Padova è stata l’ultima tappa significativa della sua carriera da giocatore. Tre stagioni in serie B dal 2009 al 2012, inclusa la finale play off con il Novara per la promozione in A. Vissuta per di più con i galloni di capitano al braccio. Un ricordo indelebile per Vincenzo Italiano, come tutta la sua esperienza biancoscudata (79 gare e nove sigilli) che continua a portare nel cuore, tanto più che Padova è diventata la sua città dato che ci vive da ormai quasi un decennio. «Sono stati tre anni intensi di ricordi e di colpi di scena: la salvezza raggiunta nello spareggio con la Triestina, nell’annata successiva la sconfitta nella finale con il Novara che poteva riportare il Padova nella massima serie dopo tanti anni, la terza stagione nella quale si pensava di ottenere qualcosa di straordinario e invece è arrivata una grande delusione non centrando neanche i play off. Ma la cavalcata fantastica che ci ha portato a un passo dalla A è il ricordo più bello, tre mesi stupendi nei quali ci siamo divertiti molto dando lezione di calcio a tanti avversari. Essere stato il capitano di quella squadra per me è stato un grande motivo d’orgoglio, come anche è stata una grande emozione il coro personalizzato che mi riservarono in quel periodo i ragazzi della tribuna Fattori, davvero impossibile da dimenticare». Dalle sue parole si percepisce come sia ancora forte il sentimento per il biancoscudo. «Da giocatore mi sono affezionato tantissimo a questa maglia e alle persone che ho conosciuto. Sono sempre andato in campo dando tutto me stesso, è stato un dispiacere enorme perdere quella finale con il Novara, meritavamo noi di andare in A. Oggi continuo a seguire le vicende biancoscudate, anche perché vivo in città: tutti in famiglia ci siamo innamorati di Padova, siamo felici di essere rimasti qui». Restando proprio all’attualità, il Padova è davvero vicino a centrare il salto in B. «La squadra è nelle mani di un allenatore che se ne intende, ha già vinto questo campionato ed è un guerriero. Senza dimenticare che il gruppo è formato da un mix di giocatori esperti e di giovani di valore che sta portando a risultati di rilievo. È meritato questo primato in classifica, non si faranno sfuggire l’obiettivo. Il campionato di B è il palcoscenico ideale per la piazza e per la tifoseria in questo momento, fermo restando che starebbe benissimo anche in A: ho provato sulla mia pelle cosa vuole dire giocare davanti a venticinquemila tifosi all’Euganeo».
[…](Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)