Ore 20.30 – (Il Piccolo) […] Questa la spiegazione di Tommaso Coletti sulla brutta sconfitta dell’Unione contro i marchigiani: «Sicuramente non è stata una bella giornata, però credo che fino a quando non abbiamo perso il lume della ragione e abbiamo avuto equilibrio, non avevamo subito un tiro in porta. A un certo punto della gara, invece, per cercare di vincerla a tutti i costi ci siamo sbilanciati, abbiamo preso gol su errore nostro e sinceramente gli ultimi 20 minuti sono stati un po’ confusionari». Detto questo, il centrocampista alabardato non molla la presa: «Certo, è stata una brutta partita e la sconfitta brucia, ma sono abituato a vedere sempre il lato positivo delle cose: ci siamo impegnati fino alla fine e l’obiettivo resta alla portata. Ora dovremo lavorare il doppio del solito perché evidentemente così non basta. Ora è facile scaricarsi dalle responsabilità, invece è il momento di prendersele e di cercare di ricompattarsi, ci sono altre 2 partite per raggiungere l’obiettivo». Sulla ricetta per riuscirci, Coletti non ha dubbi: «Domenica prossima bisogna andare a Salò e fare la guerra, questa è la realtà. L’esempio ci viene proprio da Germinale del Fano, un grande giocatore che litiga con tutta la difesa avversaria, fa battaglia e fa reparto da solo. Ecco, dobbiamo cercare di fare così anche noi, contro la Feralpi bisogna andare su ogni palla e finire stremati». […]
Ore 20.00 – (Il Piccolo) Nelle Marche sei mesi fa la peggior Triestina della gestione Sannino, al Rocco domenica l’Unione più sbiadita della conduzione Princivalli. Due sconfitte (un quarto di quelle complessive subite finora) maturate contro una squadra che ha occupato per l’intero campionato le ultime posizioni della graduatoria. C’è un filo comune che lega queste due sconfitte. È l’incapacità di questo gruppo (il vizio si è visto anche con altre avversarie di rango non eccelso) di approcciare le gare nelle quali c’è da giocare con la clava e non con il fioretto. E di comune c’è che nè i giocatori (anche quelli arrivati a gennaio) nè lo staff, nè la società sono riusciti a modificare questa “naturale” e pericolosa predisposizione. L’ultima sconfitta quindi ha una valenza diversa perché ha il sapore di una sentenza che bisognerà per forza correggere nel futuro. Non solo, ma la prestazione di domenica e il conseguente risultato rischiano di pregiudicare sul piano dell’obiettivo play-off una stagione comunque positiva. La mentalità vincente che giustamente piace ai vertici alabardati non si costruisce in qualche mese. Ma le sconfitte con Fano, o Teramo o i pareggi con il Santarcangelo non aiutano. «Chi non ha la mentalità giusta non fa bene al gruppo» ha dichiarato Princivalli a fine partita lasciando trasparire la sensazione che non tutti siano al massimo della concentrazione. Del resto l’obiettivo minimo (quello di una salvezza senza patemi) è stato raggiunto, i giocatori che hanno un contratto forse si sentono appagati, quelli che non sono sicuri del loro futuro magari sono distratti da altro. E invece la partita non è chiusa. […]
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) […] L’attenzione degli arancioneri è ben focalizzata sulla prossima gara in programma contro il Santarcangelo, dove oltre a punti pesanti in chiave classifica potrebbe inoltre arrivare l’aritmetica certezza dei playoff. «Questa partita sarà per noi uno scoglio importante da oltrepassare nella strada che porta ai playoff – spiega Alberto Spagnoli – dobbiamo finire al meglio la stagione per arrivare con entusiasmo ai playoff, cercando di agguantare il quarto posto in classifica che ci permetterebbe di preparare con più tempo la prima sfida con tutti i vantaggi, morali e fisici, che questo comporta. Sarebbe davvero fantastico raggiungere questo traguardo, che ci ricompenserebbe al meglio di tutto ciò che abbiamo fatto fino ad oggi». […] «Sappiamo che sarà una partita molto difficile, perché oltre al loro tipo di gioco inciderà il fatto che loro cercheranno punti chiave in ottica salvezza. Chi si trova in queste situazioni ha una cattiveria diversa, ma non non saremo da meno perché la nostra voglia di vincere è tanta». E infatti, buttando l’occhio un po’ più in avanti, ci sono degli imprevedibili playoff alla porta. «Se guardiamo come siamo andati contro le grandi del campionato, possiamo davvero pensare di arrivare fino in fondo. Dovremo dare tutto senza alcun pensiero al futuro perché in caso di sconfitta non c’è domani, e siamo consci che grazie alle nostre qualità e alla nostra voglia possiamo chiudere al meglio l’anno. Sarebbe la risposta migliore a tutti coloro che, a dicembre, chiedevano cambiamenti e dubitavano che potessimo salvarci».
