Ore 18.00 – Biancoscudati in campo all’Euganeo per l’allenamento a porte chiuse.
Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il rischio è quello di rovinare forse il più bel colpo d’occhio della stagione, ma anche di annacquare il derby regionale che tanto appassiona i tifosi di entrambe le squadre. Spostandosi dalla parte delle autorità, invece, il rischio – da non correre – è che tra le due tifoserie si possano verificare incidenti. E allora meglio correre ai ripari prima di commentare un fatto compiuto. Ecco perché le autorità pordenonesi titolari dell’ordine pubblico stanno pensando alla possibilità che il derby regionale tra Pordenone e Triestina, in calendario al Bottecchia l’11 novembre, si possa giocare parzialmente a porte chiuse. Sarebbero quelle del settore ospiti, da interdire totalmente ai supporters della Triestina. La curva Furlan, storico cuore rossoalabardato che batte forte al Rocco di Trieste, sarebbe così costretta a rimanere confinata nella Venezia Giulia, senza poter varcare i confini dello stadio di Pordenone. In Questura si deve ancora prendere la decisione definitiva, ma la ratio del provvedimento sarebbe già chiara: si vogliono evitare gli scontri che nella scorsa stagione erano andati in scena tra due piccoli gruppi, formati da una parte da tifosi del Pordenone e dall’altra dalla sparuta rappresentanza di fan con addosso le sciarpe del Bassano. […]
Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) […] Martedì sera Rossitto era regolarmente al suo posto in tribuna per assistere all’esordio dei ramarri contro il Fano. «La squadra – comincia il Crociato – mi ha fatto un’ottima impressione. Si è mossa con grande compattezza e stabilità, nonostante le assenze importanti di Berrettoni, Misuraca e Germinale. Nella prima frazione ha espresso pure fasi di buon calcio. È stata concreta, capitalizzando quasi tutto ciò che doveva. Nella ripresa si è limitata a controllare la reazione marchigiana, portando a casa il risultato con grande maturità». Giudicata la squadra nel suo insieme, Fabio passa a parlare dei singoli. «Ottime sono state le prove di Gavazzi, Candellone e Semenzato. Il rientro di Daniel è importante, perché con lui la catena di destra ha acquistato dinamismo e qualità. Il gol è stato un giusto premio al suo apporto. Non scordiamo che mancava Gianvito Misuraca. Con il suo rientro saranno tanti i pericoli per gli avversari in arrivo dalla fascia destra del Pordenone». D’accordo su tutto, però nella ripresa Tesser ha tolto un attaccante (Magnaghi) per inserire un centrocampista (Damian) e nei minuti finali una mezzapunta (Ciurria) per mandare in campo il quinto difensore (Bassoli). Con Rossitto in panca (e anche prima), re Mauro difficilmente tollerava difese a cinque, tanto che in estate aveva scelto inizialmente Mauro Zironelli perché lo entusiasmava il suo 3-4-3. «È l’evoluzione della specie. Evidentemente è stato bravo Attilio Tesser, grazie all’esperienza e alle conoscenze tattiche, a modificare il credo di Mauro. Ho già detto più volte che Tesser è stato il miglior acquisto dell’estate neroverde che ha poi portato al Bottecchia anche giocatori importanti». […]
Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) Sulla carta non c’è avversario migliore per dare continuità alla vittoria con il Fano e iniziare una serie positiva. Il Pordenone domenica affronta l’Albinoleffe, l’unica squadra con cui – in cinque stagioni di serie C – non ha mai perso. In 9 sfide tra campionato e coppa Italia, i ramarri hanno ottenuto 4 pareggi e 5 vittorie. L’ultima affermazione risale a luglio e proprio a Bergamo, dove una rete di Bombagi regalò ai ramarri il secondo turno di Tim Cup (il match finì 1-0). È vero che ogni partita fa storia a sé ma i precedenti – uniti alla prestazione positiva di martedì – inducono a pensare positivo. […] Se si esclude il recente successo in Coppa, però, il Pordenone non è mai riuscito a battere (ma non ha neanche mai perso) la squadra allenata da Alvini. Da quando il tecnico toscano ha preso in mano i bergamaschi i neroverdi hanno sempre faticato al cospetto del suo 3-5-2, volto a spezzare di continuo il gioco avversario. Tesser, trainer navigato, si è già messo all’opera per trovare le contromisure adatte e spiccare il volo: iniziare il campionato col piede giusto è fondamentale e, al contempo, darà continuità alla prestazione col Fano. La squadra, con un primo tempo in cui ha creato molte palle-gol, ha dimostrato di poterlo fare.
