«Non sono rimasto per fare da chioccia a due giovani di valore come Vicario e Lezzerini, il mio mestiere è parare e solo il campo è sovrano». Nelle gerarchie di inizio stagione parte come terzo un Davide Facchin che, tuttavia, non è affatto rassegnato ad un ruolo da comprimario.
[…]«Qualche contatto c’era stato, ad esempio con il Pisa, ma la situazione poi non è stata approfondita anche perché non ho mai cercato con insistenza un’altra squadra. Sono tornato qui ed è come se non mi fossi mai staccato da questo gruppo». Eppure dichiaratamente l’intenzione del Venezia targato Stefano Vecchi, una volta restituito Audero alla Juventus, è quella di lanciare Vicario (finora infortunato) pensando al futuro con l’acquisto di Lezzerini. «Io sono un professionista, ho una responsabilità verso il club che mi paga, un dovere morale verso i compagni, mi alleno sempre al massimo per guadagnarmi il posto dopodiché accetto con rispetto le scelte di un allenatore che è lì proprio per decidere. Quando non la penserò più così probabilmente sarà giunto il momento di smettere, ma oggi come oggi ho soli grossi stimoli nel far di nuovo parte di una squadra che ha forza e attributi. Il mio cuore è sempre rimasto qui, è come se non me ne fossi mai andato».
[…]Quanto al derby perso 1-0 a Padova (costato alla società un’ammenda di 4.000 euro per avere suoi sostenitori lanciato nel recinto di gioco un fumogeno, un petardo ed acceso alcuni fumogeni nel proprio settore) Facchin sottolinea: «Da fuori probabilmente l’impressione è stata più negativa della realtà, perché non tutto è da buttare, anzi. Il Padova ha fatto poco più di noi».
(Fonte: Gazzettino, edizione di Venezia. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)