Ore 20.00 – (Il Piccolo) Potrebbe essere Marco Beccaro una delle mezzali che cerca Mauro Milanese per la nuova Triestina? Un indizio ieri è arrivato dal diretto interessato: centrocampista classe 1989, parecchie stagioni in serie D fra Real Vicenza, Marano, Sacilese e Luparense, Beccaro ha spiccato il salto dalla D alla C con la maglia del Mestre e in questa stagione è stato protagonista proprio con la squadra allenata da Zironelli. Ma adesso il giocatore ha annunciato il suo addio piuttosto polemico dalla società veneta, vista la situazione di grande incertezza che c’è attorno al sodalizio del presidente Stefano Serena. E annunciando che sicuramente la prossima stagione cambierà aria, ha rivelato di avere offerte importanti da Sambenedettese, Sudtirol, Feralpi e appunto Triestina: tutte squadre importanti dello stesso girone, visto che ben tre sono arrivate ai play-off e la Triestina li ha sfiorati di un soffio. Se ne saprà di più nei prossimi giorni. E a proposito di play-off, saranno Cosenza e Siena e disputarsi la promozione in serie B nella finalissima che si giocherà sabato a Pescara. Al termine di due combattute e serrate gare di ritorno delle semifinali, i calabresi hanno infatti eliminato il Sudtirol (2-0 il risultato finale), mentre i toscani hanno fatto fuori un po’ a sorpresa il Catania ai calci di rigore. […]
Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) “Credo che scrivere il futuro di questa società sia più importante dell’attesa che questo comporta. Sono il primo ad essere spazientito, ma credo tra stasera e domattina di poter dare delle novità”. Seppur in maniera lieve, il presidente del Mestre Stefano Serena rompe il silenzio facendo intuire come si inizi a vedere la luce in fondo al tunnel. […] Nel frattempo, però, il Mestre continua a perdere giocatori perché dopo le partenze di Fabbri, Neto Pereira e il capitano Perna sono imminenti quelle di Beccaro, Boscolo Papo e Spagnoli. […]
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il Pordenone vuole stringere per Boscolo Papo, il vertice basso di centrocampo tanto caro a Mauro Zironelli che se l’è coccolato nell’ultima stagione al Mestre. Si tratta dell’obiettivo più realizzabile a breve termine, almeno se si limita il campo dell’analisi al solo reparto centrale del campo. É vero, l’interesse per Federico Maracchi è sempre vivo e acceso, ma arrivare all’ex di ritorno non è così semplice, soprattutto vista la folta concorrenza. Boscolo Papo invece può liberarsi, e da ex Sacilese potrebbe presto scegliere di vestire la maglia neroverde dei cugini del Pordenone. Il suo possibile ingresso può essere anche legato alla partenza di Salvatore Burrai, il regista sardo che piace molto al Brescia in Serie B. Difficile, infatti, che i due giocatori possano convivere in un ipotetico centrocampo del futuro. Ancor più complicato resistere all’assalto di un club di seconda serie in grado di garantire al Pordenone una plusvalenza con più zeri a bilancio. In ogni caso lo staff di mercato neroverde ha già pronto il sostituto, ammesso che la trattativa riesca ad approdare in porto in tempi relativamente brevi. Non c’è solo Giampiero Pinzi, sulla strada che collega Padova e Pordenone. Negli ultimi giorni, vista la possibile partenza (altra plusvalenza) di Simone Perilli (su di lui ci sono anche Frosinone e Salernitana), si starebbe parlando anche dell’ingresso in squadra di Alessandro Favaro, portiere classe 1995 di proprietà del Padova e reduce dalla stagione a difesa dei pali del Mestre. Nel caso arrivasse anche Mauro Zironelli, quello di Favaro sarebbe un profilo già conosciuto dal tecnico. Quanto alla sua situazione contrattuale in essere con il Padova, club appena promosso in Serie B, può essere facilmente risolta con un prestito secco. […]
Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Nella finale playoff di sabato 16 giugno a Pescara il girone B, quello in cui ha militato il Pordenone, non sarà rappresentato. Le due finaliste saranno la Robur Siena (girone A) e il Cosenza (girone C). Alla vigilia dei quarti avevamo titolato: «Il girone B contro il resto d’Italia». Erano infatti quattro le rappresentanti nord-orientali ad aver passato gli ottavi e a ognuna di esse era stata abbinata un’avversaria degli altri due gironi; la Reggiana con la Robur Siena, la Feralpisalò con il Catania, la Sambenedettese con il Cosenza e il Sudtirol con la Viterbese. Delle nostre solo il Sudtirol era riuscito a passare il turno. Gli altoatesini di Paolo Zanetti (tecnico che piace a Mauro Lovisa in alternativa a Zironelli) hanno dovuto affrontare in semifinale il Cosenza. Gara uno, giocata al Druso di Bolzano, era finita con il risultato di 1-0 a loro favore grazie al gol realizzato da Cia nei minuti di recupero. Vantaggio minimo che non è bastato per garantirsi la finale. In gara due, giocata domenica, i biancorossi sono stati infatti ripagati con la stessa moneta. Al San Vito Marulla, spinti dal calore di 18 mila supporters, i lupi cosentini sono passati in vantaggio con Baclet nella ripresa e in pieno recupero, sull’ultimo calcio d’angolo della sfida si sono visti regalare la finale grazie a un’autorete di Frascatore. Estremamente signorile Paolo Zanetti: «Va in finale la squadra più forte. Faccio comunque i complimenti ai ragazzi perché hanno fatto qualcosa di straordinario arrivando in semifinale. É stato un orgoglio affrontare avversari così forti davanti a un pubblico eccezionale». Poi Zanetti, legato da contratto al Sudtirol sino al 2020, ha aperto una piccola porta agli estimatori, fra i quali Lovisa: «Ora mi confronterò con il club e mi auguro che le mie ambizioni combacino con quelle della dirigenza». […]
