Ore 20.00 – (Il Piccolo) Avanti Albinoleffe, Feralpi Salò e Bassano, già fuori Mestre, Pordenone e Renate: questo, per quanto riguarda le squadre del girone B, l’esito del primo turno dei play-off di serie C. E la prima domanda che sorge spontanea è se l’avventura della Triestina nei play-off sarebbe durata di più rispetto al Mestre. Ovviamente è impossibile saperlo, ma di certo l’Unione vista contro la Sambenedettese difficilmente avrebbe fatto peggio della squadra di Zironelli, che venerdì sera doveva vincere a Bergamo eppure è entrata davvero in partita solamente nel recupero. Il Mestre, che ricordiamo come decima classificata è quella che ha estromesso la Triestina ai play-off, dopo il primo tempo infatti si è ritrovato sotto di due gol (realizzate da Gelli e Giorgione) abbandonando, almeno in apparenza, ogni speranza. I veneti però nella ripresa sono tornati in partita, prima accorciando con Baccaro e pareggiando, ma solo al novantesimo, con Boscolo. Un gol che ha regalato cinque minuti di recupero al cardiopalma, al termine dei quali il Mestre ha sfiorato con Politti la rete del clamoroso sorpasso. Segno che se si svegliava prima, l’Albinoleffe era battibile. Ma col 2-2 passano i bergamaschi. […]
Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Conclusa subito ma a testa altissima l’avventura-playoff, per il Mestre è già iniziata la partita della vita. Il club arancionero sarà al via della Serie C 2018/19? Una decisione assai delicata, all’indomani dell’orgoglioso ma vano 2-2 in rimonta in casa dell’AlbinoLeffe, quella che si riserva di prendere il presidente Stefano Serena. «Se il futuro è a rischio? Oggi non rispondo, mi prendo tempo per riflettere sino a fine maggio, quando mancherà un mese alla scadenza del 30 giugno per iscriversi al prossimo campionato. Il Mestre è nelle mie mani e, lo dico da tempo, vorrei dipendesse un po’ meno da me. Non dico che non andrà più avanti, ma devo valutare e mi sto muovendo perché il progetto vada avanti, con o senza il sottoscritto». Serena vorrebbe concentrarsi solo sul fronte del nuovo stadio. «Cerco qualcuno che abbia voglia di affiancarmi, finora nessuno di Mestre mi ha suonato al campanello, spero succeda domani. Con o senza portafoglio? La mia più grossa difficoltà non è economica, bensì la prospettiva che oggi non c’è, perché parliamo di nuovo stadio ma comunque ci vorranno anni. Chiunque senza portafoglio difetterebbe della necessaria attenzione nella gestione di un qualcosa che appartiene ad altri. Cerco un finanziatore che ci metta del suo, un socio che si assuma parte di quelle responsabilità che per me da solo sono diventate eccessive, anche per situazioni e problematiche ben note che, pur a fronte degli ottimi risultati sportivi, finiscono per togliere entusiasmo». […]
Ore 19.00 – (La Nuova Venezia) […] Una squadra che fa rifiorire l’amore di una città per il calcio. Zironelli ne è consapevole ma mastica amaro.«Abbiamo fatto una gran partita e se dovevo scegliere come uscire avrei scelto una gara così: grandi giocate, pericolosi come sappiamo e come è stato riconosciuto dagli avversari. Peccato essere usciti per piazzamento. Dopo un campionato tirato trovare le energie per una gara così è stata una sorpresa. Con altri minuti a disposizione avremmo ripetuto il miracolo di Bassano. Un ringraziamento a tutti, dal presidente allo staff, al magazziniere perché forse non se ne rendono ancora conto». […] Vacanze? «Adesso ci riposiamo un po’. Mi spiace non aver dato soddisfazione a Sottovia per una botta rimediata contro il SüdTirol trovandomi così con l’attacco un po’ spuntato. Adesso un po’ di allenamento e poi aspettiamo i programmi futuri del presidente per evitare che “molli” perché ha fatto tanto per la città. Lui ha detto la verità: gli avevano promesso la deroga, poi il Comune che si palleggia la questione con la Questura. Dovrebbero invece andare a vedere certi campi e solo dopo potremmo riparlarne. Se penso che per regolamento basta avere un parcheggio a tre chilometri dallo stadio, spero ci sia un po’ di buon senso e si riconoscano i sacrifici di tante persone senza far finta di niente. Abbiamo trovato muri e paletti e mai aperture». Sul futuro? «Non ho la sfera di cristallo, ma mi sono tolto una soddisfazione. Con tanti ragazzi giovani e senza esperienza ci siamo salvati a febbraio e presi i playoff e li ho visti primeggiare contro avversari più scafati e abituati alla serie. Se troveranno riconferma o piazze più importanti un po’ di merito sarà anche mio. E adesso che siamo a bocce ferme, mi tolgo un sassolino dalla scarpa: ciò che abbiamo fatto ha del miracoloso, alla faccia di chi ci aveva condannati alla retrocessione. Adesso si staranno mangiando le unghie e i gomiti, a volte fare i gufi ti si ribalta contro».
