Ore 19.30 – (Il Piccolo) «Era ora». E’ stato un sospiro di sollievo a scandire le prime sillabe del capitano Giuseppe Aquaro a chiusura della gara in terra romagnola. Un ventaglio di emozioni che spazia dalla gioia del rientro in campo (non giocava dalla partita di novembre a Padova) alla rabbia per le distrazioni costate i due gol del Santarcangelo.«Sono trascorsi quattro mesi dall’ultima volta che avevo messo piede in campo. Un po’ di emozione all’inizio l’ho provata e ho fatto fatica specialmente i primi quindici minuti». Due gol evitabili, vero? «Vero, tutti e due evitabili. Il secondo vorrei rivederlo, sul primo gol abbiamo dormito un po’ e siamo anche stati sfortunati perché la palla è passata sotto la gamba di Boccanera e mi è rimasta lì sulla linea, non ho avuto la reazione di spazzarla via e gli avversari sono stati bravi a crederci».Una situazione strana per la Triestina, una infinità di rammarichi per i punti lasciati per strada, per converso nessuna squadra del girone vorrebbe mai trovarsi, nemmeno ai play-off, di fronte l’Unione.«Quante volte abbiamo già fatto questo discorso, e noi purtroppo ci mettiamo del nostro per non fare quel salto di qualità che probabilmente meriteremmo. Bisogna dire che abbiamo affrontato un buon Santarcangelo, capisco il fatto che i tifosi non siano contenti di questo pareggio però è giusto muovere la classifica anche con un punto sapendo di dover fare molto, molto di più, e cercheremo di farlo già mercoledì con il Pordenone». […] La prima volta in coppia con Lambrughi, si gioca sul velluto con un compagno così? «Lambrughi è un giocatore d’esperienza, vede le giocate in anticipo. Non bisogna buttare via però il lavoro che è stato fatto prima con gli altri, hanno fatto bene anche Codromaz a El Hasni». […]
Ore 19.00 – (Il Piccolo) Il tredicesimo pareggio stagionale maturato all’ombra del monte Titano consegna due elementi al bilancio alabardato.Primo punto: la Triestina ha lasciato altri due punti sulla strada che porta ai play-off. Secondo: è molto azzardato cambiare radicalmente l’assetto di una squadra che rende al meglio quando gioca con il 4-3-3 e funziona a certe condizioni. Il Santarcangelo, che a quanto si è visto è una della formazioni più modeste del girone (e non solo per la classifica) a Trieste aveva portato via un punticino con l’Unione passata in vantaggio. Domenica ha strappato un pareggio nonostante una ripresa in cui è andato sotto pesantemente. Oltre a quei due punti, nel girone d’andata l’Unione ne aveva perso uno a Portogruaro con il Mestre, mentre dopo il giro di boa ha mancato una vittoria già scritta con il Ravenna. Per stare di manica molto stretta sei punti sono stati gettati al vento e questa è la differenza in numeri rispetto a quanto espresso dall’Unione in campo. Questa caratteristica negativa, a sette gare dal termine della regular season, rende problematico o molto arduo entrare nel lotto privilegiato delle tre big alle spalle del Padova. A vedere il lato positivo c’è che tra le squadre limitrofe alla Triestina nessuna corre, anzi. Sul piano tecnico e tattico è evidente come l’assenza di alcuni infortunati e il timore ragionato di dover affrontare tre partite in sette giorni (nè le gambe nè la testa dei giocatori è avvezza a un simile tour de force) abbia costretto Princivalli a modificare l’assetto di partenza. […]
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Manuel Nocciolini come Samuel Eto’o: ora l’attaccante ex parmense fa anche il centrocampista, per aiutare la squadra, rinunciando ai gol per i quali lo aveva acquistato il Pordenone nel mercato invernale. La storia che ha raccontato la partita contro la Fermana è fatta di spirito di sacrificio, dote evidentemente innata che fa parte del bagaglio della punta che nella scorsa stagione con la casacca dei ducali segnò tre reti al Bottecchia. Ma c’è di più: è uno dei primi veri segnali del fatto che la mano di Fabio Rossitto si stia facendo sentire sulla stagione del Pordenone. Da quando è arrivato in città, Nocciolini ha cambiato soltanto due ruoli: prima esterno offensivo, poi punta vera al posto di Federico Gerardi. Ma il verbo ora dev’essere coniugato al passato, perché