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il rendezvous fra Mauro Zironelli e Stefano Serena è in programma oggi. Il tecnico, rientrato dalle ferie e impegnato nel corso di aggiornamento allenatori di Coverciano, si prenderà una pausa per incontrare il suo presidente. Ziro vuole avere lumi sul futuro del Mestre e, ovviamente, sul suo. É legato da contratto ai neroarancio per un’altra stagione, ma se le cose a livello societario sono cambiate negli ultimi giorni potrebbero cambiare anche gli accordi sottoscritti. Al tecnico di Thiene sarebbero interessate anche Avellino e Foggia, oltre al Modena. Pordenone però è decisamente più vicina a casa sua e quindi alla sua famiglia. Non solo: il sodalizio neroverde è ambizioso e Mauro Lovisa lo vuole fortissimamente, attratto dalla sua personalità e dal modo intraprendente di impostare la squadra e fare gioco. Tutte componenti che stanno spingendo Zirolandia in riva al Noncello. […] Anche gli eroi della stagione appena conclusa sono più che perplessi. Soffiate che arrivano sempre da Mestre danno Boscolo Papo vicino al Pordenone. Questo, unitamente alle voci che danno Burrai in partenza per Brescia, rafforza l’ipotesi dell’arrivo sulla panca neroverde di Zironelli. Il malumore del team mestrino è stato espresso (e riportato da Trivenetogoal) da Marco Beccaro, altro ex Sacilese. L’attaccante ha riportato la delusione di tutto il gruppo per il protrarsi del silenzio sul futuro della società e si è detto pronto ad accettare una delle proposte che gli sono pervenute da Sambenedettese, Sudtirol, Feralpi e Triestina. […]
Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) Dopo quasi un mese di silenzio Mauro Zironelli ha parlato in relazione al suo trasferimento a Pordenone. Il tecnico, ancora sotto contratto col Mestre, è stato chiaro, anche se è sembrato il consueto gioco delle parti: «I neroverdi continuano a martellare – ha dichiarato alla Nuova Venezia – ma io non ho ancora preso alcuna decisione. Avellino, invece, (parla anche delle altre società cui è stato accostato, ndr) è già orientato verso altri lidi, il Foggia sono solo voci che girano, ma per ora nessuna proposta concreta». Solo i ramarri, dunque, hanno presentato un’offerta vera e propria: “Ziro” sta attendendo il via libera da parte del presidente degli arancionero Michele Serena per svincolarsi e poter firmare con il club cittadino. […]
Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) L’uscita del Catania dai playoff ha un significato per il Pordenone. Dopo la sconfitta in semifinale con il Siena, si fa sempre più avvicino l’addio agli etnei di Daniel Semenzato, laterale classe 1987, che sarebbe pronto a vestire nuovamente la maglia dei neroverdi. Il giocatore è legato a un altro anno di contratto con i siciliani tuttavia, secondo indiscrezioni, da parte sua c’è tutta la volontà di tornare al De Marchi, dove sotto la guida di Bruno Tedino ha disputato una delle sue migliori stagioni in carriera. […] Il progetto è di farne uno dei punti di forza del 3-4-3 (o 3-5-2) di Zironelli. Con entrambi i moduli il laterale è stato devastante nella post-season dei ramarri del 2017, risultando il migliore in campo in molte sfide tra cui quelle al Bottecchia con la Giana (ottavi di finale) e Cosenza (quarti). Quest’anno a Catania il giocatore è sceso poche volte in campo con la maglia da titolare: soltanto 17 partite dal 1′, davvero poche se si considera che in neroverde ha giocato 35 match della stagione regolare. Semenzato vuole tornare al De Marchi anche perché sa di diventare nuovamente un giocatore importante: non c’è solo il desiderio di tornare vicino a casa (abita in provincia di Treviso) dopo un anno lontano dalla sua terra e dai suoi affetti. L’eliminazione del Catania accelera la trattativa e non è escluso che la svolta definitiva possa arrivare a breve. […]
Ore 16.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Una lunga riunione con i tifosi del Bassano, poi la prima uscita pubblica post-operazione Vicenza all’ora di cena, nella sala Agnolin dello stadio Mercante. Stefano Rosso, figlio di Renzo, ha illustrato nel dettaglio il progetto Vicenza, entrando nei dettagli e, per quanto possibile allo stato delle cose, spiegando le intenzioni della famiglia nei confronti del nuovo progetto e del Bassano. «Dal punto di vista formale — spiega il figlio di Renzo e attuale numero uno giallorosso — ci sarà uno spostamento di sede del Bassano a Vicenza. In un secondo momento verrà creata una newco con nuova denominazione che allargherà il progetto alla provincia. Stiamo dialogando con la Figc per trovare una soluzione all’interno delle normative, a cominciare dal trasferimento. Non si tratta di comuni confinanti come lo erano Masi Torello e Ferrara nel caso Spal-Giacomense, ma all’interno del testo si parla di “casi di eccezionalità”. E noi siamo convinti che l’eccezionalità. Siamo fiduciosi che la nostra linea possa passare, di sicuro non è un percorso semplice». Poi il chiarimento sulla vecchia matricola del Vicenza. «Il titolo del Vicenza andrà a morire — spiega — vorrei quindi chiudere le polemiche su chi potrebbe prendere quel titolo. La nostra intenzione è fare la prima squadra con i colori del Vicenza e la denominazione del Vicenza». […] E con ogni probabilità non sarà Stefano Rosso il presidente. «Vivo a New York — chiosa — credo sia un impedimento importante. Abbiamo un piano industriale e la nostra ambizione non è restare in Lega Pro, i costi sarebbero molto alti per cui l’idea è fare almeno un salto di categoria. Tempi? Da definire. Non è che al primo anno si vinca e se succede si tratta di fortuna. Il nostro intento è fare un calcio di valore ma in modo sostenibile». Poi l’ultima ammissione: «Ci sono contatti con la famiglia Marzotto per capire se c’è la possibilità di utilizzare il marchio Lanerossi. Se ne sta parlando». E sul nuovo stadio: «Ci confronteremo con B Futura se operare un intervento radicale o una ristrutturazione più soft».