Ore 18.30 – (Messaggero Veneto) […] Potrebbe essere utile introdurre un direttore sportivo “super partes”, che oltre a occuparsi del mercato deve fungere da cuscinetto tra squadra e proprietà: questa stagione il ruolo è stato ricoperto da Matteo Lovisa, figlio di Mauro, rappresentante diretto del maggiore azionista del club, aspetto che può avere i suoi pro, ma anche molti contro. Dopodiché si dovrà capire da quali giocatori si vorrà ripartire: a quanto pare c’è tutta la volontà di continuare con Burrai (contratto che scade a giugno 2020), Misuraca (2019) e Stefani (2019, c’è un’opzione per il 2020), oltre che con Berrettoni e De Agostini, il cui vincolo sarà rinnovato sino al 2019.Il resto della rosa è un punto di domanda. C’è la voglia di rinnovare l’organico, anche se non sarà facile essendoci tre giocatori con ancora due anni di contratto (Perilli, Bassoli, Ciurria, scadenza 2020) e altri con ingaggi di un certo peso da smaltire (Gerardi, Nunzella). Silvestri, Parodi, Nocciolini, Zammarini, Cicerelli, Mazzini e Caccetta – questi ultimi cinque prelevati nel mercato di gennaio – rientreranno nei rispettivi club per fine prestito, mentre da Pontedera e da Cuneo faranno ritorno a Pordenone Raffini e Gerbaudo, che hanno un altro anno di contratto come i neroverdi Bombagi, Magnaghi e Formiconi. […]
Ore 18.00 – (Messaggero Veneto) Il Pordenone ripartirà, con una squadra competitiva, pur integrata da 4-5 ragazzi del vivaio e, in particolare, con una proprietà pronta ad accogliere nuovi soci. Parola di Mauro Lovisa. Il presidente del club neroverde, all’indomani dell’eliminazione ai playoff di serie C, spegne sul nascere le voci di un’eventuale smobilitazione e rilancia il progetto sportivo per la prossima stagione, che sarà la quinta consecutiva tra i professionisti. Le sue parole fanno capire che l’asset societario potrà essere rinforzato dall’ingresso di forze economiche fresche: a questo proposito si parla di Alea, già sponsor nel corso di questo campionato. «Il nostro progetto sportivo e sociale – attacca Lovisa – si rinnoverà. Sarà fondato sui nostri giovani, ma sarà sempre ambizioso. La stagione, in particolare da metà dicembre in poi, al di sotto delle aspettative, non ci deve abbattere, anzi, può servirci per migliorare. Siamo consapevoli di cos’è stato sbagliato, così come non abbiamo dimenticato che a Cagliari e San Siro con l’Inter la società è comunque arrivata al punto più alto di quasi cent’anni di storia. Il club – continua – ha dato continuità di gestione in questi 11 anni ed è ora pronto ad accogliere nuovi soci, che la rafforzino sempre più». Un passaggio importante, quest’ultimo, perché Lovisa ha bisogno di qualcuno che lo affianchi in questa, dispendiosa, avventura.Il domani. Il presidente annuncia che mercoledì, dopo l’unico allenamento della settimana, ci sarà il rompete le righe. «I giocatori – spiega – hanno bisogno di staccare la spina, li ho visti scarichi. Ci può stare dopo che tanti di loro, con la doppia semifinale playoff e la cavalcata in Tim Cup, non si sono praticamente mai fermati». Un pensiero è rivolto al team di domani, che «sarà più giovane – spiega -, con l’inserimento di 4-5 nostri ragazzi del vivaio. Ma non per questo sarà meno competitiva, e punterà sui nostri elementi chiave. Parleremo a breve con tutti i giocatori e chi vorrà rimanere dovrà farlo con il massimo della determinazione e della giusta rabbia, in primis di riscattare l’annata appena conclusa. Gli innesti saranno mirati e di prima qualità». […]
Ore 17.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Ordine di scuderia: nessuno parli. Non lo farà neppure mister Giovanni Colella, nella conferenza stampa della vigilia del secondo turno di playoff Reggiana-Bassano in programma domani pomeriggio. O meglio: l’allenatore parlerà ma saranno rispedite al mittente le domande su Renzo Rosso e sul progetto di fusione Vicenza-Bassano e sperare in una deroga è pia illusione. I giocatori sono rimasti spiazzati dall’annuncio del patron, arrivato poco dopo la mezzanotte di venerdì e comunicato alla squadra dalla responsabile della comunicazione Sara Vivian durante il rientro da Meda, dove il Bassano aveva battuto il Renate con una doppietta di Diop. Comprensibile la sorpresa dei presenti e il silenzio tombale che ha accompagnato la seconda parte del viaggio di ritorno. I radar dei più attenti tra i giocatori qualcosa avevano captato, dietro le quinte si fatica a trovare qualche frammento, ma lo sconcerto è enorme. Non da parte di tutti, chiaro. Perché qualcuno, magari chi è a Bassano da più anni, aveva intuito che stava bollendo qualcosa di grosso in pentola. […] Ieri alle 16, poi, Rosso ha fatto visita la squadra. Dire che il clima generale era quello di un totale sorpresa di fronte all’uscita del patron forse è poco e i giocatori si sono interrogati sul futuro. Il patron, oltre a confermare la sua intenzione di acquistare il Vicenza, ha ulteriormente chiarito il suo pensiero, invitando la squadra a pensare alla partita di Reggio Emilia e confermando di aver versato la caparra per acquisire il club biancorosso: «Fatemi questo regalo – ha detto Renzo Rosso alla squadra – portatemi in serie B. Poi andremo a giocare al Menti davanti a diecimila persone». […]
Ore 17.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) […] «Questa notizia del possibile trasferimento a Vicenza del titolo sportivo mi ha lasciato basito – rivela il sindaco Riccardo Poletto – soprattutto in ragione di un dialogo mai venuto meno fra l’amministrazione e il Soccer Team. Inoltre, come primo cittadino, voglio vederci chiaro, non si può immaginare di buttare a mare una storia sportiva così lunga e importante». Su una simile scia l’assessore allo sport, Oscar Mazzocchin: «Grazie ai Rosso e alla loro gestione illuminata, Bassano ha fatto cultura calcistica in tutta Italia, con il terzo tempo post-partita mutuato da rugby, e con un vivaio giovanile di altissimo livello, improntato allo stesso modello dell’Atalanta in Serie A. Ora, alla vigilia di un piano di fattibilità che darebbe finalmente un volto al nuovo stadio, non posso credere che tutto possa finire così». […]
