Ore 20.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Doveva essere la partita che, vincendola, avrebbe allargato il distacco a quattro punti dal Santarcangelo, allontanando la zona playout. Invece, nonostante il vantaggio di Comi nel primo tempo, nella ripresa il Santarcangelo guidato da Karel Zeman ha pareggiato e addirittura trovato il gol vittoria con l’ex Piccioni, che a fine gara non ha nascosto il sentimento di rivalsa per non aver trovato posto in biancorosso nella parentesi di Vicenza di ormai otto anni fa. Un tonfo pesantissimo, che porta il Vicenza all’ultimo posto e che, almeno al momento, ha detto che il cambio in panchina tra Nicola Zanini, rimpianto e salutato affettuosamente dai tifosi berici, e Franco Lerda non ha portato la scossa sperata. La prestazione del Vicenza è stata sufficiente nel primo tempo, disastrosa nella ripresa, coi soliti problemi di tenuta fisica, personalità e carattere. Perdere contro un avversario più debole, come ha evidenziato correttamente Pietro De Giorgio a fine gara, non fa che aumentare la gravità del momento e la dimensione di una crisi che attanaglia il Vicenza sia fuori che dentro il campo. Partita e risultato negativo che Franco Lerda ha cercato di mitigare con dichiarazioni che, riteniamo, vadano nella direzione di voler cercare a tutti i costi un punto da cui ripartire. […] «La salvezza sul campo è una condizione necessaria perché all’asta si presentino imprenditori seri e con un progetto finalizzato al rilancio della società biancorossa – sottolinea Maurizio Salomoni, presidente del centro di coordinamento club biancorossi – è chiaro che una prestazione come quella contro il Santarcangelo ci toglie molte speranze nella corsa alla salvezza. Perdere in casa uno scontro diretto e scivolare all’ultimo posto è una batosta che non vorremmo fosse un segnale di resa. Così non deve essere assolutamente, noi ci crediamo ancora ma in campo vanno i giocatori». […]
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Parafrasando le vignette divertenti ideate dai comunicatori della società neroverde, si potrebbe metterla così: Ehi, Pordenone, lo sai che il destino non è più tutto nelle tue mani?. E in pieno stile Facebook ci si potrebbe aggiungere una faccia triste e una preoccupata. Si potrebbe metterla così, certo, se non fosse che in questo caso non c’è assolutamente niente da ridere. Anzi, dopo la sconfitta di Padova, netta e incontestabile, la situazione è diventata critica. La partecipazione ai playoff è ancora l’obiettivo numero uno (l’unico, anzi) del Pordenone, ma il futuro non è più nelle mani della squadra di Fabio Rossitto. I neroverdi, infatti, si trovano nella spiacevole situazione di dover vincere e sperare, perché il calendario del girone B presenta ancora troppe disparità tra le squadre in lotta per la post-season. Vincendo tre partite su tre (Vicenza, Sambenedettese e Renate), il Pordenone non sarebbe sicuro del piazzamento tra i primi dieci del campionato. Possono anche arrivare nove punti (e comunque non sarebbe facile, visto l’andamento della stagione), ma se le altre innestano la marcia alta non c’è niente da fare. Vediamo perché. La situazione è ingarbugliata e sarà tesa sino all’ultimo minuto dell’ultima giornata di campionato. Oggi il Pordenone giocherebbe il suo playoff contro il Mestre di Zironelli: la gara tra la settima e l’ottava forza del torneo sarebbe secca e si giocherebbe a Portogruaro, in casa dei veneti. Ma tutto può cambiare già da domenica, quando il Ramarro riposerà per la prima volta nel girone di ritorno. […]
Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Nessun dramma, riprendiamo a lavorare!». Mirko Stefani fa valere i gradi e invita la truppa a rialzarsi dopo la pesante sconfitta di Padova. Il capitano è sicuro che lo 0-3 subito all’Euganeo è solo un episodio nel percorso di crescita dei ramarri; è pure convinto che il Pordenone aggancerà il treno dei playoff e che durante la post season saprà essere protagonista. «Sì annuisce Stefani rivedendo mentalmente il film del match all’Euganeo -, sicuramente avremmo potuto fare meglio, ma dobbiamo essere obiettivi e onesti e ammettere che il Padova ci è superiore. Lo ha dimostrato in tutto il campionato e una volta di più sabato nello scontro diretto del girone di ritorno. Siamo riusciti a contenerli per una mezzora riprende Mirko -, dopo hanno preso campo, hanno fatto meglio di noi sotto ogni aspetto e alla fine hanno meritatamente vinto. Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile. Onestamente però non ci aspettavamo tutta questa differenza». Tutto vero, ma i presenti sono rimasti sconcertati dall’atteggiamento prima presuntuoso e poi molle di tutta la squadra. E questo preoccupa in vista della parte finale della stagione regolare. Non raggiungere i playoff sarebbe una delusione: «Non esageriamo risponde il capitano -. Una partita giocata male non può certo mettere in dubbio il processo di crescita che stiamo attuando. Anzi, anche da una giornata negativa come quella dell’Euganeo possiamo trarre utili insegnamenti. Adesso l’importante è riprendere a lavorare con la consueta determinazione. Abbiamo dieci giorni (domenica il Pordenone riposerà in quanto il calendario prevede lo scontro con il Modena che è stato radiato, ndr) per preparare al meglio la trasferta al Menti di Vicenza». […]
Ore 18.00 – (Messaggero Veneto) Il Pordenone, in particolare quest’anno, non si fa problemi a lanciare i giovani in prima squadra. Tre under 17 neroverdi sono sul podio dei più giovani esordienti stagionali nel girone B: Marco Meneghetti, portiere, ha esordito il 10 febbraio nella sfida con la FeralpiSalò a 16 anni, 8 mesi e 9 giorni esattamente come Alessandro Lovisa, centrocampista, che ha fatto il suo debutto il 31 marzo col Padova. In campo con l’Albinoleffe il 3 marzo a 16 anni, 9 mesi e 27 giorni, l’attaccante Pier Francesco Bertoli. Nella graduatoria assoluta (tutti i gironi) Meneghetti e Lovisa sono secondi, Bertoli quarto. Primo è Andrea Di Salvo dell’Akragas che ha esordito a 16 anni 1 mese 8 giorni. […]
Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) A Padova, a sconfitta incassata con la capolista, ha esordito in serie C il terzo giovane neroverde: si è trattato di Alessandro Lovisa, in campo tra i “pro” a neppure 17 anni dopo Marco Meneghetti e Pier Francesco Bertoli. «E nelle prossime gare debutteranno altri ragazzi: se dobbiamo perdere come sabato scorso è meglio farlo coi prodotti del nostro vivaio». Mauro Lovisa, presidente del Pordenone e papà di Alessandro, fa ben capire che aria tira in casa dei ramarri: c’è rabbia per come è maturato l’ennesimo ko di questa stagione, sinora negativa esclusa la Tim Cup; e c’è anche voglia di cambiare pagina. […] Una gara è già andata agli archivi: quella di Padova. «All’Euganeo il Pordenone non c’è stato, in particolare nel secondo tempo: sembravamo in gita. Gli avversari ci hanno massacrato sotto tutti i profili. Se noi non siamo al cento per cento fatichiamo con tutti. Tanti giocatori hanno disputato una gara sottotono: così non funziona, sono andati troppo piano. Alla ripresa dirò alla squadra che si può perdere ma non così, in maniera arrendevole». […] Le ultime partite le serviranno anche per capire chi farà parte del Pordenone del prossimo anno?«Sicuramente: i prossimi tre incontri mi daranno ulteriori dati per valutare i giocatori da confermare nel nostro progetto. Saranno tutti sotto esame: non voglio più vedere prestazioni come il secondo tempo di Padova, per il quale dobbiamo chiedere scusa ai tifosi. Con i sacrifici che facciamo non ammetto più di rimediare figure del genere».
Ore 16.30 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.00 – Qui Guizza: partitella finale.
Ore 15.40 – Qui Guizza: lavoro atletico. Assenti Salviato, Contessa e Mandorlini.
Ore 15.20 – Qui Guizza: schemi in corso, provato il 3-5-2.
Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 14.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Marco Modolo conosce bene lo stadio Cabassi, dove nei sei mesi finali del 2014-15 ha conquistato col Carpi la promozione in A. E’ stato bello tornare qui – spiega il difensore – anche se sono stato qui solo sei mesi, ma sono stati intensi. Sulla gara il difensore sottolinea la difficolta’ di affrontare il Carpi. Noi siamo tornati da Frosinone venerdi’ sera – prosegue – perche’ siamo partiti col treno, per cui abbiamo preparato la gara in un giorno, sapevamo che loro si sarebbero chiusi dietro la linea. Siamo stati bravi con le marcature preventive su Melchiorri, ma ci e’ mancato un po’ quel guizzo di qualita’ a livello offensivo che serve per sbloccare gare come queste. Sono gare in cui ci sono poche occasioni e serve la giocata del singolo o un calcio piazzato. Il ruolo del Venezia di qui a fine stagione? Intanto e’ una grande soddisfazione essere qui, stiamo facendo qualcosa di strepitoso perche’ questa squadra due anni fa era in D e questa classifica e’ un sogno. Questa e’ come un’altra promozione per noi. Nella gara col Carpi contava non perderla perche’ loro erano dietro di due punti; dobbiamo tenerci stretta questa posizione e cercare di migliorarla nelle ultime 9 gare ma sappiamo anche che sara’ molto dura. Ovvio che il presidente e’ molto ambizioso e vorrebbe sempre vincere e il suo sogno e’ andare in A, ma allo stesso tempo e’ molto contento di quello che stiamo facendo.
Ore 14.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Traguardo salvezza raggiunto. Il tecnico Pippo Inzaghi è entusiasta del pareggio che porta il suo Venezia a quota 50 e sottolinea come la gara del Cabassi non si potesse assolutamente vincere. Contro un Carpi così sarebbe stato difficile anche se avessi giocato io! Per riuscire a portare a casa i tre punti ci sarebbe servita una giocata speciale o un calcio piazzato che purtroppo non sono arrivati. Emiliani troppo chiusi. Dieci giocatori ad attenderci nella loro metà campo, un elemento sacrificato a marcare individualmente Stulac e poi l’idea di poterci colpire con le ripartenze: il copione del Carpi è stato questo ma è riuscito solamente in parte. Siamo stati bravi noi a limitare Melchiori e a non correre alcun rischio. Nessun rimpianto dunque… Forse avremmo potuto fare di più ma alla fine possiamo dirci soddisfatti: tanto possesso di palla a dimostrazione della nostra maturità e della continua crescita. Forse avremmo dovuto essere un po’ più incisivi. Il punto conquistato ci permette di tenere a distanza la concorrenza per i playoff e domenica torniamo tra le mura amiche per un’altra finale contro il Brescia che potrebbe darci una spinta in più. Confido molto nell’aiuto del nostro meraviglioso pubblico. Pareggio più che buono nonostante l’assenza di emozioni particolari. Ripeto hanno giocato con dieci uomini dietro la palla su un campo con l’erba alta che di sicuro non favoriva il gioco e determinati a conquistare un punto. Gli emiliani hanno dimostrato di temerci e questo è indubbiamente gratificante per una squadra come la nostra che era partita solamente per salvarsi ed ora può davvero essere la rompiscatole della serie B, pensando in grande.
Ore 13.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) La più brutta e inconsistente partita del campionato tra due squadre che non hanno saputo creare un’emozione che sia una, ma il team di Inzaghi può comunque sorridere per un punto-playoff pesante che ha messo in tasca. Il recupero tra Carpi e Venezia (gara rinviata per la scomparsa di Davide Astori) va in archivio con un pareggio che fa certamente gioco ai lagunari, che si confermano così in ottava posizione quindi in zona playoff, e nel frattempo mantengono a distanza il team emiliano che insegue due punti più indietro. Purtroppo lo splendido cammino che il Venezia aveva appena iniziato ha subito un drastico rallentamento negli ultimi quattro match: solamente quattro i punti conquistati ma va ricordato che sono arrivati contro al termine di un tour de force che ha visto confronti con i due team primi in classifica Empoli e Frosinone, poi col Cittadella e ieri a Carpi (tre trasferte). Nel match di ieri al Cabassi sin dall’avvio si è visto che il ritmo non era particolarmente elevato, con il Carpi impegnato a variare spesso l’assetto di gioco per controllare maggiormente i lagunari sulla mediana e soprattutto a fermare la costruzione del gioco. Con un Mbaye che ha fatto il vero mastino fermando qualsiasi tentativo di avanzata dei lagunari e soprattutto con Pasciuti in marcatura su Stulac (bloccato quasi completamente), il Carpi ha costruito un fortino che il Venezia non è riuscito a conquistare. Tante manovre, possesso di palla anche prolungato, ma sulla trequarti si chiudeva la manovra arancioneroverde senza sbocchi e senza concretizzazione, viste le fila particolarmente serrate del Carpi, deciso a portare a casa un punto più di ogni altra cosa. […]
