Ieri, durante il viaggio di ritorno da Foggia in treno, il direttore generale Giorgio Zamuner ha rivisto con calma la partita dello “Zaccheria”, che ha avuto un andamento anomalo.«Si è detto che dopo un buon primo tempo siamo spariti, ma non è stato proprio così», analizza il d.g, «abbiamo sofferto molto i primi cinque minuti, poi una volta trovato il vantaggio siamo stati bravi a controllare la partita e potevamo anche affondare per il raddoppio. Quindi il Foggia è tornato a metterci in difficoltà sul finire del primo tempo. A inizio ripresa ci aspettavamo che attaccassero a testa bassa, invece abbiamo contenuto bene fino al gol del pareggio. Lì è cambiata la sfida. A quel punto siamo come andati in panico, abbiamo difeso male e alla fine siamo usciti sconfitti».Un atteggiamento che non si era mai visto prima del k.o. subìto contro la Salernitana, dopo il quale il Padova è sembrato affrontare con piglio più rinunciatario le partite. Soprattutto dopo essere andato il vantaggio, visto che sia contro la Cremonese che a Foggia i ragazzi di Bisoli non sono riusciti a difendere o incrementare l’1-0. «Più che una questione di atteggiamento, credo che la sfida di Salerno abbia minato qualche nostra certezza. Basti pensare che una volta era molto difficile colpirci su calcio piazzato e adesso invece siamo più vulnerabili. È un problema mentale, dobbiamo assolutamente ripristinare la rabbia agonistica e l’aggressività che abbiamo sfoggiato a inizio stagione».Ma è possibile che sia bastata una sconfitta per far traballare le fondamenta di una squadra forgiata anche dalla splendida cavalcata vincente della scorsa stagione? «Probabilmente le prestazioni e i risultati che abbiamo ottenuto nelle prime due partite avevano illuso la squadra che la stagione fosse più facile del previsto. Ma non è assolutamente così. Non dobbiamo perdere di vista il nostro obiettivo che è soltanto quello della salvezza. Ed è un obiettivo che si raggiunge attraverso un cammino faticoso e fatto di sacrifici. Per questo è necessario ritrovare subito la determinazione giusta, che è un po’ mancata ultimamente».
[…](Fonte: Mattino di Padova, Stefano Volpe. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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Un punto in tre partite, ma nessun dramma. Niente, insomma, che già non si sapesse all’inizio del campionato, quando tutti i pronostici indicavano come per il Padova la salvezza fosse l’unico obiettivo plausibile. Dopo il ko di Foggia, ecco il primo pit-stop: cinque punti in cinque partite, media di uno a giornata, potrebbe non bastare per galleggiare sopra la zona pericolo. Che fare, dunque? Ripartire da quello che di positivo si è visto allo Zaccheria, dove ancora una volta la squadra ha giocato un ottimo primo tempo, salvo poi cedere di schianto alla distanza, anche a causa di un baricentro che lentamente si abbassa, vuoi per i cambi conservativi di Pierpaolo Bisoli, vuoi per la paura di sbagliare che, in una squadra giovane, è sempre dietro l’angolo. «La categoria è questa — spiega il direttore generale Giorgio Zamuner — bisogna capire che, appena si abbassa l’intensità anche di poco, le avversarie ti puniscono. Dobbiamo imparare dai nostri errori e tornare quelli delle prime due giornate, quando avevamo ben figurato e ben giocato contro Verona e Venezia. Insomma, dobbiamo ritrovare lo spirito del derby». Il dg, però, spiega il perché delle assenze dalla lista dei convocati per Foggia di Della Rocca, Pinzi, Cisco e Vogliacco senza fare giri di parole. «Siamo in 27 e per forza di cose vanno fatte delle scelte — argomenta Zamuner — per quanto riguarda Pinzi l’allenatore ha fatto una scelta tecnica, motivata da quello che vede in allenamento. Della Rocca aveva lamentato un piccolo problema muscolare dopo la partita con la Cremonese ed è stato deciso di lasciarlo fuori, per Vogliacco stesso discorso perché aveva accusato qualche acciacco. E su Cisco ha già spiegato tutto Bisoli. Il mercato? Fino a gennaio non toccheremo nulla».
[…](Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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«Dobbiamo analizzare con serenità come mai siamo tornati dopo la sosta meno brillanti rispetto ai due derby». Un punto in tre gare, contro i quattro raccolti con Verona e Venezia, sono le due facce del cammino dei biancoscudati in questo primo scorcio di campionato, tanto da indurre lo staff ad approfondire la questione come si evince dalle parole di Giorgio Zamuner. «Abbiamo rivisto la partita durante il ritorno in treno: dopo un buon primo tempo, ci siamo abbassati un po’ troppo anche se fino alla punizione che ha portato al pareggio del Foggia non avevamo corso pericoli. Quell’episodio ha cambiato l’inerzia della gara, loro hanno preso coraggio e noi ci siamo ulteriormente abbassati. Poi il 2-1 nasce da una prodezza di Cicerelli e da una nostra lettura sbagliata. Dobbiamo trovare un rimedio in fretta analizzando cosa ci ha fatto perdere almeno due-tre punti nelle ultime gare». Sull’atteggiamento rinunciatario della squadra nel secondo tempo aggiunge. «Non è di sicuro il mister che chiede ai ragazzi di arretrare, dato che chiede di aggredire magari non altissimi, ma neanche stando bassi come l’altra sera e con la Cremonese. E’ dovuto a una concatenazione di fattori: la forza di disperazione dell’avversario, un calo fisico, un fattore inconscio. Si tratta di trovare un rimedio dato che dobbiamo tornare a essere quelli ammirati nei derby». «Abbiamo bene in testa che l’obiettivo è mantenere la categoria, e forse quest’anno è ancora più difficile delle stagioni precedenti. Di comune accordo con la società abbiamo allestito una formazione con tanti giovani, sappiamo che il percorso è lungo e faticoso. Probabilmente le prime due partite hanno illuso di poter fare meno fatica di quanto avevamo messo in preventivo, invece questo campionato è difficile. Ripeto, l’importante è avere in testa l’obiettivo e rimediare agli errori che ci hanno portato a raccogliere solo un punto nelle ultime tre gare. Dobbiamo alzare la guardia, senza comunque fasciarci la testa».
[…]Da fuori, l’impressione è che manchi un regista, mentre gli attaccanti sono ancora a caccia del primo sigillo. «E’ normale che oggi dopo tre risultati balordi si vada a vedere che manca il gol degli attaccanti e il vertice basso, quando invece dopo Verona e Venezia a nessuno era passato per la testa. In questo momento stiamo cercando di capire con lo staff tecnico cosa può essere successo dopo la sosta, perché ci siamo ripresentati meno brillanti: si tratta di un calo fisico o mentale, forse pensavamo di essere diventati improvvisamente bravi. Per il resto sono convinto che gli attaccanti si sbloccheranno dato che anche l’anno scorso nelle prime sette partite aveva realizzato solo un gol Chinellato, dopodiché sono arrivati i sigilli di Capello e Guidone. Avverrà lo stesso anche quest’anno».
[…](Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)