Ore 16.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) […] Sorpresa, piena di speranze ma prudente la tifoseria biancorossa: «Potrebbe essere una svolta importante, anche se non c’è stato ancora il tempo per fare valutazioni – precisa Maurizio Salomoni, presidente del centro di coordinamento clubs biancorossi – non sono ancora chiare l’offerta e le modalità della fusione. E’ evidente che la forza economica di Rosso può aprire nuovi orizzonti per il club, ma ci sono molte cose da chiarire. Vero è che come tifoseria stiamo soffrendo da anni, e la speranza è che arrivi una nuova proprietà che riporti il Vicenza dove merita». Decisa è invece la presa di posizione dei tifosi della curva che in queste ore si stanno confrontando: «L’unica cosa che posso dire è che la storia del Vicenza calcio nato nel 1902 non deve in nessun modo essere persa – spiega uno dei leader della curva Sud Cristian Brojanigo – per questo prima di prendere posizione vogliamo capire bene come Renzo Rosso intende sviluppare questa fusione. Il Vicenza dovrà giocare al «Menti», mantenere i titoli vinti al Viareggio, la Coppa Italia, su quello non si transige. Inoltre la maglia dovrà essere biancorossa, dispiace per i tifosi del Bassano ma noi la vediamo così». […]
Ore 16.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Sotto la Basilica palladiana è tutto un tirare sospiri di sollievo e costruire ponti d’oro al salvatore di Molvena. «Da un imprenditore di successo che ha saputo mantenere una relazione forte con il territorio e nel contempo misurarsi con i mercati internazionali – dice il sindaco Achille Variati –, lo leggo come un atto di generosità verso un elemento identitario quale è il Vicenza Calcio. Una scelta che riscatta il mondo industriale rimasto molto debole agli appelli dei mesi passati». Il rappresentante più alto di quel mondo, il presidente della Confindustria berica Luciano Vescovi, non risparmia gli applausi: «Renzo Rosso, ancora una volta, esprime il suo rinomato amore per il territorio con il pragmatismo che lo contraddistingue, ovvero presentando un’offerta concreta e un piano strutturato di lungo respiro – dichiara Vescovi –. Quando una persona come lui, con tanta passione ma anche serietà, si prende a cuore la causa del Vicenza Calcio, credo debba trovare l’appoggio di tutti». Appoggio auspicato anche da Gian Carlo Ferretto, decano dell’imprenditoria berica: «Non sono tifoso di calcio ma della nostra città – commenta –, e trovo molto significativo che qualcuno prenda in mano una squadra nella quale la comunità si identifica superando la logica dei campanili. Mi auguro che altri imprenditori si uniscano». […]
Ore 15.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Addio sogni di serie A diretta e probabilmente anche di quarto posto. In novanta minuti il Venezia ha visto evaporare due miraggi e ci ha rimesso anche la faccia. Tante le giustificazioni, nelle quali i lagunari possono inserire anche una clamorosa svista arbitrale, ma alla fine il risultato punisce in maniera davvero pesante un Venezia che lascia le penne nella penultima di campionato in casa una ex pericolante, al secondo successo nel girone di ritorno dopo 18 giornate di astinenza. Sì, alla base del successo della Cremonese ci sono indubbiamente delle motivazioni maggiori a livello nervoso e di grinta: la voglia di restare in categoria, di non passare per i playout, ha trasformato gli uomini di Mandorlini (reduci comunque anche da un pareggio ad Empoli) in un manipolo di guerrieri votati al successo ad ogni costo. Il Venezia ha sofferto tantissimo questa maggior determinazione avversaria e il gol subito ad avvio gara ha reso ancor più difficile un match che ha visto i lombardi difendere in dieci davanti a Ujkani per buona parte del match, concedendosi qualche iniziativa solamente nella seconda parte della ripresa. Purtroppo a cedere in blocco a un certo punto sono state l’attenzione e la continuità della difesa lagunare che sinora era stata fiore all’occhiello di Pippo Inzaghi, base di partenza dello stupendo campionato del Venezia. […]
Ore 14.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Inzaghi arrabbiato con l’arbitro e deluso dal comportamento dei suoi ragazzi. Tacopina dispiaciuto per la sconfitta. Allenatore e presidente hanno in comune l’amarezza per il sogno infranto di una stupenda promozione diretta in Serie A che sarebbe stata una super impresa. Tutto è sfumato a Cremona, in malo modo. Joe Tacopina allo Zini non c’era e si affida a una nota che giunge da oltreoceano: «Voglio dire che non sono mai contento quando perdiamo ma quando smettiamo di giocare mi dispiace, e quando abbiamo preso tre gol in dieci minuti ho avuto quest’impressione». Giustamente più articolata l’analisi dell’allenatore arancioneroverde che non smette di sottolineare come il cammino compiuto dal suo team sin qui sia davvero eccezionale per una neopromossa. «Loro più motivati di noi? Non direi, anche noi ne avevamo di motivazioni. Purtroppo la gara è stata indirizzata nel secondo tempo con quell’episodio clamoroso del rigore fischiato con il nostro giocatore a tre metri di distanza». La prima parte di gara era stata aggiustata in extremis dal rigore di Litteri. «Era stato equilibrato. Avevamo subito il gol su autorete e subito dopo la Cremonese era arretrata infoltendo la difesa e rendendoci difficile penetrare. Siamo comunque stati bravi a ripartire e a riuscire a pareggiare. Il rigore a nostro favore ha scatenato il nervosismo in casa grigiorossa al punto che al rientro dopo l’intervallo la tensione era altissima: avevo raccomandato ai ragazzi di non avvicinarsi nemmeno agli avversari in area, di non sfiorarli, ma la mia raccomandazione non è bastata. L’arbitro ha visto e fischiato un rigore lo stesso». […]
Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Finisce allo stadio Zini il sogno promozione diretta per il Venezia di Pippo Inzaghi. Finisce con un crollo immeritato, condizionato pesantemente dalla decisione dell’arbitro Pinzani, che a inizio ripresa concede un rigore (inesistente) alla Cremonese per un tuffo di Perrulli che, di fatto, taglia le gambe agli arancioneroverdi. Restano in ballo, invece, i playoff già matematici e che vedranno protagonista sicuramente la squadra di Filippo Inzaghi, qualsiasi ne sia l’esito finale. Del resto ci sono ancora 90 minuti da giocare venerdì sera al Penzo, contro il Pescara, e molto può ancora cambiare, con la speranza di agguantare anche il quarto posto. Vantaggio non da poco perché eviterebbe di giocare il turno preliminare degli spareggi promozione. A Cremona il Venezia perde 5-1 dopo una partita rocambolesca. Non inganni il punteggio finale, perché l’equilibrio è stato massimale fino a dieci minuti dalla fine. E soltanto quando era chiaro che non ci sarebbe stata più la possibilità di rimettere in piedi il match, il Venezia ha mollato psicologicamente e atleticamente. Venerdì il sipario sulla regular season si chiuderà col Pescara, ma di fatto la testa è già agli spareggi promozione, dove l’armata di Pippo Inzaghi potrà recitare un ruolo da protagonista e non certo da semplice comparsa. Alla lettura delle formazioni poche sorprese: nel Venezia l’unica è l’esclusione di Frey, non al meglio e rimpiazzato da Cernuto, Marsura vince il ballottaggio con Geijo. […]
Ore 14.10 – (La Nuova Venezia) Manita in faccia, dà fastidio. Non è da Venezia. Cerchiamo subito una spiegazione ad una partita cominciata male, con una sfortunata deviazione di Modolo nella propria porta dopo due minuti, e finita che peggio non si può, con la Cremonese che tira all’orso del luna park e chiude in trionfo con un 5-1 che non se lo sarebbe sognato nessuno.Dunque il Venezia – azzardiamo – l’ha persa sui nervi. Una partita preparata in un certo modo – aspettare e ripartire – stravolta dopo due minuti. Ti ritrovi a dover attaccare, ti scopri, e così va a nozze la Cremonese, che ha dimostrato tenuta ed energie a volontà. La svolta dei due rigori, okay, ne parliamo dopo, poi il crollo, perchè sul gol di Pesce, 3-1 a dieci minuti dalla fine, il Venezia si scioglie. Gli ultimi due gol della Cremonese, nei minuti di recupero, arrivano con il Venezia che ha tre uomini in area e sei a centrocampo, fermi, piantati come cipressi. Dice giusto Inzaghi: «Perdere ci sta, ma non in questo modo». Insomma l’arma del Venezia in questo girone di ritorno è stata la serenità, si giocava con la mente libera e oltre ai risultati arrivava anche un gioco gradevole. Nell’ultima settimana è arrivato il peso di un sogno che poteva diventare realtà, una pressione per una squadra che, vogliate o no, è una neopromossa e con scarsa abitudine a lottare per la serie A. E così, davanti a una Cremonese indiavolata, ha fatto il botto. Aggiungiamo un altro fattore: si è giocato in un clima torrido non solo nell’aspetto meteo, torrido perché si è creata col passare dei minuti una tensione insolita, un nervosismo altissimo che ha finito per annebbiare le idee agli arancioneroverdi, portandoli a sbagliare anche le cose facili. Un clima da derby sudamericano, con proteste da ambo le parti non sempre gestite e sedate dall’arbitro, visto che il rigore del 2-1 cremonese è stato riconosciuto inesistente dai cremonesi stessi, con Perrulli franato addosso a Modolo e non il contrario. Detto tutto questo, quando si beccano cinque palloni resta poco da recriminare, “incarta e porta a casa”, si diceva una volta, perché al di là di tutto la Cremonese ha strameritato la vittoria e buon per tutti che in contropiede abbia sciupato almeno altre tre palle-gol limpide. […]
Ore 13.50 – (La Nuova Venezia) La faccia di Filippo Inzaghi dice tante cose. Se in più di un’occasione aveva elogiato la sua squadra, stavolta non ci gira tanto attorno e sottolinea come il Venezia non fosse quello visto non solo di recente, ma in tante partite del campionato. «Si doveva perdere in altro modo», spiega il tecnico piacentino, «abbiamo un po’ mollato e non dobbiamo farlo. Ci serva da lezione per i playoff. Abbiamo fatto fatica, loro si chiudevano bene, c’erano pochi spazi e non riuscivamo a trovare lo spiraglio giusto. Nel primo tempo avremmo potuto fare meglio, nel secondo si è partiti con un rigore che non c’era».Dalla tribuna, si è avuta la sensazione di un Venezia che abbia perso la gara sui nervi, per poi finire l’incontro senza giocare e dove troppi calciatori erano sottotono. «Siamo venuti a Cremona pieni di motivazioni», continua, «così come le avevano loro. Quel rigore dopo l’intervallo ha indirizzato l’incontro; il fallo era inesistente, ma non puoi finire per perdere 5-1 come ci è successo. Senza dimenticare che la differenza reti è importante per la classifica. E, infatti, non mi sono piaciuti gli ultimi minuti. La svolta è stata la rete di Pesce, quella del 3-1 che, di fatto, ha chiuso la partita. Ho messo Fabiano perché ero convinto ci potesse dare una mano nella rimonta. E così è stato. Ma poi quel tiro, arrivato nel momento di massimo sforzo nostro per arrivare al pari, ha dato la vittoria a loro». ùInzaghi ha qualcosa da dire anche sull’arbitro Pinzani: con quel fallo fischiato in area ha fatto pendere la bilancia a favore dei grigiorossi. «Aveva molta tensione addosso e l’avevo detto ai giocatori», fa sapere, «ma chiediamo rispetto e non ci lamentiamo mai: non si può assegnare un rigore del genere». […]
