Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Due settimane in cui scoprire il proprio futuro. I prossimi 15 giorni saranno fondamentali per il Mestre, che sul campo dovrà disputare le ultime due gare di campionato con l’obiettivo di agganciare il quarto posto in attesa della conferenza stampa in cui la società presenterà i dettagli del progetto per la Città dello Sport di Mestre, che si terrà entro il 10 maggio. Due fattori che appartengono a campi diversi, ma che pesano entrambi sul divenire del progetto Mestre: con il quarto posto infatti la truppa di Mauro Zironelli guadagnerebbe il diritto ad accedere direttamente al secondo turno dei playoff, disputando in casa lo scontro diretto per accedere alle fasi nazionali contro la formazione col peggior piazzamento in classifica mentre la società riceverebbe i primi riscontri sul mastodontico progetto – dal costo complessivo compreso tra i 150 e i 200 milioni di euro – che potrebbe risolvere il problema maggiore che ha caratterizzato gli arancioneri dopo la loro rinascita, quella di trovare una nuova casa che possa sostituire l’inagibile stadio Baracca. […] Forte dell’entusiasmo derivato dai recenti risultati, il Mestre si appresta a disputare un secondo, imprevedibile campionato in cui le sorprese sono storicamente dietro l’angolo in cui sarà fondamentale l’apporto di ognuno dei giocatori della rosa. Ed i dati raccolti fino ad ora non possono che far ben sperare per questo, visto che gli arancioneri, contro le prime 10 forze del campionato, sono stati in grado di raccogliere 29 dei 46 punti conquistati ad oggi, senza contare la partita contro il Sudtirol che potrebbe rivelarsi uno scontro diretto per il miglior piazzamento in classifica. Saranno due settimane importanti, nelle quali la concentrazione, la determinazione e la voglia di superarsi faranno la differenza.
Ore 20.00 – (La Nuova Venezia) […] Zironelli, il Mestre è a un passo dal sogno playoff. «Fino alla fine delle partite di ieri non era ancora detto niente e immaginavo che qualche punto quelle dietro potevano rosicchiarcelo, ma adesso potremmo essere in ballo e balleremo. Tutto dipenderà dal risultato di oggi ma intanto ci teniamo a fare bene indipendentemente e vogliamo tenere la posizione che abbiamo. Pordenone, Ravenna, Triestina e Renate si sono rifatte sotto ma noi siamo avanti negli scontri diretti e domenica faremo una grande partita contro il Santarcangelo per chiudere il discorso. Battere il Santarcangelo e magari quella dopo vincere anche a Bolzano con il Sudtirol all’ultima giornata paradossalmente in caso di sconfitta di chi ci precede potrebbe farci accedere alla griglia come quarti. Ma adesso non voglio pensarci. Infine abbiamo anche recuperato Neto e Spagnoli e non è cosa da poco visti gli impegni che ci aspettano. Se poi penso che eravamo già salvi a febbraio cosa posso dire?». Sulla qualificazione ai playoff non nasconde la felicità anche Stefano Serena. «Abbiamo fatto un grandissimo campionato e questo risultato ripaga i ragazzi e tutto lo staff e la società e i tifosi. Eravamo partiti con l’idea della salvezza ma sapevo che questa squadra poteva riservare grandi colpi di scena. Ora potrebbe iniziare un campionato molto più importante e decisivo, potremmo arrivare settimi o quarti ma che nessuno ci svegli da questo sogno. Siamo in ballo e siamo contenti di ballare perché il destino è nelle nostre mani e vogliamo andare avanti il più possibile. Da qui alla fine ci toglieremo altre soddisfazioni».
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Arrivati sin qui m’importano solo i tre punti in palio – la carica di Joe Tacopina a Novara -. Ho delle aspettative molto alte perché sono stati investiti dei soldi e siamo tra le prime. Non mi basta essere in lotta per i playoff, li voglio raggiungere». […] Quello di venerdì sarà un derby per il ds arancioneroverde Leandro Rinaudo, cresciuto da difensore nel vivaio rosanero fino a giocare in Europa. «Il Palermo è una squadra di qualità tecnica e fisica, perfetta per la B. Ha avuto un calo come tutti, ma mister Tedino li fa esprimere con un bel calcio e loro al Penzo dovranno rischiare essendo costretti a vincere. Noi però abbiamo la giusta mentalità e ci arriviamo nelle condizioni giuste. I nostri tifosi stanno facendo tanto, ora però si decidono le sorti del Venezia e sarebbe importante averli davvero numerosissimi al nostro fianco». Grande fiducia quella di Rinaudo dopo il gran risultato di Novara. «La vittoria in trasferta di mancava, alcuni episodi non avevano girato a nostro favore, vedi anche Perugia dove meritavamo il successo. È una grande soddisfazione aver fatto tre punti in questo modo, in un ambiente incandescente sotto tutti i punti di vista. Non che ce ne fosse bisogno, ma a Novara i ragazzi hanno dimostrato che l’appagamento non sanno cosa sia». Le tante novità di formazione osate da Inzaghi sono state tutte ripagate. «Giocatori che non avevano continuità hanno confermato in campo di essere sempre sul pezzo, al fianco di un allenatore che è un trascinatore. Una prestazione di carattere nella quale abbiamo capitalizzato le occasioni, tutto ciò fa ben sperare. Vietato distrarsi o pensare di avercela fatta, occorre continuità fino alla fine, però il rischio di rilassarsi non c’è».
Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Per continuare a sognare oggi contava solo vincere! Grandi ragazzi!». Dopo le consuete analisi post partita Pippo Inzaghi si è lasciato andare su Instagram, esternando tutta la sua gioia per il colpaccio di Novara con l’hashtag #nonfermiamoci che in poche ore ha raccolto il mi piace di 15 mila fans. «Ai playoff ci abbiamo sempre puntato gli è scappato dopo il 3-1 del Piola e non vogliamo che quella del 18 maggio col Pescara sia l’ultima partita. Mi emoziona vedere questi ragazzi giocare, abbiamo vinto su un campo così difficile schierando titolari tre ragazzi, Modolo, Cernuto e Fabiano, che due anni fa facevano vincere al Venezia la Serie D. Stiamo facendo qualcosa d’incredibile, l’ho sempre detto ed ora è facile salire sul carro dei vincitori». Ritrovando la vittoria esterna dopo 5 mesi e mezzo gli arancioneroverdi hanno quasi blindato i playoff, ma per passare a Novara è servita una rimonta. «Siamo stati bravi, non era semplice, loro avevano fatto una grande prova a Bari e mi aspettavo una gara complicata prosegue Inzaghi . Siamo stati bravi noi a renderla più semplice del previsto anche se siamo andati sotto con una carambola, un tiro un po’ strano. Buona la reazione per finire il primo tempo sul pari, poi nel secondo sono uscite la grande personalità e voglia di questo gruppo». […]
Ore 18.00 – (La Nuova Venezia) Pensare che non avrebbe dovuto giocare. O meglio, nell’ampio turnover di sabato a Novara voluto del tecnico Filippo Inzaghi, Marcello Falzerano si era accomodato inizialmente in panchina. Magari sarebbe stato chiamato in causa cammin facendo, ma complice l’infortunio di Pinato dopo sette minuti, è entrato senza quasi scaldarsi. I primi minuti sono serviti a carburare poi il numero 23 ha tirato fuori un partitone, con tre assist vincenti, mettendo in luce anche le sue doti di scattista: chiedere a Del Fabro, lasciato sul posto piantato come un pilone nell’occasione del secondo gol veneziano. E il Venezia vola verso l’alta classifica.«Non ti aspetti mai di entrare a freddo» spiega Falzerano «ma la squadra è stata brava a rimontare una partita che si era messa male con quel tiro di Casarini. Non siamo partiti bene, perché il caldo si faceva sentire e poi pure il campo, sintetico, non era dei migliori. Sul quel campo il Novara è più abituato di noi e si è visto». […] Il Venezia di Novara dice chiaro e tondo a tutti che la squadra ha voglia di lottare fino alla fine per un posto nei playoff e dalla classifica attuale emerge come sia fattibile arrivare in una posizione che consentirebbe di giocare la gara secca di primo turno al “Penzo” con la settima o l’ottava. «Intanto dobbiamo raggiungere l’obiettivo playoff aritmeticamente» continua Falzerano «poi, una volta ottenuto, vedremo cosa succederà. A Novara è stato importante arrivare al successo, guardando i risultati degli altri. A essere sincero, mi aspettavo qualcosa in più da parte loro ma questo non toglie i meriti nostri, perché siamo stati bravi a fare una bella partita». […]
Ore 17.00 – (Mattino di Padova) Alessandro Salvi, tornate da Salerno con tre punti fondamentali ottenuti in un campo ostico e con un ambiente caldo… «Sicuramente. Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile soprattutto per l’ambiente, loro erano in un momento abbastanza positivo ma non entusiasmante e vincendo avrebbero potuto mettere un punto fermo sulla salvezza. Noi siamo stati bravi a muovere bene la palla, a dare ampiezza e a non lasciare punti di riferimento, soprattutto nel primo tempo i nostri avversari non ci hanno capito granchè. Forse da parte nostra c’è stato qualche errore che poteva riaprire la gara, ma penso che la vittoria sia meritata». Per lei ritorno in campo dopo l’infortunio e subito in gol. Non poteva esserci rientro migliore, nonostante il rigore sbagliato. «Sono molto contento, ringrazio il mister di avermi messo in campo perché non me l’aspettavo dopo che ero fermo da tre settimane, in più ho fatto gol e la soddisfazione è massima. Dispiace per il rigore sbagliato ma sono cose che capitano, se non l’avessi tirato non l’avrei sbagliato…. Questo