Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Fronte-stadio sempre più caldo con la sorprendente irruzione del Venezia nella rincorsa alla Serie A. La concreta prospettiva che il team arancioneroverde lotti non solo per i playoff-promozione, ma anche per il salto diretto dalla B al massimo campionato, mette fretta al club lagunare essendo anche il destino del Penzo legato ai concreti progressi verso il nuovo impianto. Martedì scorso a Ca’ Farsetti il presidente Joe Tacopina aveva tranquillizzato il primo cittadino al quale, entro un mese o poco più, illustrerà il progetto definitivo del nuovo stadio e delle varie opere complementari. Un passaggio fondamentale perché solo così il Venezia, con il progetto presentato ufficialmente in Comune, potrà chiedere se necessario di giocare al Penzo l’eventuale prima stagione in Serie A (rinviando alla seconda l’esilio a Udine). Una richiesta di deroga tuttora allo studio nei dettagli, sulla scia di quella sfruttata dal Frosinone: il club laziale aveva potuto disputare la A 2016/17 al Matusa (10 mila posti) proprio perché aveva già presentato il progetto di costruzione del Benito Stirpe (guarda caso visitato dai dirigenti lagunari un mese fa) poi completato e oggi in funzione. L’eventuale deroga del Penzo, tuttavia, potrebbe comunque discostarsi da quella sfruttata dal Frosinone e non è nemmeno detto che la capienza degli spalti di Sant’Elena dovrà essere innalzata dagli attuali 7426 posti a 10 mila. Con il campionato di Serie B che terminerà il 10 giugno, e con la scadenza per l’iscrizione alla stagione 2018/19 fissata come sempre al 30 giugno, è chiaro come detto che entro un mesetto il progetto-Tacopina dovrà essere sulla scrivania del sindaco Brugnaro, così da chiedere nel caso la deroga alla Commissione Criteri Infrastrutturali della Figc. […]
Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Venezia in viaggio verso Vercelli, per non imitare il Parma e continuare a rincorrere il sogno impronunciabile. Ieri, alla vigilia dell’odierna partenza mattutina per il Piemonte, Pippo Inzaghi si è guardato bene dal lasciarsi andare a voli pindarici parlando di Serie A. Una prudenza certamente comprensibile, malgrado una classifica (il secondo posto, sinonimo di promozione diretta, dista tre soli punti) diventata ancor più esaltante dopo lo strepitoso 3-0 rifilato venerdì al Palermo, cui hanno fatto seguito le tanto inattese quanto provvidenziali sconfitte delle dirette concorrenti della zona-playoff. «Succeda quel che succeda in questo finale di campionato, di certo noi non ci accontentiamo, l’abbiamo sempre dimostrato e vogliamo continuare così indica la strada mister Inzaghi . Avevamo sette gare per realizzare il nostro sogno e siamo stati bravi a vincere le prime tre, ora ne restano quattro e io resto concentrato sul nostro obiettivo che è quello di lasciarci alle spalle il Foggia, attualmente nono a -9 ma sabato prossimo in arrivo al Penzo». A denti stretti il tecnico piacentino ammette che sì, gli scivoloni delle avversarie dirette non hanno certo infastidito il Venezia «Posso anche essere contento, ma certe sconfitte ci devono far drizzare le antenne. Questa è una Serie B difficilissima, non c’è giornata senza risultati che lo confermino: la Pro Vercelli ha battuto il Parma vicecapolista, il Cesena ha fatto altrettanto con il Frosinone. Ciò significa che le nostre vittorie sono davvero un qualcosa di importante e assolutamente di non scontato». […]
Ore 19.00 – (La Nuova Venezia) Giornali e siti specializzati ora si accorgono di Leo Stulac. Giocatore rivelazione, uno dei migliori centrocampisti della Serie B nel girone di ritorno. Ma solo perchè nel girone d’andata stava in panchina. Uno che ha lavorato in silenzio, centrando sempre tutte le occasioni che Inzaghi gli ha dato, fino a conquistarsi il posto fisso. In pratica la grande occasione è arrivata con la squalifica (tre giornate) di Bentivoglio, espulso nel finale a Salerno. Si parla di Stulac sul fronte mercato con il nome di Genoa e Sassuolo, guarda caso le stesse squadre che vengono indicate come possibili destinazioni italiane di Inzaghi per la prossima stagione. Intanto Leo Stulac conquista partita dopo partita anche le simpatie del pubblico. L’altra sera ha stravinto il duello con Aliaz Struna, grande amico ed ex compagno di squadra con la maglia gialloblu del Koper. Leo Stulac capodistriano, Struna di Pirano, quindici chilometri più avanti. «Cosa mi ha detto Aljaz? Niente, mi ha fatto i complimenti» racconta Stulac «ci siamo anche scambiati la maglia, è un amico». […]