Ore 13.30 – (La Nuova Venezia) L’imperativo è dimenticare in fretta il brutto pomeriggio di Cremona. E Pescara, tra cinque giorni, dovrà essere la partita del riscatto. «Sono tra l’arrabbiato e il deluso», dice Emil Audero, «perché c’è modo e modo di perdere ma non così. Non possiamo mollare come abbiamo fatto. Certo, meglio prendere gol oggi che più avanti nei playoff, ma c’è stato un errore di approccio. L’inizio è stato sfortunato con quella deviazione di Modolo; poi eravamo riusciti a rimetterla in piedi, ma il 3-1 di Pesce ha chiuso la gara. Adesso l’obiettivo è mantenere il quinto posto e provare ad arrivare quarti se il Palermo non dovesse vincere».Marco Modolo chiede scusa ai tifosi. «Sono venuti in tanti allo “Zini”», osserva il centrale difensivo, «perché non è stato il solito Venezia. Nel secondo tempo si è giocato poco e in quei pochi minuti abbiamo subito quattro reti: ci assumiamo le nostre responsabilità». Modolo è stato protagonista delle prime due reti della Cremonese. «Sull’1-0», spiega, «Brighenti ha fatto cambiare direzione della palla, nel secondo, il rigore era inesistente. Francamente non capisco come si possa fischiare un fallo del genere. Adesso dobbiamo prenderci i tre punti con gli abruzzesi». Da buon capitano, Maurizio Domizzi suona la carica. «Non possiamo permetterci di finire le partite in questo modo», aggiunge, «tirando i remi in barca. Il fatto che il Frosinone stesse vincendo, forse ci ha fatto calare la tensione. Conti alla mano, il quarto posto è ancora raggiungibile se dovessimo vincere venerdì e il Palermo non dovesse fare altrettanto. Per il quinto posto ci manca un punto». […]
Ore 13.00 – (Gazzettino) Rischia di diventare la stagione dei rimpianti. Il Cittadella ha sprecato un’altra occasione per scalare la classifica e guadagnare posizioni nella griglia finale dei play off che garantirebbe vantaggi non indifferenti. La vittoria avrebbe infatti permesso ai granata di superare il Bari, ko a Parma, e portarsi a un solo punto dal Venezia, crollato a Cremona. Il pareggio invece ha lasciato tutto immutato: ora come ora il Cittadella sarebbe costretto a disputare il preliminare in casa del Bari. Tutt’altro che una passeggiata, forse la peggiore delle ipotesi possibili. Adesso c’è l’ultima partita della stagione regolare, venerdì sera al Tombolato contro la Pro Vercelli matematicamente retrocessa. Poi si faranno i conti e si conoscerà il destino del Cittadella negli spareggi. Ieri a Carpi la squadra di Venturato si è presentata senza Scaglia, che ha concluso anzitempo la stagione, e Vido (contrattura al polpaccio). A loro si è aggiunta l’assenza di Iori: il capitano ha accusato un risentimento al polpaccio, al suo posto in cabina di regia Pasa. È successo poco nei primi venti minuti di partita, se si esclude un pallone non agganciato in area da Schenetti su assist di Kuoame che era scattato sul filo del fuorigioco. Il Cittadella è passato in vantaggio nel momento in cui sembrava avere preso in mano la partita: sponda di Strizzolo per Kouame che ha vinto un rimpallo, il pallone è arrivato a Schenetti tutto solo davanti a Serraiocco (il portiere titolare Colombi si è infortunato nel prepartita) che ha insaccato da due passi. […]
Ore 12.40 – (Gazzettino) L’1-1 di Carpi ha lasciato l’amaro in bocca anche a Roberto Venturato: «Sicuramente c’è un po’ di rimpianto per la mancata vittoria, ma ribadisco quello che ho detto in questi giorni, cioè che il Cittadella, che andrà a disputare i play off, merita un grande applauso per tutto quello che ha fatto. Per il secondo anno consecutivo andremo a giocarci la serie A. Nelle ultime due partite, non solo quella del Cabassi, abbiamo sprecato due occasioni favorevoli, per migliorare la posizione e saltare addirittura il preliminare degli spareggi. Ci siamo giocati questa opportunità». L’allenatore fa il bilancio della doppia sfida con il Carpi, sempre una squadra ostica: «Meritavamo di vincere al Cabassi, meritavamo i tre punti anche all’andata. La gara di Carpi è stata interpretata e giocata bene. Peccato per la vittoria che non è arrivata e che ci avrebbe fatto comodo». […]
Ore 12.20 – (Mattino di Padova) Meno uno alla fine del campionato e il Cittadella non si schioda dalla settima posizione, la penultima della zona playoff, che oggi come oggi lo contrapporrebbe al Bari (e la sfida secca sarebbe al San Nicola) nella lotteria degli spareggi per la Serie A. Al “Cabassi” esce la “X”, quinto risultato utile consecutivo, ed è il dodicesimo pareggio – il quinto esterno – della stagione, ma il rammarico per il mancato successo – e sarebbe stato il dodicesimo fuori casa – è più che giustificato. Perché la squadra di Venturato ha stretto alle corde i biancorossi nel finale, attaccando a tutto spiano, ma mancando alcune facili occasioni (in mischia, addirittura per tre volte ci hanno provato Kouamé, Chiaretti ed Arrighini) e giustificando alla fine il pizzico di delusione che ha accompagnato sulla strada del ritorno i 150 tifosi granata accollatisi la trasferta in Emilia.Adesso, con soli 90′ davanti (venerdì sera al Tombolato, contro la già retrocessa Pro Vercelli), è problematico pensare di scalzare i pugliesi dal sesto gradino della classifica, in modo da giocare al Tombolato il playoff, anche se Calabro ha assicurato che il Carpi, coincidenza ultimo avversario del Bari nella stagione regolare, scenderà in campo con lo stesso spirito di ieri pomeriggio al cospetto di Alfonso & C.Tutto nei primi 45′. Con 26 gradi di temperatura e un clima afoso, la partita l’ha fatta, per forza di cose, il Citta, non avendo i biancorossi più nulla da chiedere al torneo (ora sono undicesimi). Contrariamente alle previsioni, Venturato ha mandato in campo un centrocampo imperniato su Pasa regista, con Iori relegato in panchina per concedergli un po’ di riposo (si è parlato di un affaticamento al polpaccio), mentre davanti, accanto a Kouamé, è partito Strizzolo. E proprio il gigante friulano è stato la grande delusione: mollo nei contrasti, superato spesso nel gioco aereo, incapace di liberarsi al tiro. Un peccato, perché le sue potenzialità sono enormi. […] Adesso l’ultimo atto prima degli spareggi. Venerdì sera sarà festa al Tombolato, perché, comunque vada, i granata hanno raggiunto un’altra volta i playoff senza che questo traguardo fosse scontato. Meritano gli applausi, come chiede giustamente il loro allenatore, ma, si sa, l’appetito vien mangiando e sotto le Mura si sogna in grande. E ai tifosi non si possono vietare i sogni.
Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Un punto che allunga la striscia positiva ma che, considerati i risultati di Bari e Venezia, lascia addosso anche la sensazione dell’occasione sprecata.L’1-1 del Cabassi aumenta i rimpianti per quello che poteva essere e non è stato, è così Roberto Venturato? «Sicuramente i rimpianti ci sono, ma ribadisco anche in questa occasione quanto ho ripetuto la scorsa settimana dopo il 2-2 con il Brescia: per prima cosa va tributato un grande applauso a questo gruppo, perché per il secondo anno consecutivo ha ottenuto un risultato straordinario, guadagnandosi l’opportunità di andarsi a giocare la Serie A. È un aspetto che non deve assolutamente passare in secondo piano, al contrario va esaltato. Negli ultimi tre anni abbiamo realizzato grandi cose, provando a vincere e a fare risultato su qualsiasi campo. Dopodiché abbiamo sprecato una grandissima occasione: vale per la partita del “Cabassi”, come per quella della scorsa giornata in casa con il Brescia, e per tutta una serie di altre gare in cui abbiamo buttato via punti che ci avrebbero consentito anche di poter lottare per il secondo posto diretto. Tutto questo fa parte del nostro percorso di crescita, ma ci siamo giocati questa opportunità». […] «Credo che meritassimo di vincere, come meritavamo di vincere la sfida d’andata al Tombolato, una di quelle gare in cui non abbiamo raccolto per quanto prodotto: ricordo che lì quasi ci hanno chiesto scusa di averci battuto, dopo un incontro a senso unico. Anche questa è stata una partita giocata con intensità dai miei. Peccato soprattutto per quella triplice opportunità avuta nel finale, con Kouamé, Chiaretti e Arrighini, che si sono visti respingere le loro occasioni a colpo sicuro. Penso anche che andasse fischiato un calcio di rigore a nostro favore per il fallo di Brosco su Kouamé, sempre nel secondo tempo: il difensore era l’ultimo uomo e l’ha tirato giù mentre stava andando in porta. L’arbitro non ce l’ha assegnato e noi accettiamo la decisione, ma resta il fatto che quell’episodio avrebbe potuto cambiare la partita. Abbiamo avuto le occasioni per portarla a casa, invece ci ritroviamo con un pareggio, subìto dopo una mezza ingenuità». […]
Ore 11.40 – (Corriere del Veneto) Forse è stata un’occasione persa, ma ancora nulla è deciso. Il Cittadella raccoglie solo un punto al Cabassi contro il Carpi nell’1-1 finale e non migliora la propria posizione in classifica, fallendo un possibile aggancio al Bari in sesta posizione. In vista della griglia per gli spareggi promozione diventeranno quindi decisivi gli ultimi 90’ che i granata giocheranno in casa, venerdì prossimo, contro la già retrocessa Pro Vercelli quando gli uomini di Venturato proveranno ad agguantare al fotofinish il sesto posto. Gli infortuni non danno tregua a Venturato che a inizio partita sceglie di fare a meno del suo faro nella zona nevralgica del campo. Iori si accomoda in panchina per un fastidio muscolare e Pasa si prende le redini del centrocampo. Attesa la contemporaneità con gli altri campi, la partita che per i padroni di casa non ha alcun valore di classifica non propone situazioni degne di nota per venti minuti. Nessuna delle due formazioni riesce a tirare in porta, poi al 21’ la gara si sblocca con un gol di Schenetti. Il giocatore granata finalizza una sponda di testa di Strizzolo che serve Kouamé, l’attaccante vince un rimpallo e il numero 7 del Cittadella riesce a portare in vantaggio i suoi. Una volta andato sotto il Carpi riesce a sbloccarsi e a guadagnare qualche metro affidandosi all’unica punta Melchiorri, ma di azioni pericolose se ne vedono poche. L’unica emozione nasce al 37’ quando la punta si mangia il pareggio calciando su Varnier da posizione ravvicinata col difensore che devia in angolo. Il Carpi non molla e prima dell’intervallo trova il pareggio con il solito Melchiorri, che deve solo appoggiare in rete il cross dalla destra di Pachonik. […]
Ore 11.10 – Le pagelle del Padova (Gazzettino): Bindi 6 (Burigana sv); Salviato 7, Ravanelli 6, Cappelletti 6.5, Contessa 6; Zambataro 6.5 (Fabris 6.5), Serena 6, Belingheri 7.5 (Piovanello sv); Pulzetti 6.5 (Bellemo sv); Capello 7.5, Marcandella 6.5 (Cisco 5.5).
