Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Serata stellare per il Venezia che annienta l’ambizioso Palermo. La formazione di Pippo Inzaghi infila tre reti nella porta rosanero ma soprattutto esprime un gioco rapido, ficcante, concreto e agonisticamente intenso. Una crescita continua del livello di rendimento del team che ieri sera davanti a quasi seimila spettatori – ha infilato la terza vittoria consecutiva. Carica di significati per i tifosi lagunari questa partita, legata alla presenza dell’ex Zamparini al vertice rosanero, ma anche per la squadra intenzionata a scalare il più possibile la graduatoria, per conquistare una posizione di favore nella griglia dei playoff. Andelkovic torna centrale, Garofalo riprende la fascia, Stulac è a guidare il gioco, Marsura confermato al fianco di Litteri e Suciu a presidiare la mediana sinistra. Ecco una parte delle molteplici mosse azzeccate da un Pippo Inzaghi che si è trovato a fronteggiare un Palermo disposto un po’ più offensivo del previsto con Gnahorè a sostenere da vicino il gioco offensivo. Ma al team di Bruno Tedino sono mancate la grinta, la mentalità. Forse approccio sbagliato, forse gara sentita oltre misura, fattostà che la prima frazione di gioco ha visto i rosanero davvero allo sbando. Bene per il Venezia che afferma così le ottime condizioni di Suciu e Stulac, la voglia inesauribile di Marsura, la quadratura della difesa che nulla concede. Una serata quasi perfetta, con tutto il team in grande spolvero, unito nel costruire in avanti ma anche nel chiudere subito ogni spazio, aggredire l’avversario per non concedere nulla. E il Palermo ha sofferto tantissimo, affidandosi agli spunti personali di Trajkovsky, ai traversoni di Rispoli, alla grinta di La Gumina: ma è stato davvero troppo poco. Il dominio lagunare è stato assoluto e la vittoria meritatissima, in una serata che ha esaltato tutta la tifoseria. […]
Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) È finita con la curva sud a sbeffeggiare il suo predecessore intonando un Zamparini salta con noi, seguito dall’ormai immancabile Tacopina alè alè. Il numero uno arancioneroverde non stava visibilmente nella pelle dopo l’adrenalina trasmessa da un Penzo giustamente tutto in piedi. Di conseguenza inevitabile chiedere al presidente quale sia, a questo punto, l’obiettivo minimo di un Venezia lanciatissimo. «Zamparini non c’era? Ho sentito che la curva l’ha salutato la battuta di Tacopina scherzi a parte, gli faccio un grosso in bocca al lupo. Arrivare quarti sarebbe molto importante, ci proveremo. Abbiamo assistito alla miglior gara della nostra stagione considerando che affrontavamo un Palermo da Serie A. Con aggressività e forza abbiamo portato a casa una vittoria strepitosa». L’avvocato newyorkese spende elogi per il gruppo-Venezia. «Marco Pinato è stato operato giovedì al ginocchio ma è venuto allo stadio con le stampelle, la nostra è una famiglia. I tre marcatori non avevano giocato a Novara e questo dimostra la forza di questi ragazzi, complimenti a Inzaghi e al suo staff. Il Penzo così pieno è uno spettacolo, ancora qualche partita e poi vedremo dove saremo». Tacopina non vuole pensare in questo momento al futuro del suo allenatore in scadenza al 30 giugno. «L’hanno accostato a Genoa, Sassuolo, forse anche al Barcellona sorride ed è normale che sia così. In questo momento non bado alle voci, io e Pippo parliamo ogni settimana del presente e del futuro, ma adesso ci interessano solo le ultime quattro gare e i playoff. Tutti stiamo spendendo molto, i giocatori, lo staff, il mister e la società, siamo terzi o quarti per monte ingaggi, il nostro è uguale a quello del Frosinone per esempio. Restiamo concentrati sulla trasferta di martedì a Vercelli. Ho incontrato il sindaco Brugnaro per lo stadio? Non parlo italiano, non ho capito niente» il suo dribbling. […]
Ore 20.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Sessanta punti, tris servito al Palermo, playoff blindati e magari, chissà… Eccolo, il salto di qualità tanto atteso del Venezia. Eccolo, il decollo, fino a dove non si sa. Un decollo calibrato, bello da vedere. Poderoso ed entusiasmante. Perché il Venezia che abbatte il Palermo 3-0 e si alza in cielo spiegando le ali può davvero sognare la serie A. Non è un’esagerazione. Perché gli spareggi promozione sono una cosa seria, perché quando si vince, si gioca bene e la condizione fisica è straripante, nessun traguardo può essere precluso a priori. Bello, anzi bellissimo, a tratti irresistibile, il Venezia di Filippo Inzaghi. Quello che un tempo giocava maluccio, faceva punti ma pensava più che altro a difendersi. E che oggi, invece, sboccia in una primavera che porta con sé un sogno, la terza promozione consecutiva. Sarebbe qualcosa di clamoroso solo a pensarci tre anni fa, ma qui ci sono tutte le premesse quantomeno per provarci fino in fondo. «Vorrei fare i complimenti a Inzaghi e al suo staff per come hanno preparato la partita — esulta Joe Tacopina nel dopo gara — abbiamo giocato in modo perfetto. Arrivati a questo punto non dobbiamo fermarci e puntare almeno al quarto posto, che ci permetterebbe di saltare un turno. Non mi interessano le speculazioni giornalistiche su Inzaghi, è normale che gli allenatori vengano accostati a questa o quella squadra… Adesso leggerò che Inzaghi andrà al Genoa, al Barcellona o al Sassuolo. Con lui parlo tutti i giorni, abbiamo il quarto o quinto budget della B, tutti stiamo facendo il massimo sforzo. Ora il futuro è martedì a Vercelli, in questo momento il futuro è martedì. L’incontro con Brugnaro? Non parlo italiano — sorride — scusatemi…».