è stato il mio quinto gol stagionale, magari ho più convinzione rispetto agli altri anni in cui si giocava con moduli diversi e nei quali si spingeva meno. Quest’anno sono propositivo ma penso che sia la testa a far tutto, non bastano i piedi: in passato non andavo praticamente mai a saltare in area e questo cambio di mentalità mi sta aiutando in fase realizzativa». […] Sabato arriva il Foggia, squadra in salute e che sta risalendo la china. «La partita sarà difficilissima, già quando l’avevamo incontrato all’andata, al di là della vittoria nostra, il Foggia aveva impressionato. Ha giocatori molto bravi individualmente ed è una compagine che gioca a calcio come noi , sarà una partita aperta. Giochiamo in casa dove quest’anno stiamo incontrando qualche difficoltà rispetto alle trasferte, ma è la partita che può darci un’ulteriore spinta: vincendo staccheremmo proprio i rossoneri e penso che sia la partita più importante degli ultimi mesi».
Ore 16.00 – (Il Piccolo) L’inattesa sconfitta interna lamentata dalla Triestina merita un’attenzione particolare, nell’ottica di veder salvaguardata la posizione play-off a 180 minuti dalla fine del campionato. La vittoria sul Padova e in parte il pareggio di Gubbio sembravano aver scacciato i fantasmi di Teramo. La gara di ieri ha rigettato squadra e ambiente nel dubbio. A cercare di dare una motivazione sulla prova offerta è Giuseppe Aquaro, il protagonista lo scorso campionato della rete valsa la C della Triestina e tornato titolare ieri in coppia con Lambrughi. «La responsabilità è un po’ di tutti, è giusto che l’allenatore si prenda la responsabilità ma io come giocatore non posso essere soddisfatto di questa prestazione. Vorrei chiedere scusa a tutto l’ambiente, soprattutto ai tifosi. Da parte di ognuno di noi, dobbiamo farci un esame di coscienza, pensare a quello che non abbiamo fatto stasera e continuare a lavorare».Cinque vittorie su sedici incontri al Rocco. Un bottino troppo misero per una piazza che ha fame di calcio nell’anno del centenario. Il Fano porta a casa tre punti con un tiro in porta. La Triestina ha fatto ancora meno.«Il Fano ha meritato la vittoria non per quello che ha fatto ma per quello che non abbiamo fatto noi, ed è brutto dirlo. Con questo atteggiamento qui noi non andremo da nessuna parte. Abbiamo fatto anche cose belle quest’anno, ma sempre mettendoci qualcosa in più dell’avversario. Quando crederemo di essere superiori all’avversario, andremo sempre in difficoltà».Quale è la molla che deve scattare in voi, come nasce questa incostanza così evidente?«E’ una cosa nostra, di carattere. Facciamo grandi partite come con il Padova e poi facciamo fatica con squadre più piccole. Perché? Dovremo farci un esame di coscienza, io lo faccio e guardo sempre dove sbaglio, spero lo facciano anche i miei compagni di squadra». […]
Ore 15.30 – (Il Piccolo) Come si può spiegare una Triestina così inguardabile proprio nella partita decisiva per la caccia ai play-off? Da vero condottiero, mister Princivalli si prende tutte le responsabilità e recita il mea culpa per la sconfitta di ieri con il Fano, spiegandola con una metafora di stampo musicale: «Quando un’orchestra stona – dice il tecnico alabardato – vuol dire che il direttore d’orchestra ha sbagliato. Quindi se abbiamo stonato, ho sbagliato io: forse nell’approccio alla gara, forse nel prosieguo della stessa, perché quello che non vorrei mai vedere in una mia squadra è un secondo tempo giocato in questa maniera, senza capo né coda. Chiamatela cattiveria o voglia di vincere, fatto sta che per la prima volta ho avuto l’impressione di non essere riuscito a trasmettere ai ragazzi il concetto che ogni palla che hai è fondamentale perché quella palla è unica, decisiva, e non tornerà più». Parlando della partita, Princivalli finisce per raccontare dei limiti generali di questa Triestina, che evidentemente non sono stati limati nel corso della stagione: «Sapevamo che era una partita complicata, loro sono una squadra di battaglia, ma non riesco a capire come gli altri fanno la guerra e rompono le scatole su ogni giocata con soli due attaccanti, e noi non riusciamo