La partita di Supercoppa di Serie C in programma domani alle 18 tra Padova e Livorno sarà giocata nel segno di Piermario Morosini.
[…]«Uno scherzo del destino, al quale ci adeguiamo molto volentieri», spiega Luca Belingheri, nel cui cuore hanno un posto speciale (oltre ovviamente al Padova) anche Livorno e Morosini. Il centrocampista biancoscudato ha giocato quattro stagioni in amaranto, è stato uno dei protagonisti indiscussi dell’ultima promozione in Serie A nel 2013 (con tanto di 14 gol segnati in campionato), ma era anche in campo quel tragico sabato all’Adriatico, dove andò pure a segno prima della morte di Piermario. «È stato il momento più doloroso della mia carriera, un’annata che purtroppo ricorderò per sempre. Un minuto prima sei in campo con un compagno, un minuto dopo questo compagno non c’è più. Una tragedia che mi ha segnato per sempre». E così questo week end Belingheri ritroverà una maglia che ha avuto una grande importanza nella sua carriera: «Ho vissuto quattro anni intensi, tra gioie e dolori. Mi fa piacere ritrovare il Livorno e i pochi compagni che sono rimasti dalla mia esperienza, come Luci e Mazzoni. Mi sono sentito con entrambi nel corso di questa stagione e sono felice della loro vittoria. Hanno condotto un campionato particolare, sono partiti a tutta e sembrava dovessero vincere agevolmente con parecchi punti di vantaggio, poi forse non sono riusciti a mantenere la concentrazione alta, hanno avuto una flessione ma si sono ripresi vincendo meritatamente». Un percorso simile a quello avuto dal Padova, sebbene con molti più patemi. Ma non ci sono solo i trionfi in biancoscudato e amaranto nel palmarès di Belingheri. Il bresciano ha vinto anche con le maglie di Cesena e Cremonese, arrivando a quota 4 promozioni in carriera.Quest’ultima che sapore ha? «Speciale. Non dico fosse inaspettata, ma sicuramente mi ha sorpreso il modo in cui siamo riusciti ad imporci. Sapevo di essere arrivato in una piazza con grandi ambizioni, la squadra era forte, ma si è creata da subito la giusta alchimia, che ci ha permesso di far sembrare facile un trionfo difficilissimo. E mi dispiace quando leggo che avremmo vinto soprattutto per demeriti altrui. Siamo noi che abbiamo imposto un ritmo al quale le nostre avversarie non sono riuscite ad adeguarsi».
[…](Fonte: Mattino di Padova, Stefano Volpe. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)