Ore 15.45 – Queste le dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa da Pierpaolo Bisoli nell’antivigilia di Padova-Cremonese: “Ripartiamo dopo una sconfitta pesante, ma che secondo me è stata eccessiva rispetto a quanto abbiamo visto sul campo. Ci può stare di perdere, ma non è stato tutto da buttare a Salerno. Ora ci capita la Cremonese, un avversario molto forte ed esperto, non ha molti giovani in rosa, ma ha tutti giocatori che conoscono la categoria e delle ottime individualità. Difendono anche in sei, come ho visto a Palermo, secondo me ci saranno pochi spazi sugli esterni e dovremo essere bravi a cercarne in mezzo, dove si giocherà la partita. Per questo ho bisogno di forza e per questo ho provato il 4-3-1-2, un modulo che la squadra ha nelle sue corde e che avevo temporaneamente abbandonato. Ma, come ho già detto, dovremo essere bravi a cambiare pelle nel corso della stagione. Trevisan a sinistra? In una difesa a quattro quel ruolo lo può fare egregiamente, non dimentichiamo che lo scorso anno secondo me la partita migliore che ha giocato è stata quella di Fermo. Proprio come esterno bloccato. Bisognerà trovare i giusti equilibri sotto tutti i punti di vista, se si spinge di più da una parte, magari lo si fa meno dall’altra. E così, a catena, a centrocampo: per questo sto valutando il giusto schieramento per la partita di domenica. Il turnover? Rigiochiamo mercoledì e scenderemo in campo tre volte in una settimana, di questo bisognerà per forza di cose tenere conto. Clemenza? E’ difficile rinunciare a un giocatore come lui, a Salerno non riusciva a trovare la posizione ed era la stessa delle partite contro Verona e Venezia. Potrebbe essere stato un problema di condizione, infatti gli abbiamo chiesto tanto e sta un po’ faticando. Però lo ritengo più adatto a una partita come quella di domenica piuttosto che a quella di Foggia. Guidone? Voi lo scorso anno lo avete giudicato solo per i gol fatti, ma ha fatto un lavoro incredibile per tutta la squadra. Ne ha fatti 9, non sono pochi se li confrontiamo con i 14 di Capello, che però ne ha messi a segno 7 su rigore. L’ho provato, non ha segnato, ma è arrivato cinque volte davanti alla porta. A Salerno è entrato bene, col Verona invece no. può darci una grossa mano in questa stagione, ne sono convinto. E l’allenatore deve tenere conto dello stato di forma dei suoi attaccanti quando fa le scelte. Con Andrea Mandorlini, se la memoria non mi inganna, ci siamo affrontati due volte. In una ha vinto lui, nell’altra abbiamo pareggiato, ma non sono molto amante delle statistiche, per cui potrei anche sbagliarmi. Matteo Mandorlini ha fatto un gesto importante nei confronti della società diluendosi lo stipendio, a quel punto abbiamo potuto reintegrarlo perché avevamo un budget e dovevamo fare delle scelte precise. Lui ha subito dimostrato di essere sul pezzo, è entrato meglio rispetto a Chinellato, che per struttura fisica ha bisogno di più tempo per entrare in forma. E bisogna tenere conto di tutto quanto quando si fanno le scelte. Vi svelo una mia convinzione: secondo me Matteo Mandorlini potrà esserci più utile in B che in C, perché lui ha caratteristiche più difensive e in mezzo mi serviva gente d’inserimento perché dovevamo vincere il campionato. Devo ancora pensare come utilizzarlo, ma vedrete che anche lui tornerà utile”
Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Sarà lo stadio «Città di Meda» a tenere a battesimo la prima partita esterna del campionato del nuovo L.R. Vicenza che lì domenica affronterà il Renate. Una squadra che, nel primo turno della nuova stagione del girone B della Serie C, ha superato con un netto due a zero la Sambenedettese in terra marchigiana. […] «Sarà una partita difficile — sottolinea il difensore centrale del L.R. Vicenza Andrea Mantovani — Loro sono partiti molto bene e hanno dimostrato di essere in ottime condizioni atletiche, ma noi siamo pronti a dare battaglia. La Serie C è una categoria che conosco poco per aver giocato sempre in Serie A e B, ma tutti siamo consapevoli che ci aspetta un torneo difficile in cui le squadre che affronteremo daranno il 110% per batterci». Mantovani è tornato a Vicenza dopo due anni e mezzo ed è felice della sua scelta. «Mi mancava il pubblico biancorosso che si è confermato straordinario sia per presenze che per sostegno — aggiunge — Ho accettato di vestire ancora la maglia biancorossa per l’ambiente che conoscevo bene e per la serietà del progetto che mi è stato presentato. Abbiamo tutto per fare bene, ora tocca a noi dimostrarlo in campo». La prima del campionato non ha portato la vittoria come tutti si auguravano, ma Mantovani non ne fa un dramma. «Alla fine della partita contro la Giana Erminio non eravamo contenti, ma gli applausi dei nostri tifosi ci hanno fatto piacere — continua il centrale — Siamo un gruppo formato da qualche giocatore esperto e da tanti giovani in una piazza come Vicenza che può dare pressione, ma penso che dopo un po’ di assestamento potranno uscire le nostre qualità». Mantovani fa un passo indietro: «Purtroppo contro la Giana Erminio non abbiamo sfruttato le occasioni che ci sono capitate e non abbiamo sbloccato la gara. Magari se ce l’avessimo fatta poi avremmo vinto, ma nel calcio con i se e i ma non si fanno punti per cui giriamo pagina e pensiamo alla partita di domenica contro il Renate. Dopo un solo turno di campionato è prematuro dare giudizi, ma ritengo che questa squadra, sostenuta da un pubblico da categoria superiore, abbia tutte le basi per fare bene».
Ore 13.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Che la prima Serie B dopo il trionfale biennio-Inzaghi, sarebbe potuta partire in salita, l’aveva messo in preventivo. Per questo i due ko di fila a Padova e col Benevento (dopo il vittorioso esordio con lo Spezia) non hanno affatto scalfito la fiducia di Joe Tacopina. Domani il presidente sarà in tribuna a Lecce (ore 15) dove il Venezia dovrà a ripartire «Mi aspetto tre punti, of course, è ora perché con questa squadra e mister Vecchi possiamo avere ambizioni alte anche quest’anno». L’attualità più stretta riguarda però il nuovo stadio, visto che oggi (ore 9) negli uffici comunali di viale Ancona a Mestre è in programma la conferenza preliminare dei servizi, propedeutica alla dichiarazione di pubblica utilità dell’opera che il Consiglio comunale delibererà entro il 22 ottobre. «Il nuovo stadio è sempre al centro del nostro progetto, quello odierno è solo uno degli step dell’iter amministrativo che abbiamo avviato presentando il progetto a fine luglio. In questi due mesi ci hanno contattato privati e aziende, fondi e gruppi americani ma non solo, c’è davvero un grande interesse com’è normale per Venezia: li stiamo sondando e facendo selezione, sul piano della copertura economica starà a noi essere pronti per il giorno in cui avremo in mano i permessi per costruire, e non c’è alcun dubbio che arriveranno». […]
Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) […] Tacopina, che atmosfera c’è attorno al Venezia dopo questo inizio di stagione? «L’atmosfera è migliore rispetto al passato. La personalità di Vecchi e Angeloni è positiva, sono brave persone. Le parole di Marsura, che ha difeso il nostro allenatore, sono significative: abbiamo uno stile, un gioco e una mentalità migliore rispetto a due anni fa. L’anno scorso eravamo più conservativi». Cosa risponde a chi sostiene che Vecchi sia troppo morbido? «Che non l’hanno sentito fra primo e secondo tempo nella partita contro il Benevento. Quando è necessario sa alzare la voce, i muri tremavano: è una persona con cui ci si può approcciare, si può discutere e si può parlare». Preoccupato per questa partenza? «I nostri risultati in questo momento per me non significano nulla: odio perdere, ma c’è stato un grosso rinnovamento e per cambiare mentalità ci vuole tempo». Si aspettava le sconfitte contro Padova e Benevento? «Non siamo più una sorpresa. In D e in C abbiamo battuto tutti, in Serie B l’anno scorso abbiamo raggiunto la semifinale playoff, nel giro di qualche settimana ogni pezzo andrà al posto giusto». […]
