Dopo la sconfitta nel derby con la Triestina, ci voleva una serata da “leoni” per risollevare l’animo ferito dei giocatori. E così è stato, con il club “Fossa dei leoni” che ha celebrato il proprio 39º annniversario martedì sera alla Trattoria Ceccarello di Cadoneghe. Il centinaio di presenti ha potuto così applaudire Giacomo Bindi e Simone Salviato. Il terzino, vigontino di nascita e girovago per carriera, ha messo su casa con la moglie proprio a Cadoneghe e così anche l’altra sera ha avuto una riprova di cosa significhi essere tornato a vestire i colori della squadra che ama. «Sono un po’ in ansia come tutti voi», ha spiegato ai tifosi della “Fossa”. «Sono tanti anni che spero che il Padova raggiunga la categoria che gli spetta. Le basi per continuare a crescere ci sono, sia dal punto di vista della squadra che da quello societario. Faremo di tutto per poter festeggiare al più presto, ma vi assicuro che vincere è difficile in ogni categoria e non c’è nulla di scontato. L’impegno da parte nostra è massimo, da parte mia forse ancora di più, visto che mi sento rappresentante di questa città».
[…]E la dimostrazione del suo stato d’animo arriva direttamente dal racconto dell’ultima partita, che il terzino ha vissuto da casa, non essendo convocato per infortunio. «Ho guardato la gara di Trieste su Sportube, ma non riuscivo a vederla tutta, a volte cambiavo canale perché soffrivo troppo. Peccato per la sconfitta, ma ci può stare, non possiamo vincerle tutte. Era un derby da zero a zero, che purtroppo è andato storto».
[…]Come ha ritrovato, da giocatore, l’ambiente biancoscudato? «L’ambiente è quello che conoscevo, la gente viene sempre allo stadio e non fa mai mancare il proprio supporto. Padova potrebbe fare ancora di più, in termini di presenze, e credo che nelle ultime partite le tribune saranno ancora più piene. È una grande piazza, che non cambierei con nessun’altra».
(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Volpe. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)