Ore 15.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Portano tutti al nome di Stefano Vecchi voci e indizi per il dopo-Inzaghi. Classe ’71 bergamasco, ex centrocampista cresciuto nell’Inter con trascorsi in Serie C tra Fiorenzuola, Brescello e Spal, Vecchi ha allenato nella stessa categoria Tritium (salendo dalla D alla C1), Spal, Sudtirol e il Carpi in B (esonerato a metà marzo). Dal 2014/15 guida la Primavera dell’Inter con cui ha vinto due campionati (2017 e 2018), una Coppa Italia, una Supercoppa e due Viareggio Cup. Nelle prossime ore il Venezia (si attende solo l’annuncio di Valentino Angeloni come ds) parlerà con l’Inter per la risoluzione del contratto che lega Vecchi al club nerazzurro fino al 2020. Dietro l’angolo anche l’ufficialità dei rinnovi contrattuali di Modolo, Vicario, Geijo, Garofalo e Fabiano, mentre i gioielli Stulac, Falzerano e Pinato (squalificato per una gara dopo l’espulsione di Palermo per fallo grave di gioco) sono legati al Venezia fino al 2019 con conseguente monetizzazione in vista in caso di cessione. Su Stulac, in particolare, oltre al Genoa ci sono Sassuolo, Atalanta e il Bologna (quasi) di Pippo Inzaghi che segue anche Pinato e Audero (di proprietà della Juventus). […]
Ore 15.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) L’ottimismo non l’aveva mai nascosto, come la scorsa estate quando all’obiezione «Non sarà un azzardo per una neopromossa puntare su un portiere esordiente come Audero?» aveva replicato pacato «Se il Milan ha lanciato in A il 17enne Donnarumma, perché il Venezia non deve credere nel 20enne Audero?». Il proverbiale dare a Cesare è doveroso verso un Giorgio Perinetti che, salutato la laguna il 6 ottobre (diventando dg del Genoa in Serie A), ha seguito con attenzione il grande percorso della sua creatura. «Domenica a Palermo ho notato con piacere non nasconde l’ex ds che gli 11 titolari erano stati tutti scelti da me. Quello era il Venezia studiato in estate, una squadra che con merito ha fatto un percorso straordinario. Sapevo avrebbe fatto bene, a Tacopina dissi se la completiamo avrai tante soddisfazioni, ma certo sarei stato troppo ottimista a pensare alla semifinale playoff per salire in A. Ci credevo perché il gruppo è molto forte, la struttura fisica importante, poi a gennaio Litteri e Frey hanno dato una bella mano». […] Dopo l’addio di Inzaghi anche Perinetti dall’esterno ammette: «In carriera il Venezia resta la squadra che ho sentito più mia perché, pur avendo fatto bene da altre parti, qui abbiamo costruito tutto dal nulla in Serie D e ho sempre ringraziato Tacopina per i suoi investimenti. Tuttora c’è una buona base, ma qualche cambiamento andrà fatto perché un ciclo si è chiuso. Un consiglio? Audero è stato strepitoso, ora in porta è giusto puntare su un Vicario che è ben più di un prospetto».
