Ore 20.00 – (Il Piccolo) Scocca il 34′ della ripresa di un match maledettamente bloccato specie nell’ultima mezz’ora. Pavanel le ha provate tutte compreso il rischio di inserire il Diablo da nove minuti. E la Triestina pressa sotto la Furlan che intona il famoso “ci vorrebbe il gol”. E il gol arriva con una saetta scoccata dal sinistro educato del triestino purosangue Maracchi assitito con acume da Mensah. La curva esplode, Pavanel non sta nella pelle. La terza vittoria che significa en-plein al Rocco è praticamente in tasca. Passano dieci minuti e Granoche (ma il gol è in tran parte merito di Procaccio) la mette in frizer con il suo primo timbro stagionale. L’esultanza sotto la Curva è direttamente proporzionale alla fatica fatta dall’Unione per aver la meglio prima di una Vecomp brillante e ordinata e poi chiusa, dopo l’inserimento nella ripresa del centrocampista Ferrara al posto dell’attaccante Danti.La Triestina, a differenza delle partite vinte con Pesaro e Ravenna, è stata capace di tenere quasi sempre il controllo del gioco e anche di creare alcune nitide occasioni ben intercettate anche dal portiere Sibi. Ma la svolta del match è maturata dopo la girandola di cambi e anche di moduli messa sul piatto dal tecnico alabardato. La Vecomp fino a quel punto accorta (con cinque a centrocamppo), ha subito la freschezza dei vari Bariti e Formiconi prima e poi soprattutto di Granoche e Procaccio. Quest’ultimo in particolare ha dato ancora una volta prova della sua vivacità.Insomma di nuovo la panchina lunga ha funzionato ed è stata decisiva è per raggiungere magari solo nel finale il terzo acuto consecutivo in casa. Pavanel si affida agli uomini di Bergamo con Bracaletti ad agire sulla trequarti al servizio di Mensah e Petrella. Coletti appare più mobile e anche Beccaro conferma il suo dinamismo nelle prime battute. […]
Ore 19.30 – (Il Piccolo) La classica partita vinta grazie alle mosse dalla panchina, azzeccate e fatte al momento giusto. Se la Triestina ha avuto ragione della scorbutica Virtus Verona nel momento in cui gli ospiti sembravano aver imbrigliato gli alabardati, è per le scelte fatte negli ultimi venti minuti da mister Pavanel: «Stavamo facendo fatica a entrare in quel momento – spiega il tecnico – avevamo giocato tanto nella loro metà campo spendendo molto. Poi avevamo cambiato sistema nella ripresa, ma anche loro si erano riorganizzati chiudendoci più sugli esterni. Poi passando a un 4-2-3-1 più offensivo e sbloccando la gara, per noi è diventata più semplice, perché è difficile difendere contro di noi in campo aperto, quando siamo in vantaggio per gli altri diventa dura. Chiaro che il peso che porta Granoche e la freschezza che porta Procaccio negli ultimi 16 metri per noi sono importanti. In quel momento abbiamo cambiato tre giocatori offensivi e rispostato il baricentro». […] Quanto alla sua frenetica esultanza sul gol, Pavanel spiega: «Perché sento questa squadra mia, si sta creando un’identità e ho sentito il pubblico molto vicino anche sullo 0-0. Ecco perché poi ti sale l’emozione. Il nostro campo deve essere un fortino. Alla rappresentazione su Nereo Rocco ai Salesiani mi è piaciuto molto il fatto che il pallone è un mezzo per riunire e che gli stadi hanno un’anima. Ecco, è l’idea che vorremmo riaccendere qui a Trieste».
