Ore 20.00 – (Il Piccolo) Come se non bastasse il momento difficile e una rincorsa ai play-off diventata problematica, sulla Triestina è arrivata anche la mazzata del giudice sportivo.Alla squalifica prevista di una giornata per Luca Pizzul (giunto alla quinta ammonizione), si è aggiunta infatti una punizione pesante per Mirco Petrella, che per l’espulsione rimediata domenica scorsa (aveva fermato un avversario lanciato in contropiede) si è visto affibbiare ben due giornate di squalifica.La motivazione è quella di «aver colpito un avversario al basso ventre costringendolo ad abbandonare la gara». In pratica Petrella deve sperare che la Triestina arrivi ai play-off, altrimenti il suo campionato sarebbe già finito, visto che salterà sia la trasferta di Salò che l’ultima partita in casa contro la Sambenedettese. Ai marchigiani, tra l’altro, mancherà sicuramente Ceka, anch’esso squalificato per due giornate. La prima emergenza, comunque, è per la sfida con la FeralpiSalò (già designato l’arbitro, sarà Guida di Salerno).L’assenza di Pizzul non potrà essere compensata con il sostituto naturale, ovvero Grillo, che fino alla scorsa settimana si allenava ancora a parte e probabilmente non riuscirà a recuperare. Le alternative comunque non mancano: si potrebbe postare Troiani a sinistra inserendo Libutti a destra, oppure utilizzare quel Maesano visto nel finale di gara contro il Fano, o ancora utilizzare sulla corsia sinistra Lambrughi o Aquaro che quel ruolo l’hanno già fatto. […]
Ore 19.30 – (Il Piccolo) Dopo la vittoria dell’Albinoleffe sulla Reggiana nel posticipo di lunedì sera, il patatrac alabardato innescato dalla sconfitta con il Fano è completo: al momento la Triestina è infatti fuori dai play-off, all’undicesimo posto, scavalcata proprio dai bergamaschi.I sogni di gloria del settimo posto per il momento sembrano dunque riposti nel cassetto, ma attenzione perché non solo sul piano matematico sono ancora possibili, anzi, con due vittorie nelle rimanenti due partite, avrebbero perfino una buona percentuale di riuscita. Con due successi infatti, quindi andando a vincere a Salò contro la Feralpi e poi in casa con la Sambenedettese, la Triestina scavalcherebbe sicuramente la stessa Feralpi e anche il Pordenone, per il semplice fatto che entrambe giocheranno ancora una sola partita (e con i neroverdi di Rossitto gli alabardati sono in vantaggio negli scontri diretti). A quel punto, se Renate e Albinoleffe non vinceranno entrambi i rispettivi impegni, la Triestina si ritroverebbe addirittura al settimo posto. Anche se il Renate facesse 4 punti raggiungendo quota 48, a parità di punteggio gli alabardati sarebbero infatti in vantaggio negli scontri diretti anche con i brianzoli. In alternativa, per operare comunque altri sorpassi (e sempre vincendo due partite), ci sono anche delle possibilità più remote, ovvero che il Mestre non faccia più di un punto nelle ultime due partite o che il Bassano perda a Vicenza.Certo, vista la brutta prova dell’Unione di domenica scorsa, due vittorie sembrano attualmente un lontano miraggio, ma i continui saliscendi di rendimento di questo campionato non escludono nessun exploit, sia in alto che in basso. Ma è ovvio che l’obiettivo più immediato resta al momento quello di entrare almeno nella top ten. Paradossalmente, l’ipotesi dei due successi in due partite, oltre a portare con buone probabilità al settimo posto, allo stesso tempo è anche l’unico percorso che dà l’assoluta certezza dei play-off. […]