Ore 19.30 – (La Nuova Venezia) Tre a zero (in cifre 3-0, se qualcuno pensa di aver letto male) al Palermo. Tre a zero e una prestazione di qualità pregiata, un pubblico entusiasta che intona cori d’amore per Joe Tacopina, cancellando il passato remoto di Zamparini. Serata magica, si mette bene quasi subito. Il tempo di vedere la disposizione in campo – Venezia tradizionale con Stulac in regia e Suciu al posto di Pinato; Palermo con rombo a centrocampo, Gnahoré vertice alto – e ci si ritrova sul 2-0. Una volta, ricordate?, all’inizio del campionato si diceva che il Venezia non sfrutta il tiro da fuori. La smentita è scolpita nei primi 20′, perchè i due gol arrivano con altrettanti terra-aria sganciati dai 20 metri: il primo è di Sergiu Suciu, sinistro a mezz’altezza e rete gonfia sotto la Sud, il secondo di Leo Stulac, che chiude un contropiede Garofalo-Marsura con un destro rasoterra che lascia il segno sull’erba. In pratica il Palermo si trova a dover cominciare la partita dallo 0-2, ovviamente con gran parte dei piani scombinati. Il Venezia comunque mostra personalità, tiene il gioco in pugno, non si chiude e va vicino al terzo, prima con Bruscagin e poi con Litteri. Palermo presuntuoso? Forse no, ma sicuramente è un Palermo che non si aspettava di prendere un uno-due in faccia nel giro di pochi minuti e poi dover correre in salita. […]
Ore 19.00 – (La Nuova Venezia) Le facce sono quelle di chi l’ha combinata grossa, nel senso buono del termine. Forse il più bel Venezia della stagione contro uno dei colossi del campionato. «Stavolta in campo ci siamo davvero divertiti» dice Sergio Suciu, l’uomo che ha aperto le danze «perché ci trovavamo a meraviglia. Ricordo gli ultimi tre mesi dello scorso campionato a Pordenone con Tedino quando mi ha insegnato a tirare: ho scelto il giorno migliore per segnare». Chiamato a sostituire Pinato, Suciu non dimentica il compagno che si è presentato al “Penzo” il giorno dopo l’operazione. «Gli faccio un grande in bocca al lupo» continua «e da parte mia mi sono sempre allenato, non mollando mai».Gran signore del centrocampo Leo Stulac, che a Novara ha tirato il fiato e con il Palermo si è visto. «Sono contento per i gol di Andelkovic e Suciu» dice il metronomo «ma questa partita è stata preparata bene in settimana. I gol da fuori area sono un caso, non avevamo pensato a qualcosa di specifico contro un avversario molto forte. Dobbiamo continuare così: da qui alla fine ci sono ancora quattro partite e si deve fare sempre del proprio meglio. Se pensiamo alla Serie A? No, ma dobbiamo proseguire su questa strada». E, siparietto finale, lo scambio di maglia con il connazionale Struna, vecchio compagno a Capodistria. E in un tardo pomeriggio tutto sloveno, non poteva mancare il timbro di Sinisa Andelkovic, che ha segnato dopo quasi cinque anni fatalità contro la sua ex squadra. «Non ho esultato» commenta il centrale «e ringrazio Zamparini per gli anni a Palermo. Era importante vincere, questo contava. Per la Serie A non si sa mai, vediamo gara per gara cosa succede. Dobbiamo dare il massimo». […]
Ore 18.30 – (Il Piccolo) La Triestina continua la preparazione in vista della sfida di domani a Salò contro la Feralpi ( allo stadio Lino Turina inizio ore 14.30, arbitra Guida di Salerno), una partita da vincere se si vogliono continuare ad avere concrete speranze di entrare nei play-off. Come noto, mister Princivalli dovrà fare a meno degli squalificati Pizzul e Petrella (per quest’ultimo la società ha presentato ricorso e spera in una riduzione della punizione per averlo a disposizione nell’ultima giornata contro la Sambenedettese), ma anche degli infortunati di lungo corso Bariti e Grillo. Tutti a disposizione gli altri. Per quanto riguarda la formazione da schierare domani e le soluzioni per sopperire alle assenze, nel consueto 4-3-3 si rafforza la sensazione degli ultimi giorni, quella di un tridente offensivo con Bracaletti spostato in avanti e quindi portato a esterno alto sinistro, Mensah sulla destra e in mezzo come punta centrale Pozzebon, che al momento sembra in leggero vantaggio su Arma, il quale evidentemente potrebbe pagare le ultime prove opache. Per quanto riguarda invece l’assenza di Pizzul in difesa, il favorito per occupare la casella di terzino sinistro resta Maesano, il giovane 22enne calabrese entrato domenica nel finale contro il Fano. […]