contro la Fermana si è visto qualcosa di molto diverso. La formazione, presentata inizialmente come un 4-3-1-2, con Emanuele Berrettoni nel ruolo da trequartista e la coppia Nocciolini-Gerardi davanti, si è dispiegata in campo da subito in modo diverso. In realtà l’acquisto top del mese di gennaio si è messo a fare praticamente il quarto uomo di centrocampo. Piazzato largo sulla destra, Nocciolini doveva mangiarsi la fascia in ogni azione. Ecco cosa gli aveva chiesto Rossitto: corsa, ripiegamenti, contrasti e coperture; poi ripartire e creare pericoli anche davanti; quindi ripiegare di nuovo. In poche parole, tanti chilometri. Azzardando il paragone, la mossa ha ricordato l’allargamento sulla fascia dell’Eto’o del Triplete nerazzurro, quando José Mourinho si inventò un’Inter senza più ruoli fissi per vincere tutto. […]
Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) […] «Ci siamo finalmente tolti la strega di dosso – esordisce Mauro Lovisa, rifacendosi a un antico detto popolare -. Altre volte ammette abbiamo forse giocato meglio, come a Portogruaro, ma in questo momento era importante vincere e ci siamo riusciti». Lovisa è un esteta del pallone. «Beh, non è che con la Fermana abbiamo giocato male. Mi sono piaciuti i primi 20′ della ripresa quando, pur in vantaggio, non abbiamo rinunciato ad attaccare. Soprattutto però mi è piaciuto il nuovo spirito con il quale i ragazzi affrontano ora le partite. In questo si vede la mano di Fabio Rossitto. Sono sicuro che con il passare del tempo vedremo anche la squadra giocare bene. Gli elementi per farlo non ci mancano. Saremo la mina vagante di questa parte finale di stagione e dei playoff». […] Lovisa fa una riflessione sui fischi che hanno salutato il ritorno in panca di Gerardi, ancora una volta protagonista di una prova deludente. «Io sono stato attaccante e so che è possibile attraversare periodi in cui niente sembra girarti bene e più ti dai da fare più ti incasini perché finisci a fare le cose più difficili. Ho detto a Federico: stai tranquillo e gioca semplice; il gol prima o poi arriverà. È successo pure a campioni come Higuain e Icardi. Poi, vedi Maurito, ti sblocchi improvvisamente e ne fai quattro in 90 minuti. Per questo chiedo ai nostri tifosi di comprendere la situazione. Avete aiutato la squadra, ora aiutate anche Federico, che oltretutto è un pordenonese come voi». Domani alle 20.30 tutti a Trieste, città che ha fatto una corte spietata a Mauro Lovisa. «Già, mi vogliono bene. Magari un bene un po’ interessato. Ancora adesso, attraverso i social, qualcuno mi invita a trasferirmi nel capoluogo giuliano. Ma io ho avviato a Pordenone un progetto che guarda lontano. Nel nostro futuro io vedo una squadra in B e uno stadietto a misura di famiglia. Ci arriveremo, ne sono certo. Intanto godiamoci la crescita del settore giovanile, con tutte le squadre già alle finali nazionali o a un passo dal conquistarle. I giovani saranno la base per la nostra scalata».
Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) […] Se il Pordenone è riuscito per la seconda volta consecutiva a mantenere inviolata la propria porta in casa, il merito è stato anche della convincente prestazione di Stefano Mazzini. Il portiere scuola Atalanta, alla terza presenza stagionale, è stato protagonista di diverse interventi risolutivi. Meritandosi la fortuna dell’aiuto dei pali. Il fatto che alle sue spalle ci siano una garanzia come Simone Perilli e un talento come Marco Meneghetti fa pure pensare che la porta neroverde sia davvero ben custodita. Un ottimo punto di partenza, in vista del rush finale e, ci si augura, dei playoff.Da riscoprire. Nel lato opposto del campo, la condizione non assiste ancora bomber Gerardi, uscito tra i “rumors” di un pubblico forse troppo esigente. Berrettoni ha acceso la luce ad intermittenza. Mentre Nocciolini, chiamato a un compito di grande sacrificio, è rimasto un po’lontano dalla zona calda. Eppure è proprio da loro tre che ora si attende il nuovo salto di qualità. Perché non sempre ci potrà pensare un Burrai in vena di prodezze da antologia calcistica o la confermata vena realizzativa di un Formiconi sempre più a suo agio negli schemi di Rossitto.