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Ripartire al meglio in vista del rush finale. Dopo il rientro sul campo di ieri pomeriggio, è Alessandro Favaro a raccontare le sensazioni nello spogliatoio del Mestre alla vigilia di queste due settimane decisive, al termine delle quali sarà chiaro lo scenario futuro per il Mestre. Il primo scoglio da superare sarà domenica prossima, quel Santarcangelo contro il quale gli arancioneri non avranno vita facile, come spiega l’estremo difensore. «Sarà una partita difficilissima, perché tutte le squadre che sono in lotta per la salvezza nelle ultime partite danno tutto quello che hanno sapendo di giocarsi la categoria. In più, sono queste le squadre contro le quali abbiamo fatto più fatica, dovremo stare molto attenti perché sarà una delle partite più ostiche dell’anno». Ma il Mestre è pronto a dare battaglia. «Noi arriviamo carichi, perché abbiamo tanta voglia di continuare a stupire e provare a giocarci le nostre carte per guardare in alto e stare nel gruppone di squadre nella zona alta della classifica. Il nostro obiettivo è raggiungere il quarto posto, perché saltare una partita permette di preparare con più tempo la successiva, avendo la possibilità di curare tutti i particolari. Sappiamo che questo è un ragionamento che fanno anche tutte le altre squadre, ma noi dobbiamo fare il massimo con la serenità che ci contraddistingue da sempre». Perché viene da chiedersi se, a settembre, qualcuno avrebbe mai pensato che l’obiettivo del Mestre a due giornate dalla fine sarebbe stato il quarto posto. «Siamo andati oltre ogni aspettativa, e anche se onestamente nessuno lo poteva sapere noi ci abbiamo sempre creduto. Tutti quelli che hanno accettato questa sfida speravano in una salvezza, visto che le incognite erano molte, ma non ci siamo mai posti limiti e appena abbiamo raggiunto l’obiettivo ne abbiamo gettato un altro più avanti, perché è questo che ti spinge a migliorarti ogni giorno». […]
Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) […] Che dopo la rotonda vittoria sulla Sambenedettese il presidente Mauro Lovisa si sia chiaramente espresso sulla volontà di prolungamento riguardante Emanuele Berrettoni e Michele De Agostini, ma non si sia riferito al tecnico Fabio Rossitto, è un dato di fatto. Aver superato largamente la seconda in classifica nel confronto diretto, mostrando un quadro generale dalle tinte più luminose di quelle che s’intravedevano fino a poche settimane prima, non ha spinto la proprietà a esprimersi sul mister. Permarrebbe, dunque, l’idea che l’allenatore di Polcenigo possa essere un traghettatore. Ci sono contatti con suoi colleghi: per lui il futuro neroverde appare incerto. Non conta ricordare come circolasse un filo di sgomento per la paura di non salvarsi quando, a 30 punti contro i 27 del Gubbio, i ramarri erano momentaneamente in svantaggio in quel confronto. Si sa che è poi finito diversamente, vincendo in rimonta, com’è una realtà il livello espressivo raggiunto dall’insieme e sciorinato nella prova più recente. Per certe logiche domenica sarebbe forse stato preferibile l’1-0, piuttosto. I nomi che circolano non sono stranieri, ma quanto meno esotici. L’erba del vicino è più verde, così come da fuori arrivano predestinati, meritevoli di serie A. Rossitto non forza la mano anche se la piazza lo appoggia. Va ricordato che la sua firma attuale vale sino a fine giugno e questa parentesi rinfresca il suo nome spendibile sul mercato. Conterà vincere l’ultima in casa contro il Renate, intanto, prolungando l’interesse neroverde. C’è da gustarsi il gran finale, frutto del percorso positivo intrapreso. Un nuovo socio che rilevi una quota minoritaria, nell’ordine del 35%. È l’ipotesi che starebbe emergendo per il club neroverde, ora costituito da Mauro Lovisa (92%), Maurizio Orenti (5%) e Giampaolo Zuzzi (3%). Gli indizi porterebbero a un imprenditore di riferimento nel commercio del settore edile, con l’attività in città. La compagine societaria gode di buona reputazione, i risultati sono sotto gli occhi di tutti, la vetrina del settore giovanile è tirata a lucido: i motivi d’interesse non mancano.