Ore 18.30 – (La Nuova Venezia) Classifica sempre più corta, al vertice, con le squadre che inseguono (Bari, Venezia, Cittadella) che corrono più forte di chi le precede (Parma, Palermo, Frosinone). Se i tifosi sognano, Pippo Inzaghi non si scompone, guarda dove è scivolato il Foggia, in attesa dello scontro diretto del Penzo di sabato pomeriggio, e punta a dare un’altra spallata ai pugliesi nel turno infrasettimanale.«Io sono concentrato sulla Pro Vercelli e sul Foggia» avverte il tecnico arancioneroverde, «il resto mi interessa poco o niente. I risultati di sabato devono solo farci alzare le antenne: le vittorie della Pro Vercelli e del Cesena contro Parma e Frosinone confermano una volta di più quanto sia complicato questo campionato e come nessuna partita sia scontata. Affrontiamo una squadra che si è rivitalizzata con il successo sul Parma, che ha quindi ritrovato grande entusiasmo e grandi motivazioni. I risultati di sabato avvalorano, se ce ne fosse stato bisogno, i nostri ottenuti contro formazioni di medio-bassa classifica. Anche noi abbiamo le nostre motivazioni, e non sono inferiori a quelle della Pro Vercelli».Dopo la vittoria sul Palermo e gli scivoloni di Parma e Frosinone, i tifosi cominciano a sognare. «Bisogna essere realisti. È vero che la classifica si è accorciata, ma davanti abbiamo ancora tre squadre con due delle quali, Parma e Frosinone, siamo in svantaggio negli scontri diretti. Credo che ci faremmo del male a guardare troppo in avanti. Avevo detto che ci restavano sette finali da giocare, le prime tre le abbiamo vinte, cerchiamo intanto di fare bene anche la quarta. Un passo alla volta, adesso il nostro obiettivo sono i playoff, magari cercando di entrare nella griglia nella miglior posizione possibile». […]
Ore 18.00 – (Gazzettino) […] Non sarà indenne da una certa emozione nemmeno Roberto Venturato, che incontrerà il suo predecessore sulla panchina del Cittadella. «È un amico – sottolinea Foscarini – Magari non ci siamo frequentati tanto, ma mi ricordo bene quando veniva al Tombolato a vedere i nostri allenamenti. Sorrido al pensiero, in quei momenti non avrei mai pensato potesse essere il mio sostituito. Lo rivedrò con molto piacere, anche perché come persona, per il suo modo di lavorare, noto una certa continuità con i miei trascorsi. Venturato ha portato le sue idee, e il Cittadella è cresciuto sotto la sua guida: merito suo e della società che porta avanti un progetto ben preciso». Foscarini, quindi, non è sorpreso da quanto sta facendo la squadra. «Quando me lo chiedono rispondo di no, perché quando le società operano e lavorano bene, non ti devi meravigliare dei successi sportivi. È giusto che il Cittadella stia lottando per qualcosa di importante». Dopo la lunga avventura in granata, Foscarini è stato chiamato alla guida della Pro Vercelli, che ha condotto alla salvezza in B, quindi al Livorno, eliminato ai quarti di finale dei play off di Lega Pro e non confermato da Spinelli. Dal 3 aprile è sulla panchina dell’Avellino, in lotta per la salvezza. E domani il tecnico farà di tutto per tirare uno scherzo mancino al suo Cittadella, anche se l’impresa non sarà affatto semplice. «I dati parlano chiaro: è la squadra più brava di tutte in trasferta. Sa coniugare una grande organizzazione di gioco al modo di interpretare il calcio in maniera sbarazzina. Conosco come gioca ma non è facile fermare il Cittadella, con il suo centrocampo mobile e gli attaccanti molto veloci, e so che ambisce a stupire sino alla fine. Quando c’è grande convinzione può succedere di tutto. Nelle ultime gare ha poi ritrovato brillantezza e forma fisica». […]
Ore 17.30 – (Mattino di Padova) «Il gol è mio! Sul cross di Benedetti il difensore del Foggia (Camporese, ndr) l’ha toccata dopo, ma la deviazione decisiva era mia». Christian Kouamé ci tiene a mettere i puntini sulle “i”. Che, da attaccante di razza, voglia sciogliere qualsiasi dubbio sulla paternità della rete è più che comprensibile. Intanto perché non andava a bersaglio dalla gara con il Pescara dello scorso 3 marzo, quasi due mesi fa, troppi per lui. E poi perché non parliamo di una rete qualsiasi, ma della numero 10 della sua stagione.«Finalmente sono in doppia cifra e ora non voglio fermarmi, perché segnare è il mio dovere e ci sono ancora diversi incontri davanti per continuare a farlo. Poi se invece che i gol arrivano gli assist, va bene lo stesso: io devo pensare soprattutto alla squadra. Cosa mi ha detto mister Venturato prima della partita? “Christian, devi lottare su tutti i palloni”. E io ho pensato: se me lo chiede il mister significa che devo farlo sul serio. E così è stato, ho lottato sempre». […]
Ore 17.00 – (Mattino di Padova) Claudio Foscarini avversario del Cittadella. Si fa persino fatica a pronunciarla, una frase del genere. Eppure è quello che accadrà fra poche ore, con la sfida all’ora di pranzo di domani fra l’Avellino – che il tecnico di Riese allena dallo scorso 3 aprile, quando ha rimpiazzato Walter Novellino – e la squadra granata. «Già, sembra strano anche a me. È la prima volta che lo affronto. Immagino sarò emozionato».Non sono rimasti tantissimi suoi ex giocatori. «Scaglia, Lora, Schenetti e Iori. Ma, più ancora che ai giocatori, penso alle persone che lavorano dietro le quinte e che sono la colonna portante della società: dirigenti, massaggiatori, magazzinieri… quelli che ho incontrato ogni giorno al campo per 10 anni. Sarà un piacere enorme riabbracciarli. Ancora adesso, il primo risultato che vado a controllare è quello del Citta». Il dg Marchetti lo sente ancora, giusto? «Certo. L’ultima volta ci siamo telefonati una ventina di giorni fa. Se