Ore 11.00 – (Gazzettino) La pressione produce i suoi effetti al 20′: Capello premia il taglio in profondità di Belingheri che incrocia di destro sul palo più lontano e non dà scampo a Pulidori. Il Padova ha quasi subito l’opportunità per raddoppiare con Pulzetti, liberato davanti alla porta da uno spunto in velocità di Zambataro. Il capitano conclude di prima intenzione, ma questa volta il portiere ospite non si fa sorprendere. Il Livorno assiste impotente alla supremazia biancoscudata e neppure l’ingresso di Giandonato (uno dei tanti ex della partita) sembra cambiare le carte in tavola. Maiorino e Vantaggiato provano con poca fortuna ad insidiare la porta di Bindi. Decisamente più minaccioso appare il Padova quando sviluppa le sue trame offensive. E puntualmente arriva la rete del raddoppio. Una giocata da applausi: Zambataro attende la sovrapposizione di Salviato, assist al bacio per Capello che da distanza ravvicinata fulmina Pulidori. E all’intervallo la partita sembra già decisa. […]
Ore 10.50 – (Gazzettino) Tutto fin troppo facile di fronte a un Livorno con la testa già in vacanza. E i gol potevano essere anche più di cinque, tanto è stata netta la superiorità della truppa di Bisoli. Ora per conquistare la Supercoppa il Padova deve guardarsi dal Lecce che sabato prossimo sarà di scena in casa dei toscani e tra due settimane ospiterà i biancoscudati. Sin dall’avvio la squadra di casa dà l’impressione di crederci decisamente di più. Funziona soprattutto la catena di destra dove il giovane Zambataro, schierato nell’insolita posizione di mezzala, si muove in perfetta sintonia con Salviato. Il Livorno sta invece molto raccolto e solo di rado riesce a innescare gli attaccanti (tra cui il fischiatissimo Vantaggiato), pagando sul piano delle geometrie le assenze a centrocampo di Luci e Valiani. I biancoscudati riescono a rendersi pericolosi con un paio di accelerazioni. Sono invitanti i palloni, prima di Capello e poi di Zambataro, che tagliano in due l’area avversaria, ma nessun compagno indovina il movimento per andare a chiudere la giocata.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Non manca un flash del presidente sul 5-1 al Livorno. «È stata una bella partita, ci siamo divertiti. Peccato che non ci fosse un pubblico numeroso, ma va bene così. Dopo questa prestazione non so quanto il nostro girone fosse facile come qualcuno dice». Arriva Bisoli, affiancato da tutto il suo staff: il vice Groppi, il prof Chiodi, il preparatore dei portieri Zancopè, l’addetto al recupero infortunati Zambello e il match analyst Dal Moro. «Sono qui con me – afferma l’allenatore – perché volevo farvi capire l’importanza dei miei collaboratori: non sono mai sotto i riflettori e sono fondamentali e li voglio ringraziare pubblicamente. Meritano un applauso (che scatta in sala, ndr) perché sono persone e professionisti bravi. Poi so di essere pesante, ma cerco sempre le negatività per stimolarli». Per ciascuno il tecnico spende altre parole al miele, auspicandosi di avere tutti al suo fianco anche nella prossima stagione. Quindi si sofferma sulla partita. «Non ho molto da dire, l’abbiamo stradominata. Perché mi sono arrabbiato anche sul 4-1? È la mia forza e anche il mio grande difetto. Sono stati bravi loro (si riferisce al suo staff, ndr) che mi hanno fatto desistere dal togliere Cisco, fosse stato per me l’avrei sostituito anche se era entrato da poco». […]
Ore 10.30 – (Gazzettino) D’accordo la vittoria con il Livorno, ma il piatto forte in sala stampa è stato il resoconto del presidente Roberto Bonetto sulla spedizione a Lens in Francia da Joseph Oughourlian. «Sono state due belle giornate, era una visita di cortesia che dovevamo fare a Joseph. È stato importante vedere le strutture che hanno, un centro sportivo che è una cosa meravigliosa costruito nel 2000 dopo che il Lens ha vinto lo scudetto. Poi hanno uno stadio splendido costruito in occasione degli Europei, una cosa davvero futuribile». A proposito di futuro, avete parlato anche di quello del Padova in vista del prossimo campionato? «Abbiamo parlato di quelle che potrebbero essere le prospettive. Adesso andremo a definire l’assetto societario, e tra una decina di giorni imposteremo il budget». Avete parlato anche di qualche giocatore del Lens in ottica biancoscudata? «No, sono giocatori di un altro livello. Tutta gente che non può venire in Italia». Il prossimo incontro con Oughourlian? «Ci sono i telefoni, ci siamo sentiti anche oggi (ndr). Di sicuro ci sarà un prosieguo del discorso fatto a Lens per costruire una sinergia che riguarda soprattutto il settore giovanile».
Ore 10.10 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova): Bindi 6 (Burigana sv); Salviato 6.5, Ravanelli 6.5, Cappelletti 6.5, Contessa 6.5; Zambataro 7 (Fabris 6.5), Serena 7, Belingheri 8 (Piovanello sv); Pulzetti 6.5 (Bellemo sv); Capello 7.5, Marcandella 6.5 (Cisco 5.5).