Ore 18.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Mauro Zironelli, sempre lui. L’allenatore vicentino, al centro di diverse polemiche nelle ultime settimane, catalizza l’attenzione a Mestre e dintorni. E anche stavolta di mezzo i «rumor» di mercato a coinvolgerlo. Secondo informazioni recenti, il Verona lo ha fatto visionare in tre diverse occasioni. Comunque è chiaro che, qualsiasi sia il risultato finale della stagione, le strade fra il club di Maurizio Setti e Fabio Pecchia si separeranno. È per questo che, nel caso in cui l’Hellas retroceda in Serie B, una delle idee più forti sul taccuino porti proprio a Mestre, dove Zironelli sta guidando una squadra con i budget fra i più bassi della Serie C a un risultato straordinario. Nonostante il turno di riposo appena andato in archivio, il Mestre rimane sesto in classifica nel girone B, con ottime possibilità di chiudere la «regular season» in una posizione davvero lusinghiera. […]
Ore 18.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) […] «Almeno il pareggio col Gubbio dovevamo portarlo a casa — sottolinea il difensore Nicola Pasini — Fa rabbia aver perso in questo modo, le occasioni le abbiamo avute e dovevamo essere più lucidi. Nei primi 20 minuti siamo partiti forte, poi siamo un po’ calati. Dovevamo far meglio e ci dispiace non aver ottenuto punti importanti che potevano far diventare la classifica ancor più bella di quanto non lo sia in questo momento». Il Vicenza è dietro l’angolo, l’obiettivo comune è sempre lo stesso. «Lottiamo per obiettivi diversi — chiarisce Pasini — ma entrambe abbiamo bisogno dei tre punti. Sarà una gara tosta, noi daremo il massimo». Un concetto condiviso anche da Cristian Andreoni, uno dei giocatori più in forma di questo spicchio di stagione. «Quella che si giocherà al “Menti” domenica — evidenzia — sarà una partita molto difficile e ci dobbiamo arrivare con la testa giusta. Dobbiamo cercare di imporre il nostro gioco, dando il massimo, poi quello che sarà lo vedremo. Dobbiamo cercare di conquistare tre punti importanti per la nostra classifica. Il Vicenza è in un momento difficile, ma le partite bisogna vincerle sul campo e, in queste giornate finali, tutto può succedere, in un senso o nell’altro». […]
Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il ritmo basso del campionato permette di guardare in alto (a oggi la FeralpiSalò e il Mestre sono distanti solo un punto, il Bassano due e il Sudtirol quattro), ma la marcia che il Pordenone ha tenuto fino a oggi non consente di rimanere tranquilli in vista della post season. Rossitto però ha tra le mani un diktat assoluto: deve vincere l’ultima partita contro il Renate. Deve farlo per due motivi. Primo: per superare il diretto avversario di giornata o mantenere le distanze. Secondo: per prevenire i ritorni delle rivali che inseguono. I pericoli arrivano dalla Triestina, dal Ravenna ma anche dall’Albinoleffe. La situazione è intricata, e in un certo senso rischia di essere utile anche numericamente la goleada inflitta domenica alla Sambenedettese. Oggi la classifica è questa: il Pordenone è ottavo, il Renate nono a meno uno e la Triestina decima a pari punti con il Ravenna, a tre lunghezze dai neroverdi. Tutte le altre squadre però hanno una partita in meno, che recupereranno domenica. Potenzialmente, quindi, si potrebbe arrivare all’ultima giornata con il Renate a +2 sul Pordenone e la coppia Triestina-Ravenna a pari punti con i ramarri. Ecco perché una vittoria sui nerazzurri della Brianza negli ultimi 90 minuti (la gara è in programma al Bottecchia) significherebbe avere praticamente due piedi nei playoff. Se dovessero vincere anche i romagnoli e i rossoalabardati, infatti, il terzetto completato del Pordenone staccherebbe proprio il Renate, escludendolo dagli spareggi e mettendosi al sicuro in blocco. […]
Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La prima volta di un ramarro così bello. Perché era già successo di segnare una quaterna di reti in una sola partita e sempre allo stadio Bottecchia. Come pure di finire gare senza prendere gol. Tutti e due i fattori messi assieme, però, mai si erano verificati prima. Quanto conterà a livello di traguardo finale si potrà sapere soltanto fra un paio di domeniche. Intanto, questa penultima tappa casalinga ha palesato di cosa sia capace il Pordenone. Ha ragione il presidente Mauro Lovisa a combattere fra soddisfazione e rammarico. Che però i neroverdi non abbiano mai fornito prima una prestazione e un risultato del genere (4-0) è solo l’effetto, non la causa. La motivazione coinvolge vari aspetti, dalla condizione dei giocatori all’impostazione della squadra, dalla tenuta atletica alla propulsione motivazionale. Come pure non comporta che, fattala una volta, ci siano gli ingredienti affinché si ripeta. Per esempio: si è visto quanto conti Berrettoni, ma si è dimostrato d’altro canto di essere fin troppo Berre-dipendenti. […]
Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) Ci sono vittorie e vittorie. Quella di domenica, per il Pordenone, può essere valsa la svolta. La squadra di Rossitto, stendendo la Samb con quattro gol, si è ritrovata candidandosi a un finale di stagione da protagonista. I playoff non sono certi ma, al di là dei risultati che usciranno dalla prossima giornata (in cui i ramarri riposano), basterà battere il Renate per approdare agli spareggi e poter dire la propria in un nuovo torneo in cui i valori vengono azzerati. Bisogna essere fiduciosi? Sì, perché il gruppo ha dato risposte positive sotto tanti punti di vista e, soprattutto, ha recuperato il valore aggiunto, quell’Emanuele Berrettoni che quando accende la lampadina può incidere come nessun altro.Fattore. Dopo il 90′ di domenica scorsa la domanda era soprattutto: che Pordenone sarebbe stato con un “Berre” così? Sicuramente la squadra avrebbe almeno 5-6 punti in più. Magari non sarebbe arrivati ai livelli delle due stagioni precedenti, ma di certo sarebbe già ai playoff. Il fantasista, l’anno scorso, ha messo a segno 11 gol e servito 12 assist, giocando 30 gare: durante questo campionato è riuscito a partire titolare solo sette volte. Un giocatore come lui è troppo importante per lo sviluppo della manovra offensiva. In una gara difficile da sbloccare, con la Samb arroccata per mantenere lo 0-0, il numero dieci si è inventato due magie e Zammarini ha dovuto soltanto spingere il pallone in porta. Adesso Berrettoni, dopo una serie di problemi fisici che sembrava infinita, sta bene: se mantiene questo stato di forma ai playoff il Pordenone può andare lontano o, perlomeno, non risultare una semplice comparsa.Non solo lui. In settimana il giocatore e il presidente Mauro Lovisa si troveranno per discutere del rinnovo. Si andrà avanti ancora un anno: sembra che serva mettere soltanto nero su bianco. […]
Ore 15.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) A due turni dal termine del campionato di Serie C la sconfitta subita a Ravenna ha, di fatto, quasi condannato il Vicenza a disputare i play out per non perdere la categoria. Il quasi è d’obbligo perché nel calcio spesso i pronostici vengono ribaltati, ma i risultati domenica scorsa di Fano e Gubbio che hanno vinto rispettivamente a Trieste e a Bassano hanno complicato una situazione già tutta in salita. Il ritorno di Franco Lerda sulla panchina del Vicenza non ha portato miglioramenti anzi il contesto è peggiorato: in cinque partite il tecnico di Fossano non ha mai vinto, centrando solo tre miseri pareggi. Il Vicenza, fanalino di coda del girone B, ha parecchi problemi. Una condizione atletica precaria, senza un’idea di gioco e soprattutto senza quell’«animus pugnandi» che, in casi come questo, è fondamentale per venire fuori dai guai. La tifoseria, più arrabbiata che delusa, a Ravenna ha chiesto la testa di Lerda, ma il tecnico invece è stato confermato fino al termine della stagione. Serve di conseguenza una svolta per una squadra che ha vinto l’ultima gara a Fano a metà febbraio con Nicola Zanini in panchina e al «Menti» non festeggia i tre punti dal 5 novembre scorso. […]
Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «L’attuale quinto posto? Battiamo il Palermo e proiettiamoci ancora più alto». Esorta il Venezia a pensare sempre un po’ più in grande Maurizio Domizzi, baluardo e trascinatore del team che col 3-1 di Novara ha agganciato a 57 punti Bari e Perugia, ma sopravanzandoli in virtù degli scontri diretti. E adesso davanti a quota 63 punti si intravede proprio quel Palermo che venerdì alle 19 salirà al Penzo. «Ora ci saranno due correnti di pensiero prevede Domizzi la prima che indicherà come prioritario il mantenere l’attuale cuscinetto di sei punti sul nono posto del Foggia, la seconda invece che ci spingerà a guardare più su. Io non ho dubbi e sposo in pieno quest’ultima, perché disputare i playoff da ottavi con l’obbligo magari di dover andare a vincere a Bari o Perugia non è certo il massimo come prospettiva. La posizione al termine della regular season conta molto, arrivare almeno sesti sarebbe davvero importante». Dal primo giorno Domizzi ha battuto molto sul tasto della convinzione. Una mentalità vincente che non abbandona pensando al Palermo. «Una vittoria potrebbe aprirci scenari interessanti, sarà difficile, tuttavia abbiamo i punti in classifica e le capacità per osare. Il Palermo è tra le squadre più forti e attrezzate, però siamo lì, in casa nel ritorno abbiamo fatto benissimo e possiamo giocarcela con le nostre caratteristiche e il nostro calcio che ci ha portato fino a qui». […]
Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) A guardare la classifica il pensiero stupendo sorge spontaneo. Sì, il Venezia può davvero sognare. Se batte il Palermo venerdì a quel punto nessun traguardo può essere precluso, neppure la promozione diretta. Anche perché, è giusto riconoscerlo, è arrivata pure la vittoria in trasferta, quella che mancava da quasi sei mesi, a timbrare il definitivo salto di qualità. A Novara è stata ottenuta con le unghie e con i denti, rimontando lo svantaggio iniziale e grazie a una prestazione tutta cuore e testa. E adesso ci potrebbe essere un ulteriore step, soprattutto se al «Penzo» dovesse arrivare un successo contro l’ex presidente Maurizio Zamparini. «Vincere a Novara ci ha dato una bella spinta — ammette il capitano Maurizio Domizzi — abbiamo conquistato sette punti in tre partite e adesso la classifica è davvero bella. Dobbiamo mantenere questo cuscinetto, vogliamo incrementare qualche posizione in classifica e arrivare almeno al sesto posto».
Ore 13.30 – (La Nuova Venezia) Disco rosso per Marco Pinato: il centrocampista del Venezia, costretto a uscire sabato pomeriggio all’inizio della partita di Novara, ha riportato un trauma al ginocchio destro. Gli accertamenti, a cui Pinato si è sottoposto in mattinata, hanno confermato la lesione al menisco mediale, sarà necessario l’intervento in artroscopia che verrà effettuato nei prossimi giorni. Il centrocampista di scuola Milan potrebbe rientrare in caso di raggiungimento dei playoff da parte del Venezia. La squadra di Inzaghi si gode intanto il quinto posto in classifica e ha iniziato a preparare il big-match di venerdì sera (ore 19) al Penzo contro il Palermo di Bruno Tedino. «Per metterci al sicuro nella rincorsa ai playoff era fondamentale ritornare a vincere in trasferta» sottolinea Maurizio Domizzi, «e non solo perché un successo fuori casa ci mancava da tanto tempo. Ci siamo andati vicini in più occasioni, finalmente a Novara siamo riusciti a conquistare i tre punti. Alla fine abbiamo reso tutto facile, ma così non è stato: lo svantaggio un po’ rocambolesco, il gran caldo, il terreno sintetico. Siamo stati bravi».Il pareggio del Bari a Foggia e la sconfitta casalinga del Perugia contro la Ternana hanno permesso al Venezia di operare l’aggancio a quota 57 e di sopravanzare gli avversari grazie agli scontri diretti favorevoli. «L’ultimo turno ci ha permesso di portare a 6 i punti di vantaggio sul nono posto» aggiunge il capitano, «non male, siamo dentro ai playoff e vogliamo rimanerci, ma bisogna cercare di conquistare più punti possibile nelle ultime cinque partite. E’ giusto guardarci indietro e puntare innanzitutto a raggiungere la matematica anche per i playoff, però dobbiamo tenere in considerazione anche il fatto di chiudere la regular season il più in alto possibile. Se dovessimo battere il Palermo, ci porteremo a tre punti dalla squadra di Tedino. Non sarebbe comunque male poterci giocare il primo turno dei playoff con il vantaggio del fattore campo». […]