Ore 16.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Sono giorni molto importanti, se non decisivi, per il futuro del Vicenza che, dichiarato fallito il 18 gennaio e ora in esercizio provvisorio, ha bisogno di una nuova proprietà al più presto. La raccolta fondi per tenere in vita l’esercizio stesso, nonostante la straordinaria generosità della gente biancorossa, non sta certo andando come si augurava il curatore Nerio De Bortoli il quale oggi alle ore 12 in tribunale, durante l’udienza pubblica, verificherà lo stato delle passività e prenderà atto della documentazione che i creditori potranno depositare. Sarà l’occasione per il giudice Giuseppe Limitone e per il curatore di andare a «cristallizzare» tutti i debiti della società, scremando poi tra generici e sportivi, precisando: solo questi ultimi verranno accollati a chi si aggiudicherà l’asta e quindi il club. Un passo importante prima della decisione di andare a convocare l’asta pubblica, che probabilmente si terrà tra la fine di aprile e i primi di maggio. Un periodo di tempo che consentirà ai vari gruppi e cordate di definire le strategie e di essere pronti ad acquisire la società. […] Ma la settimana presenta anche l’appuntamento con la Procura Figc che ha deferito al Tribunale federale nazionale, sezione disciplinare, il Vicenza per le note irregolarità riguardanti il mancato pagamento degli stipendi di settembre e ottobre che avrebbero dovuto essere pagati entro il 18 dicembre scorso. Il Procuratore federale ha deferito l’amministratore delegato e legale rappresentante pro-tempore del Vicenza, Marco Franchetto e la società biancorossa a titolo di responsabilità diretta e a titolo di responsabilità propria. La sentenza non dovrebbe riservare sorprese, con quattro punti di penalità che porterebbero il Vicenza a quota 27, cioè soli due punti sopra la posizione che porta ai playout. […]
Ore 15.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) «Almanacco illustrato Vicenza Calcio 1902-2018». Centosedici anni di storia, pennellate di biancorosso, tocchi di classe e palloni che diventano d’oro massiccio. Stadi che tremano, nella provincia che bussa alle porte del paradiso. Il cuore biancorosso del Lane batte forte nel palazzetto di via Goldoni: l’aggancio è un prezioso almanacco pensato dall’ex ds Sergio Vignoni, ma la storia si respira a pieni polmoni nell’anno più difficile della storia del club. È così, in mezzo a tante facce note e a due Palloni d’Oro come Paolo Rossi e Roberto Baggio, si mescolano i protagonisti di oggi: il curatore fallimentare Nerio De Bortoli, Nicola Zanini, Moreno Zocchi, Stefano Giacomelli, Pietro De Giorgio. Protagonisti aggrappati a un futuro così incerto che nessuno può sapere cosa accadrà domani. Protagonisti che vedono scorrere altri protagonisti, con i capelli bianchi e qualche chilo in più. E così Roby Baggio, star della serata, racconta di «quando in bici facevo chilometri per andare al Menti, avevo 15 anni e il pomeriggio mi allenavo con la squadra della mia città e poi la domenica andavo a tifare». Il Divin Codino, con un rimpianto rivelato con chiarezza: «Alle parole preferisco i fatti — sorride — ho un unico rimpianto, perché nel 2000 quando decisi di lasciare l’Inter volevo tornare a casa. Ma nessuno mi telefonò, nonostante avessi lanciato segnali precisi. Ci rimasi male, speravo di finire la carriera nella squadra che mi aveva lanciato». […]
Ore 15.00 – Biancoscudati in campo alla Guizza per la rifinitura a porte chiuse.
Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Il ko di Empoli? Loro hanno esultato come se avessero vinto il campionato, segno che il Venezia dev’essere il primo a credere di poter rimanere nei piani alti». Parole da leader e da motivatore quelle di un Maurizio Domizzi sempre molto preciso nell’analizzare pro e contro delle prestazioni arancioneroverdi. […] «Devo ammettere che i tre gol di Empoli qualche pensiero in più l’hanno lasciato. A prescindere dalla dinamica siamo stati un po’ meno tranquilli del solito, tant’è che qualcuno non l’avremmo preso in altre partite. In alcuni frangenti sia stati poco lucidi, forse l’abbiamo vissuta con un pizzico di ansia di troppo da partitissima. L’assenza di Andelkovic? Una sola gara non basta per dire se e quanto abbia pesato, va da sé che speriamo di recuperarlo subito». Il capitano affronta il momento sul piano psicologico. «Dobbiamo essere bravi a cogliere una sfumatura, cioè che a tutti, Empoli compreso, stiamo dando la sensazione di essere cresciuti molto come squadra e che lotteremo fino alla fine per tenerci stretti i playoff. Guai a perdere fiducia e sicurezza figlie di quanto di buono acquisito nel nostro percorso. Abbiamo perso ma ce la siamo giocata, nessuno di noi si deve sentire non a suo agio nei piani alti, non è una sconfitta che deve farci perdere certezze. Soprattutto dopo aver fatto faticare come nessun’altro, per loro stessa ammissione, la capolista». […]
Ore 13.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) L’interrogativo di giornata: come ripartire e con quali coordinate. Nella settimana che porta al derby Venezia-Cittadella, Maurizio Domizzi traccia la via per archiviare il ko di Empoli nel modo migliore: tenere la barra dritta, ora più che mai. «Qualcosa che non ha funzionato di sicuro c’è stato — sospira — posso anche dire che, prima della partita del Castellani, avevo detto ai miei compagni che, se avessimo fatto risultato, avremmo riaperto il campionato. Abbiamo lottato ad armi pari, abbiamo in qualche modo limitato la capolista, alla fine ci siamo arresi. Ma dobbiamo prendere il buono che c’è in questa sconfitta. Da un lato, è vero, se vogliamo cambiare passo in tutto e per tutto ci manca tremendamente la vittoria in trasferta. Allo stesso modo ci sono state una serie di circostanze che ci hanno condizionato. Abbiamo affrontato qualche squadra come Spezia e Parma nel momento sbagliato….». Insomma, l’obiettivo playoff è inquadrato senza esitazioni e ora tocca al derby con il Cittadella. «Ho letto le dichiarazioni dei giocatori del Cittadella e quelle di Venturato — sottolinea Domizzi — vedo che credono nella promozione diretta e per me fanno benissimo. Sono a quattro punti dal secondo posto, arrivati a chiudere il discorso salvezza si possono mollare gli ormeggi. Non so valutare tecnicamente la forza del Cittadella, così come quella di altre squadre, quel che posso dire con certezza è che se sono quarti in classifica significa che hanno fatto molto e che, a mio parere, staranno lì a lottare fino in fondo». […]
Ore 13.10 – (La Nuova Venezia) Il Venezia trova i lettoni dell’FK Riga negli ottavi di finale della Viareggio Cup, unica rappresentante straniera sopravissuta dopo i gironi eliminatori insieme al Rijeka. I due recuperi di ieri mattina hanno definito il quadro delle otto squadre qualificate anche nel Gruppo B con il Cagliari che ha battuto (3-1) Riga conquistando il primo posto nel girone 7 e la Pro Vercelli che si è aggiudicata lo scontro diretto per il secondo posto nel girone 8 con gli argentini di Cai (4-1). In base a questi risultati Genoa, Milan, Juventus, Cagliari e Fiorentina sono passate agli ottavi di finale come prime classificate, gli ultimi tre posti sono stati occupati dalle tre migliori seconde: Rijeka (7 punti, differenza reti +4), FK Riga (6 punti, +3 e 7 reti realizzate) e Pro Vercelli (6 punti, +3 e 6 reti realizzate). Il Venezia affronterà l’FK Riga domani (ore 17) allo stadio “Maroni” di Fornacette (Pisa), in caso di qualificazione troverà nei quarti di finale la vincente di Milan-Parma (Altopascio, ore 15), mentre nella parte alta del tabellone si giocheranno anche Inter-Pro Vercelli (Tavernelle Val di Pesa, ore 17.30) e Genoa-Spezia (La Spezia, ore 17). […]