Ore 12.30 – (La Nuova Venezia) Situazione di stallo nell’infermeria del Venezia, alla vigilia della partenza per Lecce, che avverrà in serata con il volo per Brindisi e successivo trasferimento in pullman. Stefano Vecchi ha visto lavorare a parte Fabiano, St Clair e Litteri, che sono indisponibili da giorni, mentre anche ieri non si sono aggregati al gruppo nè Pinato nè Falzerano, la cui presenza in Puglia è a questo punto in dubbio. Oggi allenamento di rifinitura, poi l’allenatore bergamasco diramerà la lista dei convocati, ballottaggio Geijo-Vrioni in attacco con Bruscagin favorito su Zampano sulla fascia destra.
Ore 12.00 – (La Nuova Venezia) «Mi piace l’atmosfera che si respira quest’anno, è migliore rispetto al passato: la parte sportiva si è integrata rapidamente all’interno dell’organizzazione societaria. Mi piace la personalità di Angeloni e di Vecchi». Joe Tacopina sorride, siamo all’inizio della stagione. «Chi mi conosce sa quanto mi dia fastidio perdere, ma sono tranquillo, il Venezia verrà fuori nelle prossime settimane. C’è un allenatore nuovo, al di là del modulo, i giocatori devono integrarsi in un modo di giocare diverso, più propositivo, e poi gli infortuni non hanno agevolato la crescita uniforme di tutti i giocatori». Ottimista come sempre, domani a Lecce si aspetta una prestazione come il secondo tempo con il Benevento. «A Lecce voglio vincere, ovvio, come sempre, e poi i tre punti mancano da un po’di tempo…». La campagna abbonamenti si è chiusa in ribasso rispetto alla passata stagione, quando si ipotizzava un aumento dopo l’ultimo torneo. «Non ero arrabbiato dopo la gara con lo Spezia, deluso sì. Non mi fa piacere constatare che abbiamo meno abbonati di Verona, Padova e Cittadella, la rivalità c’è anche in questo. Noi in tre anni abbiamo mantenuto tutte le promesse anticipate il giorno della mia presentazione, quando dissi anche che i tifosi sono parte integrante del progetto Venezia». […] «Puntiamo a stare al vertice, bisogna avere pazienza. Credo molto in questo gruppo e nei giovani, l’altro giorno St Clair e Zennaro erano seduti uno accanto all’altro, mi si è aperto il cuore, ho visto in loro l’immagine del Venezia del futuro, ma ne abbiamo tanti di giovani forti». […]
Ore 11.30 – (Gazzettino) […] Bartolomei ha ricordato il suo fresco passato in maglia granata: «Sono stati due anni bellissimi, e non dimenticherò mai la società che mi ha offerto la possibilità di fare la serie B. L’avevo persa con il Teramo, l’ho ritrovata grazie al Cittadella che ha creduto in me». Bartolomei, al pari di tutto il popolo granata, ha accarezzato sino all’ultimo un grande sogno: «Abbiamo disputato i play off per due stagioni di fila, nell’ultimo credevo veramente di poter raggiungere la serie A. Ero proprio sicuro di poter realizzare il sogno, non è andata come volevamo e ancora adesso mi dispiace». E’ stato sicuramente il ricordo più bello dell’avventura a Cittadella, il picco massimo raggiunto dalla squadra di Roberto Venturato. Momenti brutti invece? «Non me ne ricordo, sinceramente. Di Cittadella penso soltanto a cose belle». Adesso è un giocatore dello Spezia. Tutto procede come se lo aspettava? «Sono molto contento di essere arrivato qua, mi sono avvicinato anche a casa. Abbiamo perso qualche punto per strada, nonostante buone prestazioni, ma siamo una squadra nuova, e vogliamo fare qualcosa di importante. Sappiamo che la serie B è un campionato difficile, mi auguro di ritrovare presto la vittoria». Conosce bene il gioco di Venturato, che sfida si immagina? «Il Cittadella primo in classifica non mi sorprende. Conosco i ragazzi, la società, l’allenatore: tutti lavorano bene durante la settimana, e questi sono i frutti dell’impegno. Sarà una gara molto difficile per noi, giochiamo però in casa e abbiamo tanta voglia di riscatto dopo la sconfitta di Cremona, che non meritavamo». […]