Ore 15.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Ho spremuto tutto e tutti, sinceramente penso che insieme più di così non si possa ottenere». Dopo aver preteso ed ottenuto il massimo Pippo Inzaghi si congeda dal Venezia quasi scusandosi per aver tenuto sotto pressione dai dirigenti agli impiegati in sede, dal suo staff ai calciatori. «Il grazie più grande va ai giocatori, io non so se andrò in Serie A ma loro l’avrebbero meritata già subito, sono stra orgoglioso di loro e sicuro che l’appuntamento è solo rimandato. Uno zoccolo duro di uomini veri che per il Venezia sono una grande base per ripartire». Ora starà al presidente Joe Tacopina rilanciare il progetto, mentre Inzaghi (che ha scherzato con il ceo Andrea Rogg «tienimi un abbonamento per venire al Penzo se fossi senza panchina») farà lo stesso al Bologna in Serie A. «Non lo so, il mio avvocato ha ricevuto qualche interesse ma io davvero fino all’ultimo ho pensato solo a ciò che stavamo facendo qui inseguendo un sogno impensabile come la Serie A. Questo è il momento di chiudere una storia stupenda e credo che una ventata di novità potrà fare solo bene. Ci salutiamo ma non è detto che un giorno non ci si possa ritrovare, saremo lontani fisicamente ma non nel cuore perché io sarò sempre il primo tifoso del Venezia». Ripensando al biennio appena concluso il 45enne piacentino ha abbozzato un bilancio. «Per i risultati ottenuti non ci sono aggettivi sufficienti, momenti negativi praticamente non ce ne sono stati tranne le 8 partite senza vittorie dell’inverno scorso. La fase più positiva, invece, è stata per me tutto il girone di ritorno al Penzo, dove nel 2018 abbiamo vinto 10 gare su 12 perdendo per episodi solo contro il Brescia. Al contempo lo stadio è andato riempiendosi sempre di più e davvero è dura non commuoversi ripensandoci». […]
Ore 14.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Cinque minuti erano stati sufficienti all’inizio del giugno 2016 per trovare una clamorosa intesa, altrettanti ne sono bastati ieri per dirsi addio dopo aver conquistato una promozione in Serie B, una Coppa Italia di Lega Pro e una semifinale playoff per salire in Serie A. A nemmeno 24 ore dal ko per 1-0 di Palermo, che ha posto fine ad una stagione assolutamente sopra le righe, hanno iniziato a scorrere com’era ampiamente nell’aria i titoli di coda sul matrimonio tra Pippo Inzaghi e un Venezia pronto a ripartire da zero (o quasi) con interpreti tutti nuovi. In questi giorni il club arancioneroverde ufficializzerà lo scouting Valentino Angeloni come direttore sportivo (Leandro Rinaudo non rinnoverà passando ai pari categoria della Cremonese) e scommetterà come allenatore su Stefano Vecchi, 47enne tecnico due volte campione d’Italia con la Primavera dell’Inter cui è legato da un contratto fino al 2020. «Il futuro? Inizia oggi ed entro sabato, prima del mio ritorno negli States, avrete news ha assicurato il presidente Joe Tacopina prima di brindare commosso all’addio con Inzaghi . Sono orgoglioso di quanto Pippo ha fatto per noi, lo ringrazio e lo farò per sempre, si è ritagliato un posto in prima fila nella storia moderna del Venezia». Il connubio si scioglie quindi alla scadenza naturale del contratto prevista il 30 giugno 2018. «Ci siamo incontrati nel momento perfetto, Inzaghi cercava un’opportunità importante per ripartire dopo la stagione al Milan, noi venivamo dalla vittoria della Serie D ed è stato umile e coraggioso a sposare il nostro progetto speciale. Domenica sera in aereo tornando da Palermo, riguardando le foto dei trionfi, abbiamo ripercorso questo biennio importantissimo per il club. Grazie a Pippo per ciò che ha fatto portando in giro sul cuore il nostro logo». […]
Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) […] Dal punto di vista tecnico ci saranno quattro rinnovi, almeno fra quelli noti al momento: Modolo, Garofalo, Vicario e Geijo, quest’ultimo con un ulteriore anno di contratto rispetto a quello attuale. Tanti i giocatori in partenza: Emil Audero, che tornerà alla Juventus per fine prestito e potrebbe seguire a Bologna Inzaghi, o andare al Genoa, dove Giorgio Perinetti vorrebbe riaverlo con sé dopo averlo portato a Venezia. Il Genoa è pure su Leo Stulac, che ha un altro anno di contratto ma potrebbe salutare. Il costo del suo cartellino è lievitato molto in questi ultimi mesi. Possibile addio pure per Falzerano e Pinato, che Inzaghi vorrebbe a Bologna. In entrata uno dei primi nomi sul taccuino è quello di Luca Castiglia, nove reti e 36 presenze nella Pro Vercelli in serie B, mentre fra i giovani potrebbe arrivare l’attaccante del Chelsea Harvey St Clair, classe 1997. Da valutare la posizione di Gianmarco Zigoni, che il Venezia dovrà obbligatoriamente riscattare dal Milan per la cifra di 450mila euro, ma che potrebbe partire. Sotto osservazione pure Zampano, che aveva rotto con Inzaghi tanto da non vedere più il campo e quella di Domizzi, richiesto dalla Ternana.
Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) E adesso il futuro. Dopo l’addio di Filippo Inzaghi il Venezia pensa a ricostruire. In settimana verrà ufficializzato Valentino Angeloni, ex direttore tecnico del Sunderland e con un passato nell’area tecnica, fra le altre, di Fiorentina, Udinese e Atalanta. Una scelta strettamente legata alla presenza di Andrea Rogg, attuale Ceo arancioneroverde, con cui Angeloni, nell’ultima stagione a Bergamo, ha già lavorato a stretto contatto a Firenze. Angeloni ha chiesto la rescissione del vincolo con il club nerazzurro la settimana scorsa, dopo che i contatti con il presidente Joe Tacopina andavano avanti da mesi. Con l’arrivo di Angeloni, saluterà l’attuale responsabile dell’area tecnica Leandro Rinaudo, destinato alla Cremonese. E si inizierà una piccola rivoluzione, a cominciare dall’allenatore. Il primo nome, probabilmente l’unico che ora incontri conferme multidirezionali per raccogliere l’eredità di Inzaghi, è quello di Stefano Vecchi, reduce dalla vittoria alla guida della Primavera dell’Inter con lo scudetto. Un nome che incontra un gradimento totale da parte di tutte le componenti della società, dal presidente Tacopina a Rogg, ad Angeloni stesso, con cui Vecchi ha condiviso un’esperienza ai tempi del Pergocrema, nell’ultima fetta della sua carriera da calciatore. Un incontro fra le parti, che si sono ripetutamente parlate nelle ultime ore, è in programma a stretto giro di posta, tanto che Tacopina conta di chiudere la questione prima della fine della settimana, quando farà ritorno negli Stati Uniti. […]
Ore 13.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Sarò per sempre il primo tifoso del Venezia». Con queste parole Filippo Inzaghi ha ufficializzato il suo addio dopo due stagioni che rimarranno per sempre scolpite nella storia del club arancioneroverde. Inzaghi saluta la laguna dopo una promozione in serie B, la Coppa Italia di LegaPro e una semifinale playoff con vista sulla serie A. Una decisione maturata di comune accordo con la dirigenza subito dopo il rientro da Palermo, che domenica sera ha sancito l’addio al sogno per il club di Joe Tacopina: la sconfitta 1-0 al Barbera (fatale l’autogol in avvio di Domizzi, ndr ) ha infatti permesso ai rosanero di conquistare la finale per la promozione in serie A contro il Frosinone. «Questi ragazzi però meritavano la serie A — ha detto Inzaghi — sono un gruppo eccezionale e devo ammettere che faccio fatica a non commuovermi… Ho vissuto a Venezia due stagioni fantastiche e un girone di ritorno incredibile: io sono una persona che si affeziona molto agli altri, sono sicuro che mi mancheranno il Penzo, il campo del Taliercio, la sede, i tifosi, i dirigenti. Ma bisogna andare avanti, questo è anche il brutto del nostro mestiere: ma penso che sia bellissimo lasciarsi così». Nel futuro di Inzaghi, però, c’è la serie A: tante le offerte arrivate che però l’ex bomber azzurro valuterà solo da oggi. «Prima di atterrare di rientro da Palermo non ho pensato a nulla se non al Venezia — continua Inzaghi — il mio avvocato qualche richiesta l’ha avuta ma le squadre che mi vogliono dovevano aspettare che io finissi. Da ora valuterò il mio futuro ma Venezia rimarrà sempre nel mio cuore». […]
Ore 13.20 – (La Nuova Venezia) Quasi duecento tifosi domenica notte in aeroporto per il rientro del Venezia da Palermo, quasi sorprendendo dirigenti, staff e giocatori. «Siamo sempre con voi, non vi lasceremo mai»: un boato ha accolto l’uscita della comitiva. Bandiere, striscioni, cori: la curva Sud trasferita a Tessera. Poi è esploso il “Grazie ragazzi”, che tante volte è rimbombato al Penzo. E quando i tifosi hanno acclamato Tacopina, il presidente ha risposto andando a stringere una mano dopo l’altra. Poi è toccato a “Inzaghi uno di noi”. Un tripudio, poi tutti a dormire.
Ore 13.00 – (La Nuova Venezia) «Porterò sempre Venezia e il Venezia nel mio cuore, sono stati due anni fantastici, straordinari». Pippo Inzaghi ha sognato fino a domenica di regalare al Venezia la Serie A, magari per ritornare al Penzo da avversario, si sapeva da settimane che le strade si sarebbero separate con il tecnico piacentino indirizzato verso Bologna. «Due anni fa quando ho scelto il Venezia» ha sottolineato Inzaghi, «non è stato un atto di umiltà scendere di categoria perché quanto mi avevano illustrato il presidente Tacopina e Giorgio Perinetti nel nostro primo incontro alla Fenice, mi ha subito entusiasmato. Io ho bisogno di grandi motivazioni, grandi stimoli, una società solida e seria: era quanto mi offriva il Venezia. Oggi si chiude una storia stupenda, più di così credo che non potevamo fare. Io ho spremuto un po’ tutti in questi due anni dal presidente al massaggiatore».Due anni costellati di grandi risultati con un sogno inatteso alla fine, quello di lottare anche per la Serie A. «Mi hanno permesso di lavorare in maniera fantastica, sono stati due anni che vanno oltre a ogni parola. L’accoglienza dei tifosi, domenica notte, in aeroporto dopo una sconfitta, la porterò dentro il mio cuore per sempre. Dopo due anni insieme, d’accordo con il presidente, abbiamo deciso di proseguire su strade diverse. Sono felice, insieme a tutti, innanzitutto i miei splendidi giocatori, di aver riportare un grande entusiasmo, quello che abbiamo fatto insieme resterà per sempre, anche se seguiremo percorsi diversi. La società non mi ha mai fatto mancare nulla, ho sempre potuto lavorare al meglio, quello che abbiamo ottenuto quest’anno è straordinario. Credo che anche al Venezia una ventata di novità possa essere solo positiva». […]