Ore 12.40 – (Mattino di Padova) Non è stato un week end particolarmente prolifico per le padovane di Serie D: a parte il Campodarsego, che non è sceso in campo (il match con la Calvi Noale è stato rinviato al 4 aprile), Este ed Abano hanno raccolto solo un punto in due, quello dei giallorossi con la Liventina. Un risultato, fra l’altro, che ha permesso all’Arzignano Valchiampo (vittorioso con il Mantova al fotofinish) di portarsi a + 4 su Lorello & C.«Sfortunatamente le decisioni dell’arbitro, nel dubbio, sono state sempre contro di noi», osserva il centrocampista dell’Este Stefano Pozza, riferendosi senza mezzi termini al fischietto bergamasco Giorgio Bozzetto. «Basti pensare al rigore negato a Florian ed all’espulsione di Boron, giocatore che negli ultimi 10 minuti ci avrebbe fatto molto comodo». Nonostante gli episodi, Pozza preferisce recitare un piccolo mea culpa:«Abbiamo avuto comunque delle occasioni importanti», rileva il mediano 30enne. «Io stesso, per esempio, ho avuto almeno due palle-gol che avrebbero potuto decidere la partita». […] Il “Campo” ha perso la testa della classifica: la Virtus Vecomp, grazie al successo sul Tamai, si è portata (per ora) in vetta a quota 55 punti, uno in più dei “Gabbiani”: «Sapevamo che saremmo potuti andare a – 1 e siamo molto tranquilli», puntualizza il direttore generale biancorosso Attilio Gementi. «Mettiamola così: se qualcuno poteva pensare che il Campodarsego soffrisse la pressione, ora che siamo secondi non abbiamo più neanche questo “problema”». Gementi usa toni ironici, ma poi precisa: «Ci aspetta un calendario bello tosto, con Arzignano, Noale, Mantova ed Este in campionato e la semifinale di Coppa Italia con Crema. Tuttavia, se il Campodarsego avrà recuperato le forze e pure un giocatore importante come Pietribiasi, che ci è mancato nell’ultimo mese, non dovrà temere nessuno». […] Infine l’Abano, reduce dalla settima sconfitta consecutiva con l’Ambrosiana: «Un risultato bugiardo», commenta il direttore sportivo dei neroverdi Gianluca Arnuzzo. «Ai ragazzi non si può rimproverare nulla perché hanno fatto il massimo. Sfortunatamente, non riusciamo a concretizzare le occasioni e questo è un nostro difetto». A questo punto del campionato, però, le pacche sulle spalle non bastano più: «Servono 5 vittorie per andare ai playout», aggiunge Arnuzzo. […]
Ore 12.10 – (Gazzettino) Quello di domenica al Penzo sarà un derby particolare anche per lo staff tecnico granata: Edoardo Gorini a Venezia è nato e cresciuto calcisticamente, senza però approdare in prima squadra, mentre il preparatore atletico Andrea Redigolo è originario di San Donà e al Venezia ha lavorato per tre stagioni. È arrivato in laguna con Glerean nel 2002, poi durante il ritiro estivo il presidente Zamparini prese il Palermo e vi trasferì l’allenatore e parte dei giocatori del Venezia. «Rimasi come preparatore atletico in laguna sino al 2005 – ricorda Redigolo – l’anno del fallimento societario. Tre anni di serie B. È stata una bella esperienza. Al primo anno sono stato con Bellotto allenatore, l’anno successivo con Gregucci, quindi con Ribas, esonerato a fine stagione, sostituito da Manzo e con Calori che faceva il suo assistente». Redigolo ha mantenuto i contatti con diverse persone dell’universo neroverde. «Ho conosciuto tanta gente, dei miei tempi dovrebbero esserci ancora lo storico magazziniere e l’accompagnatore ufficiale». Non sarà comunque una gara sentita più delle altre. «Sostanzialmente sarà una partita normale. Sarò contento di tornare a Venezia, dove ho vissuto un’esperienza importante della mia carriera, giocare a Sant’Elena è sempre bello». Il Penzo è uno stadio unico nel suo genere. «È scomodo arrivarci, ma è un impianto costruito su un’isola, in laguna, e fa il suo bell’effetto. Sin dai miei trascorsi a Venezia sentivo parlare del progetto di uno stadio nuovo sulla terraferma, ma ancora non è stato fatto niente». Guardiamo in casa granata: come giudica il Cittadella in questo momento della stagione? «Stiamo facendo buone prestazioni, anche dal punto di vista fisico i giocatori mantengono una buona condizione, non sono mai stati in sofferenza. Direi che la squadra sta bene». […]
Ore 11.50 – (Mattino di Padova) […] Per il veneziano Edoardo Gorini, oggi vice-allenatore nello staff granata dopo essere stato per anni una colonna del Citta in campo, è per forza di cose una partita ancora più speciale. «I miei primi calci li ho dati in laguna e al Penzo ho fatto anche da raccattapalle», racconta quello che per tutti, al Tombolato, è il “Goro”. «Tutta la trafila delle giovanili l’ho svolta in arancioneroverde, anche se poi in prima squadra sono andato qualche volta in panchina, senza mai esordire ufficialmente. Ero giovane, erano gli anni di Zamparini presidente. Di quella società non è probabilmente rimasto più nessuno o quasi». Venezia e Cittadella sono le sue città del cuore. «Ho ancora casa a Venezia e ci torno almeno una volta a settimana a trovare mio padre e mio fratello, anche se sto più tempo nel mio appartamento a Cittadella. Papà Claudio sarà in tribuna domenica sera e ci saranno pure diversi amici di lunga data. Ma loro tiferanno Venezia…». In campo che partita si aspetta? «Una sfida “da tripla”, fra due squadre che hanno dimostrato di poter stare in alto in classifica. Il Venezia di Inzaghi è solido e concreto, conta su elementi che abbinano qualità ed esperienza e ha nei calci piazzati una delle sue armi più pericolose. In genere attende l’avversario puntando sulle ripartenze, ma sa anche costruire gioco: un aspetto, questo, rispetto al quale è cresciuto molto negli ultimi tempi». […]
