Bassano-Padova, l’analisi de “Il Mattino di Padova”

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Il tabù Bassano è sfatato, alla faccia dei gufi e dei corvacci riemersi dalle tenebre nell’ultima settimana, dopo la sconfitta casalinga con il Teramo. Il Padova vola verso la Serie B, forte del 15º successo colto in 26 partite, allargando la… voragine di punti di vantaggio alle sue spalle e zittendo, appunto, le cassandre, che preconizzavano chissà quali rallentamenti e crisi da parte della squadra di Bisoli. La quale al “Mercante”, dove sin qui aveva sempre perso, ha giocato un brutto primo tempo, ma ha poi legittimato la vittoria con una ripresa di grande spessore, caratteriale e di straordinaria concretezza. Il Bassano, reduce da 9 risultati utili consecutivi, di cui 6 vittorie, si è dovuto arrendere alla fine, pur sputando sangue. Due sedute a porte chiuse partoriscono la novità tattica di un tridente offensivo che prevede Sarno a destra, e non trequartista come ci si sarebbe aspettato, Gliozzi (preferito a Capello, e questa è davvero la grossa sorpresa) al centro e Guidone a sinistra. Per il resto, tutto come previsto, con Ravanelli al centro della difesa insieme a Cappelletti, e Belingheri a centrocampo, accanto a Pinzi e Serena. Il Bassano tiene molto largo a sinistra Minesso, e questo diventa subito un problema per il Padova, che sulla sua destra soffre le iniziative proprio dell’ex Citta e di Stevanin, supportati da un Proia tuttofare.

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La differenza, tra le due squadre, si manifesta nel diverso modo di attaccare: gli uomini di Colella spingono forte sulle fasce, arrivando al cross con eccessiva facilità, mentre il Padova tenta ripartenze quasi sempre con lunghi lanci per Sarno e i suoi compagni avanzati, giocando poco palla a terra. Inoltre, il pressing dei giallorossi è asfissiante, toglie lucidità e tempo ai centrocampisti biancoscudati.

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Bisoli si rende conto che c’è bisogno di (ri)sistemare le cose in mezzo e nell’intervallo decide per due sostituzioni che cambiano di colpo le carte in tavola: Serena, colpito duro da Diop alla caviglia destra, non ce la fa e lascia il posto a Mandorlini, e Pinzi cede fascia e ruolo a Pulzetti.

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Il boato finale dei 650 tifosi ospiti accompagna il Padova verso il trionfo. Mancano 8 partite da qui alla conclusione, la Sambenedettese è a – 11, Reggiana, FeralpiSalò e lo stesso Bassano a – 12. Se non è fatta, che altro ci vuole per certificare la forza dei migliori?

(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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