a fare altrettanto sui difensori avversari pur avendo 5-6 giocatori offensivi. Il primo tempo è stato un po’ sotto ritmo, ma abbiamo provato a girare palla pur facendo tanti errori, e comunque due occasioni le abbiamo avute. Ma le devi sfruttare, se poi regali una a loro ed è subito gol. Il fatto è che se abbiamo fatto una miseria di punti contro questo tipo di squadre sia all’andata che al ritorno, abbiamo una serie di limiti, che devono essere migliorati da chi guida la squadra. Se non siamo riusciti a migliorarli dal primo settembre, sia chi c’era prima e chi dopo, significa che non siamo riusciti a entrati nella testa di questi ragazzi». […]
Ore 15.00 – (Il Piccolo) Meno male che qualcuno (improbabile) si sarà consolato nel Terzo tempo organizzato dalla società con tutt’altro intento. Perché sia il primo tempo che il secondo, quelli visti in campo, sarà meglio dimenticarli. O forse sarà meglio che Princivalli e i suoi si tengano questi ’95 ben impressi nella memoria come modello di come non bisogna affrontare una partita, men che meno nel finale di stagione, men che meno dopo un buon campionato e ancor meno contro la penultima della classe e con un obiettivo play-off da centrare. Perché il Fano ha fatto il Fano e ha vinto con merito. Poteva finire con uno squallido 0-0 se Troiani non avesse aperto la strada al gol di Rufoli. Ma la sostanza non sarebbe cambiata. La Triestina è apparsa impacciata, di fronte alla guardinga avversaria come le capita spesso. Ma stavolta non ha saputo cambiare il ritmo nemmeno nella ripresa. Solo un paio di occasioni da rete, poco agonismo di fronte alla tensione “disperata” dei marchigiani, tanta imprecisione nei passaggi e nervosismo palpabile. Il pubblico se n’è accorto e legittimamente ha sommerso a fine gara gli alabardati dai fischi. Non era mai successo, e nella stagione della ricostruzione del rapporto con la città non doveva succedere. Ai giocatori di questo importerà poco ma non è certo così per la troika indigena Milanese-Princivalli e gran parte dello staff.L’Unione ha perso sei punti complessivi contro una delle compagini meno attrezzate del torneo. Se entrerà nei play-off lo farà da una porta secondaria per mancanza di umiltà nell’affrontare in tutta la stagione le squadre che le sono inferiori. Nelle due ultime gare servirà uno sforzo supplementare ma negli ultimi tempi (parentesi di Padova a parte) il tesoretto costruito in mesi di fatiche è stato dilapidato. […]
Ore 14.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) […] Ha assistito in silenzio, a tratti anche divertito, alle elucubrazioni di Eziolino anche Mauro Lovisa. Quando è arrivato il suo turno re Mauro ha cominciato confessando il suo dubbio più grande: «Non so se essere felice per quello che abbiamo fatto oggi contro la seconda forza del campionato o arrabbiarmi ancora di più per quello che questa squadra dalle grandi potenzialità non ha fatto durante la stagione. Abbiamo perso un’enormità di punti, soprattutto nei minuti che vanno dal 90′ al 94′. Ci è mancato tanto il Berrettoni di oggi. Chiedetevi dove avremmo potuto essere se avessimo sempre avuto a disposizione Emanuele. In settimana ci troveremo, perché il suo contratto è in scadenza e sono certo che troveremo il modo di prolungarlo. E ci troveremo anche con Michele De Agostini, in scadenza pure lui. Gente così va tenuta stratta». Espressa tutta la sua considerazione per Berre e i grandi vecchi in neroverde, Lovisa ha giudicato anche la conduzione tecnica. «Fabio ha ammesso ha cambiato mentalità e ritmo alla squadra. Se arriveremo ai playoff potremo regalare ancora tante soddisfazioni ai nostri tifosi». […]
