Padova in B, Bonetto Jr.: “Mio padre e Bergamin? Fosse stato per loro sarebbero ancora fianco a fianco. E ora andiamo…”

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Edoardo Bonetto, il momento più bello è lunedì scorso o ne vengono altri in mente? «Mi rimane impressa la prima promozione. Era la prima vera esperienza, c’era forse anche più entusiasmo rispetto a ora. Ho avuto ottimi rapporti con giocatori come Segato, Nichele, Ferretti e Carmine Parlato, un’amicizia vera. Lui è stato uno dei primi a scrivermi dopo la promozione in serie B». Perché non ha funzionato il rapporto con Bergamin? «Secondo me sono state altre persone che hanno portato mio padre e Bergamin allo scontro. Mi è dispiaciuto che non siano andati avanti insieme, sono convinto che se fosse stato per loro sarebbero ancora fianco a fianco. Alla fine sono state compiute delle scelte e si sono rivelate quelle giuste, perché abbiamo vinto il campionato». Una delle scelte che ha cambiato la storia è l’arrivo di Zamuner come dg… «Giorgio Zamuner lo conosco da quando avevo 16 anni. Mi stavo allenando a Cittadella con Rolando Maran, dissi al mister che c’era Bettarini a bordocampo e lui, ridendo, mi rispose che era un procuratore. Zamuner, appunto. Mi piaceva molto da giocatore, un vertice basso di centrocampo di quelli che lanciano, era un cervello in campo. Siamo andati a cena tante volte e ho pensato sin dall’inizio che poteva essere la persona giusta per Padova». L’estate scorsa, ecco l’altra scelta fondamentale: Pierpaolo Bisoli. «Una scelta condivisa da tutti. Una certezza da cui partire. È stata una trattativa veloce, in mezza giornata ci siamo piaciuti subiti. Chiamammo di notte mio padre che si trovava in Indonesia e lui fu subito d’accordo»

[…]Il futuro di Bisoli sarà a Padova? «Ora festeggiamo, poi penseremo a tutto il resto». Ma che Padova si vedrà in serie B? «Adesso è ancora molto prematuro parlarne». Che ne pensa della possibile sinergia con Lens, Millonarios e forse Benfica grazie a Joseph Oughourlian? «Andremo in Francia per vedere l’ultima partita del Lens in Ligue2 e cercheremo di gettare le basi per il futuro. Guarderemo come lavorano e cercheremo di imparare. Se son rose…».

(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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