Ore 18.00 – (Messaggero Veneto) Poche le ore di sonno, molta la felicità: «Vincere a Padova è il sogno di tanti. Io ce l’ho fatta ed è una soddisfazione immensa». Giorgio Zamuner è emozionato. Il direttore generale è riuscito al secondo tentativo a portare i biancoscudati in serie B. Un successo nato a Pordenone, nel 2015, quando il presidente del club cittadino diede all’allora procuratore l’opportunità di occuparsi del mercato dei ramarri: «Queste sono le intuizioni di Mauro Lovisa – afferma il dg -. Se non ci fosse stato lui, forse non avrei mai fatto questo lavoro. Gli sono grato. Ora lo aspetto tra i cadetti: i neroverdi possono andare lontano nei playoff».Frutti del lavoro. Il Padova già l’anno scorso disputò un gran campionato: arrivò a quota 67 punti al terzo posto in compagnia del Pordenone. Tuttavia rovinò l’opera nella post-season, uscendo al primo turno con l’Albinoleffe. «Un torneo che è stato sottovalutato – spiega Zamuner -. Gettammo le basi per costruire ciò che poi abbiamo fatto quest’anno. È stata una stagione super: adesso festeggiamo e poi penseremo al futuro. Bisoli penso che sarà nuovamente il nostro tecnico, il resto lo vedremo». In rosa anche gli ex Pordenone Trevisan e Mandorlini. Proprio quest’ultimo è stato uno dei tanti giocatori portati dall’allora consulente di mercato dei ramarri. «Il successo col Padova – continua il dg – è frutto anche del lavoro svolto al De Marchi, dove sono stato benissimo». […] Ramarri possibili protagonisti della post-season, dunque. «Sì, ne sono convinto – afferma il dg -. Il potenziale è da grande squadra. Per me era la favorita con noi e la Reggiana per il salto in B. Sarà durissima per tutti trovare di fronte i neroverdi». […]
Ore 17.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Piove sul bagnato. In casa biancorossa le difficoltà e i problemi si sprecano, ma le brutte notizie non mancano mai e a confermarlo c’è la conferma della notizia appresa ieri che Federico Giraudo, giovane terzino di scuola granata in prestito a Vicenza, a Ravenna si è procurato la frattura della mano destra. L’infortunio è avvenuto verso la metà del primo tempo nel corso di uno scontro di gioco: Giraudo ha proseguito fino ad un quarto d’ora dal termine del match nonostante il forte dolore. Ieri la società granata ha preso atto dell’infortunio del giovane terzino sinistro e nelle prossime ore deciderà dove farlo operare. Considerati i tempi di recupero stimati in circa quaranta giorni, il campionato di Giraudo può dirsi praticamente concluso anche perché è scontato che il Torino non acconsenta di rischiare il giocatore prima della completa guarigione. L’infortunio di Giraudo dopo la sconfitta di Ravenna aggrava una situazione che vede il Vicenza ad un passo dai playout con la tenue speranza di poterli giocare classificandosi al penultimo posto ed avere così i vantaggi che la miglior posizione concede. Perché, è cosa nota e ripetuta negli ultimi giorni, il risultato del campo andrà ad influire in maniera determinante nell’asta che è fissata per dopo domani alle 12. Chi presenterà un’offerta non avendo la certezza che il Vicenza mantenga la categoria? E’ questa la domanda che ci si pone in queste ore, con la possibilità che l’asta vada deserta che cresce di ora in ora. […]
Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Summit Tacopina-Brugnaro a Ca’ Farsetti, in vista i primi concreti progressi sul nuovo stadio? Ieri mattina il presidente del Venezia, Joe Tacopina, con il dg Dante Scibilia e il membro del cda Alessandro Vasta, ha varcato gli uffici del sindaco Luigi Brugnaro per reciproci aggiornamenti sull’avanzamento del progetto per la costruzione a Tessera del nuovo impianto calcistico. Un faccia a faccia dai contenuti manco a dirlo riservati, dopo che il primo cittadino la settimana scorsa a margine della presentazione della nuova linea ferroviaria (che collegherà la stazione di Mestre all’aeroporto Marco Polo) aveva dichiarato: «Per poter chiudere questo progetto manca solo da definire dove sistemeremo la fermata nuovo stadio tra Dese e l’aeroporto. A che punto siamo? Stiamo lavorando, parleremo quando saremo pronti». Riservatezza in linea con quella di Tacopina, che a fine marzo non si era sbilanciato nell’aggiornare le scadenze fissate nei mesi scorsi, su tutte l’ingresso del Venezia nella nuova casa nella stagione 2019/20. […] Ieri, a due anni esatti dal 3-3 sul campo della Ripa La Fenadora che sanciva l’addio alla Serie D, anche Tacopina ha ribadito le ambizioni: «L’avvicinamento al match di venerdì lo sto vivendo come sempre, lavorando in ufficio, facendo incontri fuori, cercando di non pensarci troppo. Possiamo migliorare il quinto posto la fiducia dell’avvocato newyorkese ma dobbiamo vincere almeno 4 delle restanti 5 partite e con la squadra che abbiamo credo si possa raggiungere questo obiettivo». […]