Ore 19.00 – (Il Piccolo) Se nell’ultima gara interna contro il Ravenna erano state le parole di De Panfilis all’esordio al Rocco a dare un tocco di romanticismo alla vittoria, questa volta è logico immaginare lo stato emotivo di Federico Maracchi, triestino doc, quando ha visto gonfiarsi la rete sotto la curva, un gol decisivo per sbloccare la partita di ieri. «Questo gol lo sognavo da quando ero ragazzino. Una emozione difficile da spiegare – racconta Maracchi – penso a quando venivo con mio nonno allo stadio e a quando andavo in curva a vedere la Triestina. Prima di tutto sono un tifoso, e segnare sotto la Furlan è qualcosa difficile da spiegare». La Triestina sa vincere le partite ostiche, lo ha dimostrato contro la Vis Pesaro e ieri. Un bel segnale. «C’è quel qualcosa in più per superare l’ostacolo, siamo tutti orientati allo stesso obiettivo e i risultati si vedono. Questa partita siamo stati bravi perché abbiamo costruito molta mole di gioco ma non riuscivamo a sbloccare il risultato. Con il mio gol e quello di Pablo siamo riusciti a portare a casa tre punti fondamentali». […]
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Basta un pareggio al Pordenone al Neri di Imola per rimanere solo in testa alla classifica dopo cinque giornate. La Fermana, ex compagna di viaggio dei ramarri, infatti ha perso in casa con il Ravenna per 0-2 ed è stata raggiunta al secondo posto dal Monza (1-1 a San Benedetto) e dalla Triestina vincente al Rocco per 2-0 con gol dell’ex neroverde Maracchi e del diablo Granoche. Per i ragazzi di Tesser un pareggio in rimonta. A passare in vantaggio per prima è stata infatti l’intraprendente Imolese con De Marchi in chiusura del primo tempo. Il pareggio dei neroverdi è arrivato a metà ripresa grazie a un calcio di rigore procurato da Candellone e trasformato con freddezza da Burrai che ha spiazzato l’ex neroverde Zommers. Nel recupero i ramarri avrebbero addirittura potuto ribaltare il risultato con Berrettoni (entrato al 56′ per illuminare la manovra naoniana) con una conclusione da fuori area che ha sfiorato il legno alla destra del portiere imolese. Tesser è riuscito a recuperare Gavazzi che ha completato il centrocampo con Burrai e Bombagi. Niente da fare invece per Barison. A fianco di Stefani in difesa è stato quindi schierato Bassoli con Semenzato e De Agostini sulle corsie laterali. In attacco la solita coppia Magnaghi-Candellone supportata da Ciurria. […]
Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) […] «Diamo continuità a questo buon momento – spiega il mister – con un punto ottenuto con una buona squadra. È stata una partita dura e difficile; a mio avviso abbiamo regalato un tempo all’Imolese. Nella ripresa, invece, i ragazzi sono stati protagonisti di una reazione positiva». Un risultato sofferto che dimostra come questo è un campionato tutt’altro che facile: «È un torneo duro sottolinea Tesser in cui condizione fisica e ambientale fanno la differenza. Non c’è una partita facile: tutte vanno giocate sino in fondo. Veniamo da due trasferte di fila dalle quali, dopo aver lottato e sofferto, torniamo a casa con due punti’». Sul giudizio dei singoli, il tecnico è chiaro: «Ho concesso un minutaggio superiore a Berrettoni, che sta recuperando dall’infortunio. Non è ancora al meglio ma mi auguro, così come per Magnaghi, che possa ritrovarla in fretta. Bassoli? All’esordio da titolare si è fatto trovare pronto». Da oggi si comincia a pensare alla sfida di domenica, in casa, con il Vicenza: «Ci aspetta una partita impegnativa – riflette Tesser – un vero scontro al vertice». […]
Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) Nonostante sia andato in svantaggio per la terza volta in cinque gare, nonostante il secondo pareggio di fila… insomma, nonostante tutto, il Pordenone si trova da solo in vetta alla classifica del girone B di serie C dopo cinque giornate. Allora è decisamente meglio guardare il lato positivo della trasferta di Imola della squadra di Tesser, che in seguito al pareggio con la matricola rossoblù – e considerato il ko della Fermana – guarda tutti dall’alto verso il basso: e, adesso, aspetta il Vicenza con la forza di chi è capolista. Domenica prossima, quando i neroverdi rientreranno allo stadio Bottecchia dopo due trasferte di fila, i veneti dovranno vincere per conquistare la leadership in campionato. Sicuramente Stefani e compagni saranno chiamati a disputare un incontro di maggior spessore rispetto a quello giocato ieri in Romagna. Il primo tempo, come dichiarato dall’allenatore a fine gara, non è stato positivo. Schierato col 4-3-1-2, con Bassoli al centro della difesa in seguito all’indisponibilità di Barison (influenza), il Pordenone ha interpretato male il match, facendosi sopraffare dal dinamismo e dalla maggior intraprendenza dell’Imolese, una delle sorprese dell’avvio di campionato. […] Così, nel momento di maggior spinta, è arrivata l’azione che ha provocato il gol dell’1-1. Zommers, ex portiere del Pordenone, in un momento di incertezza ha atterrato in area il solito Candellone: per l’arbitro non ci sono stati dubbi, calcio di rigore. Burrai ha trasformato il penalty, siglando il primo centro in campionato. […] I neroverdi hanno regalato una frazione di gioco: ci può stare, gli errori capitano a tutte le squadre. C’è di buono che reagiscono sempre a ogni difficoltà, trovando rimedio agli sbagli commessi. Col Vicenza serve fare di più, così come anche in futuro, ma nel frattempo il Pordenone è primo con un punto di vantaggio su Triestina, Monza, Fermana e due sul “Lanerossi”. Per ora va bene così.
Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) Attilio Tesser cerca di vedere il lato positivo: il primo posto in solitaria, il fatto di aver recuperato un’altra volta lo svantaggio iniziale. Il tecnico del Pordenone infatti sembra più arrabbiato per la prima frazione mediocre disputata dalla sua squadra. «Abbiamo regalato 45 minuti all’Imolese – è la sua ammissione in sala stampa -. Siamo andati sotto e questo dimostra che si tratta di un campionato difficile, in cui nessun risultato è scontato. A ogni modo, sono soddisfatto della reazione del secondo tempo: a mio parere potevamo anche vincere la partita. Ora godiamoci il primato, per quello che vale alla quinta giornata, e da domani (oggi) pensiamo al Vicenza». Il trainer è soddisfatto della gara di Bassoli («si è fatto trovare pronto») e di Berrettoni, sempre più in ripresa. «Lo stiamo recuperando un pò alla volta – afferma -. Spero che questa settimana sia lui sia Magnaghi migliorino ulteriormente dal punto di vista della condizione. Mi auguro, inoltre, di avere domenica Germinale: è un giocatore utile per dare una maggiore rotazione nel reparto offensivo». […]
Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) […] «È un momento di grande riflessione – spiega Angeloni – sull’operato di tutti, perché questa squadra ha valori importanti come si è ben visto in questi anni, ma non è più casuale se oggi non li esprime più. Al centro delle valutazioni non c’è solo l’allenatore, ci sono io, ci sono i giocatori, se siamo penultimi non può esistere un solo colpevole». Quanto al carattere, anche al Curi la reazione ha lasciato a desiderare dopo lo svantaggio ad inizio ripresa. «Dopo un buon primo tempo siamo rientrati un po’ così, alla prima mezza difficoltà prendiamo gol, andiamo in difficoltà e non reagiamo. Dobbiamo capire come mai, perché questo gruppo può uscirne e non mi interessa che il calendario sia duro, lo conosco a memoria. Giocatori scarichi o appagati? Oggi non ci sono risposte, dobbiamo guardarci dentro attentamente, essere uomini e prendere coscienza che così non va. Le capacità di questo Venezia sono ben altre».
Ore 15.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) […] «Ovviamente in società sono momenti di profonda riflessione, non però solo sulla posizione di mister Vecchi puntualizza l’amministratore delegato Andrea Rogg, unico in filo diretto col presidente negli States bensì a 360 gradi su tutte le possibili cause di questa situazione. Siamo consci dell’urgenza di trovare una chiave, la scintilla per invertire la rotta, l’importante non è puntare il dito sul tecnico ma fare le giuste valutazioni». Rogg respinge la possibilità che tra squadra e mister Vecchi non sia sbocciato il giusto feeling. «La compattezza è totale, il nostro è un gruppo sano, di professionisti, il Venezia ha già al suo interno quello che serve per far bene ne è sicuro Rogg Finora a sprazzi si sono viste cose buone, mancano dei dettagli e qualcosa va fatto, dobbiamo capire quale sia la cosa giusta. I risultati nel bene o nel male non sono mai casuali, c’è qualcosina che ci manca e non sottovalutiamo il fatto di non aver ancora saputo trovare la chiave giusta». Quanto al silenzio di Tacopina: «Il presidente sa quali tasti toccare, dopo l’1-1 con il Livorno aveva provato a dare la scossa, ora invece molto rapidamente occorre pensare con lucidità e a mente fredda a tutte le possibili soluzioni». […]
Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Una crisi da superare al più presto. Il Venezia ha confermato sabato a Perugia con il quarto ko di attraversare un momento davvero negativo e di non riuscire nemmeno a restare a galla. La formazione arancioneroverde è infatti scivolata al penultimo posto in una stagione con meno squadre e quindi meno punti in palio e molta più paura di essere risucchiati in una delicatissima lotta per la salvezza. È presto per fasciarsi la testa ma è altrettante indispensabile agire rapidamente. Il presidente Joe Tacopina ha scelto la via del silenzio in questo frangente, per studiare gli interventi necessari. Sul mercato non si può operare (svincolati a parte) e quindi nel mirino potrebbe esserci il cambio di guida tecnica, anche se Stefano Vecchi può sventolare il suo contratto triennale. Indubbiamente, come consuetudine tra l’altro, la scelta dell’esonero dell’allenatore apparirebbe come la strada più logica e praticabile, quasi certi di ottenere una scossa a livello di spogliatoio. Ma poco cambierebbe a livello di valori tecnici. Più opportuno potrebbe invece essere un esame di coscienza profondo da parte dell’allenatore in merito agli errori sinora commessi. […]
Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) «Sabato siamo entrati bene in campo» spiega Agostino Garofalo, uno dei pochi a salvarsi in Umbria «anche se si affrontavano due squadre in un periodo non brillante. Entrambi eravamo contratti, visti i risultati precedenti. Dopo l’intervallo il Perugia è stato più bravo, mentre nel primo tempo ha sofferto il nostro palleggio, non riuscendo a venire avanti né con gli interni di centrocampo né con i terzini. Ma quando hanno alzato i tre attaccanti, ci hanno impedito di giocare. Poi se hai Melchiorri e Vido, giocatori importanti per la categoria, tutto diventa più facile».A guardare la classifica non c’è da stare allegri: in sei partite, una vittoria, su autogol in apertura di campionato, un pareggio raggiunto in rimonta, quattro sconfitte, di cui tre in trasferta. In piena lotta per non retrocedere. «Non è una bella situazione, inutile nasconderlo» continua l’esterno di sinistra «ma solo uniti e lavorando duro possiamo venirne fuori. Nella mia carriera, altre volte mi sono capitati periodi simili, serve pedalare e lavorare parecchio. Questa è l’unica risposta, sgomberare la testa, avere unità d’intenti, perché siamo gli stessi dello scorso anno». […] «Non so cosa ci stia accadendo» continua Garofalo «perché molti di noi sono qui da tempo e, anche se non abbiamo la bacchetta magica, dobbiamo rimboccarci le maniche. I più esperti del gruppo dovranno far capire ai giovani come uscire dal periodo nero». Si capisce che Garofalo vorrebbe giocare subito contro il Verona, per spazzare via le nubi e reinserire la marcia per ripartire. «Riceveremo il Verona» indica la strada «e dovremmo prepararla come se fosse una finale, la gara della nostra vita».
Ore 13.30 – (La Nuova Venezia) Tacopina sta valutando la situazione, sta cercando di capire i perché. Se il problema non è l’allenatore, non ha senso far scattare l’esonero. Il problema sta in una situazione generale, in una classifica addirittura sorprendente in senso negativo. Si sapeva che il Venezia di quest’anno non era un rullo compressore, ma che addirittura a metà ottobre si trovasse penultima in classifica, questo no, non se lo aspettava nessuno. E la colpa non può essere solo di Vecchi, il quale comunque è il primo a sapere quali sono i rischi che il suo mestiere comporta. Insomma c’è da valutare un aspetto tecnico, poi ci sono anche questioni economiche da tenere presenti e la fretta non è mai una buona alleata. Ci sarà sicuramente da intervenire sul mercato, ma il mercato riapre a gennaio. La sosta può aiutare a compiere certe riflessioni. In queste ore il presidente, dall’altra parte dell’oceano, si sta consultando con i suoi collaboratori. E la sensazione è che, se anche ci sarà qualche decisione clamorosa, “la” decisione clamorosa, insomma, l’esonero del tecnico, non sarà immediata. Messe a nudo in questi giorni, su queste colonne, le parecchie magagne della squadra – dal rendimento sottotono di alcuni giocatori, alla mancanza di aggressività agonistica di altri, dalla carenza strutturale della rosa sul piano della qualità a qualche scelta discutibile – vanno per onestà sottolineati anche alcuni aspetti che valgono da attenuanti: a) i gol li faceva Litteri, e Litteri sta rientrando adesso da un infortunio; b) l’uomo guida doveva essere Schiavone, che soltanto sabato a Perugia ha messo piede in prima squadra; c) le pecche più pesanti sono maturate più per demeriti della squadra che per meriti degli avversari, per cui lavorando con attenzione per correggere certi errori la marcia può cambiare. […]
