È stato uno dei protagonisti del periodo migliore del Padova degli ultimi 20 anni. Entrato nel club dei “centenari” con 113 presenze, Elia Legati ha vissuto in biancoscudato una lunga e tormentata storia d’amore. Tre stagioni e mezza in Serie B, l’apice in una prima annata memorabile con la promozione sfumata solo nella finale playoff a Novara, e Legati a segno (da difensore) nella storica semifinale a Varese.
[…]A quattro anni di distanza dal suo addio il difensore emiliano tornerà a Padova mercoledì da avversario con la FeralpiSalò, in una partita che lui non ha dubbi nel definire: «Diversa da tutte le altre. Padova è la squadra nella quale sono stato più tempo, dove ho superato le cento presenze e dove ho lasciato tanti ricordi, alcuni positivi, altri meno».
[…]Avrebbe mai pensato, in quel gennaio 2014, che non sarebbe più tornato a Padova nonostante i 3 anni di contratto? «No, non avrei mai pensato al fallimento sportivo. L’estate successiva si vociferava di un ritorno di Cestaro che avrebbe salvato la società, io sarei stato pronto a ripartire anche dalla Lega Pro perché in qualche modo mi sentivo parte in causa della retrocessione, ma poi la società non si iscrisse». La scorsa estate, invece, è tornato il suo grande amico Trevisan che mercoledì non ci sarà in quanto squalificato. Vi state sentendo in questi giorni? «Certo. E gli ho fatto i complimenti perché ha dato una risposta a tutti quelli che sono i pregiudizi di un ambiente su un giocatore. È ritornato a Padova tra critiche immeritate, perché è uno che ha sempre dato tutto. Ma ha risposto sul campo, con grande umiltà, dimostrando di tenerci alla piazza». In queste parole si avverte anche un pizzico di rivalsa per lo stesso Legati, anch’egli oggetto di più di una critica nei suoi ultimi anni padovani: «Io ho un carattere particolare e non ho mai cercato la pacca sulla spalla dei tifosi. Forse è un comportamento che in questo mondo non conviene, ma ci ho sempre messo la faccia, finendo a volte anche per essere massacrato prendendomi responsabilità che magari non mi spettavano. Ma, come ripeto, ho bei ricordi di Padova e sarà speciale tornare da avversario».
[…](Fonte: Mattino di Padova, Stefano Volpe. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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Tre anni e mezzo al Padova scanditi da 113 partite e tre sigilli, sfiorando anche la promozione in serie A. Non è un ex qualunque Elia Legati che mercoledì sera per la prima volta tornerà da avversario all’Euganeo con la Feralpisalò, nella quale si è trasferito a gennaio.
[…]«So che ci sono persone serie, per cui sono contento per l’ambiente e per ragazzi come Trevisan con il quale sono in contatto tutti i giorni. Ci siamo sentiti dopo la vittoria dei biancoscudati con il Bassano, era felice per la squadra perché è stato un successo importante anche se lui non ha giocato per la squalifica». A distanza di qualche anno che accoglienza si aspetta mercoledì? «Sinceramente non mi aspetto niente, fermo restando che i tifosi veri li ho sentiti sempre vicini. A Padova sono stato bene, le prime due stagioni sono state molto belle, anche se poi si è conclusa male un’esperienza che è stata comunque importante». Male in che senso? «Nei primi due campionati abbiamo raccolto 130 punti, che adesso in serie B ti permetterebbero di andare sempre ai play off. Il terzo anno avevamo una squadra ottima, ma ero impiegato come quinto di centrocampo, per cui era meglio che non giocassi. Mentre l’ultima stagione era una baraonda a livello dirigenziale dopo il cambio di presidente ed era una baraonda anche in panchina. Non c’erano i presupposti per fare meglio. Fortunatamente a gennaio sono andato via, anche spinto dalla dirigenza. Alla fine però si è visto che il problema non eravamo io e Trevisan che siamo stati mandati via». Tornando ai ricordi piacevoli, quale è quello più bello? «A livello puramente calcistico la semifinale play off sul campo del Varese, un pareggio incredibile nel quale ho anche segnato e che ci ha portato in finale. Poi non scorderò mai quando, dopo avere perso proprio quella finale, siamo andati sul palco in piazzetta Pedrocchi e intorno era pieno di gente, come se avessimo vinto. Lì ho capito davvero l’importanza di quello che avevamo fatto per i tifosi e per la città». Tornando all’attualità, i biancoscudati sono in fuga verso la promozione in serie B. «Stanno stradominando il campionato, va dato atto che meritano pienamente la vittoria finale».
(Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)