Ore 18.00 – (Il Piccolo) Leonarduzzi, allo stadio di Salò che tipo di ambiente troverà la Triestina?«Caldo no di sicuro, ci sono un po’ di tifosi più rumorosi ma ovviamente Trieste sotto questo aspetto è un ambiente davvero di un altro pianeta. Piuttosto la Triestina per far risultato dovrà stare molto attenta a un altro aspetto» .Quale? «Che per loro è una finale. La Feralpi avrà sicuramente una grande pressione da parte della società: diciamolo chiaramente, se loro non vincono rischiano di non andare ai play-off e questo sarebbe un flop clamoroso per una squadra costruita per vincere. Devono per forza vincere e ripeto, la società sicuramente farà grandi pressioni sulla squadra. Il successo dell’Albinoleffe sulla Reggiana di lunedì ha cambiato tante cose nella corsa play-off, dal quinto al dodicesimo posto sono in tante ancora tutte in corsa, c’è grande equilibrio». Deluso dal fatto che la Triestina si arrivi a giocare i play-off nelle ultime due giornate? «Ma bisogna considerare che per la Triestina questo in fondo è un anno di transizione, credo e spero che Milanese l’anno prossimo porti invece la squadra in serie B. Di certo, per come l’avevo vista giocare io in un paio di occasioni, mi è sembrata una squadra da primi posti già in questa stagione, almeno tra le prime cinque o sei, con giocatori importanti per la categoria». E allora cos’è successo secondo lei? «Innanzitutto il calcio non è matematica e a volte basta un episodio per trovarsi fuori dalla zona che conta. Soprattutto, a mio parere, il cammino al Rocco doveva essere più convincente e prolifico, doveva insomma dare maggiori punti, invece ci sono stati troppi pareggi casalinghi. Dagli highlights che ho visto, quasi sempre la Triestina meritava di più e ha creato sempre parecchio, ma purtroppo ha concretizzato poco. E il fatto che tutti vengono a Trieste a fare le barricate non aiuta di certo». […]
Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Una vittoria per se stessi e per i tifosi. Domani, alle 14.30, il Mestre torna in campo dopo il turno di sosta per affrontare il Santarcangelo in una gara che può regalare una gioia immensa a squadra e sostenitori in quella che sarà l’ultima gara di campionato davanti al proprio pubblico. Con una vittoria infatti, gli arancioneri potrebbero trovare l’aritmetica certezza di centrare i playoff, un obiettivo che se raggiunto renderebbe ancora più importante una stagione davvero da incorniciare. “Una vittoria domani sarebbe molto importante – spiega il capitano del Mestre Armando Perna – perché vorrebbe dire avvicinarsi, o addirittura trovare l’aritmetica certezza di aver raggiunto i playoff, una gioia per noi stessi e per i nostri tifosi che ci hanno sostenuto per tutta la stagione, facendoci sentire il loro costante appoggio. Sarebbe un regalo più che meritato per tutti”. Perché come spiega Perna, che mercoledì ha spento 37 candeline, la possibilità di prolungare ulteriormente la stagione è un’opportunità da non farsi scappare. “Abbiamo la possibilità di raggiungere una competizione che riempie di entusiasmo, una vetrina importante che non dobbiamo farci sfuggire. Giocare quel tipo di partite ti dà una gioia enorme, che ti ripaga di un’anno di sacrifici durante il quale, a più riprese, ci hanno dato per spacciati troppo presto”. La voglia di stupire del Mestre infatti non è decisamente sopita, e la concentrazione è tutta rivolta alla gara di domani. “Torniamo in campo con la voglia di lasciarci alle spalle i problemi che abbiamo avuto con le squadre di medio-bassa classifica, un piccolo limite che abbiamo avuto in questa stagione. Per questo la gara di domani è fondamentale, sappiamo che sarà molto difficile ma noi, come sempre, dipendiamo solo da noi stessi, per cui forti dell’entusiasmo che ci contraddistingue vogliamo sperare questo scoglio e conquistare un successo che vorrebbe dire molto per noi”. […]
Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La Lega Pro ha ufficializzato le date dei playoff. Si comincia con il primo turno in partita unica venerdì 11 maggio. Il secondo, sempre in sfida unica, è fissato per il 15. Si passerà quindi alla fase nazionale, dove i confronti saranno d’andata e ritorno. Gara uno del primo turno nazionale domenica 20 maggio, gara due a campi invertiti mercoledì 23. Il secondo turno nazionale verrà disputato fra mercoledì 30 maggio e domenica 3 giugno. Anche le semifinali saranno disputate con andata e ritorno il 6 e il 10 giugno. Finalissima sabato 16. Mirko Stefani si sforza di non guardare troppo lontano. Gran parte della sua concentrazione è rivolta all’ultima sfida di campionato, al Bottecchia il 6 maggio alle 17.30, con il Renate. Il capitano però non può fare a meno di confessare tutte le sue speranze di prolungare per parecchio