anche si è interrotto il rapporto professionale, quello umano resta. E quando è iniziata questa mia nuova avventura, ad Avellino, è stato fra i primi a farmi l’in bocca al lupo». Ecco, veniamo alla gara di domani, allora. Voi siete reduci dal pareggio di Carpi e con 41 punti sareste salvi, anche se il Novara, oggi ai playout, ne ha raccolti quanti voi. Il Citta è lanciatissimo dopo i convincenti successi su Salernitana e Foggia e insegue i suoi sogni di gloria. Firmerebbe per il pari? «Siccome certe firme non si possono fare, preferisco non pensarci proprio. Il Citta ha ambizioni, ma noi abbiamo bisogno di punti. L’unico pronostico che posso fare è che… sarà una battaglia». Ma lei se l’aspettava un Citta così in alto? «Sorprende solo fino a un certo punto. Dopo la scorsa stagione ha chiaramente acquisito maggiore consapevolezza nei suoi mezzi e ha alzato ancora l’asticella. Nelle partite che ho visto ho notato una squadra brillante e, tolta la gara di Terni, quasi sempre tonica, anche quando non ha vinto. Ecco perché secondo me potrà essere la mina vagante ai playoff». […]
Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Basterà incassare un solo punto al Bottecchia con il Renate per agguantare matematicamente l’accesso ai playoff. Mauro Lovisa però non aspetta le 19.45 di domenica (le gare inizieranno alle 17.30) per esultare. «Ci siamo è sicuro e soddisfatto ora puntiamo al settimo posto che ci darebbe il vantaggio di disputare il primo turno in casa, contro l’ottava». Per coronare il sogno però non basterà il successo pieno dei suoi ramarri ai danni di un Renate in serie utile da sette giornate. Contemporaneamente non dovranno vincere nemmeno il Mestre a Bolzano con il Sudtirol e l’Albinoleffe in casa con il Vicenza. Serie difficilissima, ma non impossibile. «Noi ci crediamo riprende re Mauro – deve crederci anche tutto il popolo neroverde. Il Bottecchia dovrà essere una bolgia. Per favorire un massiccio afflusso di pubblico la società ha avviato due iniziative: l’ingresso a soli 5 euro per il settore Popolari e a un solo euro per chi, accompagnato da un abbonato garante, sarà presente per la prima volta allo stadio. «È il nostro momento Lovisa spiega il suo entusiasmo e ottimismo – La squadra sta bene. L’ha dimostrato nella schiacciante vittoria (4-0) sulla Sambenedettese. Inoltre pochi sanno preparare le partite in casa come Fabio (Rossitto, ndr). Se non bastasse, i ragazzi avranno avuto modo di prepararsi al big match per due settimane. La molla è carica e tesa, pronta a scattare». Lovisa guarda ancora più lontano. «Siamo arrivati alla parte finale di stagione in crescendo premette – voglio proprio vedere quante altre compagini possono vantare la nostra condizione a questo punto. Credo che questo organico, sollecitato e ricostruito nel morale e nell’autostima da Fabio, ci possa ancora dare grandi soddisfazioni». […]
Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Pur se scavalcati dal Renate (settimo a 47 punti) e Albinoleffe (che ha agganciato il Mestre a quota 46 sull’ottavo grandino) i ramarri (decimi a 45) restano in zona playoff nonostante il turno di riposo forzato della penultima giornata della stagione regolare. Anzi, la loro posizione sembra addirittura rafforzata avendo conservato 3 punti di vantaggio su Triestina e Ravenna, le prime escluse dalla post season, che condividono a quota 42 l’undicesimo posto. Domenica basterà ottenere un punto al Bottecchia con lo stesso Renate per avere la matematica certezza di accedere ai playoff senza attendere i risultati appunto di Triestina e Ravenna. Ma c’è di più: l’inattesa sconfitta del Mestre, strapazzato (0-4) in casa dal Santarcangelo, apre addirittura possibilità inattese di guadagnare qualche posizione al termine dell’ultima giornata. A 90′ dal termine, ricordiamo che ai play off accederanno le formazioni che si classificheranno dal secondo al decimo posto. Chi occuperà le posizioni dal secondo al quarto posto avrà l’indiscutibile vantaggio di saltare uno o più turni. La seconda (posizione occupata dal Pordenone un anno fa) scenderà in campo al secondo turno della fase nazionale (equivalente in pratica ai quarti), la terza al primo turno nazionale (ottavi) e la quarta salterà il primo turno degli spareggi relativi al girone. Vantaggi che si contenderanno le tre formazioni (Reggiana, Sambenedettese e Sudtirol) attualmente seconde a quota 52 (salvo un inserimento last minute del Feralpisalò, quinto a 49). Vantaggi fuori portata quindi dai ramarri e dal Renat,e comunque vadano a finire le gare dell’ultimo turno. […]