Ore 13.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Quattro sberle alla Sambenedettese, seconda in classifica, con la miglior difesa del girone. Risultato eccezionale, confezionato da uno Zammarini micidiale nei 16 metri avversari, autore di una tripletta; dalla grandissima prestazione di Emanuele Berrettoni, salutato all’uscita dal campo da un’autentica standing ovation di tutto il Bottecchia alla quale hanno partecipato anche i supporters della Samb; ma soprattutto del grande lavoro fatto in questi tre mesi (e in particolare nelle ultime due settimane) da Fabio Rossitto, che ha letteralmente ricostruito la squadra nella tenuta atletica e nel morale. Un risultato che mantiene i ramarri in zona playoff, ma non garantisce loro ancora la partecipazione alla post season. Dovranno probabilmente giocarsi il tutto per tutto domenica 5 maggio (dopo il riposo forzato) con il Renate, sempre al Bottecchia. Il Crociato ha indovinato tutto scegliendo in primis Magnaghi (autore del secondo gol) cntravanti al posto di Gerardi (tormentato in settimana da problemi a un tendine), affidando compiti di rifinitura al rinato Berrettoni e schierando Zammarini esterno di centrocampo nel 4-3-3. Capuano ha usato il 3-5-2 (diventato presto 5-3-2), con Bellomo a ispirare Di Massimo e Stanco. È un ramarro deciso e intraprendente e si capisce subito. […]
Ore 13.00 – (Messaggero Veneto) […] Lovisa è contento e si vede. «Dopo tanto abbiamo disputato una partita con la rosa al completo e si è visto – attacca -. Oggi (ieri, ndr) è uscita la nostra qualità. Penso che la squadra, grazie a questo successo, si sia liberata. La Samb si è espressa sottotono? Può essere. Le prossime partite diranno qual è il valore di questa vittoria. Tuttavia sono molto soddisfatto perché ho visto gioco ed entusiasmo. Ora aspettiamo di centrare i playoff». Una battuta naturalmente su Zammarini: «Il giocatore è del Pisa, da noi è in prestito – spiega -. Noi vorremmo confermarlo. Deciderà lui assieme al club che ne detiene la proprietà». Il centrocampista, dal canto suo, afferma che non gli dispiacerebbe rimanere. «Perché no? Io qui sto bene – dichiara -. Se a fine stagione mi si prospetta questa possibilità non ho problemi a dire “sì”. Adesso però voglio rimanere concentrato sul campionato e gli eventuali playoff. Sono contento per la vittoria, meritata». E gli assist di Berrettoni? «Con lui – afferma candido – c’è da divertirsi. Basta attaccare la porta, la palla arriva». […]
Ore 12.30 – (Messaggero Veneto) Tempo di cottura: 36 turni. Tanti, forse troppi. Ma questo è stato e non è detto che il bello non possa ancora venire. Il Pordenone strapazza la Sambenedettese, vicecapolista del girone B di serie C, e la fa tornare a casa con quattro gol sul groppone. Un bottino strepitoso se si considera che l’avversario, alla vigilia, aveva col Padova la miglior difesa del campionato. La squadra di Rossitto, illuminata da Berrettoni (due assist) e Zammarini, autore di una tripletta, ritrova la via del successo dopo un punto nelle ultime due partite e lo fa con una prestazione convincente per tutti i 90′, compiendo un passo fondamentale in chiave playoff. Al momento i ramarri sono ottavi, a un punto dal Mestre e dalla Feralpi; hanno tre lunghezze di vantaggio sul Ravenna, prima formazione fuori dalla post-season, ma hanno anche una gara in più rispetto alla concorrenti. Molto importanti saranno i risultati del prossimo turno, quando Stefani e soci riposeranno. Qualora arrivassero responsi sfavorevoli, ci sarà comunque il match point dell’ultima giornata, quando al Bottecchia arriverà il Renate, nono con 44 punti. Se contro i nerazzurri arrivasse il successo gli spareggi promozione sarebbero praticamente certi.La miccia. La Samb arriva al Bottecchia come seconda in classifica, ma reduce anche da tre trasferte negative, con due soli punti conquistati. La sua strategia è quella della squadre di Eziolino Capuano: difendersi con grande ordine, cercando di ripartire. Il tecnico, ex Modena e Arezzo, schiera i suoi col 3-4-1-2 che in fase di non possesso si trasforma in 5-3-1-1 con Di Massimo in posizione di trequartista per cercare di “schermare” Burrai. Rossitto, per il ritorno in via Stadio dopo poco più di un mese d’assenza, sceglie per i suoi un 4-3-3 con Magnaghi al posto di Gerardi come prima punta e Berrettoni libero di svariare su tutto il fronte. […]
Ore 11.50 – Le pagelle del Padova (Gazzettino): Bindi 6; Salviato 6 (Lanini sv), Ravanelli 6.5, Cappelletti 6, Trevisan 5.5 (Zambataro sv); Mandorlini 6, Pinzi 5.5 (Fabris 7), Belingheri 6 (Cisco sv); Mazzocco 6 (Sarno 6.5); Guidone 7, Capello 6.5.