Ore 13.00 – (Mattino di Padova) Grande impresa dell’Este che sbanca Belluno al termine di una partita ricca di emozioni e di gol. I padroni di casa sono passati in vantaggio con la rovesciata di Petdji, hanno subito il pareggio di Giusti e si sono riportati in avanti prima dell’intervallo con il colpo di testa di capitan Corbanese su calcio d’angolo. Nella ripresa l’ingenuità di Visentin ha fatto restare il Belluno in dieci uomini e i due errori del giovane Spencer, il primo in fase di costruzione e il secondo per un fallo da rigore, hanno condannato i padroni di casa alla sconfitta con un Este pronto a sfruttare le occasioni con concretezza. […]
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Il Campodarsego incappa nella prima sconfitta stagionale contro la neopromossa Chions. Un passo falso tanto inaspettato alla vigilia quanto senza appello per la prestazione i dei biancorossi di casa che hanno peccato molto sia in fase difensiva che nelle verticalizzazioni. Gli ospiti ingranano la quarta fin dai primi istanti di gioco, con una punizione di Goncalves respinta con fatica da Cazzaro. Due minuti dopo segna invece Facca, con una bordata da fuori che rimbalza sotto la traversa. […] Al quarto d’ora arriva la seconda doccia fredda, al termine di una ripartenza: nessuno ferma i dribbling di Facca, il cui rasoterra finale supera Cazzaro. […] I padroni di casa accorciano le distanze solo alla mezz’ora, con la deviazione di Zamuner sul cross di Barison che spiazza il portiere. […] Proprio nel momento migliore del Campo il Chions cala il tris: in contropiede Urbanetto con un bel pallonetto libera Facca, gran tiro dalla distanza e pallone nel sette. […]
Ore 12.00 – (Gazzettino) Senza gare all’orizzonte, i giocatori si sono comunque impegnati durante la settimana. «Ho visto grande impegno, attenzione e partecipazione, sono stati giorni molto positivi. Va fatto un grosso applauso a questo gruppo, che ha veramente voglia di fare». Guardando l’aspetto positivo della sosta, ci sarà il tempo per recuperare qualche giocatore. «Penso quasi tutti, alla ripresa non avremo Scaglia e Adorni. Il primo arriva dall’infortunio dello scorso campionato e ne avrà ancora per un po’, Adorni deve attendere la calcificazione della frattura al metatarso. Tutti gli altri stanno lavorando regolarmente». Durante la settimana, nel test contro la Primavera, Venturato ha provato Maniero e Bussaglia come terzini: esperimenti in vista? «Bussaglia può anche avere le caratteristiche per farlo, anche se è una mezzala, un giocatore di inserimento. Mi mancavano Cancellotti e Ghiringhelli, ne ho approfittato. Maniero è in possesso di qualità tecniche tali che può adattarsi a fare tante cose, penso possa avere margini di crescita molto elevati, provare situazioni nuove non può che giovargli. Lo vedo comunque come centrocampista di grande livello tecnico». Bussaglia dove potrebbe essere collocato, anche dietro le punte? «Non mi pare abbia le caratteristiche per questo ruolo. Ha capacità sia di ricevere il pallone e puntare l’uomo, sia nell’andare in profondità senza il pallone, ma non lo vedo con le spalle girate alla porta. Bussaglia ha un buon tiro, è dinamico». […]
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Roberto Venturato è stanco di fare lo spettatore. Per uno strano scherzo del destino è rimasto a guardare per due settimane di fila: a Lecce, per via della prima squalifica della carriera, e nel weekend appena lasciato alle spalle a causa dell’anomalo calendario a 19 squadre, che ha imposto al suo Cittadella una sosta forzata. «Dalla tribuna la visuale della partita è migliore, l’esperienza di Lecce mi ha permesso di vedere le cose da una prospettiva diversa. Stare vicini al campo, però, ti consente di partecipare all’evento in modo diverso», afferma il tecnico di origini australiane.