Reggiana-Padova, l’analisi de “Il Gazzettino”

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Non solo una passerella. Una partita che non contava nulla per il Padova, se non per dare un senso ai tanti chilometri percorsi dagli ottocento tifosi biancoscudati presenti, ma a Reggio Emilia la truppa di Bisoli, sul campo della più agguerrita concorrente per la promozione, peraltro animata da stimoli differenti per il secondo posto da raggiungere, dimostra una volta in più di meritare il risultato ottenuto. Allo stadio Città del Tricolore porta a casa un pareggio che, per quanto si è visto nella ripresa, sa un po’ di beffa, ma che va comunque accolto con il sorriso. Di grande fattura la rete del pareggio di Candido, buttato nella mischia a metà del primo tempo per un problema fisico accusato da Guidone, ma prima e dopo non sono mancate le occasioni per fare male, con un Padova che ha cambiato decisamente faccia dopo l’intervallo. Indisponibili Contessa, Pulzetti e Marcandella, dopo la sbornia promozione Bisoli concede spazio a Merelli tra i pali e rivoluziona la mediana, puntando sulla freschezza di Fabris e Bellemo, affiancati da Mandorlini; davanti Capello e Sarno liberi di agire alle spalle di Guidone. Formazione inedita anche tra gli emiliani, con la difesa ridotta ai minimi termini per i tanti infortuni. In campo gli ex Facchin, Bovo e Bobb, fuori a sorpresa Altinier. Gran parte del primo tempo vede entrambe le squadre cercare a fatica gli equilibri e i meccanismi, giocando a ritmi piuttosto blandi e con le difese a prevalere sui reparti offensivi.

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Un colpo di testa di Altinier a tempo scaduto l’ultima emozione prima del meritato saluto alla squadra del popolo biancoscudato. E adesso la festa finale all’Euganeo domenica con il Gubbio.

(Fonte: Gazzettino, Andrea Miola. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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