Ore 13.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il bicchiere mezzo pieno: l’assalto del Carpi è stato respinto, i playoff sono ancora realtà, non si è subito gol. Il bicchiere mezzo vuoto: in trasferta non si vince da cinque mesi, da quel 2-1 di Brescia–Venezia scolpito su pietra lo scorso 4 novembre, manca personalità nel momento in cui si è chiamati. Una vita fa, in tutta onestà. Non può bastare al Venezia per scacciare quell’impressione di scarsa personalità manifestata più volte lontano dal Penzo, lo stadio amico dove, al contrario, il rendimento resta a tutti gli effetti da serie A. Ma per scalare le vette e compiere il miracolo, così non basta. Al Cabassi vanno in scena novanta minuti soporiferi, con poche emozioni e con un secondo tempo in frenata. Novanta minuti che non sono stati graditi neppure da Joe Tacopina. La convinzione del presidente era di poter vedere un’altra squadra, senza timore e che tentasse di imporre il proprio gioco all’avversario di giornata: «E’ come se fossimo paralizzati dalla paura nel momento della stagione in cui sarebbe dovuto essere l’opposto – spiega il presidente – avremmo dovuto essere più incisivi, giocando senza timori. Credo che oggi abbiamo perso una grande chance nel nostro campionato. Affrontavamo un avversario che non è più forte di noi e mi è sembrato che ci sia stato troppo timore, come se dall’altra parte ci fosse l’Empoli e non il Carpi. Voglio che i miei ragazzi giochino con spensieratezza, con le qualità che abbiamo i risultati arriveranno di conseguenza». […]
Ore 13.00 – (La Nuova Venezia) L’attesa quota 50 punti, indicata a inizio torneo, è stata raggiunta seppur al termine di una partita che non passerà alla storia come spettacolare. «Il Carpi aveva dieci giocatori nella propria metà del campo», spiega l’allenatore del Venezia Filippo Inzaghi, «e forse a loro andava bene il pareggio. Ho provato a fare dei cambi, ho modificato l’attacco, inserito Pinato, marcavano a uomo Stulac e non c’erano spazi. Son contento, perché abbiamo mantenuto il vantaggio di due punti su di loro, noni in classifica, e domenica con il Brescia sarà fondamentale vincere». Primo tempo sotto ritmo, qualcosa di più si è visto nella ripresa. «Siamo partiti contratti», continua Inzaghi, «ma abbiamo affrontato un avversario costruito per andare in Serie A e gare così rischi pure di perderle. Hanno provato a colpirci in contropiede, ma il risultato è giusto». […] Per Marco Modolo un ritorno a Carpi da protagonista: qui c’è stato sei mesi nell’anno della promozione in A degli emiliani (2015). Stavolta è stato il migliore. «Mi ha fatto piacere tornare», osserva il centrale, «dove ho lasciato tante persone perbene. Abbiamo incontrato una squadra chiusa, brava nelle marcature. Ci è mancato quel guizzo di qualità che serve in gare come queste, dove può fare la differenza la giocata del singolo. Siamo a 50 punti, dobbiamo essere contenti pensando da dove arriviamo». […]
Ore 12.40 – (La Nuova Venezia) Il punteggio è la fotografia della partita: 0-0. Pasquetta per i portieri impegnati più nel riscaldamento prepartita che nei 90′ di gioco. Tanta mole di gioco esaurita nella trequarti, una manciata di tiri in porta fuori specchio e poco altro. Carpi e Venezia con le spalle coperte e tutti con la sensazione che questo punto, esteticamente non bello, in fin dei conti vada bene. Un punto cercato soprattutto dal Carpi, che pur giocando in casa ha scelto un atteggiamento di sana prudenza tattica, un punto che con lo scorrere dei minuti ha riscosso il gradimento anche del Venezia, perchè arriva da una diretta concorrente a una poltrona playoff che se ne rimane sotto di due lunghezze. Le scelte. La lettura della formazione scelta da Inzaghi regala l’impressione di un undici che cerca i tre punti. Rientra Geijo rispetto a Frosinone, c’è Fabiano, Frey e Garofalo in sostanza stanno più avanti rispetto a una linea difensiva che si mette a cinque solo senza palla. Un segnale per tutta la rosa è anche la scelta di confermare Vicario in porta pur essendo chiusa la parentesi dell’Under 21 per Audero. «Noi di Audero siamo contenti, tornerà presto in porta», commenta Inzaghi a fine gara, «Ma anche Vicario è un titolare e finora ha sempre fatto bene». Dall’altra parte manca Mbakogu, il leader del gruppo, Calabro rinuncia anche a Belloni e Nzola e si vede che ha gran rispetto del Venezia se decide per il “primo non prenderle”. Difficile etichettare il modulo scelto dal Carpi, la cui disposizione varia di fase in fase ma sempre coprendo tutte le zone della propria metacampo. […] Qualche sfottò dalle curve, i fedelissimi della Sud non mancano e si fanno sentire, assieme agli alleati del Modena, dall’altra i carpigiani non ne vogliono sapere del capoluogo e rispondono con i loro cori. Non c’è comunque la tensione di tante altre partite, il clima sarebbe l’ideale per un terzo tempo a salumi del posto e lambrusco giusto. Ultima nota invece dalla tribuna, dove si cerca di spingere in attacco i biancorossi al punto che quando Concas prende palla si sente un urlo “Vai Garrincha”. Dal Brasile querele in arrivo?