«È stata un’esperienza indubbiamente strana, ma mi ha fatto capire una volta di più che con me lavora uno staff che sa quel che deve fare. A tutti i suoi componenti va tributato un grande elogio, per la serietà e l’impegno. Resta il fatto che essere rimasto di nuovo fermo non mi piace. Mi sembra di essere “staccato” dal campionato in un momento in cui, invece, sarebbe stato importante dare un certo tipo di segnali soprattutto a noi stessi, continuando a giocare. Il calendario è questo e non offre alternative ma, di sicuro, non è una situazione normale. Ne approfitto per sottolineare che in questi giorni il gruppo non ha mollato neanche per un attimo, lavorando con grande attenzione, come se avesse dovuto scendere in campo».Iori e compagni hanno anche disputato un’amichevole in famiglia con la formazione Primavera, nella quale l’esperimento tattico più interessante è stato l’impiego di Bussaglia e Maniero come terzini. «Quella di mercoledì è stata una prova, considerando gli infortuni di Cancellotti e Ghirighelli. Bussaglia può giocare in quel ruolo, anche se non lo hai mai ricoperto: ha il senso dell’inserimento, ma credo possa dare il meglio come interno. Maniero ha qualità tecniche talmente importanti che può adattarsi a compiti diversi e ha margini di crescita molto elevati, ma rimane, soprattutto, un centrocampista». […]
Ore 11.10 – Le pagelle del Padova (Gazzettino): Merelli 5.5; Cappelletti 6, Ravanelli 5.5, Trevisan 6.5 (Salviato 5.5), Ceccaroni 5; Mazzocco 6, Broh 6, Pulzetti 6 (Minesso sv); Clemenza 5.5, Bonazzoli 5.5 (Cisco 5.5), Capello 5.
Ore 11.00 – (Gazzettino) Arriva al 16′ sulla punizione dalla destra battuta da Clemenza, un difensore respinge, Ceccaroni la ributta verso la porta di testa e Cappelletti, alla seconda marcatura in cinque giorni, gira a rete in mezza rovesciata. […] Nel secondo tempo Corini aumenta il potenziale offensivo dei suoi inserendo un trequartista (Tremolada) per il centrocampista Martinelli e i locali pigiano immediatamente il piede sull’acceleratore. Sin dai primi minuti il Padova arretra e fatica a contenere e rilanciare, nonostante l’ingresso di Cisco per Bonazzoli. I pericoli per Merelli crescono con il passare dei minuti e, come il vantaggio biancoscudato nel primo tempo, anche il pari locale è meritato: realizza Tremolada, libero in area, con un rigore in movimento sul perfetto traversone dalla destra di Sabelli. […] Come a Salerno, anche in quel caso con due reti incassate nel finale, arriva un ko pesante e come a Foggia il Padova non riesce a capitalizzare l’iniziale vantaggio. In trasferta resta dunque all’attivo quell’unico punto ottenuto all’esordio a Verona. Il campanello d’allarme inizia a suonare, urge un cambio di passo.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Gioca bene e s’illude fino all’intervallo per poi crollare nella ripresa. Anche a Brescia, come a Foggia, il Padova si porta in vantaggio in avvio di gara e accarezza per poco più di un’ora i tre punti per poi invece ritrovarsi alla fine con un pugno di mosche in mano, lasciando più di qualche incognita sulla sua tenuta fisica e mentale nella seconda parte delle partite esterne. Una fragilità evidenziata dopo il pareggio dei padroni di casa su cui Bisoli dovrà sicuramente mettere mano approfittando della sosta di campionato e con all’orizzonte un’altra dura trasferta a Crotone. e novità principali, oltre al modulo 4-3-3, riguardano la difesa dove Ravanelli prende il posto dell’acciaccato Capelli e in fascia sinistra Ceccaroni viene preferito a Contessa, scelta finalizzata a garantire una maggiore copertura sugli esterni e più campo libero in avanti. A dettare le danze sul piano del possesso palla in avvio è il Brescia, ma la sua manovra non trova sbocchi pericolosi per gli avanti lombardi perché il Padova, ben raccolto e compatto nella propria linea di trequarti, non concede spazi ed è a sua volta abile nel riproporsi in velocità avanti. […] Con il passare dei minuti i biancoscudati, che indossano la terza maglia nera con risvolti rosa, si fanno sempre più intraprendenti e il gol è il giusto premio al loro atteggiamento in campo.
