Avete presenti quelle batterie del telefonino che, cariche al 100%, improvvisamente dopo un’ora scendono ad un livello minimo di energia, 10-12%, rischiando di lasciarti senza uno strumento vitale per la comunicazione? Ecco, il Padova da trasferta è questo, dura un tempo, e poi si squaglia. Crollando in modo ingenuo, ma netto, di fronte ad avversari che nel frattempo si sono ritrovati, hanno modificato il proprio assetto tattico e hanno avuto un approccio con la seconda parte della gara devastante. A Brescia, con conseguenze ben più pesanti rispetto a quelle registrate a Salerno e Foggia, i biancoscudati sono andati in… pappa dopo aver disputato forse i migliori 45′ della stagione sin qui fuori casa. Ed è maturata così la terza sconfitta su sette partite, con 9 gol presi e 2 soli realizzati, che accentua la media da retrocessione, sul piano del rendimento esterno, ottenuta sinora: 1 solo punto, quello del derby con il Verona all’esordio, in 4 giornate. Era la sfida nella sfida tra i due Bisoli, Dimitri, centrocampista con attitudini offensive, schierato da Corini come trequartista, affrontava il genitore Pierpaolo, contro il quale aveva già vinto in due occasioni e pareggiato in una terza. Il bilancio continua a sorridere al figlio d’arte. E pensare che sino all’intervallo la sensazione maturata sul campo era quella di un Padova finalmente in palla nella sua versione da trasferta, bene organizzato, attento nel chiudersi con il passaggio dal 4-3-3 di partenza al 4-5-1 strada facendo, grazie ai ripiegamenti di Clemenza a destra e Capello a sinistra. Faticava molto la squadra di Corini a trovare i varchi per puntare verso Merelli e questo giovava ai biancoscudati, che tenevano bene le posizioni, con i centrocampisti bravi a proteggere la difesa, dove il mister aveva cambiato ancora metà degli interpreti, con Ravanelli e Ceccaroni preferiti a Capelli e Contessa.
[…]Punteggio sicuramente troppo severo per la “matricola”, che ora deve ritrovarsi. Mentalmente, tatticamente e fisicamente. La sosta capita propizia, ma il Padova fuori casa non può più essere questo.
(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)