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Doveva essere la domenica dei colpacci. Soprattutto per il Campodarsego, obbligato a bissare il successo di Este per restare incollato alla Virtus Vecomp, sperando magari nel clamoroso sorpasso. E pure per gli atestini, che ad Arzignano si giocavano speranze importanti in chiave podio, ridimensionate invece dal pareggio con i giallazzurri. Invece, al “Gabbiano” è arrivata una sconfitta a dir poco inaspettata col Tamai (1-2 il risultato finale) che ha regalato il primo match point alla corazzata veronese, pronta a staccare il pass per la Serie C già domenica prossima, quando a Montorio arriverà la Liventina. «Da quanto siamo andati sotto in classifica è subentrata un po’ di tensione», ammette il capitano del “Campo” Grasjan Aliù. «D’altra parte, quando insegui, se pareggi o perdi sei fuori dai giochi e la Virtus ha fatto il resto, vincendo le ultime sei. A questo punto sembra difficile che, nelle ultime due giornate, lvada a gettare alle ortiche cinque punti di vantaggio». Con il Tamai il Campo ha disputato comunque una buona gara: «Non abbiamo fatto male», prosegue l’attaccante. «Il Tamai era la tipica squadra ermetica e fastidiosa, ma noi stavamo comunque facendo la nostra partita, tant’è che gli avversari non hanno quasi mai tirato in porta. Tuttavia, forse ci siamo fatti prendere dal nervosismo, complice un arbitraggio alquanto discutibile». A questo punto della stagione, viene da chiedersi quale sia stata la vera differenza tra Campodarsego e Vecomp, visto che i biancorossi di mister Fonti, almeno sulla carta, erano i veri favoriti alla promozione: «Abbiamo perso punti importanti con Noale, Tamai e negli scontri diretti. Fosse arrivato il successo in quello di ritorno, fra l’altro stradominato, ora staremmo parlando d’altro». […]
Ore 12.00 – (Gazzettino) Cinque gare che possono valere l’intera stagione, a cominciare dallo scontro diretto di sabato al Tombolato con il Foggia. Rinfrancato nel morale e nella classifica grazie al ritorno al successo nella trasferta con la Salernitana, tutte le attenzioni del Cittadella sono già rivolte alla super sfida con i pugliesi che inaugura il rush finale in ottica play off. «Non dico che è determinante, ma è una partita importantissima – sottolinea il direttore generale Stefano Marchetti – perché affrontiamo la formazione più in forma del momento insieme al Parma. Stroppa è un allenatore propositivo che fa giocare bene la squadra. Ed è un Foggia completamente diverso da quella che abbiamo affrontato all’andata dato che nel mercato di gennaio si è rinforzato molto. Ha giocatori tecnici e rapidi, supportati in questo momento da grande entusiasmo. Per cui sarà un test molto difficile, e anche stimolante: è bello giocare partite che hanno questo fascino». Il Cittadella ha un vantaggio di quattro lunghezze in classifica, ma il diggì assicura: niente calcoli. «Non siamo capaci di farli, dobbiamo giocare sempre con la nostra filosofia improntata all’intensità del gioco e alla mentalità. Ma anche se fossimo capaci di fare calcoli, non li faremmo perché in queste ultime cinque partite bisogna cercare di vincere e fare più punti possibile per assicurarsi i play off, e affrontarli in una posizione di vantaggio. L’anno scorso nell’ultima partita con l’Entella siamo passati da avere una posizione straordinaria negli spareggi a giocarci una partita secca con il Carpi. Quindi niente calcoli, ma solo cercare di accelerare il più possibile». Giunti quasi al termine di una stagione molto dispendiosa, cosa può fare la differenza? «La fame. Queste cinque partite non saranno magari le più importanti nella storia del Cittadella, ma ci giochiamo tutti qualcosa di straordinario. Manca poco al traguardo, non è lontano, ma sono le partite più difficili perché tutte le squadre si giocano qualcosa».