Ore 10.40 – (Gazzettino) «Fa male perdere così dopo la prestazione del primo tempo. Una volta preso il pareggio, ci siamo sciolti. È una questione mentale». Bisoli spiega così il crollo della squadra, dopo avere assaporato la possibilità di portare a casa il successo. Non è la prima volta che nella ripresa i biancoscudati subiscono una metamorfosi inspiegabile. «Cosa succede? Quando devi portare a casa un risultato importante e hai paura di non farcela, ti blocchi. Non può essere una metamorfosi del genere: nel primo tempo abbiamo giocato palla a terra e creato tanto, nella ripresa quando iniziamo a pensare che dobbiamo portarla a casa, ci si blocca il cervello. Capisco che faccia male a tutti, alla società e ai tifosi: prendo questa sconfitta sapendo che abbiamo ancora bisogno di tempo per crescere, che i giovani maturino e che vecchietti devono sapere prendere certe decisioni in campo. È già quattro volte che facciamo un bel primo tempo, oggi (ieri, ndr) è stato il migliore di quest’anno, e poi nel secondo tempo dopo che non ci riescono due cose ci si inceppa il cervello. Devo lavorare bene su questo aspetto, sono consapevole del lavoro che devo fare e che ci dobbiamo salvare all’ultima giornata. Se lo capiamo tutti, prometto che ci salviamo. Ma dobbiamo capire che ci saranno delle scoppole e delle vittorie, e che dobbiamo accettarle allo stesso modo». […]
Ore 10.30 – (Gazzettino) «Per come si era messa la partita e per come l’avevamo giocata nel primo tempo, non avrei mai pensato che si sarebbe chiusa sul 4-1 per il Brescia, e questo mi fa grande rabbia». Daniel Cappelletti, autore del momentaneo vantaggio nel primo tempo, analizza così la sconfitta al Rigamonti che è maturata dopo una prima frazione che non lasciava presagire al tracollo nella seconda parte. Invece si è ripetuto lo stesso difetto già visto in alcune gare precedenti. «Indubbiamente questo è il nostro problema, ci eravamo ripromessi di non rifarlo. Invece si è visto subito dai primi minuti del secondo tempo che eravamo molto bassi e che non riuscivamo più ad attaccarli come avevamo fatto bene nella prima parte di gara recuperando anche palloni pericolosi che se giocati bene, ci potevano consentire di andare in porta. Ripeto, è un problema grosso che dobbiamo assolutamente risolvere al più presto perché le partite durano novanta minuti e non quarantacinque». Un questione fisica o mentale? «Non può essere fisica, se si trattasse di questo caleresti alla lunga. È sicuramente un problema mentale, ci eravamo anche ripromessi di non schiacciarci troppo nel momento in cui fossimo andati in vantaggio, non l’abbiamo fatto ed è una cosa che non va bene. Se analizziamo il problema è già successo altre volte e vediamo che rimane, per cui dobbiamo lavorare sia a livello individuale ciascuno nella propria posizione e sia come collettivo. La delusione grande per me è proprio questa, non essere riusciti a fare una cosa che già conoscevamo e che ci eravamo detti di non ripetere più». […]
Ore 10.10 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova): Merelli 5.5; Cappelletti 6.5, Ravanelli 5, Trevisan 5.5 (Salviato 5.5), Ceccaroni 5; Mazzocco 5.5, Broh 5.5, Pulzetti 6 (Minesso sv); Clemenza 5.5, Bonazzoli 6 (Cisco 5), Capello 5.5.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Il bilancio continua a sorridere al figlio d’arte. E pensare che sino all’intervallo la sensazione maturata sul campo era quella di un Padova finalmente in palla nella sua versione da trasferta, bene organizzato, attento nel chiudersi con il passaggio dal 4-3-3 di partenza al 4-5-1 strada facendo, grazie ai ripiegamenti di Clemenza a destra e Capello a sinistra. Faticava molto la squadra di Corini a trovare i varchi per puntare verso Merelli e questo giovava ai biancoscudati, che tenevano bene le posizioni, con i centrocampisti bravi a proteggere la difesa, dove il mister aveva cambiato ancora metà degli interpreti, con Ravanelli e Ceccaroni preferiti a Capelli e Contessa. […] Punteggio sicuramente troppo severo per la “matricola”, che ora deve ritrovarsi. Mentalmente, tatticamente e fisicamente. La sosta capita propizia, ma il Padova fuori casa non può più essere questo.