Ore 12.40 – (La Nuova Venezia) Un lungo abbraccio con il presidente Tacopina ha sancito la separazione tra Filippo Inzaghi e il Venezia. Dopo due anni trionfali, 105 panchine in gare ufficiali, altre tre da “spettatore” in quanto squalificato, la promozione in Serie B e la conquista della Coppa Italia di Lega Pro, con la ciliegina della semifinale dei playoff in Serie B. Non è una sorpresa, da settimane Inzaghi è finito nel mirino del Bologna, si aspettava solo la conclusione dei playoff per ratificare l’annuncio.«Domenica, dopo la partita, stavamo guardando le foto della presentazione ufficiale di Inzaghi a Ca’ Sagredo» ha esordito il presidente Joe Tacopina annunciando la separazione, «in queste ore abbiamo riflettuto, abbiamo parlato insieme. Sono stati due anni molto importanti per tutti, Inzaghi è una leggenda vivente del calcio italiano e ha avuto l’umiltà di scendere in Lega Pro, resterà una persona importante nella storia recente della nostra società. Ci siamo incontrati al momento giusto, non era facile avere il coraggio di ripartire dalla terza serie. È venuto al Venezia con una grande voglia di dimostrare le sue capacità e ci è riuscito». E dopo la premessa, il via libera. «Dopo due anni straordinari, è giunto il momento che Pippo imbocchi un’altra strada, è pronto per intraprendere una grande carriera in Serie A. È sempre stato concentrato sul campionato, e poi sui playoff, avevamo già parlato a gennaio di quale potesse essere lo step successivo, dandoci appuntamento al termine della stagione. Così è stato, insieme abbiamo deciso quale fosse il percorso migliore da compiere per lui e per noi». […]
Ore 12.10 – (Gazzettino, editoriale di Claudio Malagoli dal titolo “Tanta gloria, qualche rimpianto e una pessima designazione”) Due elementi che sigillano la stagione granata sono incontrovertibili. Il primo esalta lo straordinario campionato della squadra, per il secondo anno di fila approdata ai play off. Un risultato non casuale, frutto di programmazione nelle strategie e di qualità di gioco nell’espressione calcistica, che certifica una volta in più come il Cittadella sia ormai una realtà consolidata nel panorama nazionale oltre che un esempio virtuoso per competenza, equilibrio e oculatezza finanziaria. Bravi i giocatori a credere sin dall’inizio nel progetto tecnico e nel coltivare attraverso il lavoro quotidiano la consapevolezza della propria forza, ma anche dei propri limiti. Bravo l’allenatore Venturato nell’allestire un collettivo condotto sempre dalla razionalità e dalla piena coscienza tattica, sfruttando al meglio le polivalenti individualità dei singoli. Bravo il direttore generale Marchetti a qualificare e a valorizzare il prodotto squadra e il prodotto società, senza mai carenze nell’esercizio del comando. Bravo il presidente Gabrielli a costruire quel tessuto di consenso proprio di qualsiasi gruppo di lavoro destinato ad ambire a traguardi importanti, a garantire sempre un presente e un futuro solido sul piano economico alla società e a trasmettere a tutto l’ambiente una sportività reale, rispettosa dei valori, nel segno di papà Angelo. Il secondo aspetto incontrovertibile è legato ai rimpianti. […]
Ore 11.50 – (Gazzettino) Uscire dai play off senza perdere una partita è frustrante: al Cittadella il doppio 1-1 con il Frosinone non è bastato per approdare alla finale. Sarebbe stata la ciliegina di una stagione splendida, e in casa granata ci credevano per davvero. Ecco perché tra le parole del presidente Andrea Gabrielli c’è un velo di amarezza: «È stato un campionato splendido, ma ci resta un po’ di rammarico. Per vari motivi: per i punti lasciati per strada, per essere arrivati davvero vicini all’impresa, per essere usciti dai play off dimostrando che il Cittadella non era inferiore agli avversari. La squadra ha fatto molto bene, ha dato il massimo anche a Frosinone. Siamo stati eliminati soltanto per la peggiore posizione di classifica, perché non abbiamo perso alcuna partita negli spareggi». Gabrielli non l’ha mai detto pubblicamente, ma in cuor suo nutriva grandi speranze. «Le sensazioni erano davvero positive. Onestamente si assaporava la possibilità di raggiungere traguardi che quest’anno erano alla nostra portata». […] «Il futuro è sempre un’incognita – prosegue il presidente – Quest’anno avevamo una grande opportunità davanti a noi. E lo ripeto: il traguardo era alla nostra portata perché il campo l’ha dimostrato. Non avremmo avuto timore di una finale contro il Palermo». Tornando alla semifinale di ritorno di Frosinone, la designazione dell’arbitro Nasca, di Bari, dopo tutte le vicende extracalcistiche successe prima degli spareggi, non è stata una scelta felice. La condotta di gara del fischietto, infatti, ha alimentato più di una polemica. «È inutile parlarne oramai. Onestamente dentro di me ritenevo che la designazione di Nasca non avrebbe influito nella direzione». Presidente, adesso che la stagione calcistica è finita, è quasi spontaneo ripensare alle tante occasioni lasciate per strada. «È corretto, potevamo giocarci la promozione diretta, sapendo poi che raggiungerla passando per gli spareggi sarebbe stato davvero molto difficile. Io però non recriminerei tanto sui punti persi, che sono stati davvero eclatanti per come li abbiamo lasciati per strada, ma il rammarico più grande è stato uscire dagli spareggi senza essere inferiori agli avversari affrontati». Allora lei ci credeva davvero nella serie A. «Abbastanza, perché quest’anno c’erano tutte le componenti giuste per compiere il grande salto. C’era un grande gruppo, lo spirito vincente, la forma fisica, come si è notato nelle tre partite disputate, anche a Frosinone. Pregustavo la finale con il Palermo, avversario contro il quale il Cittadella in campionato aveva fatto suoi quattro punti sui sei a disposizione». […]
