«Sapevo che mi avrebbero fischiato, ma non sono un vigliacco e su quel palco ci sono salito lo stesso. E ho detto una cosa chiara: non cambio idea, spendere 10 milioni di euro per il Plebiscito sarebbe stato una follia. Prima di essere tifoso, sono sindaco e penso al bene dei cittadini». Non è stato un rientro semplice quello di Sergio Giordani, tornato in città dopo un periodo all’estero per un trattamento dermatologico. Alla festa per la promozione del Calcio Padova in piazza dei Frutti bordate di fischi, una contestazione pesante da parte di molti tifosi, condita da qualche epiteto di cattivo gusto. Al centro di tutto la questione stadio, ben rappresentata da uno striscione esposto dagli ultras: «Padova non merita l’Euganeo». Sindaco, che effetto le hanno fatto quei fischi? «È ovvio che a nessuno piace essere fischiato. Ma sono rientrato in città un giorno prima proprio per partecipare alla festa. Sono un tifoso e volevo godermi partita ed evento». Un tifoso, ma anche l’ex presidente del Calcio Padova. «I ragazzi che fischiavano erano molto giovani e forse non sanno che il sottoscritto ha contribuito a portare il Padova in serie A, l’ha gestito per nove anni in B e per due volte abbiamo sfiorato la promozione per pochi punti. La società della mia famiglia, assieme ai Puggina e ai Toffano, ha preso la società in serie C, portandola ai massimi livelli. E non abbiamo venduto il Padova a un “peregrino”. Abbiamo dovuto farlo perché una società di calcio ha dei costi pesanti». Costerà anche a Bonetto.«Sono stati bravissimi perché la serie C è un inferno in termini economici. Per questo li ho invitati a Palazzo Moroni (stamane alle 13, ndr) per dargli un riconoscimento pubblico. La società merita tutto il sostegno dell’amministrazione».
[…]Non cambia idea sul Plebiscito? «È un progetto bocciato dai padovani con il voto. Sono un tifoso, ma prima di tutto sono il sindaco: in città ci sono altre priorità. Non avrei mai speso 10 milioni dei cittadini per lo stadio. Sono disposto a spenderne 1,3 se arrivano i 2 milioni da Roma». Per rifare l’Euganeo? «È uno stadio diciamo “poco intimo”. Ma il progetto di Diego Bonavina mi piace molto: avvicinare il campo alla curva sud e realizzare anche la copertura. Ma servono i soldi del bando del Coni, altrimenti non riusciamo a fare nulla». Quando lo sapremo? «C’è una impasse politica dovuta alla mancanza del governo. Speriamo che entro l’estate si possa avere una risposta». La società però vorrebbe fare un suo stadio. Che ne pensa? «Che sarebbe bellissimo: faremmo i ponti d’oro. D’altronde il futuro del calcio è negli stadi privati. Ne ho parlato con Bonetto, conosce le nostre condizioni: non vogliamo autorizzare nuovi centri commerciali in città. Però si può fare qualcosa a tema: centri sportivi, impianti e un negozio di settore. Che non sarà “Non solo sport”: lo dico per evitare che qualcuno inizi a parlare di conflitti d’interesse».
[…]Cosa risponde a Bitonci che l’attacca proprio sullo stadio? «Che spero di vedere il Cittadella in serie A, sarebbe fantastico. E l’Euganeo è pronto ad accogliere i granata per le sfide con le grandi squadre».
(Fonte: Mattino di Padova. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)