Ore 12.10 – (Gazzettino) Amedeo Benedetti ha ritrovato giovedì sera al Tombolato la maglia da titolare nella sfida con lo Spezia, ma il suo contributo in fascia sinistra non è bastato ad evitare un’altra sconfitta indigesta, come quella di Venezia. «Mi sentivo abbastanza bene fisicamente – sostiene il difensore nato a Rovereto – anche se ho finito la partita con i crampi. Mi dispiace non aver portato a casa i tre punti che avremmo meritato, abbiamo dominato noi la partita». Ancora una volta il Cittadella è stato superiore sul piano della manovra e ha creato un maggiore numero di occasioni da gol rispetto all’avversario, ma alla fine il risultato gli ha dato torto. Forse l’eccessiva voglia di vincere, soprattutto nel secondo tempo, ha fatto mancare la lucidità necessaria per raccogliere quanto era stato seminato? Risponde Benedetti: «Nel primo tempo abbiamo trovato parecchie difficoltà a esprimere il nostro gioco perchè lo Spezia ha tenuto un atteggiamento molto chiuso. Nella ripresa invece ci siamo espressi al meglio e abbiamo creato tanto, sfiorando il gol in diverse occasioni, ma due conclusioni sono finite sul palo e sulla traversa, altre sono state ribattute dal portiere oppure in extremis dai difensori. Abbiamo avuto anche una notevole dose di sfortuna». Non manca comunque l’autocritica, individuando gli aspetti dove c’è da migliorare. «Lo sappiamo che dobbiamo fare meglio sotto porta concretizzando il gioco prodotto. Inoltre è importante avere più attenzione in fase difensiva, evitando di prendere gol per nostre leggerezze. Sono cose che ci trasciniamo dietro da tempo e sulle quali stiamo lavorando. Lo Spezia con tre tiri in porta ha messo a segno due gol, noi abbiamo ancora tanta strada da fare in questa direzione, anche se abbiamo fatto registrare passi in avanti rispetto all’inizio del campionato». […]
Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Se le gare con Cremonese, Bari, Venezia e Spezia dovevano essere quelle del salto di qualità, è evidente che quel salto non c’è stato. È così, Amedeo Benedetti? «Dobbiamo essere più concreti», risponde il terzino sinistro di Rovereto, tornato titolare a più di un mese di distanza dalla gara contro l’Empoli. «Prendete proprio l’ultima partita: lo Spezia ha tirato in porta tre volte, realizzando 2 gol. Noi almeno 8, raccogliendo una sola rete. È evidente che dobbiamo migliorare sotto porta, è sotto gli occhi di tutti. In campo ci sono sempre anche gli altri, per cui dobbiamo imparare a chiudere prima le partite». […] Oggi ci sarà la ripresa al Tombolato, subito con una doppia seduta (da valutare le condizioni di Salvi e Bartolomei). L’impressione è che la pausa sia arrivata comunque in un momento in cui serviva. «Questi tre giorni ci hanno aiutato a recuperare energie sia mentali che fisiche per prepararci al meglio per l’ultima fase della stagione. Avremo diversi scontri diretti e sarà fondamentale dare il meglio per l’obiettivo playoff. Serve l’ultimo sforzo per confermarci, sappiamo che tutto è ancora nelle nostre mani». Sabato ripartirete dalla trasferta di Terni. «La Ternana è ultima, ma questo rende ancora più difficile la gara che ci attende: loro si giocano tutto, perché ormai hanno poche possibilità per salvarsi. E anche lo scorso match, che hanno perso per 2-1 a Carpi, dimostra che se la vogliono giocare». Voi proseguirete sulla vostra strada. «Dobbiamo continuare a lavorare come stiamo facendo, proponendo il nostro gioco. Sicuramente c’è da migliorare, ma non ha senso cambiare strada. In tutt’e due le ultime partite, al di là della sconfitta, abbiamo disputato un ottimo secondo tempo, producendo tanto. Dobbiamo solo limitare gli errori, i risultati torneranno».