Ore 11.30 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “A prescindere dall’arbitraggio giù il cappello davanti a Iori & C.”) Giù il cappello davanti al Cittadella, a questo Citta costretto a saltar giù dalla diligenza che porta in Serie A senza aver perso una sfida che sia una del mini-torneo finale della B, i playoff. È vero anche che i granata non hanno vinto nessuna delle tre gare su cui si articolava la lotteria degli spareggi, e questo, se vogliamo, è l’unico “neo” attribuibile alla squadra di Venturato, che quando è stata chiamata a “fare” la partita – sia al Tombolato che allo Stirpe, l’altra sera – difficoltà (serie) ne ha incontrate, soprattutto nel concretizzare la mole di azioni creata in particolare nei secondi tempi. Forse il mister avrebbe potuto tentare la soluzione dell’attacco massiccio una decina di minuti prima, inserendo tutti insieme Kouamé, Chiaretti e Arrighini e allargando così il fronte offensivo come poi in effetti è successo, ma questi sono i ragionamenti del “poi”, che lasciano il tempo che trovano. […] Luigi Nasca, 40 anni, di Bari, non ha mai avuto quel che si dice un buon feeling con il Citta. Molti suoi arbitraggi non sono piaciuti sotto le Mura, e pure in trasferta. Insomma, un fischietto indigesto, che domenica ha confermato la brutta nomea che lo accompagna quando incrocia Iori & C. […] Ora, in una semifinale playoff si dovrebbe avere il meglio come qualità di direttori di gara, trattandosi di persone super partes proprio per il ruolo che rivestono. In questo caso, invece, Nasca ha ribadito di essere inadatto per la responsabilità richiestagli, e inadatta è parsa automaticamente la scelta del designatore della Can B, Emidio Morganti. Domanda: non è che il “piccolo” Citta avesse dato troppo fastidio ai “grandi” club della cadetteria per essere andato (troppo) avanti? […]
Ore 11.10 – (Mattino di Padova) […] C’è l’episodio della presunta simulazione di Chiaretti (ammonito e multato di 1.500 euro dal giudice sportivo, sorta di beffa ulteriore, prevista, però, dal regolamento), sgambettato da Gori. C’è un fallo al limite dell’area su Schenetti non sanzionato e c’è una vistosa trattenuta nel primo tempo su Varnier (poi espulso per doppia ammonizione e squalificato per un turno) da parte di Matteo Ciofani, su cui i replay di Sky non si sono praticamente soffermati, con Nasca che ha interrotto l’azione ravvisando un inesistente fallo di Adorni.Il presidente Andrea Gabrielli non perde il consueto aplomb: «Nasca? Inutile dare spazio alle polemiche, ma è una designazione che si poteva evitare. Peraltro ho visto che la Gazzetta gli ha dato 7, parlatevi tra voi giornalisti…». Il numero uno granata sottolinea che «siamo usciti per la posizione in classifica in regular season, senza aver mai perso ai playoff. Abbiamo assaporato possibili traguardi che quest’anno erano alla nostra portata: non avremmo avuto timore di una finale con il Palermo». […] Anche Paolo Bartolomei lascia capire quanto il Citta ci credesse su serio: «Non avrei mai pensato che terminasse così. Non ci meritavamo questo! Fin dall’inizio il nostro obiettivo era la Serie A e quando esci a testa alta fa ancora più male. Non smetterò di crederci!». Termina così una stagione, comunque, a dir poco straordinaria. E stasera alle 20, al ristorante “Tezzon” di Camposampiero, ci sarà una cena con i media, presente la squadra al completo, per un saluto. Ma è probabile anche una festa in piazza nei prossimi giorni.
Ore 10.50 – (Corriere del Veneto) Un grande rammarico. E anche tanta rabbia da parte di chi, come Enrico Alfonso, ha deciso di sparare a zero contro arbitri e sistema dopo l’eliminazione per mano del Frosinone dalla semifinale playoff maturata domenica sera dopo l’1-1 allo Stirpe. Il portiere granata con un post su Instagram non ha usato mezzi termini. «Ma che ne sanno gli altri — tuona Alfonso — di calcio pulito, valori, stipendi puntuali al primo del mese, di tasse pagate, di zero debiti? Immaginavo che oggi nessuno parlasse, siamo il Cittadella non la Juve. Buffon cosa avrebbe messo al posto del cuore di Nasca? Preferisco mettermi nei guai ma non voglio tacere, non voglio non vedere come fate e avete fatto in tanti “giornalisti” e “addetti ai lavori”. Nessuno si ricorderà di questo Cittadella e di quello prima ancora… Noi abbiamo perso. Ma ha perso molto di più chi vede e fa finta di niente, chi sa e tace. Bravi i vincitori e onore ai Vinti in questo caso, ma può bastare? Non può bastare». Alfonso ce l’ha con l’arbitro Nasca, il Cittadella lamenta la mancata concessione di tre rigori. Sul primo una trattenuta di Varnier era fallosa ma Nasca ha sanzionato un fallo di Adorni; sul secondo ha ammonito Chiaretti per simulazione, sul terzo il fallo su Schenetti pareva fuori area. Il presidente Andrea Gabrielli glissa: «Non è mia abitudine commentare gli arbitraggi – spiega – mi dispiace per la squadra, ha dimostrato una grande caparbietà nel cercare la vittoria fino alla fine. Il futuro di Marchetti e Venturato? Adesso ci prendiamo qualche giorno di tempo per riflettere e poi valuteremo». […]