Ore 16.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Almeno fino a questo momento Marcello Falzerano e Gianni Fabiano ben difficilmente hanno giocato contemporaneamente nell’undici di partenza nel Venezia di Filippo Inzaghi. Ma non è detto che questo non succeda già venerdì, quando al Penzo arriverà il Palermo, per un anticipo con i fiocchi che metterà di fronte due squadre della zona alta della classifica. Perché Inzaghi dovrà sostituire Marco Pinato, fuori causa almeno un mese per una lesione al menisco. E le opzioni sono essenzialmente due. La prima è Sergiu Suciu, la seconda è proprio Fabiano, per uno schieramento più offensivo. «Sono a disposizione del mister — spiega Fabiano — rispetto all’inizio sono riuscito a giocare di più. Ho sempre lavorato bene, ho sempre cercato di dare il massimo per arrivare a questo punto. Il mister probabilmente, ha voluto più vivacità e, ogni tanto, mi ha inserito anche a partita in corso, mentre in alcuni casi ho giocato sin dall’inizio del match. Con i campi meno pesanti rispetto all’inverno si possono sfruttare meglio le mie caratteristiche». […]
Ore 16.00 – (La Nuova Venezia) Venezia-Palermo non vale solo i playoff per gli uomini di Pippo Inzaghi, ma anche la Serie A e il risultato del Penzo potrebbe far emettere il primo verdetto stagionale. Se il Palermo non vince al Penzo, l’Empoli (in vantaggio negli scontri diretti con i siciliani e con il Parma) sarà infatti promosso ancora prima di scendere in campo sabato contro il Novara. Pinato ko. L’infortunio di Pinato comporterà la riconferma a centrocampo di Fabiano oppure il ritorno di Suciu, con Bruscagin ad agire sulla fascia destra e Garofalo a sinistra. Mille in prevendita. Prosegue, intanto, la prevendita per la partita di venerdì sera (ore 19). Ieri allenamento solo al mattino al Taliercio per Domizzi e compagni, mentre la prevendita viaggia verso quota mille. […]
Ore 15.30 – (La Nuova Venezia) Compagni in campo, avversari per fede calcistica. Emil Audero e Agostino Garofalo stanno cercando di pilotare il Venezia ai playoff in Serie B, ma nello stesso tempo osservano con partecipazione al rinnovato duello in testa alla Serie A tra Juventus e Napoli. Il portiere, cuore bianconero, è in prestito al Venezia dal club campione d’Italia, il terzino sinistro è nato a Torre Annunziata. «Tifoso del Napoli? Sono un ultras, uno da curva», replica senza mezzi termini Garofalo, «ci speravo nella rimonta, anche quando il Napoli è scivolato a -6. Perché? Il bel gioco paga sempre e il Napoli gioca meglio della Juventus». Lo scorso anno ha partecipato in prima persona all’ennesima corsa tricolore della squadra di Allegri giocando titolare a Bologna, a scudetto già conquistato. «Il Napoli è una squadra forte», ha aggiunto Emil Audero, «uno scontro diretto si può anche perdere, sulla classifica della Juventus pesano di più i punti non conquistati con la Spal e con il Crotone. Con 5 punti di margine a 4 giornate dalla fine la situazione sarebbe ampiamente sotto controllo». Un weekend, il prossimo, che potrebbe decidere le sorti del campionato. «Forza Inter», sbotta immediatamente Garofalo, «ma poi confido anche sulla Roma alla penultima giornata». Juventus impegnata a Milano contro la squadra di Spaletti, Napoli in campo al Franchi con la Fiorentina. Garofalo si aspetta il sorpasso. «Ovvio, ci spero davvero, il Napoli lo meriterebbe. Un fioretto in caso di tricolore? Un bel tuffo da Castel dell’Ovo, facendo attenzione a evitare gli scogli». […]
Ore 15.00 – (Mattino di Padova) […] Tolti i tre lungodegenti Siega, Iunco e Liviero, l’unico a svolgere un lavoro differenziato sotto le mura è Pelagatti, che anche ieri si è allenato a parte con il preparatore atletico Redigolo. C’è però ottimismo per un suo recupero in vista di sabato.Foggia scosso. A dispetto di un girone di ritorno esaltante, in casa Foggia l’aria non è serena. Nelle scorse ore sono apparse in città scritte contro il portiere Guarna, il cui errore è costato la vittoria nel derby con il Bari. Ma a turbare l’atmosfera sono soprattutto le indagini sui presunti pagamenti in nero (per un totale di 580 mila euro) effettuati dal club a diversi suoi tesserati. I rischi? Squalifica per loro, multa per il club e possibili punti di penalizzazione. Intanto, ieri la società è stata sanzionata per 8 mila euro dal giudice sportivo per il comportamento dei suoi tifosi, che hanno lanciato bottigliette in campo e acceso fumogeni nel derby.