Ore 11.40 – (Gazzettino) Per la partita più importante dell’anno Bisoli si affida al 4-3-1-2. Salviato è di nuovo titolare a destra della linea difensiva con il compito di garantire una buona spinta in fase d’attacco, mentre sulla corsia opposta Trevisan si preoccupa soprattutto di garantire la giusta copertura a Ravanelli e Cappelletti che agiscono sulle tracce di Sansovini e Cognini. Un po’ a sorpresa la scelta di Mazzocco trequartista, anche se era una delle soluzioni provate in settimana. I biancoscudati cercano subito di fare la partita, sostenuti a gran voce dagli oltre seicento tifosi posizionati alle spalle di Bindi. […] La partita è spezzettata e ogni volta che possono i giocatori cercano di dissetarsi vista la giornata molto calda. C’è anche un momento di tensione tra le due panchine, innervosite da un arbitraggio un po’ troppo superficiale. […] La squadra biancoscudata chiude con quattro attaccanti (entra anche Lanini). All’ultimo assalto Ravanelli trova il tocco in mischia, ma è di nuovo decisivo Gennari a salvare sulla linea. Niente festa. […]
Ore 11.30 – (Gazzettino) Per sedici minuti, dal gol di Capello al pareggio di Gennari, il Padova assapora il profumo della serie B. Ma non basta per festeggiare. Lo potrà fare però stasera se la Reggiana non riuscirà a vincere sul campo dell’Albinoleffe (la Sambenedettese, battuta a Pordenone, è uscita matematicamente fuori dai giochi). In caso contrario la truppa di Bisoli dovrà andare a prendersi la promozione domenica prossima in casa degli emiliani oppure all’ultima giornata all’Euganeo con il Gubbio. Resta comunque il grande rimpianto per non avere sfruttato al meglio il primo match point della stagione, tanto più che sullo 0-0 la squadra ha colpito due pali e ha poi incassato la rete avversaria in superiorità numerica. Il tutto in mezzo a una partita giocata sul filo dei nervi e con qualche eccesso di troppo (Bonetto papà e figlio sono stati costretti a lasciare la tribuna d’onore alla fine del primo tempo per i tanti insulti ricevuti).
Ore 11.20 – (Gazzettino) «Eravamo in cielo, in paradiso. E invece adesso dobbiamo aspettare domani sera. Comunque non importa. Sono pronto a festeggiare anche da solo, dentro all’ascensore…». Roberto Bonetto, presidente del Padova, è rammaricato per come è andata la partita, ma è anche fiducioso sul fatto che il traguardo sia ormai vicinissimo. Addirittura già stasera spera di poter assaporare la serie cadetta. «Certo – sottolinea – mi spiace per come sono andate le cose. Abbiamo giocato un grandissimo secondo tempo e colpito due pali. Per una frazione di gara abbiamo avuto pure un uomo in più e invece è bastata un’unica disattenzione per subire pareggio. È destino che dobbiamo patire fino in fondo. Ora importante è non mollare, forti del fatto che abbiamo 8 punti di vantaggio sulla Reggiana». […] Disappunto sul volto di Matteo Mandorlini: «Negli spogliatoi ci siamo guardati e ci siamo detti che dobbiamo continuare così. Rimarremo concentrati, tanto ormai manca poco…». «Credevo di avere segnato il gol della B – ha concluso Alessandro Capello – e invece non è stato così. Abbiamo disputato un’ottima partita: 2 pali, 2 rigori negati e le tante occasioni avute dicono che siamo stati sfortunati. Però siamo a un passo dalla B».
Ore 11.10 – (Gazzettino) Dopo il calcio d’inizio si capisce che per il Padova, nonostante la superiorità tecnica, non sarà facile portare a casa i tre punti per realizzare il sogno. […] Quando gli ospiti vanno in rete è l’apoteosi, con la curva padovana nascosta dal fumo bianco e rosso. La sua parte la fa anche Bisoli, che sembra essere andato a ripetizione da Antonio Conte: urla, sbraita, si sbraccia e l’area tecnica gli sta strettissima: persino il capitano Trevor Trevisan lo riprende e lo invita a stare più tranquillo. Il pari della Fermana mette a tacere, ma solo per qualche istante sia il tecnico, che i tifosi. Ma poi entrambi ripartono e alla grande con l’incitamento ai ragazzi. Che, peraltro, pare sortire gli effetti desiderati, considerata la marea di occasioni che i biancoscudati sprecano. Tutti continuano a sognare fino al 90′ e poi negli 8 minuti di recupero. Quando l’arbitro fischia tre volte, la realizzazione del sogno è rimandata. […]
Ore 11.00 – (Gazzettino) La curva del Bruno Recchioni comincia a tingersi di biancorosso un’ora prima della partita. Con i 700 tifosi arrivati da Padova in macchina e con un pullman carichi di aspettative e di striscioni. Già all’autogrill di Loreto, fermi per una breve sosta, non hanno esitato a tirar fuori dal bagagliaio panini, bibite, ma anche sciarpe e magliette biancoscudate. «Al ritorno, sarà una gioia», pregustano, senza saper che dopo i 90 minuti la festa dovrà essere rimandata. […] Il presidente Roberto Bonetto passeggia nervoso e fuma il sigaro. Guarda la squadra, osserva i tifosi: si vede che sta assaporando di essere a un passo dalla promozione. A interrompere l’attesa della partita arriva il ricordo per un grande biancoscudato d’altri tempi: Elvio Matè, ex giocatore, secondo di Nereo Rocco, e poi allenatore del Padova, scomparso 23 anni fa: fermano di nascita, e padovano d’adozione, ha lasciato un ottimo ricordo in entrambe le società.