Ore 11.30 – (Mattino di Padova) La prima doppietta granata? È arrivata con il piede sbagliato. Tra le curiosità legate al ritorno alla vittoria del Cittadella, con il convincente 3-1 rifilato alla Salernitana, c’è anche questa: Andrea Schenetti, assoluto mattatore dell’incontro, è andato in gol due volte con il sinistro. Ma lei non è ambidestro, giusto? «No, io sono destro e basta, però si vede che non sono così scarso neanche con il mancino», ride l’eclettico centrocampista scuola Milan. «È capitato che per due volte la palla buona arrivasse su quel piede e io ho calciato. E comunque non è la mia prima doppietta in assoluto, per quanto non sia così frequente: l’ultima volta che avevo segnato due gol in una partita risale a 5 anni fa, nel Sorrento». In tutto ora sono 5 reti in stagione. «E non è un record neanche questo, anche se con la maglia granata al massimo ero arrivato a 4, nell’anno della promozione dalla Lega Pro».Per una volta non dica che è uguale essere impiegato da mezzala o da trequartista e lo confessi: giocare in una posizione più avanzata ha i suoi vantaggi. «Sicuramente sei più vicino alla porta e quindi è anche più facile andare al tiro, questo sì. I gol sono una diretta conseguenza».Dediche particolari? «Alla mia famiglia, alle persone che mi vogliono bene. E poi a noi, perché non vincevamo da 7 partite ed era importante tornare a farlo, sia per la classifica che per il morale». […]
Ore 11.00 – (Gazzettino) Ho sempre detto che il mio gruppo non l’avrei cambiato con nessun altro dei tre gironi di serie C: prima dei giocatori, sapevo di avere dei grandi uomini». […] Intanto la festa alla Guizza prosegue alla grande, arrivano anche i tifosi. I giocatori sono scatenati più che mai. «Vincere il campionato così è un’altra emozione – afferma Bindi – È indescrivibile, ho solo voglia di andare in piazza e condividerla con la città». Ecco Guidone: «La promozione in serie B era la cosa più importante e ce la siamo meritata. Domenica al pareggio della Fermana ci sono rimasto male, però va bene vincere anche così». Un flash anche di Cappelletti. «Non ho parole, è bellissimo. Pensavo che sarebbe stato più bello vincere sul campo, ma mi devo ricredere: è uno spettacolo. È un anno da ricordare, dato che diventerò anche papà».
Ore 10.50 – (Gazzettino) Non sta nella pelle anche il direttore generale Giorgio Zamuner, al suo primo trionfo nei panni di dirigente: «La società e la famiglia Bonetto hanno messo a disposizione dell’allenatore la migliore formazione possibile. I ragazzi sono state encomiabili, hanno fatto una grandissima prestazione anche a Fermo e meritavano la gratificazione direttamente sul campo». Il tecnico Bisoli si aggrega alla comitiva qualche minuto più tardi, e al suo arrivo viene portato in trionfo dai giocatori. «Sono stato con mia moglie, non ho guardato la partita. È una vittoria strameritata e ce la meritiamo tutti. Sapevamo di essere una grande squadra, dovevamo solo aspettare. Dopo la sconfitta 3-0 all’esordio con il Renate avevo detto al presidente che avremo vinto il campionato, queste sono le soddisfazioni più belle.
Ore 10.40 – (Gazzettino) È un tripudio biancoscudato quello che al triplice fischio scoppia al ristorante del centro sportivo Memo Geremia alla Guizza dove stato maggiore del club e giocatori hanno assistito al posticipo davanti al megaschermo. Il tutto tra gavettoni, magliette celebrative con la scritta Back to the B e un variopinto repertorio di cori: Tanto già lo so che l’anno prossimo gioco di sabato! Chi non salta un reggiano è! E se ne va, la capolista se ne va! C’è solo un presidente! E a proposito del patron Roberto Bonetto è visibilmente commosso: «È una cosa meravigliosa, il coronamento di un sogno. Siamo tornati nel campionato che conta veramente, davvero meraviglioso».
Ore 10.30 – (Gazzettino) Quella maturata ieri sera è la dodicesima promozione del Padova in 108 anni di storia e la terza nell’ultimo decennio. Per una curiosa coincidenza, la società biancoscudata, con riferimento alla categoria raggiunta, ha attuato a pieno la regola della par condicio, conquistando quattro volte la serie A (la prima nella stagione 1931-32), quattro la terza serie con le sue varie denominazioni C1, Prima divisione o C unificata, e altrettante la serie B. Su quest’ultimo fronte, così, Pierpaolo Bisoli entra nella storia dopo l’ungherese Guglielmo Wilheim – primo posto in serie C nel torneo 1936-37 dopo il quale iniziò l’epoca d’oro legata la presidente Bruno Pollazzi il compianto Bruno Giorgi, con il Padova secondo alle spalle della Triestina nel campionato 1982-83, Adriano Buffoni (secondo posto nella stagione 1986-87 dietro al Piacenza) e di Carlo Sabatini, in panchina nella storica finale play off a Busto Arsizio con la Pro Patria nel 2009. Per la sesta volta, inoltre, il salto di categoria è stato ottenuto vincendo il proprio campionato o girone: nel 1948 quello di serie B, undici anni prima quello di C, nel 1981, con allenatore Mario Caciagli e nel 2001 sotto la gestione di Franco Varrella quello di C2 e nel 2015 con il primato in serie D agli ordini di Carmine Parlato. […]
