Non sta nella pelle dalla felicità il presidente Daniele Pagin, che durante la partita sembrava un leone in gabbia, e al rigore decisivo di Aliù ha fatto esplodere tutta la sua gioia condivisa con oltre trecento tifosi arrivati con tre pullman e mezzi propri. «È un traguardo irripetibile. Siamo arrivati in finale dopo averne vinte altre sette per arrivare fino a qui, e dal momento che ci siamo arrivati abbiamo fatto tutto il possibile per portare a casa la Coppa. È l’anniversario dei miei genitori che non ci sono più, la dedica di questa vittoria è per loro». Quando parliamo con il patron biancorosso è in corso l’ormai famoso terzo tempo del Campodarsego nel piazzale dello stadio. «È bellissimo vedere i nostri ragazzini del settore giovanile che si fanno firmare gli autografi dai loro colleghi più grandi». Questa Coppa la ripaga di tutti i sacrifici che avete fatto. «Sì, però è stata dura. Sono arrivato ieri (venerdì, ndr) per stare insieme alla squadra e il tempo non passava mai. In tribuna durante la partita non riuscivo a stare fermo, ho cambiato tre-quattro volte posto. E al momento dei rigori sono salito dove c’erano le televisioni. Quando Radrezza ha segnato e Pozzi ha sbagliato sono andate via la paura e l’adrenalina, ed è subentrata la gioia». A proposito di Radrezza, cosa ha pensato quando l’ha visto fare il cucchiaio? «Lo ammazzo, ho pensato. Conoscendolo un po’ me l’aspettavo, anche se non pensavo che lo facesse sul serio considerato che dopo di lui doveva tirare il giocatore del San Donato Tavarnelle. Però Igor è un giocatore estroso, ed è andata bene. Ma tutti meritano i complimenti, sono molto felice». Aggiunge: «Sabato abbiamo la finale play off con l’Arzignano, dopodiché inizieremo a lavorare per la prossima stagione con Attilio (il diggì Gementi, ndr). Se in quattro anni il Campodarsego è arrivato a questo livello, è anche tanto merito suo».
[…](Fonte: Gazzettino. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)