Ore 14.10 – (Gazzettino) Un concentrato di spigolosità e passione che ha fatto subito breccia nel cuore dei tifosi, cristallizzando un’empatia genuina, quasi emozionale. Ma se questa strategia, sicuramente molto dispendiosa a livello atletico, nervoso ed emotivo, si è rivelata vincente il merito è anche e soprattutto dei giocatori. A cominciare da quel luogo inviolabile che è lo spogliatoio, i biancoscudati hanno saputo mettere da parte gli interessi individuali e creare le premesse di un successo collettivo costruito sulla fatica, il sudore, l’applicazione, la sofferenza, la disponibilità e anche su quel senso di appartenenza che il Padova, forte della sua gloriosa storia, ha il dovere di trasmettere ai propri tesserati. […] E poi ci sono i tifosi. Sia in casa che in trasferta non hanno mai fatto mancare il loro sostegno alla squadra, forti di un amore costruito nel tempo e che anche nei momenti difficili non si è mai scalfito. Hanno esultato di fronte ai successi, si sono rammaricati per qualche occasione persa, hanno fatto buon viso a cattivo gioco di fronte a prestazioni magari poco brillanti ma redditizie, fino a raccogliere con il pareggio di Fermo e la sconfitta della Reggiana i frutti di tanta passione. Ora la serie B. Un altro pianeta, un’altra dimensione, un altro calcio. Ma questo Padova ha le basi per volare sempre alto.
Ore 14.00 – (Gazzettino) Eccola, finalmente, la tanto agognata serie B. Con due giornate d’anticipo – ringraziando l’Albinoleffe per avere battuto lunedì sera la Reggiana – il Padova ha tagliato davanti alla televisione il traguardo della promozione e legittimato una superiorità che nel corso della stagione non è quasi mai stata in discussione. A parte infatti un avvio di campionato un po’ incerto, la truppa di Bisoli ha sempre guardato tutte le avversarie dall’alto in basso. Un dominio tecnico, fisico e psicologico che alla resa dei conti ha lasciato poco più che le briciole a tutte le squadre che di volta in volta hanno provato a spezzare l’egemonia del Padova, facendosi risucchiare dai propri limiti. L’arma vincente di questa annata da favola è stata senza ombra di dubbio la continuità di rendimento: senza mai picchi straordinari sul piano del gioco, ma esibendo su ogni campo pragmatismo, solidità, coraggio e forza d’animo, i biancoscudati hanno costruito una classifica inattaccabile, dimostrandosi anche più forti delle avversità. E qui si inserisce il grande lavoro di Bisoli, quasi martellante nel suo incedere da vero condottiero di un esercito pronto a tutto pur di vincere le battaglie e anche la guerra. L’abbiamo visto gridare, arrabbiarsi, saltare di gioia, scherzare, rabbuiarsi, sorridere, polemizzare, creare nemici anche quando non ce n’erano, ma sempre trasmettendo positività e senza mai perdere di vista l’obiettivo finale: portare il Padova in serie B, costi quel che costi.
Ore 13.50 – (Gazzettino) Ma l’ho sempre detto: prima dei giocatori, ho grandi uomini. E sono convinto che ci sia una base importante da non disperdere anche in B, soprattutto per le qualità morali di sapere soffrire. Che dovranno essere trasmesse anche ai nuovi che arriveranno. Ora però godiamoci questa vittoria». […] Ieri sono arrivati a Padova anche i figli di Bisoli, Dimitri e Davide, con le rispettive fidanzate. «Due ragazzi splendidi che gioiscono e soffrono più di me. Dimitri dovrà poi andare via dato che gioca con il Brescia, mentre Davide si fermerà un paio di settimane: è infortunato e verrà al campo perché, al termine del lavoro con la squadra, lo allenerò io e sa già quello che gli aspetta». Non manca un flash sulla moglie. «L’altra sera è venuta a festeggiare con me, anche se non è mai stata a vedere una partita quest’anno perché non vuole soffrire. Lo so che è dura vivere al mio fianco, e la ringrazio per sopportarmi». «Domenica dopo la partita con la Reggiana lascio due giorni di riposo, e rientro a Padova con la moto. Poi devo trovare un santuario per fare il fioretto insieme al mio staff. Mi hanno detto che c’è a Teolo, e che si raggiunge dopo qualche chilometro di salita».