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Avete presenti quelle batterie del telefonino che, cariche al 100%, improvvisamente dopo un’ora scendono ad un livello minimo di energia, 10-12%, rischiando di lasciarti senza uno strumento vitale per la comunicazione? Ecco, il Padova da trasferta è questo, dura un tempo, e poi si squaglia. Crollando in modo ingenuo, ma netto, di fronte ad avversari che nel frattempo si sono ritrovati, hanno modificato il proprio assetto tattico e hanno avuto un approccio con la seconda parte della gara devastante. A Brescia, con conseguenze ben più pesanti rispetto a quelle registrate a Salerno e Foggia, i biancoscudati sono andati in… pappa dopo aver disputato forse i migliori 45′ della stagione sin qui fuori casa. Ed è maturata così la terza sconfitta su sette partite, con 9 gol presi e 2 soli realizzati, che accentua la media da retrocessione, sul piano del rendimento esterno, ottenuta sinora: 1 solo punto, quello del derby con il Verona all’esordio, in 4 giornate. Era la sfida nella sfida tra i due Bisoli, Dimitri, centrocampista con attitudini offensive, schierato da Corini come trequartista, affrontava il genitore Pierpaolo, contro il quale aveva già vinto in due occasioni e pareggiato in una terza.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) La storia si ripete. E adesso inizia anche un po’ a preoccupare. Il Padova crolla ancora nel secondo tempo, facendo scuotere la testa a mister Bisoli che, nonostante tutto, sfoggia ottimismo: «Ancora una volta spariamo nella ripresa, ma sono convinto che faccia parte del nostro processo di crescita», le parole del tecnico. «Il problema è che, nel momento in cui abbiamo la possibilità di portare a casa un risultato importante, ci impauriamo e finiamo per bloccarci. Non si può spiegare altrimenti una metamorfosi del genere. Abbiamo disputato forse il primo tempo migliore del campionato, siamo stati pericolosi e abbiamo giocato palla a terra. Poi il calo». Ma come si risolve una situazione del genere? «È un percorso di crescita che dobbiamo accettare, anche se capisco che faccia male a tutti, dai tifosi alla società. Purtroppo in questo momento quando commettiamo un paio di errori il nostro cervello si inceppa. Dobbiamo lavorare su questo, ma sono consapevole della strada che ci aspetta e sono convinto che ci salveremo. Soffrendo, ma ci salveremo. E io non mollerò di un centimetro per difendere il grande traguardo che abbiamo conquistato la scorsa stagione». […]
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) La maledizione continua. Pierpaolo Bisoli, al quarto incrocio con Dimitri, non riesce a battere il figlio e torna a casa con una sconfitta molto pesante. La sfida nella sfida premia ancora il centrocampista del Brescia, applaudito sugli spalti dalla famiglia riunita al gran completo. Famiglia che, a dir la verità, tifava un po’ di più per il papà, soprattutto per quanto riguarda la moglie Rita, che allo stadio viene raramente ma ieri non è voluta mancare, sfoggiando sorriso e gentilezza con tutti quelli che le si sono avvicinati. Al suo fianco il figlio minore Davide (che sabato ha esordito in campionato con il Cesena), la sua fidanzata e quella di Dimitri, oltre alla sorella di Pierpaolo. In campo i due protagonisti sono lontani fin dal riscaldamento. Il mister è il solito: urla, sbuffa, incita i suoi e manda a scaldarsi Minesso già dopo 7′. Ma il Padova gli piace anche se, dopo il gol di Cappelletti, il tecnico è l’unico a non esultare, mentre tutta la panchina schizza in campo per abbracciare il terzino. E in tribuna, invece, esulta anche la signora Rita. […] Nella ripresa entra un trequartista di ruolo come Tremolada, Bisoli torna nella sua posizione di mezz’ala proprio davanti alla panchina di papà, che non smette di incitare i suoi nemmeno quando la sconfitta assume proporzioni pesanti. Al triplice fischio la prima cosa che fanno papà e figlio è cercarsi con lo sguardo, incontrarsi a centrocampo e abbracciarsi.Quindi, Dimitri va a far festa con i suoi, mentre Pierpaolo richiama tutti i giocatori e li invita a salutare i tifosi biancoscudati.