Un consiglio spassionato agli eterni scontenti, quelli che cercano il pelo nell’uovo anche quando non c’è, agli iper preoccupati che vedono ombre dappertutto e vaticinano di crolli alla distanza e di agganci possibili perché nel passato c’è stato chi ha recuperato 7, 8 o 9 punti a chi stava davanti e lo ha sorpassato: a tutti costoro diciamo che è meglio se restano lontani dall’Euganeo. Non c’è posto per chi non crede nel Padova, in vetta da mesi nel girone B di terza serie, e nella B che sta avvicinandosi a grandi passi. E la dimostrazione che non ce n’è per nessuno, gufi e cassandre compresi, la squadra di Bisoli l’ha data ieri, confezionando una colomba pasquale con i fiocchi: bella, rigogliosa, ricca di mandorle e zuccherini. Ai posteri è stata consegnata la sedicesima vittoria su 29 partite, un 3-0 che sfata il tabù dei match casalinghi jellati con il Pordenone, avversario che non si batteva davanti ai propri tifosi dal 1980, e che era reduce dal successo rocambolesco (4-3) sulla Reggiana del turno precedente. E per infrangerlo i biancoscudati hanno sfoderato, al cospetto del solito “zoccolo duro” di poco più di 5.000 tifosi (che non hanno mai tradito sino ad oggi, e ai quali va dato atto di averci sempre creduto), una delle più gagliarde e convincenti prestazioni del campionato. Gioco, pressing, ritmo e spinta poderosa sulle corsie esterne: ingredienti che significano qualità, compattezza e ottima resistenza allo sforzo, se è vero che alla distanza il marchio di fabbrica del più forte si è stampato sul volto dei “ramarri”. Il lavoro di un allenatore si misura dalla cura dei particolari e dai piani messi in atto per far crescere con la giusta progressione il gruppo di giocatori che ha per le mani. Ebbene, ieri il tecnico di Porretta Terme, vulcanico e fumantino quanto volete, ma perfetto stratega nel preparare i match in funzione del contendente di turno, ha pescato dal mazzo le “carte” preziose in grado di fargli vincere la sfida: Zambataro e Mazzocco. Una vera e propria doppia scommessa, perché il 19enne terzino etiope ed il 22enne centrocampista bellunese avevano, sì, accumulato qualche gettone di presenza sinora, subentrando a gara in corso, ma non erano mai partiti titolari dall’inizio.
[…]Il vantaggio sulla Sambenedettese rimane di 8 punti (9 considerato lo scontro diretto). La Reggiana, che ha due partite in meno ed è a – 13, giocherà domani con l’Alto Adige e deve recuperare con il Mestre (mica facile…). Restano 5 gare da qui al 6 maggio, il traguardo si vede benissimo sullo sfondo. Resta da decidere quando festeggiare (il 22 aprile a Fermo?). Intanto, pensiamo al derby di Trieste di domenica 8, un’altra sfida sentitissima. Da affrontare con serenità. E auguri a tutti.
(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)