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Come ampiamente prevedibile, il “torello” è stato ricoperto di fischi dall’esiguo pubblico (appena 1.411 le presenze sugli spalti) ad ogni tocco di palla in avvio di gara. D’altronde, è sempre stato tormentato il rapporto fra il centravanti brindisino e i tifosi biancoscudati, mentre a Livorno Vantaggiato si è riscattato soprattutto in questa stagione, centrando anche il titolo di capocannoniere del girone A. La squadra toscana ha vissuto un campionato simile a quello del Padova, seppure molto più tribolato, con una partenza sprint, il calo in primavera e il successo finale. Il tecnico Sottil era stato pure esonerato, prima di essere richiamato e condurre la missione in porto.Di sicuro, a livello fisico, il Livorno ha dimostrato di essere molto meno in palla rispetto al Padova, e lo si è visto fin dalle prime battute. Bisoli aveva promesso un approccio combattivo e così è stato, il centrocampo ha imposto subito ritmi alti ed un paio di giocate in velocità hanno anche strappato gli applausi del pubblico. Il Livorno ha provato a chiudere i varchi e ripartire in contropiede, ma in più di un’occasione ha allargato troppo le maglie della difesa. […]
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) I biancoscudati hanno già staccato la spina? Il girone B era il più debole dei tre? Il risultato che esce dal primo turno di Supercoppa di Serie C regala una risposta inequivocabile. Il Padova stende il Livorno con un perentorio 5-1, dominando la prima gara del triangolare, divertendo lo scarso pubblico dell’Euganeo e candidandosi ad alzare il secondo trofeo stagionale. È stata una gara a senso unico, che ha messo in vetrina sia i tanti giovani scesi in campo che qualche protagonista della stagione, come Capello (altri due gol per lui) e Belingheri, autore di una prova maestosa, al di là della doppietta. Adesso il Padova si giocherà il trofeo nell’ultima gara del torneo, sabato 26 in casa del Lecce, con i salentini che debutteranno tra sei giorni a Livorno. Ex, tra fischi e gol. Nessuna sorpresa nella formazione biancoscudata, con Bisoli che lancia l’undici ipotizzato alla vigilia: Pulzetti alle spalle di Capello e Marcandella, e Zambataro riproposto nell’inedita posizione di mezzala. Dei tanti “ex”, da una parte e dall’altra, Bisoli li schiera tutti dal primo minuto (oltre al capitano, anche Salviato e Belingheri), mentre Sottil deve fare a meno degli infortunati Franco e Mazzoni, lascia Giandonato in panchina e si presenta con il solo Vantaggiato, punto di riferimento offensivo e capitano.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) […] Con la doppietta e una prestazione sontuosa, Luca Belingheri è stato il migliore in campo. «Una bella partita contro una squadra forte, contro la quale volevamo bella figura», afferma il centrocampista, che, fra l’altro, non ha esultato in occasione dei gol. «Visti i miei trascorsi a Livorno ho preferito evitare, ma sono molto contento, anche perché in campo ci siamo divertiti e penso si sia visto».Anche per Luca Ravanelli il match dell’Euganeo, al di là del risultato, è stato particolarmente significativo: «Era il mio primo gol davanti al nostro pubblico. Sono dispiaciuto per aver causato il rigore: volevamo evitare di prendere reti e sono stato un po’ “pollo” ad intervenire. Per il resto, siamo rimasti sempre sul pezzo». […]
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Nella sala stampa dell’Euganeo c’è un’atmosfera particolarmente serena. E non potrebbe essere altrimenti, visto il 5-1 rifilato al Livorno, trionfatore nel girone A e fra le squadre più blasonate dell’intera Serie C. Il tecnico del Padova Pierpaolo Bisoli è visibilmente soddisfatto per la prova di forza offerta dai suoi, capaci di puntellare il risultato senza troppi patemi d’animo. Tant’è che, al posto delle domande di rito, l’allenatore di Porretta Terme preferisce rendere il giusto tributo ai suoi collaboratori, da Danilo Chiodi ad Adriano Zancopè, passando per Simone Groppi, portandoli con sè in conferenza: «Penso sia giusto far capire a tutti l’importanza di queste persone», esordisce Bisoli, indicando lo staff. «Loro lavorano tanto e si vedono poco. Ma soprattutto sopportano la mia pesantezza e l’eterna insoddisfazione, dopo gli allenamenti e dopo le partite, proprio perché chiedo tantissimo a me stesso e alla squadra». Sulla partita Bisoli è a dir poco telegrafico: «Abbiamo stradominato, penso ci sia poco altro da dire». Sul poco pubblico accorso all’Euganeo, però, si lascia andare ad una battuta: «Penso che, vista la bella giornata, per una famiglia la gita al lago potrebbe essere stata più interessante di questo Padova-Livorno, che, a campionato vinto, poteva essere considerato una “svaccata generale”. Invece non lo è stata. Il prossimo anno, però, con un campionato così impegnativo come la B mi aspetto tantissima gente».
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Miglior modo di chiudere la stagione all’Euganeo non poteva esserci. D’accordo che il Livorno si è presentato a Padova con molte assenze e probabilmente con scarse motivazioni, ma il 5-1 con cui il Padova ha annichilito gli amaranto dimostra che il girone B non è poi così scarso come in molti osservatori hanno commentato in queste settimane. Merito a Pierpaolo Bisoli e anche al suo staff, che consegna alle ultime due partite di Supercoppa di serie C una squadra che scoppia di salute e che, dopo il nettissimo successo di ieri, si candida in modo autorevole alla conquista del secondo trofeo stagionale dopo la vittoria del campionato. L’allenatore si presenta in sala stampa nel dopogara con tutti i collaboratori tecnici per premiarne il lavoro: «Sono qui con tutti miei collaboratori che quest’anno hanno fatto un lavoro incredibile — spiega — e che mi hanno sopportato per questi lunghi mesi. Non appaiono ma sono straordinari e volevo che condividessero con me questo momento. La partita l’abbiamo dominata, devo ringraziare il mio staff che mi ha pure impedito di sostituire Cisco che non è entrato nel modo giusto in partita e che volevo sostituire… Forse non arriverò mai più in serie A, però è giusto in questo momento tributare il giusto onore per quello che hanno fatto. Una parola vorrei spenderla per Zambataro. Spero di riaverlo con me in ritiro, credo che abbia un grande futuro di fronte a sé come mezzala. Lavorandoci dall’inizio penso che possa dare qualcosa di importante alla squadra». Zambataro, dunque. Ma anche Serena, Ravanelli (che pure non gioca la sua miglior partita ma che griffa ugualmente il quinto gol), Capello e Belingheri, autori questi ultimi di una doppietta a testa. Nel travolgente successo biancoscudato che spalanca le porte a un Lecce-Padova d’autore sabato 26 maggio alle 20.30 al via del Mare, le note liete abbondano. Così come i fischi e gli insulti spietati per Daniele Vantaggiato, che segna l’effimero 1-3 su rigore concesso per una spintarella di Ravanelli su Murilo ma che il pubblico dell’Euganeo non perdona per un passato turbolento nonostante il talento. […]