Ore 11.00 – (Mattino di Padova) Tra i tifosi, che non potranno mai dimenticare la doppietta nella sfida dei playoff con il Bari, c’è chi suggerisce di adottare una marcatura ad hoc per “murare” preventivamente ogni suo tiro. Tra gli ex compagni c’è chi, come Siega, tra il serio e il faceto mette tutti in guardia: «Vedrete che mirerà la porta non appena ne avrà l’occasione». Venturato non è il tipo di tecnico che prepari gabbie su misura per chicchessia e tuttavia, di sicuro, nel preparare la trasferta di domani pomeriggio dovrà tener conto dell’abilità balistica di Paolo Bartolomei, grande ex della sfida in programma a La Spezia. Ecco, se mai manca qualcosa a questo Cittadella che guarda tutti dalla vetta della classifica è proprio uno come lui, in grado di inquadrare la porta anche da una trentina di metri, dote molto utile contro le avversarie che si rintanano nella propria area. E il diretto interessato che dice?«Che a Cittadella ho vissuto due anni bellissimi e non li scorderò mai. Soprattutto non dimenticherò come questa società mi abbia dato la possibilità di giocare in quella Serie B che avevo già raggiunto ai tempi del Teramo, senza però poterla vivere per la retrocessione d’ufficio dell’estate 2015. In entrambe le stagioni abbiamo lottato per un sogno chiamato Serie A e confesso che l’anno scorso ero sicuro di poterlo realizzare. Se devo indicare un’immagine su tutte, mi porterò dentro per sempre quella dello Stadio Tombolato ricolmo per la gara dei playoff con il Bari e ringrazio i tifosi per come ci hanno sostenuto seguendoci in tutta Italia». […] Il primato in classifica di capitan Iori e soci non lo sorprende.«No, perché conosco bene come operano Venturato e i ragazzi. Al sabato il Cittadella raccoglie, semplicemente, i frutti del lavoro svolto in settimana. Chi temo di più? Non c’è un solo uomo da indicare, così come faccio fatica a dire da chi deve guardarsi il Cittadella contro di noi. Sarà una sfida a viso aperto fra due squadre che amano giocare a calcio nel senso più pieno: non è il caso di fare un solo nome perché sono in tanti a poterla decidere, da una parte come dall’altra». […]
Ore 10.30 – (Gazzettino) Noi siamo in casa e vogliamo vincere, sarebbe importante dopo lo stop di Salerno». […] Anche Luca Belingheri, detto Bubu, è come lei un ex della Cremonese. «Abbiamo vissuto insieme la promozione, domenica ci teniamo a giocare». Da padovano, come vive quest’annata? «Il mio obiettivo principale è raggiungere la salvezza, poi è normale che qualche pensiero viene a tutti perché ti piacerebbe che la tua città avesse qualcosa in più. Però è meglio stare con i piedi per terra: raggiungiamo la salvezza e dopo, perché no, sogniamo tutti insieme». «Cerco di avere quasi tutto con il biancoscudo, e ho fatto personalizzare i parastinchi. In uno siamo io e mia moglie che alziamo la Coppa per la vittoria del campionato con lo sfondo di Prato della Valle, nell’altro io e Bubu alziamo la Supercoppa. Ci sono anche i nostri numeri di maglia, 33 e 25, con quest’ultimo che era il numero anche di Piermario Morosini, che ricordiamo sempre facendo parte come testimonial della Onlus Live: con la vendita delle nostre magliette vengono comprati defibrillatori da dare alle società che non possono permetterseli».
