C’è un calciatore che sabato scorso allo stadio ha ricevuto più richieste di selfie di tutti, nonostante abbia smesso di giocare da 15 anni. C’era un particolare profumo di Serie A nell’aria, nonostante siamo solo ad inizio stagione e le velleità biancoscudate siano altre. Tra gli 8.700 tifosi che si sono entusiasmati nell’ammirare il Padova nel derby col Venezia ha fatto capolino anche un gradito ritorno. Mischiato agli altri appassionati in Tribuna Ovest si è seduto Maurizio Coppola, l’eroe della Serie A, uno degli uomini simbolo della squadra in grado di conquistare la promozione nel 1994, il mediano che segnò il gol decisivo contro il Cesena.
[…]«Questa squadra mi ha fatto un’ottima impressione. È presto per giudicare e sbilanciarsi, aspettiamo almeno 7-8 partite. Ma ho visto abnegazione, compattezza, voglia di vincere. Tutti combattono guidati da un allenatore che è una garanzia per la categoria e trasmette una carica pazzesca». Tutti promossi? «Certo, e il merito maggiore va alla società. Devo togliermi il cappello di fronte al presidente Bonetto che riuscito a ripartire da zero ritrovando la Serie B dopo 4 anni. Si vedono programmazione e serietà. E bravo anche Zamuner». Chi è il Coppola di questo Padova? «Capitan Pulzetti. E posso dire una cosa? È diventato il mio idolo. Non molla mai, lo trovi da tutte le parti del campo, ha esperienza e si percepisce l’attaccamento alla maglia. A un certo punto ho pensato: “Scoppierà prima o poi”. E invece è andato avanti fino all’ultimo». Tra i giovani chi è piaciuto? «Un po’ tutti, specialmente Clemenza e Ravanelli. Ma la forza credo sia lo spirito di una squadra quadrata e aggressiva, di quelle che piacciono a me. E allo stadio ho respirato una bella atmosfera, l’Euganeo è brutto ma vederlo pieno fa un altro effetto. Altra nota di merito per la società, che è riuscita a far impennare il numero degli abbonati».
[…](Fonte: Mattino di Padova, Stefano Volpe. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)