Ore 13.40 – (Gazzettino) C’era stata anche tensione nei miei confronti (Bisoli era stato beccato dai suoi ex tifosi, ndr) e i ragazzi hanno disputato la partita perfetta, quella che ogni allenatore si immagina di giocare». Quando si è svegliato ieri mattina cosa ha provato? «In realtà ho dormito poco, già di mio non dormo molto. Se lunedì al risveglio non vedevo l’ora che arrivassero le 22.30 per sapere il risultato del posticipo, questa mattina (ieri, ndr) la sensazione è di avere fatto una grande cosa, e l’abbiamo fatta tutti insieme: società, giocatori, staff tecnico, medici, magazzinieri, tifosi e giornalisti. Anche se ancora non si assapora bene ciò che abbiamo fatto, ce ne renderemo conto tra qualche giorno e quando vedremo il calendario del prossimo campionato su Sky». Poi aggiunge: «Se abbiamo vinto è anche merito dei ragazzi che hanno giocato meno, ci hanno permesso di allenarci sempre con grande intensità. Penso a Russo, che è stato molto importante: pur non giocando molto ha fatto la sua parte sul campo, e in allenamento era il primo a trascinare i compagni. È il gruppo vincente, e il Padova lo ha.
Ore 13.30 – (Gazzettino) […] Bisoli abita nello stesso stabile di Roberto Bonetto. «Non mi era mai capitato di andare a vivere nello stesso palazzo del presidente, è senz’altro una cosa singolare. Abbiamo comunque orari diversi, per cui in tutto l’anno ci siamo incrociati quattro volte. E gli ho sempre detto: presidente stia tranquillo che ci arriviamo in serie B. Il 6 maggio o qualche giornata prima, ma ci arriviamo. Glielo avevo detto anche subito dopo la sconfitta 3-0 alla prima giornata con il Renate. Lui e Beccaro, insieme ai rispettivi figli, erano affranti: tranquilli – dissi loro – perchè vinciamo il campionato. È lì che ho capito di avere un grande gruppo, si trattava solo di oliare i meccanismi. E poi era dieci anni che non facevo la serie C vincendola a Cesena, spero che questa sia stata l’ultima volta che la faccio. È sempre difficile vincere». «La sconfitta con il Renate mi ha fatto capire che nel campionato di C conta dare la mentalità vincente e mettere a posto la squadra in campo, mentre dal successo nel derby di ritorno con il Vicenza ho capito che eravamo pronti per vincere il campionato.
Ore 13.00 – Qui Appiani: grigliata a base di carne brasiliana per i Biancoscudati con le famiglie.
Ore 12.40 – Qui Appiani: termina l’allenamento.
Ore 12.20 – Qui Appiani: partitella ad alta intensità.
Ore 12.00 – Qui Appiani: lavoro col pallone, prove tecniche di 4-3-3.
Ore 11.40 – Qui Appiani: lavoro atletico. A parte Contessa, Pulzetti e Marcandella.
Ore 11.20 – Qui Appiani: breve discorso tra mister Bisoli e la squadra.
Ore 11.00 – Qui Appiani: Biancoscudati in campo per l’allenamento, accolti dagli applausi dei circa 70 tifosi presenti.
Ore 10.40 – (Mattino di Padova) In attesa di capire quali saranno le mosse di Bonetto, e quale peso avrà sulle strategie future il socio franco-armeno Joseph Oughourlian, il Padova dovrà gestire attentamente la campagna abbonamenti per la Serie B, con una “politica” dei prezzi il più possibile intelligente e proficua. Le 3.555 tessere sottoscritte quest’anno dovranno essere incrementate, con l’obiettivo non impossibile di staccarne un altro migliaio, tenendo conto oltretutto del fatto che si giocheranno 21 incontri all’Euganeo, più di quelli in C. Diciamo che tra abbonati e biglietti la speranza è di arrivare ad incassare 800 mila euro, una cifra non impossibile. Alla voce “entrate” andranno poi aggiunti gli introiti legati alle sponsorizzazioni, e qui dipenderà molto da come si muoveranno l’ufficio marketing e l’area comerciale, ma è innegabile che il Padova in B sia un prodotto molto più appetibile di adesso. […]
Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Quanto vale la promozione in Serie B, a livello economico? E le ricadute sulle attività commerciali, bar, ristoranti e pizzerie, e sul fronte culturale e turistico per la città? Il giorno dopo l’ufficialità del ritorno del Padova tra i cadetti è inevitabile cominciare a fare un po’ di conti per capire su quali risorse sicure potrà contare la società biancoscudata e a quanto dovrebbe ammontare l’indotto legato alle partite che si giocheranno all’Euganeo, con le tifoserie delle 21 avversarie dei biancoscudati che seguiranno le proprie squadre in trasferta. Euro più, euro meno, Bonetto e soci riceveranno dalla Lega B per la stagione 2018/19 poco meno di 4 milioni e mezzo. Essendo, però, una neo-promossa, di quei soldi dovranno lasciarne giù un quarto – circa 1 milione – per assicurare il cosiddetto “paracadute” ai club retrocessi in Serie C, “paracadute” quantificabile in 700-800 mila euro per ognuno. Di solito, la Lega eroga questo denaro in tre o più tranche nell’arco della stagione, per cui il Padova avrà la certezza di poter contare su oltre 3 milioni per allestire la squadra che disputerà il prossimo torneo. […]