Ore 11.20 – (Il Piccolo) Dopo i tre giorni di pausa concessi sfruttando il riposo in campionato e le festività pasquali, oggi gli alabardati ritornano al lavoro per iniziare a preparare il big-match con il Padova di domenica prossima al Rocco (orario d’inizio ore 14.30). La Triestina torna ad allenarsi con la consapevolezza che è giunta al limite della zona play-off e occupa in solitaria il decimo posto, e pertanto è giunto il momento di ripartire. Ma allo stesso tempo in casa alabardata c’è anche la consapevolezza che domenica si affronterà una vera corazzata: il 3-0 con cui il Padova sabato si è sbarazzato di un Pordenone che l’Unione aveva acciuffato solo in extremis per un pareggio, la dice lunga sulla forza della capolista ormai avviata alla promozione in serie B. Ma questo campionato ha anche detto che la Triestina, oltre a vari limiti, ha anche le qualità e la forza per giocarsela davvero con tutti, come dimostrato dalla partita dell’andata all’Euganeo. E poi, a parte il valore dell’avversario, la squadra di Princivalli ha come detto l’urgenza di dover fare punti per mantenersi in zona play-off, ora quanto mai in bilico. Per la sfida con il Padova, il tecnico ritroverà Bracaletti e quasi certamente Coletti (le condizioni andranno verificate), ma perderà Porcari, che sarà squalificato. Saranno out per squalifica anche Hidalgo e Bajic, ma ovviamente le loro assenze sono meno gravi essendo state finora solamente delle alternative in corso d’opera. Di certo, per fare una super prestazione gli alabardati servirà un grande sostegno del pubblico. […]
Ore 10.50 – (Gazzettino) Magari non dall’inizio, ma a gara in corso volevo entrare e non c’è mai stata l’occasione visto che l’allenatore faceva altre scelte. Ora invece è arrivata la mia occasione ma non è stato facile perché quando è tanto che non giochi può andarti bene come male, però sono rimasto sereno: so cosa posso dare, ho fatto tutte le cose semplici sfruttando le mie caratteristiche, ossia il tiro e la capacità nell’inserimento. Prima della gara l’allenatore mi ha detto che non aveva importanza se non avevo mai giocato dal primo minuto, bastava una volta per dimostrare il mio valore e l’ho fatto». […] Da qui alla fine immaginiamo che si auguri di avere qualche occasione in più. «Sì, mancano cinque gare e spero di dare il mio contributo in questo rush finale. Questa partita era importantissima perché sapevamo che i tre punti erano fondamentali per chiudere quasi il campionato. Siamo stati bravissimi, abbiamo preparato la gara per attaccare alto e pressare il Pordenone, e ci siamo riusciti. Avevamo gamba, siamo stati sempre compatti disputando una grandissima prestazione». […]
Ore 10.40 – (Gazzettino) Una stagione vissuta fin qui da comprimario, giocando pochissimi scampoli di gara. Soprattutto mai dall’inizio. Eppure quando sabato con il Pordenone è arrivato il suo momento, l’ha sfruttato alla grande con tanto di gol. Il protagonista è Davide Mazzocco, ormai vecchia conoscenza per l’ambiente biancoscudato pur avendo appena ventidue anni. Già, perché è l’unico superstite di quel gruppo che era partito dalla serie D e dopo quattro stagioni è ancora lì a dare tutto per il Padova che è sempre più vicino al salto in B. «In settimana l’allenatore mi aveva provato dandomi la casacca, per cui sapevo di poter giocare e ho cercato di allenarmi al meglio come ho fatto sempre. Non è stato facile perché in campionato non giocavo da oltre tre mesi (pochi minuti nella trasferta con il Gubbio, ndr) e come tutti quando non giochi sei incazzato. Però ho fatto sempre il mio mestiere e il tecnico mi ha dato questa possibilità che ho cercato di sfruttare al meglio». Ci sono stati momenti nei quali si è scoraggiato un po’? «Certo, perché vedevo che non giocavo.