno raccontare durante il viaggio di ritorno. Insomma, questo Venezia-Verona è più facile che passi alla storia, o nell’album dei ricordi, non tanto per l’1-1 o per la prima di Zenga, ma per un diluvio che, in confronto, l’acqua di due settimane fa a Perugia, era pioggerellina di marzo. I due gol. Due gol simili, stessa porta, stessa distanza, stessa mischia confusa. Cross di Crescenzi, scivolata di Modolo e tocco centrale di Zaccagni dopo 8′, palla da corner e conclusione ancora a centro area di Di Mariano, deviazione che non cambia le cose e l’1-1 è confezionato. Occhi puntati sulla squadra: il nuovo tecnico schiera quattro difensori in linea, tre centrocampisti e tre uomini davanti, uno dei quali è Falzerano, che ha fiato e velocità per fare il pendolare sulla fascia o, in certe fasi, accentrarsi. In tutta la settimana Zenga aveva battuto il tasto della motivazione, degli occhi della tigre, della rabbia. Il tutto si vede nel secondo tempo, quando la squadra è sotto nel punteggio e deve per forza rialzarsi. Il nuovo allenatore sa benissimo che c’è ancora molto da lavorare, con giocatori ancora fuori condizione e qualcuno svogliato. […]
Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Ci pensa Viscomi. La rete sugli sviluppi di un calcio d’angolo a pochi minuti dalla fine regala il pareggio all’Este, che esce con un punto – meritato per quanto visto sul terreno di gioco, ma assai sofferto – dal confronto con la formazione di casa, in ripresa dopo il cambio in panchina con il tecnico bresciano Luciano De Paola che ha preso il posto di Claudio Rastelli.L’allenatore veneto Zanini si affida all’ormai collaudato “4-3-1-2” con l’esperto De Giorgio che agisce da trequartista alle spalle della coppia formata da Debelijuh e Giusti. In porta torna capitan Lorello, che risulterà decisivo con un grande intervento su Bardelloni ad inizio ripresa. Il Trento inizia con il piede premuto sull’acceleratore e spinge, cercando di sfruttare soprattutto la catena di sinistra, mettendo in crisi più volte il giovane Salvatore che, infatti, sarà avvicendato dal tecnico Zanini (espulso nel corso del primo tempo su segnalazione dell’assistente) da Forte. Bardelloni sfonda un paio di volte e viene contrato dalla difesa, ma al minuto 12 il risultato si sblocca e i gialloblù trentini passano a condurre. Bardelloni centra rasoterra, Bertoldi non trova lo spazio per concludere, arriva di gran carriera Trevisan che si libera e poi lascia partire una gran conclusione sulla quale Lorello compie un vero e proprio miracolo: la sfera resta “viva” e Bardelloni la deposita in rete da pochi passi. […] I patavini spingono forte, guadagnano metri e trovano la rete del pareggio a dieci minuti dalla fine: calcio d’angolo dalla sinistra, spizzata a centroarea e sul secondo palo sbuca Viscomi che deposita in rete da pochi passi. Il risultato non cambia più: al Briamasco è 1 a 1 con l’Este che torna a casa con un punto meritato.
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Ormai è un classico: non date mai per scontato che una squadra che va sul 2 a 0, e con pieno merito, alla fine si ritrovi i tre punti in tasca. Ne sa qualcosa il Campodarsego, che rifilati due palloni in meno di 20 minuti alla capolista Adriese, ha subìto il ritorno prepotente degli uomini di Florindo, bravi a rimettere in piedi la sfida nel giro di 9′, grazie ad un rigore e ad una deviazione in mischia di Delcarro, e poi si è mangiato le mani per aver fallito un penalty che, sul 2 a 1, avrebbe potuto dilatare di nuovo il risultato a proprio favore. I polesani hanno così salvato la loro leadership, pur recriminando per alcune opportunità sprecate nella ripresa (clamoroso il salvataggio sulla linea di Leonarduzzi, su rasoterra di Nicoloso), ma chi ha ragione di imprecare di più per l’opportunità mancata sono proprio i ragazzi di patron Pagin. […] I biancorossi di casa sono andati in vantaggio al 16’con un colpo di testa di Seno (classe 2000), su corner battuto da Zane, e hanno raddoppiato tre minuti dopo con un bel destro di Scapin (classe 1999), scagliato poco fuori area. L’Adriese ha ridotto le distanze su rigore sfruttando un errore di Barison, che ha poi atterrato in area l’ex Aliù, che gli aveva rubato palla (29′), e, prima di raggiungere il 2-2 con Delcarro su una pregevole azione Del Piccolo-Anostini sulla destra conclusa da un cross rasoterra per l’inserimento del n. 8, è stata salvata dal suo portiere Motti, che ha rintuzzato il tiro dal dischetto di Vuthaj (massima punizione concessa per uno strattonamento di Nicola Boscolo su Caporali entro i 16 metri). Nella ripresa meglio l’Adriese del “Campo”, ma a conti fatti il risultato è giusto. E chissà che per i “gabbiani” sia davvero l’inizio della rincorsa verso l’alta classifica.