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Presidente e vice inneggiano al d.g. Giorgio Zamuner, anch’egli commosso: «Meritavamo di festeggiare già a Fermo per tutto quello che abbiamo fatto, è meraviglioso». I giocatori, intanto, sono completamente impazziti di gioia. Volano in aria spumante e fette di torta, Cappelletti sale sopra il tetto di un furgoncino e sventola una bandiera. Il capitano Pulzetti prova a contenersi, ma anche lui è pazzo di gioia: «Ho amato questa città e questo gruppo fin dal primo momento, è un giorno che non dimenticherò mai». E nel bel mezzo della festa fa capolino mister Pierpaolo Bisoli, che aveva seguito la gara da solo con il suo staff. I giocatori lo accolgono in trionfo, lo prendono in braccio e lo fanno volare in aria. Bonetto raggiunge Il suo allenatore, lo abbraccia e gli passa al telefono il socio Joseph Oughourlian per le congratulazioni: «Dopo la sconfitta iniziale contro il Renate, avevo detto a Bonetto che avremmo vinto il campionato», rivela il tecnico. «Una gioia enorme, ho avuto la fortuna di allenare un gruppo di grandi uomini». […]
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Cori da stadio, trombette ed urla di gioia. Il delirio biancoscudato esplode alle ore 22.23, al quartier generale del Centro Geremia alla Guizza dove si sono radunati i giocatori, i dirigenti e la proprietà per assistere tutti assieme ad Albinoleffe-Reggiana. […] Edoardo Bonetto stringe forte suo padre. Il presidente non riesce a trattenere le lacrime: «Meraviglioso, non so che dire», prima che l’emozione prenda il sopravvento e gli provochi anche un piccolo malore. Una volta ripresosi, Roberto Bonetto si gode il trionfo: «Abbiamo scritto la storia, una soddisfazione enorme. Grazie a tutti, e un “sassolone” me lo voglio anche togliere dalla scarpa. Mi hanno dato del presuntuoso, ma ci ho sempre creduto e ce l’abbiamo fatta». Incontenibile la gioia del figlio Edoardo: «È il giorno più bello della mia vita. Lo dedico a mio padre, che se lo merita tutto e ha deciso lui di fare questo grande sforzo e proseguire da solo lo scorso giugno».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Quindi, finalmente, il tramonto e la partita fra bergamaschi ed emiliani.I giocatori e i dirigenti si sono ritrovati assieme alla Guizza. Bonetto, cercando di depistare tutti con l’annuncio di volersi chiudere in casa con il figlio Edoardo a guardare da soli il match per scaramanzia, si è aggregato, invece, alla squadra, seguito dai soci Beccaro e Salot e dal d.g. Zamuner . Bisoli e il suo staff hanno visto la partita a casa.Tra loro si sono ritrovati vari gruppi di tifosi, per assistere alla gara, con la Tribuna Fattori alla “Favelas” di Rubano e un nutrito gruppo di sostenitori dei club a Cadoneghe. Dopo la lunga notte di festeggiamenti, al Kofler, da oggi si inizierà a programmare la celebrazione collettiva davanti alla città. E poi il 6 maggio, all’Euganeo con il Gubbio, la kermesse finale. Bravo Padova, te la sei meritata!
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Le 24 ore più lunghe, alienanti e tese della storia biancoscudata sono cominciate con un boccone di piadina amarissimo, inghiottito in un chiosco poco fuori dall’uscita autostradale di Cesena nella tarda serata di domenica. Qualche dirigente del Padova, infatti, si è fermato lì, di ritorno dallo stadio “Recchioni”, per iniziare a smaltire la delusione del pareggio di Fermo prima di tornare a casa. Dopo poche ore di sonno è iniziata una giornata calda, anche climaticamente, con un occhio sempre rivolto all’orologio e la sveglia puntata alle 20.30, orario d’inizio di Albinoleffe-Reggiana.Giocatori e staff tecnico, in giornata libera, hanno provato ad ingannare attesa e tensione lasciando la città. Qualcuno si è fatto un giro per le calli di Venezia, altri, compreso il team manager Marcelo Mateos, hanno approfittato di un sole da inizio estate per prendere un po’ di tintarella sul litorale di Sottomarina, mentre c’è chi è rimasto in famiglia.Anche Bisoli ha scelto di salire in auto e partire, ma questa non è una novità. […]