Ore 15.30 – (Messaggero Veneto) Pur avendo riposato, da ieri il Pordenone ha più di un piede nei playoff. È l’effetto dei risultati maturati nel corso della 37ª e penultima giornata del girone B di serie C. Al momento i ramarri sono decimi, occupano l’ultimo posto utile per approdare agli spareggi: domenica prossima, al cospetto del Renate in casa, basterà un punto per poter essere certi di proseguire la stagione. Tuttavia i neroverdi vogliono battere i lombardi, perché affrontare la post-season da ultima forza nel girone porta a dover vincere subito in trasferta la prima partita, da disputare in casa della quinta classificata FeralpiSalò, se il campionato fosse già finito.Sconfitte fondamentali. La notizia più importante, in relazione ai match della penultima giornata, riguarda le sconfitte della Triestina e del Ravenna. Perdendo rispettivamente con FeralpiSalò (4-1) e con l’Alto Adige (2-1), entrambe sono rimaste fuori dai playoff, a tre lunghezze dal Pordenone: domenica prossima, col Renate, un ko dei ramarri potrebbe risultare ininfluente qualora sia i giuliani (con la Samb al Rocco) sia i romagnoli (col Santarcangelo) non andassero oltre il pareggio. In caso di vittoria di entrambe, coi neroverdi sconfitti, si configurerebbe un arrivo a tre a quota 45: a continuare la stagione sarebbe la Triestina, in virtù della classifica avulsa. Se il Pordenone chiude alla pari con i corregionali, èfuori dai playoff, se invece termina con gli stessi punti del Ravenna continua l’avventura grazie a una miglior differenza reti: al momento le cifre dicono +2 per Stefani e soci e -6 per i rivali. […]
Ore 15.00 – (Il Piccolo) Andrea Bracaletti conosce bene l’erba del Turina di Salò. L’aria del Garda, spesso avversa alla Feralpi in questa stagione, ha rivitalizzato la squadra di Toscano proprio all’ultimo atto, devisivo, per la conquista dei play-off. E all’ex di turno, Bracaletti, non resta che analizzare l’affondanento alabardato.«Una sconfitta meritata – esordisce l’esterno alabardato – Siamo andati subito sotto e dopo non siamo riusciti a reagire nel primo tempo. Poi nel secondo sembrava potessimo riaprire la partita e lo abbiamo fatto per pochissimi minuti, ma il gol immediato del 3-1 ci ha ammazzato moralmente. Abbiamo sbagliato in modo ingenuo, non da squadra esperta quale siamo. Purtroppo a mio avviso stiamo chiudendo la stagione in un modo che non rispecchia l’andamento dell’anno. Ora purtroppo siamo in una brutta situazione e ci dobbiamo prendere la responsabilità tutti a cominciare da questa settimana e per preparare l’ultima partita». […] La contestazione dei tifosi alla squadra? «In campo ci siamo noi e le responsabilità sono nostre. I tifosi si fanno i chilometri ed hanno diritto di essere arrabbiati però purtroppo questo è il calcio, in tutte le categorie e in tutti i campionati del mondo. Nessuno di noi voleva arrivare a questa situazione, e se ci pensiamo, basta andare a tre partite fa quando avevamo vinto in casa con il Padova e sembravamo lanciati nei playoff. Poi ci sono state le partite con Gubbio, Fano e questa, che ci ha distrutto quanto costruito in sette mesi. Dobbiamo sempre pensare a noi stessi, prima che all’avversario, perché abbiamo visto che siamo noi a creare e disfare». […]
Ore 14.30 – (Il Piccolo) […] «Partiamo – spiega mister Princivalli – e prendiamo due gol con due giocatori liberi dentro l’area. Cerchiamo di aggiustare la situazione passando ad una difesa a tre e cercando di essere piu’ aggressivi visto che alcune situazioni non mi erano piaciute. Volevo vedere una reazione dei ragazzi nel secondo tempo e secondo me il piglio fino a un certo punto c’è stato. Facciamo il 2-1 ma non concepisco il terzo gol. È lo specchio di quello che è successo in questa stagione. Ogni errore è un gol e prima del terzo loro ci poteva stare di rimettere in piedi questa partita, quantomeno pareggiarla. I presupposti c’erano anche dal punto di vista caratteriale. E invece sul gol due avversari liberi battono l’angolo, la palla arriva e c’e’un altro giocatore solo, o meglio più di uno. Poi è ovvio che crolla il castello, ed è arrivata infine l’espulsione». L’atteggiamento di inizio ripresa non poteva essere proposto all’inizio? «Siamo da otto mesi a parlare di se e di ma, sull’atteggiamento e non solo. Le abbiamo provate tutte, abbiamo provato a stimolare tutti, chi c’era prima e chi c’era dopo, ma probabilmente non ne siamo stati capaci». È raro nel calcio d’oggi assistere ad una contestazione mirata e precisa, dove la società è totalmente assolta e di mira viene presa la squadra. Si puo’guardare a delle basi per il futuro? Ci sono cose buone? «C’è la società. Di sicuro. I giocatori sarà la società a valutarli assieme a chi li guiderà, che sia io o un altro adesso non è questo il problema. Quando il nostro campionato finirà ‘ufficialmente, chi di dovere prenderà le decisioni in merito su tutti questi ragazzi. C’è qualcosa di buono, ma c’è anche tanto di negativo, bisognerà prendere atto di questo. Però preciso una cosa. Le abbiamo provate tutte, proviamone una di più. Domani (oggi ndr) non c’è il giorno libero, perché se lavorare 5-6 giorni non basta, lavoreremo 7». […]