Ore 11.30 – (Corriere del Veneto) Indiscutibile e certificato: il Cittadella che esce dal Tombolato con in tasca un pareggio a reti bianche col Bari, non fa nulla per nascondere il suo disappunto. Voleva la vittoria e vuole la promozione diretta, i playoff se arriveranno saranno ben accetti, ci mancherebbe, ma il quarto posto e i quattro punti di ritardo dal Frosinone, ora secondo, hanno convinto l’ambiente a mollare gli ormeggi. «Sì, “rosico” per questo pareggio — ammette il difensore granata Carlo Pelagatti — avremmo dovuto vincere. La classifica non cambia più di tanto, ma una vittoria ci avrebbe permesso di cambiare marcia. Dispiace, dispiace e dispiace: lo dico tre volte, per far capire quello che penso. Ero convinto dopo il primo tempo che avremmo vinto, abbiamo schiacciato il Bari nella loro metà campo ma abbiamo traccheggiato attorno all’area di rigore senza creare occasioni così nitide. Loro si sono chiusi e nella ripresa sono venuti fuori perché sono una squadra forte». Pelagatti ammette senza problemi che la squadra crede nella promozione, anche senza passare per i playoff. Un tentativo, dunque, verrà compiuto, nella piena consapevolezza di mezzi che sinora hanno certificato una scalata irresistibile. E che non accenna a fermarsi. «Io ci credo — conferma Pelagatti — siamo a quattro punti dal Frosinone, quantomeno ce la possiamo giocare… Non abbiamo niente da perdere, arrivati a questo punto pur avendo squadre davanti a noi con rose molto più attrezzate, costose e complete rispetto alla nostra, crediamo nella possibilità di ribaltare il pronostico. E quantomeno di provarci». […]
Ore 11.00 – (Gazzettino) Ho una buona corsa e mi sento come un cavallo con le briglie tirate dato che devo fermarmi per non rischiare». […] Domani vi attende la sfida con la Feralpisalò. «Un avversario forte, anche se credo che starà molto sulla difensiva. Adesso Emerson gioca davanti alla difesa, e dietro ci sono tre centrali. Dovremo fare la partita facendo girare palla, senza però scoprirci per non concedere ripartenze. La classifica? Nella nostra posizione possiamo permetterci di non guardare ai risultati delle rivali perché se facciamo il nostro, quanto meno l’attuale vantaggio rimane invariato. Dobbiamo evitare giornatacce come quella con il Teramo, e se rimaniamo concentrati come con il Bassano non avremo problemi». Per lei si prospetta un ritorno in serie B con i biancoscudati, dopo esserci stato per un breve periodo nel 2010. «Era la mia prima esperienza nei professionisti e non sono riuscito a mettermi in mostra. Poterci tornare con questa maglia è una rivincita per me. Sarei felicissimo di poter fare la serie B con il Padova, qui sto veramente bene e mi piacerebbe restarci a lungo».
Ore 10.50 – (Gazzettino) D’accordo che per Bisoli non esistono titolari, però tra i biancoscudati c’è anche chi è uno stakanovista. Niente di più vero per Daniel Cappelletti, sempre presente in campionato nell’undici di partenza con la sola eccezione nella gara d’andata con il Fano quando è entrato nel finale. […] «Indubbiamente è gratificante. Se l’allenatore mi fa giocare, è perché ritiene che possa dare il mio contributo alla squadra. Però bisogna stare sempre sul chi va là e non mollare di un centimetro perché se il tecnico se ne accorge, ci mette un attimo a metterti fuori. Ci tiene sempre sul pezzo, e questo mi aiuta a mantenere una certa costanza nelle prestazioni». […] Non solo come difensore è una garanzia, dicevamo. È stato schierato anche a centrocampo. «Prima di trasformarmi in difensore centrale, facevo tutt’altro: esterno, mezzala, terzino. Mi è sempre piaciuto di più giocare palla, anziché doverla rubare. Ho vissuto un sogno giocando a centrocampo con Vicenza e Sambenedettese. Poi per una serie di motivi sono tornato al centro della difesa, anche se è il ruolo che mi piace meno perché mi limita.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Mi ha fatto molto piacere che Bonetto abbia ritenuto che possa dare un contributo con l’occhio del giurista a questa seconda parte del profilo societario». E ancora: «La città dovrebbe essere grata a Bonetto perché non ci si deve mai dimenticare in quali condizioni ha preso la squadra e dove l’ha portata. La squadra è assolutamente attrezzata per raggiungere l’obiettivo». […] Da qualche mese nel cda erano entrati Alessandra Bianchi e Daniele Boscolo Meneguolo come rappresentanti del nuovo socio Joseph Oughourlian. «Lavoro in Amber Capital, il fondo d’investimento che fa capo a Joseph – spiega Alessandra Bianchi – Per lui ho seguito l’investimento in Sorgente e adesso anche questa sua avventura nel Padova. Conoscevo già Bonetto avendo avuto modo di lavorare insieme. Sono entrata nel cda a dicembre e il perfezionamento della cessione delle quote non ha fatto altro che confermare l’impressione positiva che ci eravamo già fatti. Siamo qui per dare una mano e per vedere la squadra crescere e andare bene. Le prospettive ci sono, con il presidente c’è un ottimo feeling».