Ore 11.10 – (Gazzettino) Il primo, spettacolare gol in maglia granata avrebbe meritato soddisfazioni più grandi del 2-2 maturato con il Brescia. Il gesto tecnico in occasione del vantaggio del Cittadella è uno di quelli che vorresti rivedere dieci, cento volte, che ha coronato una bella azione corale, ma Finotto non si è fermato all’1-0, perché è stata sua la sponda di testa dalla quale è nata l’autorete di Cistana. Nella ripresa poi è stato il protagonista dell’episodio che poteva dare un altro senso alla sfida con la squadra lombarda, ma la vistosa spinta di Tonali nei suoi confronti è stata giudicata dall’incerto arbitro Illuzzi fuori area, e l’assistente di linea non ha aiutato il direttore di gara nel prendere la decisione giusta. Peccato davvero, perché il successo l’avrebbero meritato sia Finotto che il Cittadella. «Sono contento per il gol, ma mi è rimasto il rammarico di una gara che non ci ha regalato le soddisfazioni che avremmo meritato. La squadra ha infatti disputato un primo tempo direi perfetto, purtroppo nella ripresa ci siamo fatti recuperare. E mi dispiace». Aldilà della marcatura, c’è la chiara impressione che Mattia Finotto diventi sempre più importante nell’economia del gioco di Venturato. Un punto di riferimento preciso e costante, grazie anche a un’ottima intesa con i compagni di squadra trovata in brevissimo tempo. «Mi trovo bene con il modulo che adotta l’allenatore. Ho avuto la sua fiducia e mi auguro di continuare così, realizzando tanti gol per il Cittadella». Alla ripresa degli allenamenti la squadra analizzerà gli errori commessi nella doppia rimonta del Brescia. «Dovremmo farlo per farne tesoro in vista della prossima partita». Un errore, pesante, l’ha commesso anche l’arbitro, fischiando la punizione dal limite quando invece l’irregolarità su Finotto si è concretizzata ben all’interno dell’area di rigore. Una decisione apparsa inspiegabile. «Me lo sono chiesto pure io. Avevo recuperato il pallone al limite, poi Tonali mi ha buttato giù. Il fallo era netto, evidente, io pensavo di essere dentro l’area». Per il direttore di gara, invece, no. «A me invece sembrava rigore, mi confronterò con le immagini». […]
Ore 10.50 – (Mattino di Padova) Ha fatto tutto lui. Il gol, certo, uno dei più belli della giornata, con quella mezza rovesciata al volo che ha sbloccato la partita. Ma anche la spizzata che ha propiziato la maldestra deviazione di Cistana alle spalle di Alfonso, per il 2-0. E poi lo si è visto al centro dell’episodio-chiave della ripresa, il fallo da rigore subito da Tonali, che l’arbitro Illuzzi ha “spostato” un metro più indietro. Già, a contare le occasioni da gol avute, il Brescia non ha rubato il pareggio al Tombolato. Ma è chiaro anche che, se la massima punizione fosse stata concessa, probabilmente oggi in casa Cittadella ci si troverebbe a commentare un risultato diverso.E con Mattia Finotto, grande protagonista del match, è inevitabile partire proprio da quell’episodio controverso. «Mi son chiesto anch’io come mai ci è stata concessa solo la punizione dal limite. Avevamo recuperato palla e quando sono stato buttato giù pensavo di essere dentro l’area», afferma l’attaccante di Pieve di Soligo, «lì per lì, mentre stai giocando, non puoi averne l’assoluta certezza, ma già dal campo l’impressione era quella».Resta la sensazione di un Cittadella pronto a spiccare il volo, ma arpionato a terra sul più bello. «Il rammarico c’è, perché quella del primo tempo è stata una partita perfetta e farsi recuperare in questo modo dispiace. In settimana valuteremo assieme al mister quello che è successo, non ci resta che analizzare gli errori commessi e andare avanti. Cosa ci manca? Più concretezza sotto porta, ed è un aspetto che riguarda per primi noi attaccanti. Allo stesso tempo serve anche un po’ più di attenzione, per evitare qualche ripartenza, come quella che ci è costata il secondo gol del Brescia». […]
