Mazzocco ha il merito di non aver mai mollato, l’ha capito anche Bisoli, che in una delle partite-chiave della stagione l’ha premiato per la prima volta con la maglia da titolare. Il mediano originario di Quero (Belluno) l’ha ripagato con una grande prestazione e un gol pesantissimo, che ha sbloccato la sfida con il Pordenone. «Diciamo che non è stata una scelta improvvisa, un po’ me lo immaginavo», sorride Mazzocco. «Il mister mi ha provato in settimana e io ho cercato di allenarmi al meglio, come sempre».
[…]La rete è stata l’apoteosi, per lei e per lo stadio intero. «Pulzetti mi ha messo un cross al bacio e quando ho visto la palla entrare sono andato al settimo cielo. Quasi non mi rendevo conto di quanto era successo. Infatti, prima sono corso verso la curva, poi mi sono ricordato che dovevo raggiungere Cisco, il mio compagno di stanza, che mi aveva detto che, se avessi segnato, dovevo andare ad abbracciarlo. Volevo fare tante cose, festeggiare con i tifosi, ringraziare Cisco e salutare la mia famiglia, alla quale dedico la rete perché mi è sempre stata vicino. È stato emozionante». Come ha vissuto questi mesi senza giocare? «Quando si sta fuori, si accumula tanta rabbia. Io ho cercato sempre di essere professionale, allenandomi al meglio e facendo in modo di cogliere le opportunità. Non nego ci siano stati periodi in cui ero scoraggiato. Dopo l’infortunio di settembre sono rimasto fermo quasi due mesi, ma quando mi sono ristabilito vedevo che non giocavo, nemmeno a partita in corso. L’allenatore faceva altre scelte e io ho cercato di stare sereno, anche se stavo male dentro». A gennaio ha mai pensato di chiedere la cessione? «Sì, ci ho pensato. Volevo giocare con maggiore continuità, ho ragionato sul da farsi, ma alla fine ho scelto di restare per giocarmi le mie carte qui». E alla fine ha fatto bene, anche perché con una nuova promozione entrerebbe nella storia biancoscudata, essendo l’unico reduce dall’annata in Serie D. Ci avrebbe mai pensato? «Per me è un sogno. Sono partito dalla D, vincere il campionato quell’anno fu magnifico, adesso mi ritrovo a vivere la stessa cavalcata, un’altra emozione unica che mi porterò per sempre. Non me lo sarei mai aspettato il giorno che arrivai a Padova. Ho sempre avuto fiducia nella società e il club ha creduto in me, prolungandomi il contratto a dicembre».
[…](Fonte: Mattino di Padova, Stefano Volpe. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)