Non tira sempre aria di derby, con tutti gli stimoli (e i benefici) che comportano le sfide con le squadre della stessa regione, se non della stessa provincia, e il Padova se n’è reso ben conto alla sua prima trasferta fuori dai confini del Veneto, rimediando una sconfitta – la prima in campionato – tanto brutta quanto netta sia sul piano del risultato che della capacità di contrapporsi ad una Salernitana cinica e sorniona, capace di rifilare tre gol ai biancoscudati. Eccola qui, la Serie B che più si temeva alla vigilia della stagione, fatta di passaggi non semplici, anzi piuttosto tormentati, come quello di ieri pomeriggio all’Arechi.Il Padova è caduto male, vittima di se stesso prima ancora che della forza trainante dei campani: prova sottotono di tutti o quasi, centrocampo superato di gran carriera da Di Tacchio e compagni, difesa traballante, anche perché mal protetta da chi le stava davanti e attacco evanescente, soprattutto in Capello. Nonostante un discreto avvio, gli uomini di Bisoli hanno pagato dazio per ingenuità proprie, come l’aver regalato due angoli di fila agli avversari, dal secondo dei quali è scaturito il gran gol, con tiro al volo da almeno 25 metri, di Di Tacchio, su cui Merelli, forse coperto, è parso sorpreso (a parziale riscatto, ha poi evitato in pieno recupero il 2-0 uscendo alla disperata su Akpa Akpro, lanciato in contropiede da un erroraccio di Pulzetti), o l’aver concesso al neo-entrato Jallow (ex Cittadella) di effettuare due ripartenze che hanno marchiato a fuoco la fragile retroguardia ospite, con la seconda e terza rete maturate nel giro di 4′, fra il 20′ e il 24′ della ripresa.
[…]Primo ko stagionale, dunque, che ci auguriamo non crei contraccolpi negativi nel gruppo, ma il Padova ha comunque il dovere di farsi un bell’esamino di coscienza per ciò che non ha funzionato: è mancato lo spirito visto nelle precedenti gare, c’è stata poca reattività su palloni importanti, infine si è notata un’eccessiva tendenza a lasciar giocare troppo la Salernitana da metà campo in su. Con la Cremonese, domenica 23, servirà ben altra mentalità. E più ferocia agonistica.
(Fonte: Mattino di Padova. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)