Ore 14.00 – (Il Piccolo) Lambrughi lascia il campo al 34′ espulso, la Triestina ha appena subito il 3-1, su un calcio d’angolo in cui gli alabardati hanno ignorato gli avversari. Il tutto in una partita (poi finita 4-1) che l’Unione avrebbe dovuto vincere per giocare i play-off. È la fotografia perfetta della parte finale della stagione alabardata. Anche a Salò va in campo la solita Unione degli ultimi tempi, soprattutto nella prima frazione. Squadra fiacca, mai prima sulle seconde palle, incapace di creare occasioni da rete e anche distratta in difesa. I Leoni del Garda non sono feroci ma almeno più concreti. Colpiscono a fondo nelle uniche chance costruite e concesse dagli avversari. Loro vanno a giocarsi le loro carte per la promozione. Gli alabardati si beccano gli insulti del loro pubblico («Milanese non pagarli»), è lo slogan anche nel mini assedio fuori dagli spogliatoi e i play-off sono appesi a un filo che dipende da cosa faranno Mestre (che dovrebbe essere penalizzato in settimana) e Pordenone. Ma il primo problema è che questa Unione, scioltasi in primavera, dovrebbe prima di tutto battere la Samb al Rocco. Per quanto si è visto ieri, ma non solo, è poco probabile.L’atmosfera del Garda è propizia alle vacanze. Ma così non dovrebbe essere al Turina. La FeralpiSalò gioca l’ultimo match davanti al suo pubblico (domenica riposerà). L’Unione ha l’ultima occasione per stare dentro i play-off. Di fatto è un match da giocare senza se e senza ma. Eppure l’Unione fa vacanza almeno nel primo tempo, e in vacanza ci andrà quasi certamente prima della coda del campionato. E ci andrà per motivi tecnici e di atteggiamento. […]
Ore 13.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) […] In sala stampa, Mister Zironelli non nasconde tutta la sua amarezza per la prestazione incolore. «Non ci era mai capitato di prendere un’imbarcata ha esordito il tecnico arancionero – prima d’ora avevamo sbagliato solamente la partita di Coppa Italia con la Triestina. Mi dispiace, mi assumo le mie responsabilità per questa brutta prestazione. Purtroppo, se non siamo al 120 percento non vinciamo, è la nostra natura. Non siamo stati al top, ma ai miei giocatori non posso rimproverare nulla, non posso chiedere l’impossibile. Forse per provare a giocare un certo tipo di calcio, ho preteso troppo da qualcuno. Ripeto, mi assumo le mie responsabilità. Devo solo ringraziare i miei giocatori per quanto mi hanno dato. Abbiamo perso una partita, ma ad oggi siamo arrivati comunque matematicamente ai playoff». Zironelli si lascia andare a qualche rimostranza parlando dell’atteggiamento dell’ambiente esterno. «Dico solo al di là del risultato negativo, bisognerebbe festeggiare. Io ho festeggiato quando abbiamo conseguito la matematica salvezza e sono felice oggi che siamo arrivati ai playoff, ma al di fuori dello spogliatoio non ho visto mai festeggiare questi traguardi raggiunti e questo mi dispiace tantissimo. Sembra quasi che per la gente sia tutto normale, ma vi dico che non è così. Questi ragazzi andrebbero premiati per quello che hanno fatto e che stanno facendo».
Ore 13.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Mestre ai playoff. La sconfitta della Triestina a Salò ha regalato la matematica certezza della qualificazione agli arancioneri. Meglio incominciare da qui, dai motivi in casa mestrina per festeggiare una stagione comunque straordinaria, dalle note positive di un pomeriggio che altrimenti si è rivelato nefasto dal punto di vista della prestazione offerta davanti al proprio pubblico. Perchè quello che, travolto da un sonoro poker, si è inchinato ad un Santarcangelo sceso al Mecchia alla disperata ricerca dei punti per continuare a sperare nella salvezza, è stato sicuramente il più brutto Mestre visto nell’intera stagione. Gli arancioneri, che pur davanti a questa tipologia di squadre ben coperte e votate alle ripartenze avevano sempre sofferto pagando anche dazio, almeno le altre volte erano rimasti in partita sino alla fine. Contro i romagnoli, invece, non sono praticamente scesi in campo. Mentalmente ne sono usciti subito, offrendo sin dalle prime battute il fianco agli implacabili contropiedi avversari innescati con lanci lunghi a scavalcare il centrocampo, trovando terreno fertile nel cuore di una retroguardia distratta e mal supportata da un centrocampo che ha perso un gran numero di palloni in fase d’uscita. In questo contesto, il vantaggio in apertura di un Santarcangelo che non ha sbagliato approccio, gettando sul rettangolo di gioco tutta la voglia di vincere, diventa quasi un’inevitabile conseguenza. […]
Ore 12.40 – (La Nuova Venezia) L’unico giocatore che ha voglia di parlare è Alessandro Fabbri, l’ex di turno, contattato fuori dalla sala stampa perché nessun giocatore si è presentato ai microfoni. «Non so spiegare cosa ci è successo. Nulla è andato come doveva» spiega Fabbri, «li abbiamo fatti giocare come volevano senza nemmeno opporre grande resistenza e non cerchiamo giustificazioni sulla giornata calda o altro. Faceva caldo per noi come per loro. L’unica differenza è che a loro ha girato tutto per il verso giusto, ogni schema si completava con un’azione pericolosa mentre noi non siamo riusciti a costruire reali pericoli se non con la traversa di Sottovia. Non c’era mai capitato. Proprio non andava, “non girava” come si dice in questi casi e in due anni non abbiamo mai fatto una partita così. […] Contro il Santarcangelo una serie di fattori ci hanno fatto fare una figura per la quale possiamo solo vergognarci: eravamo troppo brutti per essere veri».
