Riecco Mauro Meluso, nove anni dopo: «Perché a tutti gli effetti quella del 2009 la sento mia – spiega a Padovagoal – Cestaro mi mandò via ingiustamente a metà del mercato di gennaio, salvo poi telefonarmi a fine stagione per ringraziarmi. A distanza di tanto tempo, sono contento di aver dimostrato quello che posso dare a Lecce». Pensieri e parole di Mauro Meluso, che oggi tornerà per la prima volta ad incrociare la sua strada con quella del Padova. Quel Padova che centrò un’insperata promozione nella stagione 2008-2009 proprio nel momento in cui l’allora direttore sportivo veniva cacciato dal patron biancoscudato per assumere Doriano Tosi. Il tempo, però, è galantuono, in grado di restituire quanto tolto in precedenza. Adesso la rivincita: «Era destino che evidentemente capitasse questo – sorride Meluso – so quello che feci a Padova, trovai una situazione difficilissima. Non voglio sparare contro chi mi precedette, ma trovai una situazione difficilissima, con giocatori strapagati e sopravvalutati e fui costretto a ridurre notevolmente le spese. Non voglio neppure essere ipocrita dicendo che avevamo un budget basso, perché era comunque molto alto per la categoria, ma allo stesso tempo ci volle tempo per sistemare tutto». Quando gli si chiede del colpo di mercato più importante della sua esperienza passata nella città del Santo, Meluso risponde a sorpresa con un nome che spiazza tutti: «Dico Alessandro Manzoni – dice – lo presi a gennaio dal settore giovanile dell’Atalanta anche contro il parere di Mandorlini e si rivelò un affare a tutti gli effetti. Era un talento pazzesco, non ha sfondato solo a causa degli infortuni, tanto che ha smesso molto presto di giocare, altrimenti sarebbe arrivato in Nazionale». Meluso dichiara enorme stima nei confronti di Giorgio Zamuner: «Lo conosco da una vita, quando era procuratore portammo Bovo a Padova strappandolo alle buste al Palermo. Ha fatto benissimo, non bene, è una persona che stimo molto e ha una grande conoscenza calcistica. A gennaio presi Tabanelli, sapevamo che non stava bene, ma se si riprende è un giocatore da Serie A. Ci crediamo ancora». Sulla Supercoppa: “Purtroppo i miei hanno staccato la spina, ma questo non inficia minimamente la grande stagione che abbiamo fatto e la vittoria nel campionato. I valori dei tre gironi? La Supercoppa non c’entra nulla, non è indicativa. In un girone C sicuramente superiore qualitativamente agli altri, compreso quello del Padova, che ha vinto meritatamente il girone B. E la cui promozione mi rende felice, visto quanto sono legato a quella piazza”. Un aneddoto sull’ex Federico Cavola: “Quando arrivai fui costretto a mandarlo via, ma conobbi una persona eccezionale e gli promisi che ci saremmo ritrovati. La promessa l’ho mantenuta, visto che è entrato a far parte del mio staff a Lecce”