Padova-Pescara, l’analisi del “Corriere del Veneto”

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«Salutate la capolista!». Il coro, dal settore ospiti del Pescara, risuona e rimbomba, a una manciata di minuti dalla fine. Il Pescara sta espugnando l’Euganeo per 2-0, nulla lascia presagire quello che accadrà poco dopo. Sin lì del Padova poche tracce, sbiadite e confuse in mezzo a una girandola di rotazioni tattiche e di uomini che producono tanto fumo e poco arrosto. Poi, all’improvviso, Andrea Cisco inventa un eurogol straordinario di sinistro dai 25 metri. È il novantesimo e siamo 2-1, a quel punto come spesso accade nel calcio, anche l’imponderabile può accadere. Pure che Daniel Cappelletti, il difensore spostato regista e poi esterno basso, faccia il fenomeno deviando di tacco una girata di Capelli che forse Fiorillo avrebbe potuto anche parare. L’Euganeo impazzisce, i cori dal settore ospiti si spengono all’improvviso, sovrastati dall’urlo di tutto il resto dello stadio. Pochi secondi dopo, arriva il fischio finale e si concretizza l’incredibile 2-2, che rianima in parte un Padova boccheggiante e che fa dire a Pierpaolo Bisoli nel dopo partita che «questo pareggio vale più di una vittoria per come è arrivato, una sconfitta sarebbe potuta essere pesantissima in questo momento per noi». Insomma, alla fine tutto cambia, Pillon esce infuriato dopo aver sfiorato e mancato più volte il ko. Il Pescara che si arrampica fino al primo posto per 94 minuti, sembra più squadra, pur senza fare nulla di eccezionale.

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(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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