Ore 12.20 – (La Nuova Venezia) […] «Ci tenevamo – spiega mister Zironelli – a chiudere bene l’ultima in casa e siamo dispiaciuti per l’atteggiamento avuto in campo. È la dimostrazione che se non andiamo al 200% contro chiunque, non ce la facciamo a giocare come vogliamo noi e mi spiace anche non aver visto i tifosi festeggiare la salvezza a febbraio né la matematica certezza dei playoff conquistata nonostante la sconfitta». […] Per finire un’analisi della partita. «Non avevamo mai preso un’imbarcata del genere in tutta la stagione e l’abbiamo presa alla penultima. Può capitare ma non ne faccio un dramma. La tribuna ha comunque applaudito a fine gara i giocatori a cui ho chiesto di andare sotto la curva a testa alta perché questi ragazzi posso solo ringraziarli. Forse ho chiesto troppo ma non posso dire nulla a loro. A inizio campionato ci davano già per retrocessi e invece eccoci qui. Mi assumo tutta la colpa per la partita, ho sbagliato io non loro. Non so se pagheremo la leggerezza del deferimento ma i ragazzi hanno solo perso una partita, Noi siamo sereni e cercheremo di fare punti domenica prossima. Se ai playoff avremo il turno in sfida unica (al 90% contro il Renate) la giocheremo fuori. Peccato. In ogni caso ci metteremo il massimo impegno».
Ore 12.00 – (La Nuova Venezia) Un Mestre irriconoscibile quello che entra in campo al “Mecchia”e lascia giocare un Santarcangelo che, senza fare poi alcunché di grandioso, rifila la prima goleada agli arancioneri che mai, pur perdendo, avevano subito così tante reti. […] Nonostante la batosta, ad oggi, complice la sconfitta della Triestina, il Mestre è comunque nei playoff anche se dovrà giocare fuori casa la partita (probabilmente contro il Renate) ma aleggia sempre lo spettro del punto di penalizzazione per la diffida per il ritardato pagamento delle quote. A questo punto diventa indispensabile fare risultato domenica prossima a Bolzano contro il Sudtirol; basterebbe anche solo un punto mentre il Santarcangelo deve per forza fare risultato con il Ravenna per mandare Gubbio, Fano o Teramo allo scontro diretto con il Vicenza per non retrocedere. Insomma, ancora tutti i giochi da decidere con una spada di Damocle che, però, pende sia sulla testa degli arancioneri che su quella di romagnoli. Si deciderà tutto nei prossimi 90’, purchè il Mestre non sia quello visto stavolta.
Ore 11.30 – Le pagelle del Padova (Gazzettino): Merelli 6; Salviato 6, Ravanelli 6, Cappelletti 6.5, Zambataro 6; Mandorlini 6 (Cisco 7), Bellemo 6 (Serena sv); Fabris 6 (Mazzocco 7), Capello 6 (Lanini sv), Sarno 6.5; Guidone sv (Candido 7).
Ore 11.20 – (Gazzettino) Indisponibili Contessa, Pulzetti e Marcandella, dopo la sbornia promozione Bisoli concede spazio a Merelli tra i pali e rivoluziona la mediana, puntando sulla freschezza di Fabris e Bellemo, affiancati da Mandorlini; davanti Capello e Sarno liberi di agire alle spalle di Guidone. Formazione inedita anche tra gli emiliani, con la difesa ridotta ai minimi termini per i tanti infortuni. In campo gli ex Facchin, Bovo e Bobb, fuori a sorpresa Altinier. Gran parte del primo tempo vede entrambe le squadre cercare a fatica gli equilibri e i meccanismi, giocando a ritmi piuttosto blandi e con le difese a prevalere sui reparti offensivi. […] Un colpo di testa di Altinier a tempo scaduto l’ultima emozione prima del meritato saluto alla squadra del popolo biancoscudato. E adesso la festa finale all’Euganeo domenica con il Gubbio.