Ore 10.40 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Un lungo sospiro prima di fare esplodere la gioia”) Insomma, questa Serie B non è ancora cucita addosso alle maglie dei giocatori del Padova, dei loro dirigenti e tecnici, e dei tifosi. Bisogna ancora attendere, dopo giornate scandite da qualche brivido di troppo, prima di far esplodere la gioia per una categoria ritrovata dopo 4 anni, con in mezzo addirittura la scomparsa del Biancoscudo dal professionismo. Eppure, se quelle di Fermo dovevano essere le prove generali della festa che si preannuncia in città e nei covi del tifo in provincia, siamo ben contenti di esserne stati testimoni. Il Padova la B l’ha toccata con mano, sia pure per poco più di un quarto d’ora, poi il colpo di testa di un difensore marchigiano l’ha ricacciato indietro dalla linea del traguardo. Gli manca poco, anzi pochissimo, e chissà che non succeda stasera quello che doveva accadere ieri pomeriggio allo stadio “Recchioni”. Sarebbe una promozione strana, certo, conquistata grazie ai (non) risultati delle concorrenti dirette, ma promozione comunque.Un lungo sospiro ci ha accompagnato sulla strada del ritorno: perché adesso è veramente giunto il momento sognato a lungo, inseguito per tutta la stagione e materializzatosi con l’undicesimo pareggio stagionale (su 32 partite). Il sospiro di chi vede il vincitore avvicinarsi a braccia quasi alzate allo striscione d’arrivo, sicuramente provato più sul piano psicologico che fisico, tuttavia sempre lì, davanti a tutti. Dài Padova, l’ultimo sforzo.
Ore 10.30 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova): Bindi 6; Salviato 6 (Lanini sv), Ravanelli 6, Cappelletti 6.5, Trevisan 5.5 (Zambataro sv); Mandorlini 6, Pinzi 5.5 (Fabris 6.5), Belingheri 6 (Cisco sv); Mazzocco 6 (Sarno 6.5); Guidone 7, Capello 6.5.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) La delusione, alla fine, è stata mascherata a fatica da tutti, ma bisogna dire che gli uomini di Destro hanno lottato come nessuno si sarebbe immaginato, stimolati, certo, dal fatto di trovarsi di fronte i primi della classe, ma anche dalla consapevolezza di poter reggere il confronto con le armi che sono loro tipiche: forza fisica, agonismo (alle volte sin troppo) e carattere. Squadra specialista in pareggi – con questo fanno 8 in casa, oltre ai 6 in trasferta – la Fermana ha corso e pressato tanto, contro un Padova che Bisoli aveva rimodellato per l’ennesima volta, con la difesa schierata nuovamente a 4 (Salviato a destra, Trevisan a sinistra), il centrocampo impostato su Mandorlini e Belingheri accanto a Pinzi, Mazzocco nell’inedita posizione di trequartista, dietro le punte Guidone e Capello. Purtroppo, a non essere all’altezza della situazione è stato l’arbitro, che ha tollerato eccessivamente il gioco duro, ha fischiato a casaccio e, soprattutto, non ha ravvisato gli estremi del rigore in due situazioni nette, una per parte. […] Adesso aspettiamo. A piccoli passi, si va avanti. Certo che la quota promozione da 66 qual era poche settimane fa rischia di scendere ai 59 punti di oggi. La più bassa dei tre gironi di Serie C.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Per 16′ il Padova ha toccato con mano concreta la Serie B, poi ha dovuto rimettere lo champagne sotto ghiaccio perché la Fermana, in 11 contro 10, è riuscita a recuperare il risultato. Fra il 18′ ed il 34′ del secondo tempo l’entusiasmo della festa anticipata, sancito dal boato dei 642 tifosi accollatisi una trasferta di 7 ore, fra andata e ritorno, nella bella località delle Marche, è sembrato il giusto corollario ad un campionato condotto in testa da fine ottobre ad oggi. Invece la promozione dei biancoscudati resta sospesa, lì, a mezz’aria, in attesa di quel che succederà stasera nel posticipo Albinoleffe-Reggiana. A due giornate dalla conclusione, infatti, la Sambenedettese, ora seconda, è fuori gioco, ritrovandosi, dopo il pesante ko di Pordenone, a – 7 dalla capolista, mentre i granata emiliani, terzi a – 8, vincendo possono ridurre a 5 le lunghezze di distacco, con lo scontro diretto in casa propria domenica 29. Ma se pareggiano o, peggio, perdono contro i bergamaschi, il Padova è matematicamente su. E sarebbe la prima volta di un salto di categoria a… tavolino, nella storia del Biancoscudo. Gli scenari più imprevedibili di una stagione che resta comunque sofferta.