Padova, Ravanelli: “Bisoli mi insegna a stare coi piedi per terra e a non mollare mai! E quando incontrerò Nesta…”

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La Serie B comincia a proporre i primi talenti. Spicca Luca Ravanelli, uomo derby del Padova, difensore di 22 anni in gol a Verona (1-1) e col Venezia (1-0) dopo aver segnato la stagione scorsa in C una sola rete, ovviamente in un derby, a Bassano. Punizione di Clemenza e gol di testa: il gigante di Bisoli s’è presentato così nella nuova categoria. Una crescita costante, cominciata sui monti di Trento. La definiscono «montanaro»: cosa ne pensa? «Hanno ragione, vivo in montagna a Monte Vaccino, 800 abitanti sopra a Trento, e io dentro mi sento montanaro». Giorgio Zamuner, d.g. del Padova e prima agente di calciatori, l’ha scoperta a 16 anni nel Mezzocorona. Come ha fatto? «Il Mezzocorona era in C e mi prese a 12 anni dal Calisio per fare i Giovanissimi e gli Allievi. Loris Bodo, responsabile del settore giovanile, mi ha segnalato a Zamuner e l’ho conosciuto quando mi ha chiamato il Parma per fare un torneo».

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Zamuner l’ha rivoluta la stagione scorsa a Padova e l’ha confermata in questa, sempre in prestito. La fiducia serve? «Quando ho saputo che mi voleva non ho avuto dubbi. Volevo entrare nel mondo dei grandi e Padova era l’ideale, bella piazza che voleva vincere. E mi sono trovato benissimo, la fiducia aiuta e continuare il percorso qui è stato giusto». Bisoli cosa le insegna? «A stare con i piedi per terra ed essere aggressivo, non mollare mai mentalmente e ha ragione: tutto parte dalla testa».

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Com’è il salto dalla C alla B? «Non sono ancora entrato bene nel mondo della B. Ho fatto due derby molto sentiti, partite a sé, poi vedremo. Di sicuro ci sono giocatori che possono spaccare la partita da soli: a Verona quando è entrato Pazzini in 10’ poteva vincerla da solo».

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Chi è il suo modello? «Acerbi mi ha impressionato, quando mi allenavo con lui mi ha colpito l’approccio, e poi per le giocate. Da piccolo invece, da milanista, adoravo Nesta». Il 30 ottobre c’è Perugia-Padova: gli chiederà l’autografo? «Eh magari… Prima punto a vincere, poi ci provo…».

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(Fonte: Gazzetta dello Sport, Nicola Binda. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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