Ore 10.30 – (Gazzettino) «Sono grato al presidente Bonetto che mi ha voluto nel consiglio d’amministrazione. Ho la possibilità di abbinare la mia professione con una vera e sana passione per il Padova». Ecco le prime parole da nuovo consigliere dell’avvocato Fabio Pinelli, dopo avere ricevuto l’investitura nell’assemblea dei soci che ha approvato il bilancio semestrale al 31 dicembre 2017 e quello previsionale per la seconda parte di stagione. In realtà il suo non è proprio un esordio. «Nel 1991 da laureando in giurisprudenza ho collaborato come responsabile del settore scolastico della Foresteria dei giovani e, tra gli altri, aiutavo Alessandro Del Piero facendogli delle ripetizioni sul diritto del lavoro aiutandolo così a prendere la maturità».
Tornando all’attualità, il legale aggiunge: «Ho un figlio che canta i cori della curva tutte le sere, per cui il Padova è in casa e la passione è grande. Non potevo non accettare la richiesta del presidente. Il mio contributo non può che essere di carattere giuridico: le società sportive hanno una parte tecnica, e un’altra nella quale sono società per azioni con tutte le problematiche giuridiche che stanno dietro all’amministrazione e alla complessità normativa di una Spa.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) In totale il bilancio è in attivo, visto che finora nelle gare di campionato (spareggi compresi) ha collezionato 143 vittorie, 132 pareggi e 124 sconfitte. Il primato del tecnico viaggia di pari passo con quelli che sta collezionando quest’anno il Padova. Dopo il riposo dello scorso turno (l’ultimo dei biancoscudati, che adesso non si fermeranno più da qui a fine stagione) Pulzetti & C., oltre ad avere 9 punti di vantaggio sulle seconde in classifica, detengono 17 record del girone B, come ha avuto modo di appurare Stefano Fassina, il collaboratore statistico ufficiale del Padova e nostro prezioso collaboratore. Oltre, ovviamente, al maggior numero di punti, i biancoscudati fin qui hanno inanellato un serie di primati che vanno dalla miglior media punti a partita (2 tondi tondi) al maggior numero di vittorie (15), dal minor numero di sconfitte (4) sino alla migliore differenza-reti (+14). […]
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) E adesso al Padova squadra non resta che fargli un regalo. Ovviamente sul campo. Domani sera, contro la FeralpiSalò, mister Pierpaolo Bisoli taglierà il traguardo delle 400 partite da professionista in panchina. Un risultato di tutto rispetto, considerando anche il fatto che il tecnico è ancora relativamente giovane (ha compiuto 51 anni lo scorso novembre), ma è riuscito ad accumulare una grandissima esperienza in tutte le categorie del calcio italiano. […] Se la Serie A, finora, è rimasta tabù a livello di risultati, l’allenatore biancoscudato ha dimostrato di saper vincere e sorprendere anche in terza serie. Alla prima esperienza a Foligno, nel 2007/08, arrivò fino alle semifinali playoff (massimo risultato nella storia del club umbro), dove venne eliminato dal Cittadella, ma la vera impresa la firmò la stagione successiva, quando trionfò alla fine con il Cesena.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Alessandra Bianchi, laureata alla Bocconi e manager di Amber Capital, è l’unica donna all’interno del Cda, affiancata da Daniele Boscolo Meneguolo, che ha creato il gruppo Sorgent.e, una holding di partecipazioni nel settore delle energie rinnovabili, il personaggio che ha messo in contatto Bonetto con Oughourlian, favorendo di fatto l’interesse del finanziere per la Spa biancoscudata. Quanto all’avvocato Pinelli, il patron ha spiegato che «il suo coinvolgimento nasce dall’esigenza da parte mia di alzare lo standing del Cda, e questo tenuto conto dell’input arrivato dalla Federcalcio, che ha perorato la presenza di professionisti che siano esterni alla proprietà». Il legale, che ha 52 anni ed è nativo di Lucca, aveva avuto già rapporti con la società veneta ai tempi della presidenza Puggina, nei primi anni Novanta. «Bonetto mi ha chiesto di entrare a far parte del Consiglio d’amministrazione per le mie competenze giuridiche», le sue parole, «considerando anche la complessità delle norme con cui si ha a che fare nel calcio, sia a livello di diritto sportivo che su quello amministrativo».