Ore 10.20 – (Gazzettino) Ore decisive per Schiavone. Già, perché dopo l’incontro avuto domenica a Milano Marittima con il centrocampista, Zamuner ieri ne ha analizzato la richiesta economica (vuole qualcosa in più rispetto a quanto formulato nel contratto triennale messo sul piatto dal Padova) con il presidente Roberto Bonetto ragionando sulla controproposta da effettuare. Adesso il diggì biancoscudato la recapiterà a Puglisi, agente del giocatore: se sarà accettata, sarà inevitabile il lieto fine. Al contrario la società mollerà la presa e virerà su un altro obiettivo. Quella di oggi è una giornata che potrebbe avvicinare una volta per tutte Clemenza al Padova, più che mai interessati ad assicurarsi l’attaccante classe 1997. Il suo cartellino, come noto, è di proprietà della Juventus e proprio oggi Cherubini (braccio destro di Paratici) avrà un faccia a faccia con Tinti, che cura gli interessi del giovane. Il Padova attende buone nuove dall’incontro, fermo restando che Zamuner si è già mosso per tempo strappando una mezza promessa al dirigente bianconero: se il giocatore sarà girato in prestito in serie B, la scelta ricadrebbe proprio sui biancoscudati. Il tutto con il benestare dell’agente. […]
Ore 10.10 – (Gazzettino) E già entro il fine settimana potrebbe essere ufficializzato l’accordo. Occhio, però, perché su Pinzi c’è qualche altra società che ci sta facendo un pensierino. È il caso del Pordenone, come conferma il presidente Mauro Lovisa: «Pinzi? Mai dire mai. Abbiamo avuto un contatto con il suo agente, che è lo stesso di Berrettoni e con il quale stiamo parlando anche di quest’ultimo. Il valore di Pinzi si conosce, e nella sua carriera ha fatto parte di spogliatoi importanti in serie A. Per di più abita a Udine. In questo momento però la nostra priorità è scegliere l’allenatore, poi in base alla caratteristiche che vuole vediamo di costruire la squadra».
Ore 10.00 – (Gazzettino) Schiarita sul fronte Pinzi, con tanto di passo in avanti verso il possibile rinnovo. Ieri il direttore generale Giorgio Zamuner ha avuto un colloquio con Caravello, agente del centrocampista, e tutto lascia pensare che si possa arrivare alla fatidica fumata bianca con il prolungamento del contratto per un altro anno. La quadra va trovata riguardo alla remunerazione economica, con l’agente che avrebbe chiesto al direttore generale biancoscudato di dargli una mano in tal senso. In realtà la posizione della società, espressa anche sul Gazzettino di lunedì dal presidente Roberto Bonetto, è irremovibile: nessun ritocco al rialzo. Nonostante ciò trapela un certo ottimismo che alla fine il contratto si farà, tanto più che il centrocampista vuole rimanere al Padova dopo avere contribuito sul campo a conquistare la serie B.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) È fumata grigia, per il momento, tra Andrea Schiavone ed il Padova. Non c’è ancora l’accordo tra la società biancoscudata e il 25enne centrocampista centrale, in scadenza di contratto con il Cesena. La distanza tra domanda e offerta non è enorme, ma per il momento sta facendo la differenza e Schiavone sul piatto ha altre due richieste da squadre di Serie B. Il direttore generale Giorgio Zamuner, in ogni caso, non demorde e sta cercando di far quadrare i conti. Domani a Milano dovrebbe incontrare l’agente del giocatore per quello che, in un senso o nell’altro, potrebbe essere il faccia a faccia decisivo, anche perché il Padova, in caso di ulteriori tentennamenti, virerebbe su altri obiettivi. Ieri, invece, c’è stato un nuovo contatto tra Zamuner e l’agente di Giampiero Pinzi, le parti formalmente sono ancora distanti ma il d.g. sta lavorando ai fianchi il giocatore per convincerlo ad accettare la proposta di rinnovo annuale presentata dal Padova. Un piccolo passo avanti c’è stato, ma ancora non basta. Intanto Zamuner punta a chiudere per i due giovani che ha messo da tempo nel mirino: il primo è Clemenza, trequartista del ’97 di scuola Juventus, reduce da una buona stagione all’Ascoli; il secondo è Broh, uno dei punti di forza dell’ottima annata del Sudtirol, ma di proprietà del Sassuolo, e che dovrebbe rientrare nell’affare che coinvolge anche Ravanelli e Gliozzi. […]
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) […] Comincia oggi la corsa al sogno scudetto per gli Under 15 del Padova. Dopo il traguardo sfumato per un soffio sia dall’Under 17 (sconfitta in finale) che dall’Under 15 (fuori in semifinale) la scorsa stagione, il vivaio biancoscudato prova a riportare a Padova uno scudetto di categoria che manca da 28 anni. La semifinale in gara unica è in programma oggi alle 19.30 allo stadio Benelli di Ravenna contro il Livorno, una partita che tutti gli addetti ai lavori indicano come una finale anticipata. Il Padova è stata la miglior squadra di tutti i gironi di stagione regolare, tanto da vincere il proprio raggruppamento e arrivare al tabellone ad eliminazione diretta con la testa di serie numero 1. Negli ottavi e nei quarti i biancoscudati hanno eliminato senza patemi Carrarese e Reggiana, mantenendo sempre la porta inviolata. Il Livorno, invece, dopo essere arrivato quarto nel proprio girone, ha impressionato nella fase ad eliminazione diretta, realizzando 15 gol in 4 gare.«Sarà una bellissima partita», le parole alla vigilia di mister Claudio Ottoni. «Molti dicono possa essere una finale anticipata, ma prima o poi doveva arrivare. Affrontiamo un avversario tosto, fisico, anche scaltro. Sarà molto difficile, ma ho sensazioni positive». […]