Per 16′ il Padova ha toccato con mano concreta la Serie B, poi ha dovuto rimettere lo champagne sotto ghiaccio perché la Fermana, in 11 contro 10, è riuscita a recuperare il risultato. Fra il 18′ ed il 34′ del secondo tempo l’entusiasmo della festa anticipata, sancito dal boato dei 642 tifosi accollatisi una trasferta di 7 ore, fra andata e ritorno, nella bella località delle Marche, è sembrato il giusto corollario ad un campionato condotto in testa da fine ottobre ad oggi. Invece la promozione dei biancoscudati resta sospesa, lì, a mezz’aria, in attesa di quel che succederà stasera nel posticipo Albinoleffe-Reggiana. A due giornate dalla conclusione, infatti, la Sambenedettese, ora seconda, è fuori gioco, ritrovandosi, dopo il pesante ko di Pordenone, a – 7 dalla capolista, mentre i granata emiliani, terzi a – 8, vincendo possono ridurre a 5 le lunghezze di distacco, con lo scontro diretto in casa propria domenica 29. Ma se pareggiano o, peggio, perdono contro i bergamaschi, il Padova è matematicamente su. E sarebbe la prima volta di un salto di categoria a… tavolino, nella storia del Biancoscudo. Gli scenari più imprevedibili di una stagione che resta comunque sofferta. La delusione, alla fine, è stata mascherata a fatica da tutti, ma bisogna dire che gli uomini di Destro hanno lottato come nessuno si sarebbe immaginato, stimolati, certo, dal fatto di trovarsi di fronte i primi della classe, ma anche dalla consapevolezza di poter reggere il confronto con le armi che sono loro tipiche: forza fisica, agonismo (alle volte sin troppo) e carattere. Squadra specialista in pareggi – con questo fanno 8 in casa, oltre ai 6 in trasferta – la Fermana ha corso e pressato tanto, contro un Padova che Bisoli aveva rimodellato per l’ennesima volta, con la difesa schierata nuovamente a 4 (Salviato a destra, Trevisan a sinistra), il centrocampo impostato su Mandorlini e Belingheri accanto a Pinzi, Mazzocco nell’inedita posizione di trequartista, dietro le punte Guidone e Capello. Purtroppo, a non essere all’altezza della situazione è stato l’arbitro, che ha tollerato eccessivamente il gioco duro, ha fischiato a casaccio e, soprattutto, non ha ravvisato gli estremi del rigore in due situazioni nette, una per parte.
[…]Adesso aspettiamo. A piccoli passi, si va avanti. Certo che la quota promozione da 66 qual era poche settimane fa rischia di scendere ai 59 punti di oggi. La più bassa dei tre gironi di Serie C.
(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)