Come va? «Siamo sereni, come sempre», risponde Paolo Bartolomei, prima di entrare in spogliatoio. «Io sono carico come una molla», gli fa eco Amedeo Benedetti, che lo segue pochi passi più indietro. «Sì, ha ragione lui», si corregge Bartolomei, «Siamo sereni e carichi a mille». Il siparietto rende l’idea dell’aria che si respirava al Tombolato ieri pomeriggio alla ripresa degli allenamenti del Cittadella. L’impressione è che al di là di quello che sarà deciso dalla Corte d’appello federale, comunque si stia vivendo l’attesa del primo turno dei playoff in modo diverso rispetto al Bari: per dire, Grosso ieri ha lasciato un giorno di riposo ai suoi uomini, ma la tensione non è mancata alla seduta di domenica mattina, quando una cinquantina di tifosi – a quanto risulta non facinorosi ultras, ma semplici appassionati presenti per far sentire la propria vicinanza, tra cui anche bambini – è stata allontanata dallo staff biancorosso, perché l’allenamento doveva essere a porte chiuse. Un concetto, quello delle porte chiuse, che al Tombolato si fa persino fatica a concepire. Il primo ad affacciarsi sul campo secondario è Edoardo Gorini, che ieri ha fatto anche le veci del preparatore atletico Andrea Redigolo, a Coverciano per un corso di aggiornamento. «A questo punto della stagione ha poco senso lavorare sulla preparazione fisica, puoi solo perfezionare qualche dettaglio a livello tattico», spiega il secondo allenatore granata. «Questa attesa è un po’ snervante, più che altro perché i calciatori sono abituati a giocare anche ogni tre giorni, e non ad aspettare così tanto. Fa da contraltare la bella notizia, se sarà confermata, della gara interna, che ci concede due risultati su tre, ma non cambierà il nostro modo di giocare: non siamo abituati a fare calcoli».
[…](Fonte: Mattino di Padova. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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Edoardo Gorini, vice allenatore della società granata, ci descrive come i giocatori stanno vivendo, sia dal punto di vista fisico che mentale, questa variazione della preparazione. «Una settimana in più – spiega il Goro – a questo punto della stagione non modifica niente dal punto di vista della preparazione fisica in quanto non c’è tanto da migliorare. Piuttosto è utile per perfezionare l’aspetto tattico e per il completo recupero di qualche giocatore avendo più tempo a disposizione. Dal punto di vista mentale, invece, l’attesa è un po’ snervante per una squadra abituata a giocare almeno una partita ogni settimana. Vedo comunque che il gruppo lavora con impegno e entusiasmo, per cui non credo ne risenta. Se sarà confermato che con il Bari si giocherà in casa questa situazione ci darà qualcosa in più sia dal punto di vista ambientale, sia per il fatto di avere due risultati a nostro favore, anche se noi giocheremo come sempre puntando a vincere. Ritengo che in questa settimana di preparazione in più i vantaggi siano superiori agli svantaggi». Rispetto a un anno fa il Cittadella si appresta a disputare i play off con un organico più completo, una condizione generale più tonica e con un anno di esperienza in più. Gorini sostanzialmente condivide: «Scaglia purtroppo anche quest’anno è stato sfortunato, ma nel complesso il gruppo adesso è messo meglio rispetto a un anno fa. L’anno scorso ci sono mancati Vido e Kouame per le convocazioni nelle rispettive nazionali e qualche giocatore come Litteri era ancora reduce da precedenti infortuni. Avere più possibilità di scelta è indubbiamente un vantaggio, ma quelle che pesano di più sono le motivazioni per cui sarà fondamentale scendere in campo con grinta e fame di vittoria, che sono la base per volgere il risultato a nostro favore».
[…](Fonte: Gazzettino. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)