Ore 10.20 – (Gazzettino) A casa ha cuscini e coperte con il biancoscudo, presente anche sui parastinchi che utilizza in campo. Basta questo per fare capire quanto Simone Salviato tenga alla squadra della sua città, e domenica la sfida con la Cremonese avrà un sapore speciale dato che un anno fa di questi tempi indossava ancora la maglia grigiorossa, lasciata a gennaio per approdare alla corte di Bisoli contribuendo al ritorno in serie B. Categoria centrata anche con i lombardi nel maggio 2017. «Mi fa molto piacere affrontare la Cremonese, società dove sono stato molto bene, che mi ha fatto sentire subito a mio agio e anche la città è coccola. Dopo undici anni abbiamo vinto il campionato e anche per i tifosi è stata una soddisfazione enorme: mi ricordano con affetto e anche in questi giorni mi stanno scrivendo in moltissimi raccomandandosi di fare il bravo per domenica. Ma non sarà possibile esaudirli. Sono felice di rivedere i vecchi compagni, anche se non sono rimasti in molti». A guidare i grigiorossi c’è l’ex biancoscudato Andrea Mandorlini, padre di Matteo. «Si sono rinforzati molto, a cominciare dall’allenatore, perché c’è una proprietà forte che vuole andare in A il prima possibile. Sarà una partita tosta, spero divertente. Entrambe le squadre giocheranno sugli errori dell’altra, per cui dobbiamo commetterne il meno possibile, perché la Cremonese non verrà a difendersi.
Ore 10.10 – (Gazzettino) Si torna all’antico. Accantonata la difesa a tre, Bisoli ha rispolverato ieri nelle esercitazioni tattiche e nella partitella il modulo 4-3-1-2 con il quale i biancoscudati hanno centrato la promozione. Nel pacchetto arretrato ha schierato Ravanelli e Capelli al centro, il ruolo di terzino destro l’ha affidato a Salviato e dalla parte opposta a Trevisan, preferito a Contessa. Soluzione che consente di puntellare il reparto dato che Trevisan è un difensore puro che garantisce la posizione, anche se non ha la stessa capacità di spinta di Contessa, per cui presumibilmente sarà Salviato ad avere un po’ più di libertà nell’appoggiare l’azione in fase di possesso. A centrocampo, a fare da schermo davanti alla difesa il tecnico ha messo Cappelletti, irrobustendo così la fase difensiva della squadra. Quanto agli interpreti delle mezzali, tutti gli scenari appaiono possibili, fermo restando che capitan Pulzetti sarà della partita. […]
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) È un dato di fatto che, finora, in nessuna delle cinque partite stagionali disputate il Padova abbia mai segnato su azione e gli unici tre gol realizzati sono arrivati grazie agli inserimenti dei difensori su calcio da fermo. Il doppio centravanti permetterebbe di proporre Capello dietro le punte e arretrare Clemenza nel ruolo di mezz’ala, per dare anche maggior velocità e fluidità di gioco alla mediana. Ma non sono escluse anche tante altre varianti, dall’inserimento di Minesso o Sarno come trequartisti, al rilancio di Belingheri o Della Rocca in mediana. In difesa, per garantire maggior copertura, Trevisan potrebbe agire da terzino mancino e a quel punto il sacrificato sarebbe Contessa. […] In ogni caso è molto probabile che ci sarà qualche cambiamento tra la gara contro la Cremonese e la sfida di Foggia. Bisoli chiede un gioco ad alta intensità, qualcuno dovrà riposare e tanti altri (finora rimasti ai margini) stanno scalpitando. […]