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Se le motivazioni contano, eccone la prova tangibile”) La dimostrazione data sabato scorso contro il Pordenone ha cancellato, se mai ce ne fossero stati, i (residui) dubbi e timori sul conto dei biancoscudati: condizione eccellente, pressing alto e continuo, riappropriazione delle corsie esterne per costruire manovre a largo raggio. […] C’è un merito in più che va riconosciuto a Bisoli e al suo staff: la capacità di motivare tutti, indistintamente, e di ottenere da ognuno il massimo. Zambataro e Mazzocco ne sono l’ultimo, tangibile esempio: non avevano mai indossato la maglia di titolari dall’inizio e, quando l’hanno ricevuta, hanno sfoderato entrambi una prestazione da protagonisti assoluti. Questo significa che chi li ha messi in campo è riuscito a lavorare così bene sulle loro teste da trarne il massimo beneficio: per se stessi, certo, ma soprattutto per la squadra.Ecco, il gruppo. Oltre al perfetto assemblaggio compiuto dall’allenatore di Porretta Terme (in panchina ci voleva uno così, che non molla mai di un centimetro), va dato atto alla società, dai due Bonetto al direttore generale Zamuner, di aver pescato gli uomini ideali per il progetto Serie B. Massima serenità e fiducia, adesso: la festa è vicina.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Se le motivazioni contano, eccone la prova tangibile”) Cinque partite alla fine, di cui tre fuori e due all’Euganeo. La Samb è a – 8 (ma in svantaggio negli scontri diretti, per cui in realtà è a – 9), la Reggiana, vincente con il fiatone sul Sudtirol, a – 10. In realtà i granata emiliani sono accreditabili di un potenziale – 7, perché devono recuperare ancora una gara, ma l’avversario che li attende è un certo Mestre, tra i più in forma del girone. Il quadro è roseo, anzi il cielo sopra Padova è azzurro, ma di un azzurro così intenso che più di così non si può. Giusto guardarsi le spalle, ma il corridore in fuga – paragone che calza a pennello per Bisoli e i suoi uomini – vede distintamente sullo sfondo lo striscione d’arrivo e pregusta con un sorriso l’ora del trionfo. Gli restano da coprire pochi chilometri e poi potrà alzare le braccia in segno di giubilo. Perché è il più forte, checchè se ne dica, ed è giunto lì, sul vialone finale, stracciando tutti i concorrenti diretti più pericolosi. Con grinta, determinazione, testa, forza fisica e resistenza allo sforzo degne dei grandi campioni.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Io ho cercato sempre di essere professionale, allenandomi al meglio e facendo in modo di cogliere le opportunità. Non nego ci siano stati periodi in cui ero scoraggiato. Dopo l’infortunio di settembre sono rimasto fermo quasi due mesi, ma quando mi sono ristabilito vedevo che non giocavo, nemmeno a partita in corso. L’allenatore faceva altre scelte e io ho cercato di stare sereno, anche se stavo male dentro».A gennaio ha mai pensato di chiedere la cessione? «Sì, ci ho pensato. Volevo giocare con maggiore continuità, ho ragionato sul da farsi, ma alla fine ho scelto di restare per giocarmi le mie carte qui». E alla fine ha fatto bene, anche perché con una nuova promozione entrerebbe nella storia biancoscudata, essendo l’unico reduce dall’annata in Serie D. Ci avrebbe mai pensato? «Per me è un sogno. Sono partito dalla D, vincere il campionato quell’anno fu magnifico, adesso mi ritrovo a vivere la stessa cavalcata, un’altra emozione unica che mi porterò per sempre. Non me lo sarei mai aspettato il giorno che arrivai a Padova. Ho sempre avuto fiducia nella società e il club ha creduto in me, prolungandomi il contratto a dicembre». […]
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) […] Mazzocco ha il merito di non aver mai mollato, l’ha capito anche Bisoli, che in una delle partite-chiave della stagione l’ha premiato per la prima volta con la maglia da titolare. Il mediano originario di Quero (Belluno) l’ha ripagato con una grande prestazione e un gol pesantissimo, che ha sbloccato la sfida con il Pordenone. «Diciamo che non è stata una scelta improvvisa, un po’ me lo immaginavo», sorride Mazzocco. «Il mister mi ha provato in settimana e io ho cercato di allenarmi al meglio, come sempre». […] La rete è stata l’apoteosi, per lei e per lo stadio intero. «Pulzetti mi ha messo un cross al bacio e quando ho visto la palla entrare sono andato al settimo cielo. Quasi non mi rendevo conto di quanto era successo. Infatti, prima sono corso verso la curva, poi mi sono ricordato che dovevo raggiungere Cisco, il mio compagno di stanza, che mi aveva detto che, se avessi segnato, dovevo andare ad abbracciarlo. Volevo fare tante cose, festeggiare con i tifosi, ringraziare Cisco e salutare la mia famiglia, alla quale dedico la rete perché mi è sempre stata vicino. È stato emozionante». Come ha vissuto questi mesi senza giocare? «Quando si sta fuori, si accumula tanta rabbia.