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Si ritorna a 10, come quando alla presidenza della società c’era Giuseppe Bergamin. Dieci consiglieri, perché inizialmente erano sette e a loro, fra dicembre e ieri pomeriggio, se ne sono aggiunti altri tre, considerando che quattro mesi fa il Calcio Padova ha visto l’ingresso di un nuovo socio importante, il finanziere franco-armeno Joseph Oughourlian, titolare del 20% del pacchetto azionario. Tre consiglieri in più, dunque, che – come recita il comunicato ufficiale emesso ieri sera dal club – sono stati integrati nel Cda dall’Assemblea dei soci, convocata nel pomeriggio nella sede di viale Nereo Rocco. Parliamo dell’avvocato Fabio Pinelli, molto conosciuto in città, che si aggiunge ad Alessandra Bianchi e a Daniele Boscolo Meneguolo, entrati nel Consiglio in rappresentanza proprio del fondatore e direttore esecutivo del fondo di investimenti Amber Capital. Nel dettaglio, il (vecchio) Consiglio «ha proceduto all’approvazione del bilancio semestrale al 31 dicembre 2017». […]
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Una piccola epidemia influenzale mette in allarme Bisoli in vista della partita di domani sera all’Euganeo contro la FeralpiSalò. Ieri pomeriggio, nella seduta a porte chiuse alla Guizza, non sono scesi in campo Ravanelli, Zivkov, Serena e Marcandella, tutti bloccati da qualche linea di febbre. Un problema sicuramente di non poco conto, visto che è arrivato a 48 ore dalla ripresa del campionato. Bisognerà aspettare quindi oggi per capire chi potrà recuperare, anche se fortunatamente la rosa è molto ampia dopo il recupero di tutti gli infortunati, a parte il lungodegente Madonna. Se Ravanelli non dovesse essere nelle condizioni migliori per scendere in campo, il suo posto verrà preso da Russo, vista anche la squalifica di Trevisan, mentre a centrocampo Serena è partito titolare nelle ultime tre gare, ma il reparto è molto “lungo”. […]
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) […] Ospite davvero poco gradito una epidemia influenzale decisamente fuori «picco» stagionale che ieri ha colpito ben quattro giocatori: Ravanelli, Serena, Zivkov e Marcandella hanno saltato la prima seduta della settimana e oggi nella rifinitura si capirà se è stata solo una misura precauzionale oppure se il rischio di forfait è concreto. […] Nel frattempo nella giornata di ieri il club di viale Rocco ha provveduto all’approvazione del bilancio semestrale al 31 dicembre 2017. Nessuna variazione nelle quote societarie ma da segnalare l’ingresso nel cda dell’avvocato Fabio Pinelli, specializzato in diritto penale e penale d’impresa, nel ruolo di consigliere. […] «Per me si tratta di un ritorno alle origini — spiega Pinelli — visto che nell’ormai lontano 1991 sotto la gestione di Giordani e Puggina ero stato chiamato per dare nozioni di diritto a un certo Alessandro Del Piero… Quello che posso dire è che, al di là della mia attività professionale, ho sempre seguito il calcio e il Padova con molto interesse. Sono qui per volontà del presidente Roberto Bonetto per aiutarlo a gestire tutti gli aspetti e tutta la complessità di una società sportiva così importante come quella di viale Rocco. Rispetto al 1991 è cambiata la sede, che al tempo era in via Sorio, e sono cambiate tante cose. Mi auguro, però, che la gente e la città riconosca a Roberto Bonetto il lavoro svolto in questi anni. Tenendo conto che siamo ripartiti da zero. La Serie B? A noi non piace partecipare, piace vincere. Il traguardo non è ancora raggiunto, ma spero e penso che la squadra abbia la possibilità di tagliarlo molto presto».