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) In quale Euganeo giocherà il Padova la serie B appena conquistata? Per rispondere a questa domanda vanno considerate diverse variabili e almeno due progetti contrapposti. Da una parte c’è la società, che ha un suo “sogno” di nuovo stadio accompagnato dal “Padovanello”, cioè la realizzazione di 5-7 campi da gioco, per il calcio a 11 e anche per il calcio a 8, una foresteria, un centro di Medicina dello Sport, una palestra e un centro benessere. Dall’altra parte il Comune che aspetta una risposta dal Coni sul “Bando periferie”: potrebbero arrivare 2 milioni di euro per avvicinare il campo da gioco alla curva sud, eliminando la pista d’atletica.Il progetto Oughourlian. Con l’arrivo del nuovo socio franco-armeno Joseph Marie Oughourlian ha ripreso forza l’idea di uno stadio nuovo da 22 mila posti realizzato direttamente dalla società. Il sindaco Giordani e l’assessore allo sport Diego Bonavina si erano detti interessati ma avevano dato due mesi di tempo al Padova per avere un disegno concreto. I due mesi scadono la prossima settimana. Giordani però aveva specificato che non gli sarebbe stato possibile concedere un metro quadro di superficie commerciale in più. In quell’area sono previsti: 25 mila metri quadri di superficie lorda di area commerciale (nessun supermercato, solo negozi), 24 mila metri cubi di area alberghiera, 18 mila cubi di area residenziale (circa 36 appartamenti). Costo previsto per il nuovo Euganeo: 25 milioni. Una spesa che anche per il presidente Roberto Bonetto, che ne ha parlato ieri in televisione, appare non di facile sostenibilità. […]
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) A quel punto cominceremo a programmare la stagione».Quanto peso potrà avere il socio Joseph Oughourlian?«Sarà a Padova per l’ultima di campionato il 6 maggio. È entusiasta, è rimasto impressionato dalla piazza ed è attratto dalla città. Sono convinto che potremo fare delle cose importanti insieme. Vogliamo allargare i nostri orizzonti, internazionalizzarci, e lui può essere la figura che può farci fare questo salto».Cosa serve per progredire anche in serie cadetta?«Lavorare sulle strutture è una priorità. È allo studio di fattibilità il progetto di costruzione di 5-7 campi da calcio, con relativa foresteria e ristorante per creare una casa, di fianco allo stadio, per tutto il nostro settore giovanile e per la prima squadra. La crescita di una società passa attraverso il vivaio. E pensare che mi avevano accusato, di voler impoverire il settore giovanile. Inoltre avremo bisogno di ampliare la struttura organizzativa e il settore scouting. Proprio per questo il 10 maggio io, Edoardo e Zamuner saremo a Lens, dove la società è controllata da Oughourlian, per vedere che sinergia può nascere tra i due club». […] Che squadra sogna?«Voglio prendere ad esempio il Cittadella e avere un approccio umile. Arriviamo in B per imparare, valorizzare i giovani e fare un passo alla volta. Poi se dovese capitare l’occasione di ritrovarsi ai piani alti a giocarcela, magari a gennaio potremmo pensare di investire di più. Ma è prematuro fare questi discorsi».Ha fatto un fioretto per la promozione?«Ci pensavo da un po’, ho fatto il voto, e a luglio farò il Cammino di Santiago. Sono cento chilometri, dovrò preparami e sarà un bel percorso di riflessione».