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Padova, si cambia. Un po’ per necessità, un po’ per cause di forza maggiore, un po’ per dare la scossa dopo le tre sberle subite a Salerno. Domenica sera nel posticipo dell’Euganeo contro la Cremonese, mister Bisoli potrebbe presentare una formazione diversa rispetto a quella mandata in campo nelle prime tre giornate di campionato. Nelle quali ha bene o male puntato sullo stesso undici e sullo stesso sistema. Adesso il tecnico sta valutando diverse alternative, non solo pensando alla prossima sfida, ma ragionando anche in vista del primo tour de force stagionale. […] E se contro la Cremonese Bisoli valutasse il ritorno alla difesa a quattro? Una soluzione probabile che l’allenatore ha sperimentato negli ultimi giorni. Un cambiamento che non porterebbe a un grosso turnover di uomini ma a un atteggiamento e a una sistemazione in campo diversa. Con la difesa a quattro Bisoli è tentato di proporre anche due centravanti, inserendo Guidone a dar manforte a Bonazzoli.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) La terza maglia del Padova ha fatto il botto. Il coniglio dal cilindro, estratto dall’ufficio marketing della società biancoscudata, ha subito raccolto grandi consensi a livello mediatico e social. Il motivo è molto semplice: il Padova ha voluto celebrare i 35 anni del gemellaggio tra la propria tifoseria e quella del Palermo, attraverso una maglia celebrativa disegnata dallo sponsor tecnico Kappa, che i giocatori di Bisoli indosseranno come terza casacca stagionale. Il nero (ormai un classico) della maglia, si arricchisce di una striscia rosa che percorre in verticale la casacca, colora il colletto e si espande anche su pantaloni e calzettoni. Rosa e nero, i colori della società siciliana, con il gemellaggio che viene sottolineato anche da una piccola scritta che compare sul retro della divisa, appena sopra il nome del giocatore: “Padova 1983 Palermo”. Come detto, in questa stagione ricorre il 35esimo anniversario del gemellaggio tra le due tifoserie, che torneranno anche ad incontrarsi (l’ultima volta fu nel 2013/14, sempre in Serie B) in campionato grazie alla promozione biancoscudata e al mancato salto in serie A del Palermo, sconfitto nell’ultima finale playoff dal Frosinone.Un gemellaggio solido, nato quasi per caso nel corso di una vacanza siciliana di alcuni tifosi padovani nei primi anni ’80, che resiste al tempo, alle differenze di categoria e anche alla lontananza tra le due città. […]
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Asse caldissimo Padova-Cremona. Con intrecci di mercato, padri che sfidano i figli, ex capaci di centrare due promozioni consecutive come se nulla fosse e con retroscena da raccontare. Innanzitutto c’è la panchina grigiorossa, occupata da quell’Andrea Mandorlini che nel 2006-2007 raccolse i cocci del Padova di Maurizio Pellegrino, lo trascinò ai confini dei playoff per poi lasciarlo all’improvviso. Era arrivata l’offerta del Siena, quell’offerta che, a distanza di anni, il nocchiero ravennate ammette ora «di aver accettato, ma fu un errore, perché a Padova si poteva ripetere il percorso che poi ho fatto a Verona». Mandorlini fu vicino a tornare nella città del Santo nell’estate 2017. Prima di scegliere Pierpaolo Bisoli, il dg Giorgio Zamuner fece una telefonata proprio a Mandorlini, ma non ci fu la disponibilità a scendere in C da parte del diretto interessato e non se ne fece nulla. Andrea Mandorlini, che in passato ha più volte detto di avere un debito con Padova e che prima o poi potrebbe nuovamente allenarlo, troverà domenica da avversario il figlio Matteo. E non solo. Dall’altra parte della barricata anche due ex che a Cremona hanno lasciato un ricordo eccezionale. Sia dal punto di vista umano che tecnico: Simone Salviato e Luca Belingheri. Nel curriculum dei due amici, oltre a un solido rapporto che va al di là del mondo del calcio, ci sono anche tre promozioni conquistate assieme da protagonisti. […] C’è pure un gustoso retroscena che riguarda Zamuner: nella primavera scorsa, quando non era ancora arrivato il rinnovo di contratto del Padova, poi concretizzatosi, la Cremonese aveva pensato proprio al dg biancoscudato per affiancare Mandorlini. Dopo una serie di consultazioni che avevano coinvolto anche Luca Toni e Ivone De Franceschi, alla fine il Padova blindò Zamuner e il prescelto fu l’ex direttore sportivo del Venezia, Leandro Rinaudo.