«La notte dopo la partita ho fatto veramente fatica a dormire», ammette Cisco, con il solito sorriso genuino, «non solo per l’adrenalina della rimonta, ma anche perché le gambe mi facevano veramente male. Non giocavo da tanto e anche in allenamento mi capita raramente di disputare una partitella intera». Come detto, fino a questo momento Cisco era quasi ai margini della rosa. Secondo Bisoli aveva perso la sua dimensione dopo aver firmato con il Sassuolo. «Sinceramente non credo di essermi montato la testa», spiega il diretto interessato, «sono sempre lo stesso, chi mi è vicino lo sa. Probabilmente ho accusato un po’ di sfiducia in queste settimane in cui sono rimasto fuori. Io ho bisogno di giocare per rendere al meglio, ma questi mesi mi sono stati utili. Ho ingoiato fango e mi sento cresciuto». In cosa? «Ho imparato un aspetto che non conoscevo del calcio, non mi era mai successo di finire quasi ai margini. Non ho mollato, ho continuato a lavorare e sono felice che il mister mi abbia voluto premiare. Non mi aspettavo di giocare un tempo intero con il Pescara». Bisoli dice che lei deve ancora capire che il calcio è sacrificio. «Ha ragione. Quando sono stanco, trovo comunque le forze per fare uno scatto in avanti. E se le ho per correre verso la porta avversaria, devo averle anche per aiutare in difesa. L’aspetto in cui devo migliorare di più è nelle scelte di gioco».
[…]Com’è stato vivere dal campo una rimonta come quella di martedì? «Non mi sembrava vero, quasi non me ne sono reso conto. Eppure quando sono entrato in campo ero convintissimo di riuscire a segnare, me l’aveva predetto anche Mazzocco. Poi non so nemmeno io come sia uscito quel tiro di sinistro. Non è il mio piede, non credevo di riuscire a tirare così bene con il mancino, evidentemente le tante sessioni di tiro degli ultimi mesi sono servite».
[…](Fonte: Mattino di Padova, Stefano Volpe. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)