Padova-Livorno, l’analisi del “Corriere del Veneto”

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Miglior modo di chiudere la stagione all’Euganeo non poteva esserci. D’accordo che il Livorno si è presentato a Padova con molte assenze e probabilmente con scarse motivazioni, ma il 5-1 con cui il Padova ha annichilito gli amaranto dimostra che il girone B non è poi così scarso come in molti osservatori hanno commentato in queste settimane. Merito a Pierpaolo Bisoli e anche al suo staff, che consegna alle ultime due partite di Supercoppa di serie C una squadra che scoppia di salute e che, dopo il nettissimo successo di ieri, si candida in modo autorevole alla conquista del secondo trofeo stagionale dopo la vittoria del campionato. L’allenatore si presenta in sala stampa nel dopogara con tutti i collaboratori tecnici per premiarne il lavoro: «Sono qui con tutti miei collaboratori che quest’anno hanno fatto un lavoro incredibile — spiega — e che mi hanno sopportato per questi lunghi mesi. Non appaiono ma sono straordinari e volevo che condividessero con me questo momento. La partita l’abbiamo dominata, devo ringraziare il mio staff che mi ha pure impedito di sostituire Cisco che non è entrato nel modo giusto in partita e che volevo sostituire… Forse non arriverò mai più in serie A, però è giusto in questo momento tributare il giusto onore per quello che hanno fatto. Una parola vorrei spenderla per Zambataro. Spero di riaverlo con me in ritiro, credo che abbia un grande futuro di fronte a sé come mezzala. Lavorandoci dall’inizio penso che possa dare qualcosa di importante alla squadra». Zambataro, dunque. Ma anche Serena, Ravanelli (che pure non gioca la sua miglior partita ma che griffa ugualmente il quinto gol), Capello e Belingheri, autori questi ultimi di una doppietta a testa. Nel travolgente successo biancoscudato che spalanca le porte a un Lecce-Padova d’autore sabato 26 maggio alle 20.30 al via del Mare, le note liete abbondano. Così come i fischi e gli insulti spietati per Daniele Vantaggiato, che segna l’effimero 1-3 su rigore concesso per una spintarella di Ravanelli su Murilo ma che il pubblico dell’Euganeo non perdona per un passato turbolento nonostante il talento.

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(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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