la stagione. «È bello fantasticare afferma , ora che abbiamo ritrovato tutto il nostro entusiasmo. Dall’arrivo di Fabio Rossitto lo ha ritrovato anche il popolo neroverde. Dove può arrivare il Pordenone? I playoff sono lunghissimi. Praticamente un altro campionato. Difficile per tutti. Sia per quelli che si classificheranno secondi nella stagione regolare che per chi agguanterà il biglietto per il decimo posto all’ultima partita. Noi questa volta ci arriveremo, se ci arriveremo, liberi e leggeri, condizione essenziale per andare più lontano possibile». A Stefani brillano gli occhi quando accenna al recupero di Berrettoni. «In questa parte finale puntualizza noi avremo un Berrettoni in più. Si è visto chiaramente domenica quello che può dare Emanuele. Averlo al meglio è fondamentale. Ha fatto capire a tutti, ma noi lo sapevamo già, quanto ci è mancato in tutto il campionato. Con un Berrettoni nuovo, ora che la squadra dopo la cura Rossitto è tornata a buoni livelli sul piano fisico, atletico e mentale, ritrovando pure una buona qualità di gioco, nulla è più impossibile». […]
Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) Vedere Sambenedettese e Reggiana rispettivamente seconda e terza con appena 52 e 51 punti fa male: il Pordenone avrebbe potuto essere lì. «Ma non è finita: possiamo ancora riscattarci e toglierci grandi soddisfazioni». Mirko Stefani, capitano dei neroverdi, fa capire che il “suo” gruppo ha ancora cartucce da sparare in questa stagione. Prima, ovviamente, bisogna superare il Renate, condizione necessaria per accedere ai playoff. Poi «può succedere di tutto. La post-season è un altro torneo – indica il difensore – e per questo va affrontato con la convinzione di poterlo vincere».Stefani, il Pordenone è tornato a fare la voce grossa: vittoria e 4 gol alla Samb, miglior difesa.«Sì. Abbiamo dimostrato che il successo con la Reggiana, conquistato con quattro reti, non era stato un caso. Stiamo bene mentalmente e fisicamente e lo stiamo dimostrando. Dopo tanto è tornato l’entusiasmo: sono ingredienti importanti, ci possono far andare lontano».Si è rivisto anche Berrettoni ad alti livelli: cosa può dare il suo rientro?«Ha dimostrato di essere nuovamente al top nell’occasione più delicata. Quasi superfluo sottolineare la sua importanza».Come seguirete le partite di domenica?«Con la voglia di avere un quadro più chiaro della situazione. Se i risultati saranno favorevoli, protremmo avere anche la possibilità di chiudere al sesto o al settimo posto, qualora dovessimo battere il Renate. È un aspetto importante: guadagnare la post-season con un buon piazzamento ti permette di giocare in casa e con due risultati a disposizione».Dove può arrivare il Pordenone, adesso?«Lontano. Agli spareggi promozione conta anche arrivare in salute dal punto di vista fisico e mentale. La stagione è stata difficile, ma possiamo ancora dire la nostra». […]
Ore 16.00 – (Messaggero Veneto) #maistatialb è l’hasghtag della nuova idea del Pordenone in vista della sfida col Renate, in programma domenica 6 maggio in via Stadio alle 17.30. In cosa consiste? Ogni abbonato può portare uno o più amici al Bottecchia: il loro biglietto costerà solo 1 euro (nei settori scoperti, gradinata e tribuna laterale sud-est). La condizione è che questi non siano mai stati a vedere una partita in casa nel corso di questi quattro anni di serie C. La società neroverde verificherà questo aspetto nel proprio database. All’iniziativa si può aderire da mercoledì 2 a venerdì 4 maggio presentandosi al De Marchi dalle 15 alle 19. L’abbonato che porterà più nuovi tifosi riceverà una maglia ufficiale del Pordenone. L’obiettivo è cercare di vendere 2 mila tagliandi e centrare così il record stagionale di spettatori. La media del torneo è comunque positiva perché è di 1.409 presenze a gara, praticamente identica a quella dell’anno scorso (1.437) in cui i ramarri sono arrivati terzi. […]
Ore 15.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) […] «Non è una partita come le altre — ammette Stevanin — contro il Vicenza sarà una partita stimolante per noi e per i tifosi, oltre che importante, metterà in palio punti pesanti per entrambe. La testa al momento è solo al Vicenza, dobbiamo vincere e poi penseremo al resto. Se il Bassano gioca come sa, pressando e attaccando, può far male a chiunque. Ci teniamo a fare bella figura al Menti e ci tengo io in modo particolare. La mia stagione è stata complicata da infortuni che non mi hanno permesso di giocare con continuità. Ora sto bene e voglio dare il massimo nel finale di stagione».
Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Vicenza, l’asta bis per l’acquisizione del club avverrà prima dei playout. Questo è l’obiettivo del tribunale di Vicenza, che replicherà la prima asta, pare con prezzo invariato, tra due settimane. Sperando che non debba andare deserta come la prima. Le date dovrebbero essere quelle di giovedì 10 maggio come termine ultimo per il deposito delle offerte (probabilmente entro le ore 12) e il giorno successivo per l’apertura delle buste. In attesa della pubblicazione del bando (che fino alla serata di ieri non c’era ancora) sono già emerse le prime indicazioni su contenuti e base di partenza. Il bando dovrebbe ricalcare in pieno quello reso pubblico il 13 aprile scorso con le firme del giudice Giuseppe Limitone, del curatore fallimentare Nerio De Bortoli e del suo coadiutore Gianvito Giannelli. A partire dal prezzo della base d’asta, che dovrebbe rimanere tale: un milione 470 mila euro. Nessun ribasso, quindi, come del resto previsto dalla legge. Del resto, i potenziali compratori del Vicenza che giovedì si erano affacciati in tribunale — Brice Desjardins della cordata internazionale «Football ItalFrance Global Investments» e il politico vicentino Gerardo Meridio, referente di un gruppo di imprenditori capitanato dall’imprenditore emiliano Gianpiero Samorì — non avevano sollevato eccezioni sul prezzo. E forse proprio questo ha portato il tribunale a mantenere la stessa base anche per l’asta bis. Intanto i creditori sperano sempre di poter ottenere qualcosa e anche ieri il giudice Limitone ha accolto nel suo ufficio il curatore fallimentare De Bortoli con il comitato creditori, presente Gianni Grazioli, direttore generale dell’Aic,e il consulente del lavoro Fabio Faccin. Per tutti la speranza è che il Vicenza possa centrare la salvezza senza i playout, ma guardando la classifica e le due partite che rimangono da giocare, le possibilità non sono molte. […]
Ore 14.30 – (Gazzettino) Cinque finali. I granata infatti non vogliono vedersi sfuggire i play off dopo un intero campionato dove hanno stazionato nelle primissime posizioni di classifica, ma per arrivare agli spareggi non si può sbagliare alcuna partita. A cominciare da quella di oggi con il Foggia, la prima delle inseguitrici, distanziata di quattro punti. «È una gara determinante nel risultato – sottolinea Venturato – Lo sono state quelle dell’ultimo periodo e lo saranno ancora di più tutte le prossime perché non ci saranno opportunità per rifarci». Chiaro il concetto espresso dal tecnico: gli errori adesso si pagheranno a caro prezzo. Il Cittadella, dopo le buone prestazioni di Parma, Palermo e i tre punti di Salerno, sta tornando quello dei bei tempi. «Era importante ritrovare la serenità e la cattiveria agonistica in partite che possono determinare la stagione». Ma è ancora fattibile arrivare al quarto posto, che eviterebbe il turno preliminare dei play off? «Fare i conti serve a poco in questo momento. Magari è utile a livello giornalistico, ma sul piano pratico per noi è fondamentale pensare soltanto alla gara con il Foggia. Viverla bene, giocarla bene, cercando di trarne il massimo profitto». L’avversario del Tombolato, che sarà sospinto da un numero considerevole di tifosi, è di quelli tosti. «È una delle squadre che ha giocato meglio nel girone di ritorno, magari ha raccolto meno risultati di quanto avrebbe meritato. Il Foggia ha qualità e capacità, a gennaio ha inserito diversi giocatori migliorando anche sotto il profilo dell’esperienza. Tutto ciò deve rappresentare per noi uno stimolo per disputare una grande partita». Venturato non ne vuole proprio sapere di numeri e non indica nemmeno un’ipotetica quota play off. «Ci sono ancora tanti scontri diretti tra squadre che si trovano in zona promozione. Credo sia importante avere bene il testa l’obiettivo di voler raggiungere gli spareggi, e sappiamo che non sarà affatto facile, tutt’altro. Andranno conquistati attraverso il gioco, e per quanto riusciremo a fare in campo».
Ore 14.00 – (Corriere del Veneto) Un campionato può cambiare in poche settimane, basta pensare al Foggia. Che indovina tutto, azzecca le mosse sul mercato di gennaio e nel girone di ritorno passa dall’incubo ad essere a un passo dal paradiso. Per centrare i playoff Giovanni Stroppa dovrà espugnare il Tombolato e battere il Cittadella che si è appena rialzato a Salerno. Un’impresa tutt’altro che semplice, un vero e proprio spareggio per arrivare alla coda finale del campionato, quella che metterà in palio l’ultimo posto per la serie A. Si giocherà di fronte a 3500 spettatori e Stroppa dovrà rinunciare a Kragl, uno dei protagonisti della riscossa, che non è stato convocato. Al suo posto un ex come Matteo Rubin, uno che mosse i primi passi proprio nella città murata. «Credo che in questo momento serva a poco fare conti — taglia corto Roberto Venturato — dal punto di vista giornalistico magari conterà qualcosa, ma all’atto pratico per noi non vale nulla. Il Foggia nel girone di ritorno ha fatto un cammino entusiasmante, a gennaio ha inserito in rosa diversi giocatori migliorando l’esperienza della categoria. Giochiamo contro una delle squadre che ha giocato meglio in assoluto nel girone di ritorno e ci sono ancora tanti scontri diretti fra le squadre che ambiscono a questa griglia della classifica. Il Foggia è una squadra che gioca: Kragl, Greco, Agnelli e lo stesso Nicastro sono giocatori che hanno fatto la differenza nelle ultime settimane. In difesa hanno inserito Tonucci, hanno capacità e idee sulle quali poter basare le loro partite».
