Alberto Paleari, quando ha saputo che avrebbe giocato? «Alle 19, nella riunione tecnica prima di partire dall’hotel che ci ospitava. L’ho saputo all’ultimo, anche se già giovedì Alfonso aveva avvertito un leggero fastidio alla schiena ed era incerto sulla sua presenza». Beh, sul campo ha risposto con 6 interventi degni di nota, di cui almeno 4 eccezionali. Quale il più difficile? «Quello del primo tempo su Calaiò, da distanza ravvicinata, dopo il corner, ma anche l’uscita bassa su Insigne nel secondo non è stata semplice. Alla fine dico che avevamo studiato bene come ci avrebbero attaccato e sapevamo cosa aspettarci». Dopo quelle parate l’abbiamo vista esultare come un attaccante dopo un gol. «Ci alleniamo a duemila all’ora ogni giorno per essere pronti, insistendo molto sulla coordinazione occhio-mano, occhio-piede. Quando riusciamo a trasformare il lavoro in qualcosa di buono, poi esultiamo, perché per noi portieri è quasi come andare in rete. Soprattutto se poi gli interventi ti consentono di portare a casa qualche punto». Quindi, se le parate sono come gol, avrà una dedica da fare. «Sì, a mio papà Carlo. Due settimane fa non è stato bene e l’altra sera, proprio alle 21, ha avuto una visita medica, per cui si è messo davanti alla tv dopo aver registrato la partita. Credo di avergli fatto una bella sorpresa». Ancora più bella considerando che il reparto arretrato era in totale emergenza. «Dite “emergenza” solo perché mancavano diverse pedine, ma in questo Citta non credo che si debba parlare di titolari o riserve. Prendete Adorni: è uno che sa dare sicurezza ai compagni. O Pezzi, che non giocava un’intera gara da tempo, ma che ha tenuto per tutti i 97′. Se ti alleni bene, le prestazioni arrivano».
[…]Ma lei non fa nessun pensierino alla maglia da titolare? «Enrico ha ripreso subito ad allenarsi (ieri pomeriggio Iori & C. sono tornati al lavoro, mentre oggi si ritroveranno di mattina) e martedì ci sarà. Io cercherò di farmi trovare pronto la prossima volta che toccherà a me». E a livello di squadra, qual è l’obiettivo per il rush finale?«Il terzo o il quarto posto, perché ci consentirebbero di saltare una partita ai playoff. Noi ci proveremo».
(Fonte: Mattino di Padova. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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[…] Alberto Paleari, unanimemente riconosciuto il migliore in campo nella sfida al Tardini, su questo obiettivo non si nasconde: «Abbiamo i nostri sogni, ma per raggiungerli dobbiamo stare con i piedi per terra e concentrati su una partita alla volta. Chiudere al terzo o quarto posto sarebbe fondamentale per giocarci i play off in condizioni più favorevoli. Sappiamo che è molto dura, ma vogliamo provarci fino in fondo». Sui risultati negativi di questo ultimo periodo con tre pareggi e tre sconfitte, continua: «È difficile dare una spiegazione perchè ci sono un insieme di fattori diversi che li hanno determinati. L’unica partita che abbiamo sbagliato è quella di Terni». Un 5-1 al quale il Cittadella ha saputo reagire con una prestazione convincente strappando un pari meritato. Lo 0-0 è stato ottenuto con due difensori squalificati (Scaglia e Benedetti) e tre infortunati (Salvi, Caccin e Liviero). «Siamo tutti considerati titolari – spiega il venticinquenne di Giussano, laureato in scienze motorie – e chi gioca si fa trovare pronto perché stiamo lavorando bene. Anche chi gioca meno lo sta dimostrando. Adorni ad esempio garantisce sicurezza ogni volta che è chiamato in causa». […]Come sarà martedì con il Palermo, battuto per 3-0 dai granata al Barbera. «Loro all’andata stavano attraversando un momentaccio, mentre noi volevamo rifarci dopo la sconfitta al Tombolato con il Parma. Adesso sta andando meglio la formazione siciliana, ma per noi è importante dare continuità con un risultato che ci faccia uscire da questo periodo poco prolifico. Recupereremo alcuni giocatori con più possibilità di scelta». Domanda secca: Paleari confermato in porta? «No – risponde – ci sarà Enrico. Io continuerò a lavorare per farmi trovare pronto». Come a Parma, con Alfonso costretto al forfait all’ultimo momento. Riprende l’eroe dell’ultima gara: «L’ho saputo nella riunione tecnica prima della partita. Alfonso era incerto per un fastidio alla schiena del giorno prima. È stato deciso di non rischiarlo ed è toccato a me».
[…](Fonte: Gazzettino. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)