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Presidente Roberto Bonetto, quante ore è riuscito a dormire la scorsa notte? «Poche. Sono rientrato a casa alle 2 e mezza e mi sono messo in terrazza a fumare il mio sigaro toscano osservando le cupole di Santa Giustina. C’era una temperatura stupenda, un bel cielo, una splendida luna. Avevo bisogno di restare da solo per rispondere ai tanti messaggi e fare un flashback sulla stagione». Da dove parte il flashback? «Dalla presa in carico della maggioranza della società lo scorso maggio. Mi sono assunto una responsabilità pesante assieme al mio socio Beccaro. Ma non era una scommessa, non sono un giocatore d’azzardo. Però sono una persona che non molla mai e volevo fortemente questo obiettivo. Alla fine della scorsa stagione non ero soddisfatto di come era stata gestita l’annata e non eravamo in linea con determinate visioni. Non c’erano altre scelte, o andava avanti Bergamin o io. Ho continuato perché non potevo permettermi di lasciare le cose a metà. Avevamo detto di riportare il Padova in B e ce l’abbiamo fatta». Due promozioni in 4 stagioni, da quando avete rifondato il club, sono una rarità assoluta nel calcio padovano. Si sente di aver scritto la storia?«È una pietra miliare della mia vita professionale. Nel calcio basta fare le cose semplici. Seguendo tre punti fondamentali: competenza, onestà e attaccamento ai colori della città». […] La B è un punto di arrivo o di ripartenza?«Diciamo di ripartenza. Nel giro di due settimane sistemeremo la compagine azionaria, capiremo chi esce o chi entra.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) La “Via crucis” non è stata l’unica scena di ordinaria follia di una festa scatenata, iniziata vero le 23.30 quando giocatori e staff hanno raggiunto il Kofler, accolti da un migliaio di tifosi. Un bagno di folla, con i calciatori che si sono fermati a cantare e far foto assieme ai fans, prima di entrare nel locale. Dove non c’era posto per tutti e questo ha causato un po’ di malumore tra i tifosi, prima che la società, man mano che la folla si diradava, decidesse di aprire le porte del ristorante a tutti. E da lì sono iniziati i cori sopra il bancone, l’inno “Ma quando torno a Padova” cantato a squarciagola, il trenino in stile capodanno, guidato da un effervescente Zambataro. Qualcuno ha provato anche a rimanere lucido, come il capitano Nico Pulzetti, inneggiato da compagni e tifosi (i quali non hanno risparmiato cori per nessuno, da Bisoli a Sarno), che ha preso il microfono del locale per ringraziare tutti: «Grazie ai tifosi che ci sono sempre stati vicini, ma soprattutto a questo spogliatoio che ha fatto la differenza quest’anno. Non è una frase fatta, in 14 stagioni da professionista non avevo mai trovato un gruppo del genere. È stato un onore giocare e condividere il campo tutti i giorni con questi compagni».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Nel delirio totale e incontrollato della festa promozione andata in scena lunedì notte al ristorante Kofler di via Bronzetti, c’è stato spazio anche per una metafora. Ovviamente casuale, improvvisata e assolutamente involontaria per gli stessi “euforici” protagonisti. A un certo punto di una serata dal discreto tasso alcolico, Michele Russo, uno dei più scatenati, a petto nudo da almeno tre ore, trova una vasca di legno piena di ghiaccio e decide di immergersi. Al suo fianco una decina di tifosi piegati dalle risate, mentre il difensore resta quasi inerme dentro la vasca, prima che i sostenitori decidano di tirarlo su, prenderlo in spalla, consegnargli una bandiera in mano, e portarlo in “processione” per tutto il locale. Sì, è proprio il caso di dire “processione”, visto che il lento cammino dei tifosi che innalzano Russo è accompagnato dal canto “Io credo, risorgerò”. E allora vediamola come la metafora del club biancoscudato, sprofondato nel 2014 fino ad arrivare alla radiazione dal professionismo, ma subito preso in spalle dai suoi tifosi e dalla nuova proprietà, che l’hanno riportato velocemente dove era stato abbandonato.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il Padova riprenderà ad allenarsi questa mattina alle 10.30 allo stadio Appiani. E l’occasione, visto il giorno festivo, potrebbe trasformarsi in un nuovo bagno di folla con i tifosi dopo la grande festa di lunedì notte. Bisoli dovrà iniziare a preparare la gara di domenica prossima contro la Reggiana al Mapei Stadium, mentre i tifosi che hanno già iniziato a organizzare la trasferta. Sebbene la sfida sia ormai ininfluente dal punto di vista della classifica, almeno per il Padova, è ipotizzabile una buona affluenza di padovani, con la prevendita che è già partita sul circuito Listicket. Quindi, per la sfida successiva, l’ultima di campionato in casa contro il Gubbio il 6 maggio, la società sta pensando di organizzare una nuova festa all’Euganeo. […]