Ore 13.30 – (Mattino di Padova) Non è una gara dei playoff, ma è come se lo fosse. Il match al Tombolato tra Cittadella e Foggia è un autentico spareggio. Sono 4, al momento, le lunghezze di margine a favore degli uomini di Venturato, squadra leader per punti conquistati in trasferta (34), eppure vulnerabile in casa. Una vittoria consentirebbe di tagliar fuori dai giochi Stroppa e i suoi, al momento noni. Il tecnico di casa ci arriva con 4 assenze (Liviero, Caccin, Siega e Iunco), 2 giocatori prestati alla Primavera (Maniero e Fasolo), ma nessun imprevisto, visto che Pelagatti in settimana è tornato regolarmente ad allenarsi in gruppo, dopo aver saltato Salerno.Mister, sono tutte finali quelle che vi attendono, ma questa lo è più delle altre…«È una partita determinante, ma lo sono state anche quelle che l’hanno preceduta nelle scorse settimane e lo saranno quelle che seguiranno, perché, giunti a questo punto, nessuno ha più modo di riprendersi i punti persi. Diventa importante viverla con serenità, ma allo stesso tempo affrontarla con la cattiveria che serve nelle gare che, come questa, influiranno sul resto della stagione».Ha fatto qualche calcolo sulla quota playoff?«Sono in programma tanti scontri diretti tra le squadre in lizza, è impossibile fare certi conti. Noi dobbiamo pensare a raggiungerli, ma consapevoli di come questa sia una conquista tutt’altro che scontata: andare ai playoff non è “normale”, è qualcosa di eclatante. E comunque oggi è più utile pensare solo alla prossima partita e a fare qualche punto in più rispetto alla media di quelli che abbiamo raccolto in casa in questo campionato».E al quarto posto vale la pena di pensare ancora?«Fare tabelle serve a poco. Capisco che a voi giornalisti facciano comodo, ma dal punto di vista pratico per noi conta solo concentrarsi sul Foggia. Parliamo di una squadra che, nel girone di ritorno, ha offerto una serie di prestazioni positive, raccogliendo anche meno di quanto meritava. A gennaio ha inserito in organico giocatori di esperienza, che le hanno consentito di disputare una seconda parte di stagione di alto livello, tanto da essere una delle formazioni migliori. Dobbiamo tenerlo ben presente. Non solo, ha alle spalle una bella piazza e l’affetto dei suoi tifosi, che saranno numerosi anche al Tombolato». […]
Ore 13.00 – (Mattino di Padova) “Tegola” Kragl in casa Foggia. Per lo scontro diretto di questo pomeriggio al Tombolato il tecnico rossonero Giovanni Stroppa non potrà contare su uno dei suoi uomini più importanti, il centrocampista tedesco Oliver Kragl, rimasto in Puglia per un affaticamento muscolare. Al suo posto, con ogni probabilità, giocherà l’ex granata Matteo Rubin. L’allenatore dei “satanelli” dovrà, inoltre, rinunciare a Fedato (caviglia destra), Duhamel (infiammazione al tendine d’Achille) e Tarolli (ginocchio destro). «Il pareggio di sabato scorso nel derby con il Bari di sabato scorso ci ha fatto allontanare da chi ci sta davanti, lo scontro diretto con il Cittadella ci darà l’opportunità di rimanere in corsa. Sarà una gara spartiacque, vedremo al 95′ dove saremo», le parole di Stroppa alla vigilia. «Ci attende una partita difficilissima, contro una squadra temibile, che gioca a memoria e che rispecchia quello che abbiamo visto all’andata: non puoi concedere nulla al Cittadella, perché in verticale sa fare molto male. Certo, se dovessimo perdere, allontaneremmo le possibilità di arrivare ai playoff. Dovremo tener conto anche del caldo: la spesa energetica è importante, martedì avremo subito un’altra partita, con lo Spezia, ed in mezzo ci sarà il viaggio, mi dispiace che queste gare non vengano giocate di sera». […]
Ore 12.10 – (Gazzettino) Siete ripartiti quattro anni fa dalle ceneri del vecchio Padova sparito dai radar del professionismo. Si immaginava allora di approdare in B? «Sinceramente no. Credo che la nostra bravura sia stata soprattutto nel gestire quel poco o tanto che era rimasto della vecchia società, portando avanti una struttura importante: abbiamo mantenuto gli uffici e chi ci lavorava, abbiamo portato avanti il settore giovanile. Siamo stati derisi per la corriera gialla quando ci siamo trovati il primo giorno per andare in ritiro ad Asiago: ma ragazzi, non c’era niente, siamo partiti da zero. Di sicuro è stata una bella avventura, portata avanti con la voglia di fare bene e di crederci». Forse il momento più difficile è stato un anno fa quando si è arrivati a un bivio: andava avanti Bonetto con lei, oppure Giuseppe Bergamin. «Le cose iniziano e finiscono, e in varie occasioni ho sempre cercato di tenere legato il più possibile il rapporto in seno alla società tra tutte le componenti, non solo con Bergamin, perché ritengo che sia bello confrontarsi. Quella è stata una situazione difficile, le cose poi sono andate così. Ma i nostri rapporti rimangono buoni. Del resto se non si poteva andare avanti, non si poteva. Complimenti a Roberto che ha portato avanti la società in un certo modo, l’ho sempre supportato. Ci siamo presi una responsabilità non da poco, un impegno nei confronti della città. Ci siamo rimboccati le maniche e con l’aiuto di tutte le persone al nostro fianco è stato creato un gruppo che ci ha dato la forza di credere in quello che stavamo facendo».