Ore 10.20 – (Gazzettino) Compito a cui evidentemente stanno mancando i giocatori più esperti. «Penso che un ulteriore scatto nella crescita vada fatto da tutti, senatori e giovani, ma anche dalla società, dal sottoscritto e dallo staff tecnico». A questo proposito la posizione di Bisoli non pare in bilico. «Sta lavorando bene, come l’ha fatto nella passata stagione. Sappiamo che il nostro obbiettivo è salvarci e che questo passa anche attraverso la sofferenza. Ha previsto determinati carichi e pure un anno fa ci è voluto un po’ di tempo. A mio parere ci mancano un paio di punti, ma a Crotone si è fatto bene, si è sbloccato Bonazzoli e presto toccherà a Capello. Abbiamo comunque sempre segnato, Salerno a parte, e i tanti gol presi sono più un problema psicologico. Serve un risultato positivo per ritrovare fiducia e coraggio, magari un pizzico di fortuna e fortunatamente la prossima gara con lo Spezia, pur difficile, si gioca in casa dove abbiamo sempre preso punti». […]
Ore 10.10 – (Gazzettino) […] Il direttore generale Giorgio Zamuner punta l’attenzione in particolare sui progressi mostrati dal Padova rispetto al precedente ko a Brescia. «Dopo quella brutta sconfitta esordisce la squadra ha reagito bene e fatto un bel passo avanti sul piano del gioco e della tenuta, reggendo il confronto per 70 minuti contro una delle avversarie più forti. A Crotone ha avuto quattro palle gol e poi inspiegabilmente, dopo il pareggio, per cinque o sei minuti ha spento la luce e incassato il gol ingenuamente». Un problema dunque mentale? «L’allenatore ha già iniziato a lavorare sulla testa dei giocatori dopo averlo fatto sul piano fisico e dedicato tempo negli ultimi giorni sulle palle inattive, con il risultato che a Crotone non abbiamo subìto reti su queste situazioni. Ora bisogna portare quei 70 minuti ai 95 di una gara, anche perché, essendo la nostra una compagine giovane, fatica a gestire le partite, decidendo quando smorzarle e quando accelerare».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) E la squadra sembra essere con l’allenatore e seguire i suoi metodi di lavoro. Adesso, però, si entra nel momento decisivo anche per il calendario. Tra novembre e inizio dicembre il Padova, sulla carta, affronterà avversari più abbordabili e conta di sfruttare al meglio il fattore casalingo, visto che finora ha disputato solo tre delle otto partite di campionato (tra l’altro senza mai perdere) all’Euganeo.«Tutti ci aspettiamo di raccogliere un grande risultato sabato prossimo contro lo Spezia», continua Zamuner, «sarà dura, ma ne abbiamo bisogno soprattutto per la classifica. Io, però, sono molto ottimista perché ho rivisto lo spirito e l’atteggiamento giusto. La squadra ha messo in campo la reazione che ci aspettavamo. Ora dobbiamo prepararci al meglio e cercare di limitare i nostri difetti. Anche a Crotone abbiamo pagato caro il blackout di dieci minuti dopo aver trovato il pari. Serve trovare un po’ più di continuità».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Anche il direttore generale Giorgio Zamuner continua a ribadire la propria stima e fiducia nei confronti di Bisoli e del lavoro che sta portando avanti: «Anche solo ragionare di un eventuale cambio in panchina, dopo una prestazione come quella di Crotone, sarebbe illogico», spiega Zamuner, «a mio modo di vedere abbiamo disputato un’ottima partita e ho finalmente rivisto lo spirito garibaldino che ci aveva premiato nelle prime due uscite stagionali. Il risultato, purtroppo, non è arrivao, ma sono sicuro che se dovessimo continuare su questa strada di partite ne perderemo veramente poche».Un concetto simile a quello ribadito da Bisoli pochi minuti dopo il fischio finale di sabato pomeriggio. Come sempre allenatore e direttore generale si sono confrontati e hanno avuto una visione simile della partita. Bisoli non può essere contento ma difende i suoi ragazzi che a Crotone gli hanno dato le risposte che cercava.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Pierpaolo Bisoli, al momento, non è assolutamente a rischio esonero. Ma la luna di miele tra il tecnico romagnolo e la tifoseria biancoscudata sembra ormai finita. Nulla di irrimediabile, probabilmente se dovessero arrivare un paio di vittorie consecutive l’allenatore tornerà a essere osannato, ma è un dato di fatto che, per la prima volta da quando si è seduto sulla panchina dell’Euganeo, dopo la sconfitta contro il Crotone anche Bisoli è finito sul banco degli imputati. […] Il presidente Bonetto, seppur amareggiato, continua a predicare pazienza e fiducia. Certo, il numero uno di viale Rocco si aspettava un inizio di stagione un po’meno in salita, ma confida in un immediato riscatto e oggi sarà a Roma per partecipare all’assemblea elettiva della Figc, che dovrebbe nominare Gabriele Gravina come nuovo presidente federale.