Padova-Pescara, l’analisi de “Il Mattino di Padova”

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Il cuore oltre l’ostacolo, la caparbietà e la volontà di non cedere di fronte alla possibile nuova capolista della Serie B (che seconda era e tale è rimasta), recuperando ben due gol ad un avversario che sin lì era stato a lungo padrone del campo. Il pareggio – terzo stagionale – del Padova contro il Pescara dell’ex Pillon, squadra la cui cifra tecnica e la cui organizzazione di gioco sono da livelli alti della categoria, è una gemma preziosa da custodire nello scrigno di questo inizio di campionato.

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Bisoli è ancora alla ricerca di una quadratura, prova e riprova di gara in gara e anche stavolta ha cambiato. Modulo di partenza ad albero di Natale, con debutto di Mandorlini accanto a Broh a centrocampo, Pulzetti e Clemenza trequartisti ed il ritorno di Cappelletti in difesa, sulla fascia destra. Di fronte un Pescara solido, molto ben messo in campo dal tecnico trevigiano, che manovra sempre o quasi con palla a terra.

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Dove l’allenatore di Porretta Terme ha avuto ragione è stato nei cambi. Uno, soprattutto: Cisco. L’ha gettato nella mischia ad inizio ripresa, togliendo capitan Pulzetti e passando al 4-2-3-1, con Clemenza e Mazzocco sulla stessa linea del neo-entrato, e poi inserendo Minesso (anch’egli al debutto stagionale) a sinistra. Il “bocia” di Altichiero ha nelle corde la capacità di saltare l’avversario nell’uno contro uno. Prima di assurgere al rango di protagonista, però, il suo Padova ha subìto una decisione molto discutibile dell’incerto signor Volpi: un rigore in avvio di secondo tempo, fischiato dopo un contatto in area Mazzocco-Gravillon seguito ad una evidente “cintura” di Mancuso su Trevisan, sugli sviluppi di un corner dalla destra (4′). Dal dischetto bomber Mancuso non ha fallito e per i biancoscudati si è fatta non difficile, ma difficilissima. Eppure, ecco che la carta Cisco ha pesato in modo decisivo: l’attaccante prima si è visto deviare sul palo da Fiorillo un tiro a colpo sicuro dopo un perfetto contropiede avviato da Bonazzoli (9′), poi ha centrato il “sette” con uno stupenda conclusione di sinistro da fuori area. Primo centro tra i cadetti, e all’esordio per giunta. Era ormai il 90′. Cosa deve fare, con ancora 5′ davanti, una squadra che vede riaperta una partita considerata segnata? Buttarsi in avanti e tentare il tutto per tutto. Il Padova lo ha fatto e il suo enorme merito è stato proprio quello di credere nel pareggio. Pari che è arrivato proprio agli sgoccioli della sfida, con un’incursione in area del duo difensivo Capelli-Cappelletti: tiro al volo del primo, su corta respinta della retroguardia avversaria, e deviazione di tacco del secondo, appostato quasi sul palo (95′). Roba da stropicciarsi gli occhi per la felicità. Questo è il Padova che si vuole, anche se non è ancora quello che pretende il suo nocchiero.

(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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