Ore 12.00 – (Gazzettino) È il socio in affari ma soprattutto è l’amico fidatissimo del presidente Roberto Bonetto. E se raramente lo si vede sotto i riflettori, il suo ruolo è fondamentale all’interno del Padova. Stiamo parlando di Moreno Beccaro, ufficialmente consigliere nel cda biancoscudato, in realtà anima del club insieme al patron. Per di più sempre pronto a fare il tifo in tribuna insieme al figlio Luca. «Con Roberto ci conosciamo dal 1978. Avevamo amici in comune e lavoravamo come agenti di commercio per la stessa azienda di abbigliamento sportivo di Lecco. Poi abbiamo deciso di mettere insieme le forze, siamo diventati commercianti dopodiché imprenditori con una serie di attività diversificate nelle nostre società fino a creare la Thema Italia una ventina d’anni fa. Ci confrontiamo tre volte al giorno per parlare dei nostri affari e del Padova, tra di noi c’è un rapporto che va al di là del business: ci lega una grande amicizia, le nostre famiglie sono cresciute insieme. Il calcio è un piacere, in prima linea ci sono Roberto e il figlio Edoardo, ma tutto ciò che viene fatto è concertato di comune accordo». […]
Ore 11.50 – (Gazzettino) Ancora prove tecniche di 4-3-3 ieri all’Appiani per i biancoscudati in vista della sfida in programma domenica alla 14.30 al Mapei Stadium con la Reggiana. Pur con la promozione ormai acquisita Bisoli ha torchiato i giocatori, tenendo alta la concentrazione durante gli esercizi tattici: in particolare sono stati provati alcuni movimenti in fase propositiva, e anche nella fase di non possesso. Con la casacca la presunta formazione titolare: difesa con Salviato, Ravanelli, Cappelletti e Zambataro; a centrocampo Mazzocco, Serena e Belingheri; in attacco il tridente formato da Sarno e Candido sulle corsie laterali a piedi invertiti, in modo che possano entrare dentro il campo per andare eventualmente al tiro, e Guidone punta centrale. Senza casacca, disposti sempre con lo stesso modulo, Fabris, Russo, Trevisan, Zivkov, Mandorlini, Pinzi, Bellemo, Cisco (si è alternato con Piovanello), Capello e Lanini. […]
Ore 11.40 – (Gazzettino) Per l’inizio del campionato tutto dovrà essere pronto. Ho già dato disposizione affinché venga predisposto rapidamente un progetto dell’intervento». Sempre riguardo ‘Euganeo, a palazzo Moroni si sta ancora attendendo da Roma un segnale sul finanziamento da due milioni di euro legato al bando statale per il recupero delle periferie. Soldi che potrebbero far decollare il progetto del Nuovo Euganeo. L’intervento dovrebbe essere realizzato a stralci. Il primo, realizzabile in 4-5 mesi, prevede la copertura e la chiusura dei lati della curva sud, lo spostamento del campo, sempre verso la curva sud, l’eliminazione della pista di atletica e la realizzazione di una quinta mobile che, di fatto, dividerà il campo da gioco dalla curva nord e da una parte delle tribune. Così organizzato, il nuovo stadio dovrebbe avere una capienza di 23mila posti. In occasione di concerti, invece, la capienza salirebbe a 40mila persone. […]
Ore 11.30 – (Gazzettino) Un nuovo impianto di videosorveglianza, che dovrà essere pronto in tempi rapidi: entro e non oltre l’inizio del prossimo campionato di serie B. Ad annunciare l’intervento è stato in consiglio comunale il vicesindaco Arturo Lorenzoni durante la presentazione della Variazione al documento unico di programmazione e al Bilancio di previsione 2018-2020. A fornire qualche dettaglio in più ha provveduto l’assessore allo sport Diego Bonavina: «L’attuale sistema è decisamente obsoleto. Le telecamere in funzione allo stadio sono da 8 megapixel. Attualmente quelle utilizzate negli stadi moderni arrivano a 12 megapixel. Di conseguenza, è necessario dotarsi di strumenti adatti a garantire la sicurezza all’interno dell’impianto». L’operazione dovrebbe richiedere un investimento di circa 150mila euro. «Quello che è certo è che sarà una corsa contro il tempo.
Ore 11.00 – Biancoscudati in campo all’Appiani per la rifinitura a porte chiuse.