Ore 11.10 – (Gazzettino) Non solo una passerella. Una partita che non contava nulla per il Padova, se non per dare un senso ai tanti chilometri percorsi dagli ottocento tifosi biancoscudati presenti, ma a Reggio Emilia la truppa di Bisoli, sul campo della più agguerrita concorrente per la promozione, peraltro animata da stimoli differenti per il secondo posto da raggiungere, dimostra una volta in più di meritare il risultato ottenuto. Allo stadio Città del Tricolore porta a casa un pareggio che, per quanto si è visto nella ripresa, sa un po’ di beffa, ma che va comunque accolto con il sorriso. Di grande fattura la rete del pareggio di Candido, buttato nella mischia a metà del primo tempo per un problema fisico accusato da Guidone, ma prima e dopo non sono mancate le occasioni per fare male, con un Padova che ha cambiato decisamente faccia dopo l’intervallo.
Ore 11.00 – (Gazzettino) Anche il senatore De Poli mi ha mandato un messaggio chiedendo se può dare una mano e io spero lo possano fare tutti, fermo restando che la prossima stagione non ci sono grossi margini d’intervento e cercheremo di abbellirlo con i nuovi seggiolini, oltre undicimila, peraltro obbligatori. Speriamo ci siano i presupposti economici per rifare l’Euganeo e con questi l’amministrazione comunale sarebbe con noi». Chiamato in causa, Bisoli replica così alle parole di Bonetto: «Mi fa piacere se giovedì ci vediamo, dopo una bella partita come quella di oggi ancora di più. Ci scambieremo le nostre opinioni e speriamo vada tutto bene. Non vedo perché non debba essere così dato che non c’è mai stato alcuno screzio con nessuno, e a me in passato non era mai successo, e abbiamo raggiunto insieme un traguardo importante. Qui sto benissimo a abbiamo riconquistato l’affetto della nostra gente». Vuole un Padova protagonista anche in serie B? «In passato questa piazza ha lottato anche per campionati di rilievo, ma ora stiamo facendo un percorso importante e i passi vanno fatti poco alla volta in un processo di crescita. L’importante è che ci sia un progetto su cui lavorare dopo quello portato a termine con la promozione, magari lavorando per costruire un gruppo importante, puntando anche sui giovani». […]
Ore 10.50 – (Gazzettino) «Si tratta solo di chiarire alcuni dettagli, non vedo difficoltà insormontabili e anzi c’è la volontà comune nostra e di Bisoli per proseguire assieme». Così si esprime Roberto Bonetto al termine della partita di Reggio Emilia sulla conferma all’ombra del Santo dell’allenatore che ha ancora un anno di contratto, ma che al tempo stesso ha fatto presente nei giorni scorsi la necessità di sedersi attorno a un tavolo. Richiesta che ha trovato una pronta risposta. «Giovedì dichiara il presidente – ci incontreremo con lui e con il direttore generale per parlare di quelle piccole cose che sono da definire, ma non vedo che grossi problemi possano esserci». Non solo. «In quella sede parleremo anche della squadra da allestire per fare bella figura in serie B. Zamuner ci sta già lavorando, ma per scaramanzia volevamo aspettare prima di dare il via al progetto per la prossima stagione, pensando anche alla compagine sociale». E vedendo un impianto bello come quello di Reggio Emilia, inevitabile non parlare pure di un tema tanto caro ai tifosi. «Se avessimo anche a Padova uno stadio importante come questo – sottolinea Bonetto – sono convinto faremmo un altro campionato. Per ora parliamo del risultato sportivo, sperando di giocare a breve su un altro tavolo, quello delle infrastrutture.
Ore 10.30 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “C’è di che essere soddisfatti. E se Bisoli firma…”) […] Il Padova non si è fatto condizionare dai festeggiamenti ripresentandosi in campo, a Reggio Emilia, una settimana dopo il pari di Fermo e sei giorni dopo la promozione conquistata in… poltrona, con il piglio e il carattere di una vera prima della classe. Il punto colto al cospetto di quella che avrebbe dovuto essere la sua rivale più accreditata ribadisce la bontà del lavoro svolto da Bisoli, checché ne dica la solita manica di sapientoni, che nelle ultime settimane aveva profetizzato infauste cadute da parte dei biancoscudati. Tutto ok, invece, per cui linteresse si sposta sugli incontri annunciati per questa settimana. Pronti a scommettere: si va avanti con Zamuner e Bisoli, mentre è probabile l’uscita dalla società di Bepi Bergamin. La curiosità maggiore è legata al socio franco-armeno Joseph Oughourlian: che peso avrà adesso nella stanza dei bottoni?
Ore 10.20 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova): Merelli 6.5; Salviato 6, Ravanelli 5.5, Cappelletti 6, Zambataro 6; Mandorlini 6 (Cisco 6.5), Bellemo 6 (Serena sv); Fabris 6 (Mazzocco 6.5), Capello 6 (Lanini sv), Sarno 6.5; Guidone 6 (Candido 7).