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il Padova è in Serie B. Promozione matematica, certificata e sicura, che niente e nessuno può più togliere alla squadra di Bisoli, anche se l’anomalìa è che il salto di categoria è diventato tale il giorno dopo il pareggio di Fermo e grazie al risultato negativo della Reggiana, l’unica avversaria che, per via dell’aritmetica, avrebbe potuto insidiare i biancoscudati nella loro corsa verso il traguardo finale. Si torna tra i cadetti con due giornate di anticipo rispetto alla conclusione del campionato di Serie C, e prima della sfida diretta con i granata emiliani, in programma domenica prossima in casa loro. Una gara che non ha più alcun senso ai fini della corsa al vertice nel girone B, perché il Padova ha 8 punti di vantaggio sulla stessa Reggiana, terza, e 7 sulla Sambenedettese, seconda, e non può più essere raggiunto da nessuna delle due. […]
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Due date, due momenti opposti: 15 luglio 2014, 23 aprile 2018. Prima il buio, la notte fonda, la sparizione dal calcio professionistico. Poi la resurrezione, la luce, la gioia e il premio a chi ha saputo costruire come mai si era visto a queste latitudini. Quattro anni dopo, il Padova torna da dov’era venuto: è serie B, è matematica, è finalmente gioia allo stato puro. Alle 22.24 di lunedì 23 aprile 2018, arriva la certezza tanto attesa, la squadra, l’allenatore e i giocatori, tutto lo staff sono riuniti alla Guizza. Tentano di tenerlo segreto, ma in realtà le voci corrono e i giornalisti li raggiungono. Il coro è quello più scontato: «Ce ne andiamo, ce ne andiamo in Serie B». Pochi minuti prima il presidente Roberto Bonetto, tesissimo e scaramantico fino in fondo, aveva respinto i primi assalti dei cronisti: «Lasciatemi guardare la partita, ci sentiamo alla fine!». Poi, una volta terminata Albinoleffe-Reggiana, il numero uno di viale Rocco libera la gioia alla Guizza, dove si è ritrovata la squadra per festeggiare la promozione: «Sono troppo felice, non so cosa dire, è una gioia incredibile. È il risultato del lavoro di tutti, di tutto quello che abbiamo fatto per tanto tempo, di questa cavalcata. Speravamo di festeggiare ieri, ma adesso non conta più nulla». Raggiante anche il direttore sportivo Giorgio Zamuner: «Avremmo meritato di festeggiare domenica pomeriggio – urla di gioia il dg – ma alla fine ce l’abbiamo fatta e siamo in Serie B. questa è la cosa più importante». Scatta il coro, ancora una volta, quando l’orologio segna le 22.33: «Ce l’abbiamo fatta, ce l’abbiamo fatta – si sbraccia il vicepresidente Edoardo Bonetto –. Dedico la vittoria a mio padre, che ha avuto la tenacia di andare avanti quando avremmo potuto mollare tutto. E questa è la gioia più bella, il giorno più bello della mia vita». […] Alla fine quello che conta è l’essere arrivati sin qui. È qui la festa. Dopo l’ultimo urlo del 21 giugno 2009, con il blitz di Busto Arsizio griffato Totò Di Nardo che ora non è più solo. Nove anni dopo ecco un’altra promozione. Diversa, meno improvvisata, più ragionata, costruita con pazienza, mattone dopo mattone, fino all’urlo finale. Griffata Pierpaolo Bisoli, che dopo la tripla cavalcata di Cesena aggiunge un altro mattone a una carriera che parla da sé. Obiettivo raggiunto, con gioco e carattere. Un carattere da B.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Vincere senza giocare. Una sensazione inedita, nuova e mai provata dal popolo biancoscudato, che ieri sera ha (finalmente) potuto liberare un urlo strozzato in gola per un intero campionato, godendosi il ritorno in serie B. La festa, quanto mai incerta, è iniziata alle 22.25, quando la gara Albinoleffe-Reggiana è terminata sul risultato di 1-0, che ha di fatto reso incolmabile il gap di punti tra il Padova e gli emiliani. Come una volta, c’è chi ha scelto di trascorrere il lunedì sera attaccato alle radioline, chi in casa davanti al computer, chi per scaramanzia non ha voluto guardare il match, chi, sciarpa ben nascosta, ha cercato uno schermo sintonizzato in uno dei bar del centro o della provincia dove facevano vedere la gara in diretta da Bergamo. […] Intanto la squadra, che aveva l’ordine di non festeggiare e che ha guardato la partita alla Club House della Guizza, ha deciso, insieme a mister Bisoli e alla famiglia Bonetto, di recarsi per un brindisi in un locale rimasto segreto fino all’ultimo. Alla fine, per quanto alla spicciolata, sono arrivati tutti, tifosi e giocatori, al Kofler di via Bronzetti: calici in alto e urla ancor più alte sino a notte tarda, con addosso la maglietta creata per l’occasione: lettera B a caratteri cubitali. Una promozione così val bene una festa. Poco importa se guadagnata in poltrona.