Ore 10.30 – Queste le dichiarazioni di Pierpaolo Bisoli alla vigilia di Reggiana-Padova: “Abbiamo fatto ottimi allenamenti, per noi questa partita è importantissima. Qualcuno ha un po’ staccato mentalmente, ma verrà sostituito adeguatamente. Non ci saranno Contessa, Pulzetti e Marcandella. Poi magari dovrò valutare Trevisan, domani giocherà Merelli e vediamo chi mi dimostrerà di essere sul pezzo nel modo migliore. È chiaro che avremo anche la Supercoppa, ma quelle sono due partite un po’ diverse. Dobbiamo rispettare il pubblico che ci viene a seguire. Rimane una grande gioia vissuta lunedì per festeggiare con i tifosi, i giornalisti e con tutto lo staff, quando un professionista fa questo è il massimo. Quando dico una cosa ho sempre cercato di mantenerla. Dicevo sempre il 2 maggio, ma in realtà era il 6 maggio. Il mio futuro? Il futuro è domani, poi a bocce ferme decideremo tutto. Ieri ci siamo trovati dal vicepresidente per festeggiare, abbiamo condiviso gioie e dolori. Ieri non abbiamo parlato di futuro. Ho guardato Venezia – Palermo, nel primo tempo aveva dominato il Venezia in lungo e in largo con un modo di giocare molto simile a quello che vorrei fare io. Madonna? Mi piacerebbe magari farlo giocare in supercoppa, perché lo vedo molto avanti, ma bisognerà valutare insieme a lui cosa sia meglio fare. Lui è un ragazzo splendido, che ci è sempre stato vicino e se lo meriterebbe. La promozione? È la quarta fra i professionisti, ma io ho vinto anche un altro campionato col Porretta Terme nei dilettanti. La cosa che mi fa piacere è aver dimostrato di saper vincere anche lontano da Cesena”.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Tante volte non ti rendi conto di quello che stai raggiungendo, ma quando sei lì, ad un passo, capisci che ce l’hai fatta e per me è stato come vivere un sogno ad occhi aperti». […] «Da quando sono rientrato dall’infortunio di settembre, in tre mesi ho visto il campo soltanto una volta a Gubbio. È stata dura, un periodo molto complicato, ma ho sempre fatto in modo di potermi guadagnare una chance e fortunatamente il mio momento è arrivato».Bisoli nell’ultima gara l’ha lanciata anche da trequartista. Se l’aspettava?«Tra i professionisti non ci avevo mai giocato, l’avevo fatto l’ultima volta negli Allievi del Montebelluna. Il mister mi ha detto che c’era bisogno della mia corsa e di attaccare gli spazi in profondità. Ho cercato di farlo, ma ho rimediato un’ammonizione ingenua e all’intervallo sono stato sostituito per non rischiare».Ora che sta giocando con continuità, pensa di poter restare anche il prossimo anno?«È quello che voglio, il mio sogno è arrivare a giocare nelle categorie più alte possibili. La società farà le sue valutazioni, ma io credo di potermi giocare le carte anche in Serie B». […]
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Mi sento legato in maniera viscerale a questa maglia, sono qui da quattro anni e Padova per me è come una seconda casa. La società mi ha sempre trattato benissimo e i tifosi mi sono stati vicino in ogni momento. È un traguardo che dedico alla mia famiglia, alla mia ragazza ed al mio procuratore».Più bella la prima vittoria o l’ultima? «Non saprei scegliere tra le due, sono state entrambe emozioni forti. L’anno della Serie D l’ho vissuto al 100%, ho giocato sempre, in questa stagione sono stato meno impiegato, ma quando ho avuto l’occasione, non me la sono fatta scappare».Di sicuro la prima promozione l’avete conquistata con la vittoria sul campo, mentre per la seconda avete dovuto aspettare 24 ore e palpitare davanti alla tv. Com’è stato?«L’abbiamo vissuta in modo diverso, ero convinto fosse più bello festeggiare in campo, ma anche trovandoci a guardare la tv tutti assieme, devo dire che è stata un’emozione unica.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Se la promozione del Padova, la seconda nelle ultime 4 stagioni, rappresenta una delle pagine più significative della storia del club, c’è un giocatore che, in questa storia, ci è entrato di diritto a piè pari. Davide Mazzocco, ad appena 22 anni, è riuscito a conquistare due traguardi così importanti con la maglia biancoscudata, come avevano fatto soltanto altri 8 giocatori, in 107 anni, prima di lui. E lo ha fatto stabilendo, a modo suo, un primato. L’ultimo dei reduci dalla trionfale stagione in Serie D, infatti, proprio nella partita di Fermo di domenica scorsa ha raggiunto quota 100 presenze con la maglia del Padova. Record su record, soddisfazione su soddisfazione, per un giocatore che ha visto il mondo capovolgersi nel giro di un mese. […] «Sono al settimo cielo sia a livello personale che ovviamente per il trionfo della squadra», sorride Davide prima dell’allenamento all’Appiani.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Sono soltanto altri otto, oltre a Davide Mazzocco, i giocatori nella storia del Padova ad aver conquistato due promozioni con la maglia biancoscudata. E sono nomi molto noti. Negli ’40-50 Gastone Zanon ed il fermano Elvio Matè, ricordato domenica scorsa allo stadio “Recchioni”. Negli anni 80 Franco Pezzato, Fabrizio De Poli, Cornelio Donati ed Emilio Da Re. Infine Nando Ruffini ha centrato la B nell’87 e la A nel ’94, mentre Massimiliano Rosa, oltre alla promozione di Cremona era in squadra (ma fu ceduto a dicembre) l’anno della vittoria in C/2 nel 2000/01.