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) E se continuiamo a giocare in questo modo, sarà difficile batterci anche per la Reggiana». A Bisoli è piaciuto il suo Padova, specialmente nella ripresa: «Abbiamo messo cuore e anima, trovando il gol, colpendo due pali e schiacciando gli avversari nella loro metà campo. Peccato per la distrazione che ci è costata il pareggio sull’unica occasione che hanno avuto nel secondo tempo. Ma il calcio è fatto di episodi, avevamo anche guadagnato un rigore solare sull’1-1, ma non ci è stato concesso. Nessun problema, com’è difficile per noi è dura anche per gli arbitri dirigere questo tipo di partite. Ma c’è da dire che in questa stagione nessun episodio dubbio è girato a nostro favore, tutto quello che abbiamo ottenuto ce lo siamo meritati. E ci meritiamo anche questa promozione».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Tanto rabbioso, teso e agitato in panchina, quanto pacato e riflessivo davanti ai microfoni. La metamorfosi di mister Pierpaolo Bisoli arriva al termine di un nuovo pomeriggio di passione per il Padova, che manca il primo match point promozione. Ma dopo aver sbollito la delusione, il tecnico prova a tenere l’ambiente tranquillo, ripetendo come un mantra quanto va dicendo da giorni: «Non preoccupatevi, il prossimo anno saremo in Serie B. Non so se la matematica arriverà domani (stasera, ndr), la settimana prossima o all’ultima giornata, ma sono sicuro che ce la faremo a tagliare questo traguardo».E questa sicurezza, a suo dire, gli scaturisce dalla prestazione messa in campo anche stavolta dai suoi giocatori: «Sono orgoglioso di questi ragazzi e gliel’ho detto anche nello spogliatoio. Mi spiace averli visti così distrutti al termine della partita, pensavamo di aver coronato il nostro sogno, ma dobbiamo stare tranquilli perché manca poco.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Episodio a parte, il numero uno di viale Rocco prova a ritrovare la tranquillità dopo la doccia gelata del pareggio della Fermana, che ha rinviato ancora la festa: «Sono molto rammaricato, mi vedevo già in paradiso e invece dobbiamo restare ancora qui con i piedi per terra. Mi dispiace molto, ma non mi sento di imputare qualcosa alla squadra. Non ha mai mollato, ha cercato fino all’ultimo la vittoria e anche dopo il pareggio si è subito rialzata. Potevamo andare in contropiede, segnare il raddoppio e chiuderla, invece una disattenzione c’è stata fatale». E alla fine prova anche a prenderla con filosofia: «Si vede che è il destino di questa società dover soffrire sino alla fine. Credevo di essere riuscito a cambiare questo benedetto Dna che costringe i biancoscudati a penare ogni volta per raggiungere il traguardo. Invece non c’è nulla da fare».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Tanto, troppo nervosismo, sia in campo che sugli spalti. A farne le spese anche la dirigenza biancoscudata che, sul finire del primo tempo, ha dovuto abbandonare la propria postazione in tribuna autorità per sistemarsi in una zona più defilata, dopo ripetute scaramucce verbali con tifosi e dirigenti di casa, che hanno costretto ad intervenire anche gli steward per evitare che la situazione degenerasse. «Episodi che non sono tollerabili in una tribuna d’onore», s’inalbera il presidente Roberto Bonetto. «Noi ci siamo permessi di commentare qualche azione della partita nel primo tempo e siamo subito stati zittiti e insultati. Per questo siamo stati costretti a spostarci».