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) E affrontando proprio la… Regia, quale miglior occasione per dimostrare che il salto tra i cadetti è stato conquistato proprio dai più forti e continui nella stagione? Per l’occasione, il tecnico si è inventato un’altra formula tattica, il “4-2-3-1”, con Capello sulla linea dei trequartisti (a destra Fabris, a sinistra Sarno) dietro l’unica punta, l’ex (fischiatissimo dai suoi vecchi tifosi) Guidone. In mezzo due playmaker come Mandorlini e Bellemo, piedi buoni entrambi e capacità notevole di rilancio dell’azione. […] Finisce con i biancoscudati in avanti, e la festa sotto la curva degli 800 tifosi arrivati dal Veneto, a cui i giocatori lanciano le loro magliette.Tutti allo stadio e in piazza. Domenica 6 maggio ci sarà la passerella finale, contro il Gubbio. Prima all’Euganeo (ore 17), poi in piazza della Frutta. E chissà che siano in tanti a fare da ala al pullman della squadra, perché è l’intera città chiamata a cantare e gioire per il Biancoscudo, tornato grande.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Il Padova tocca quota 60, centra il dodicesimo pareggio stagionale (terzo 1-1 di fila) e, quel che è più significativo, relega la Reggiana, considerata sino alla settimana scorsa la più pericolosa delle concorrenti dirette nella corsa alla Serie B, alla distanza… siderale di – 8 dalla vetta, costringendola a dividere la seconda piazza con Sambenedettese (sconfitta in casa 0-1 dall’Albinoleffe) e Alto Adige (vittorioso a Ravenna), ma di fatto quarta per la differenza-reti legata agli scontri diretti (tutt’e tre hanno 5 punti nella classifica avulsa, ma i marchigiani sono a + 1 tra gol fatti e subìti, gli altoatesini a 0 e gli emiliani a – 1).Da una partita priva di grandi stimoli, visto che il verdetto del successo in campionato per i biancoscudati era arrivato lunedì scorso davanti alla tv, scaturisce una risposta ancora una volta positiva da parte del gruppo di Bisoli, che puoi rivoltare come una frittata in pentola, cambiandone gli ingredienti di base (leggasi utilizzo di diversi panchinari), senza tuttavia modificarne la sostanza, quella di un prodotto (calcio) buono, caratterialmente di spessore, in grado di soddisfare le pretese di un ambiente che tiene giustamente a chiudere in modo regale.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Si conoscerà probabilmente giovedì il futuro di mister Pierpaolo Bisoli. Nella sala-stampa del “Mapei Stadium-Città del Tricolore” l’annuncio è arrivato direttamente dal presidente Roberto Bonetto, che ha confermato l’incontro imminente per iniziare a discutere i programmi della prossima stagione e blindare l’allenatore. «Giovedì ci troveremo ed inizieremo a lavorare sui progetti futuri», conferma il patron senza lasciar trasparire preoccupazioni sulla positività del dialogo con il tecnico. «Si tratta solo di definire qualche piccolo dettaglio, non ci sono difficoltà e non vedo perché non dovremmo trovare l’accordo. Sistemate queste questioni, penseremo ad allestire una squadra che possa ben figurare nella categoria superiore». Mercoledì dovrebbe arrivare anche la firma di Giorgio Zamuner sul rinnovo contrattuale per altri due anni. Quindi, sarà il turno di Bisoli, con l’allenatore che mostra la stessa fiducia professata dal presidente: «A Padova sto benissimo e sarei molto contento di restare», giura. «Sentirò cosa mi dirà il presidente, io chiedo soltanto un progetto. Sono arrivato per riportare il Padova in B e ce l’abbiamo fatta, ora voglio solo capire quali possano essere i traguardi futuri. Qual è il prossimo obiettivo, quali sono i piani? Devo solo chiedere questo al presidente. Non vado alla ricerca di chissà che cosa, ma soltanto di un programma che mi permetta di lavorare bene, lanciare i giovani e poter plasmare un gruppo che sia una macchina da guerra». […]
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Lo dedico alla mia famiglia, al gruppo e alla mia fidanzata Alessia, con la quale sto da poco». Come ha vissuto questa settimana di festeggiamenti?«Con grande gioia. È il mio primo campionato vinto ed è stato emozionante celebrarlo per diversi giorni, anche assieme alle famiglie. E comunque, nonostante il clima allegro, ci siamo preparati molto bene alla gara. Come spesso ci è accaduto, siamo usciti alla distanza grazie alla nostra ottima condizione fisica e agli allenamenti sostenuti tutto l’anno a grandi ritmi». Nella ripresa ha giocato anche da mezzala… «Un ruolo che non mi dispiace, soprattutto su un campo così bello e con un assetto offensivo. Il futuro? Mi piacerebbe ovviamente restare in Serie B per giocarmi le mie carte. Credo di aver raggiunto l’età della maturità e sarei contento di potermi confrontare con una categoria superiore». […]
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il protagonista di giornata è quello che, forse più di tutti, aspettava il suo momento. Roberto Candido, dopo una stagione funestata dai più svariati infortuni, è tornato finalmente alla ribalta, ritrovando un gol che gli mancava dalla sesta giornata d’andata, contro il Santarcangelo. Non che da quel giorno in poi (era il 1º ottobre) abbia giocato molto, visto che prima un accenno di pubalgia, quindi il doloroso infortunio muscolare subìto contro il Renate prima di Natale l’hanno tenuto fuori complessivamente quattro mesi. «Questo gol per me è una liberazione», esulta il trequartista brianzolo. «Mi ci voleva alla grande una giornata così, dopo quanto ho patito in questa stagione. Praticamente mi sono perso tutto il girone di ritorno, è stata dura e ci tenevo molto a tornare a giocare e segnare. Farlo in uno stadio così bello e contribuire al pareggio mi dà ancora più soddisfazione.