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Pasqua e Pasquetta di riposo per il Padova, che torna ad allenarsi oggi pomeriggio alla Guizza per preparare la trasferta di domenica prossima (ore 14. 30) a Trieste. Bisoli, per il derby contro gli alabardati, recupererà Belingheri e Trevisan, con quest’ultimo che ha scontato anche l’ultima delle 4 giornate di squalifica. Sono ancora da valutare, invece, le condizioni di Mandorlini e Salviato, non convocati contro il Pordenone per problemi muscolari. Intanto. si prepara un nuovo esodo per la trasferta allo stadio Nereo Rocco. Il tifo, specialmente dopo l’ultimo esaltante successo contro i “ramarri”, è in fibrillazione. […] .Da oggi si apre la prevendita per Triestina-Padova, con i biglietti per il settore ospiti al prezzo di 13 euro. I tagliandi sono disponibili on line al sito www.diyticket.it e nei rivenditori autorizzati SisalPay di città e provincia. La prevendita per il settore ospiti terminerà alle 19 di sabato 7.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Nel posticipo del girone B di Serie C, andato in scena ieri al “Mapei Stadium- Città del Tricolore”, la Reggiana ha conquistato i tre punti proprio all’ultimo momento, vincendo 2-1 su rigore contro il Sudtirol al termine di una gara dai due volti. Nel primo tempo i granata di mister Eberini hanno cercato di esprimere buone trame, mentre nella ripresa sono apparsi in costante difficoltà e hanno subìto la maggiore brillantezza degli uomini di Zanetti. Decisivo in pieno recupero, al 94′, il calcio di rigore conquistato e realizzato da Cesarini. Il momento di forma non appare essere il migliore possibile per gli emiliani, ora terzi a – 10 dal Padova capolista ma con una partita da recuperare (contro il Mestre): troppi gli errori in fase di impostazione, e proprio da uno di questi è nato il gol del pareggio ospite, realizzato da Gyasi all’inizio della ripresa. […]
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) «Da quando sono vicepresidente del Padova, quella di sabato contro il Pordenone è stata la partita più bella dei nostri quattro anni di gestione». Lo dice con orgoglio, Edoardo Bonetto, dopo aver assistito a Reggiana-SudTirol in tv, con il 2-1 al 93’ che di certo non è stato gradito ma che, allo stesso tempo, non pregiudica nulla nella corsa alla B. Vicina, anzi vicinissima, la promozione, anche il numero due di viale Rocco non vuole sentir parlare di tabelle: «Non sono abituato a farle – sottolinea – né voglio farle, perché non ha alcun senso. Ho visto a tratti la partita della Reggiana, ma sono convinto che, in una situazione come quella in cui siamo, se giochiamo come contro il Pordenone non dobbiamo avere paura di nessuno e al traguardo ci arriveremo. Abbiamo cinque partite da giocare e ci sono 15 punti in palio, a partire da domenica a Trieste. Sono concentrato su Triestina-Padova, partita che porta con sé tanta storia di questi due club gloriosi. Quando entro nello spogliatoio e vedo il gruppo così, rimango sereno anche al di là della classifica e dei risultati delle avversarie. Prima di tutto dobbiamo fare bene noi. Poi, se facciamo il nostro dovere, il resto viene di conseguenza». […] Un altro concetto viene sottolineato da Bonetto: «I conti li faremo alla fine – evidenzia – ma quel che posso dire è che sono orgoglioso di professionisti come Russo, Mazzocco e Zambataro che, pur avendo giocato pochissimo, si sono fatti trovare pronti nel momento in cui c’è stato bisogno di loro. Faccio i complimenti a tutto il gruppo. Vedere una squadra così ti rende orgoglioso di quanto hai fatto. Ribadisco, però, che non è ancora fatta. Andiamo avanti partita dopo partita senza la calcolatrice. Complimenti al mister, al direttore che ha costruito questo gruppo e ai ragazzi per averci fatto vivere una Pasqua così bella». […]